SAGGI E RACCONTI   |   Tempo di Lettura: 10 min

Introduzione ai Simboli di Tre Grandi Arti

Simboli e Presagi - Anteprima del libro di Raymond Buckland

Alchimia

Molti studiosi ritengono che il termine “alchimia” provenga dal greco cheo, che significa “versare” o “disporre”, vedendo un nesso tra la radice etimologica della parola e il processo di lavorazione alchemica dei metalli. Altri invece credono che il termine sia nato in Egitto e derivi da khem, che vuol dire “terra nera”, con l'aggiunta dell articolo arabo al. Successivamente, col progredire della scienza (che alcuni definiscono pseudoscienza), il prefisso cadde e si diffuse il termine chimica, una disciplina precorritrice dell’alchimia. Un terzo gruppo ritiene che la parola provenga da un alchimista egiziano di nome Chemes, che scrisse un libro intitolato Chema contenente i suoi esperimenti volti a trasformare i metalli grezzi in oro.

Qualunque sia l'origine della parola, non vi sono dubbi che la pratica alchemica abbia avuto inizio nella cultura ellenistica di Alessandria d’Egitto, centro culturale del mondo antico. Difatti l'alchimia rappresenta un miscuglio di tecnologia egiziana, filosofia greca e misticismo mediorientale. I primi alchimisti erano fabbri che lavoravano i metalli preziosi per i nobili, ma che producevano anche sostituti economici per i meno abbienti, camuffandoli in modo tale da farli sembrare pregiati. Da qui ci volle poco affinché si diffondesse l’idea di poter fabbricare direttamente i metalli preziosi. Tale idea si basava sulla teoria aristotelica secondo cui esisteva una materia prima che costituiva la base di tutte le sostanze. L’astrologia aggiunse a ciò i concetti di macrocosmo e microcosmo, affermando che il mondo esteriore dei pianeti e delle stelle fosse il riflesso del cosmo interiore dell’uomo, e che sotto le giuste influenze astrologiche fosse possibile trasformare un metallo in un altro, ad esempio il piombo in oro. Proprio come l'umanità andava perfezionandosi attraverso i cicli di morte e rinascita, così i metalli potevano affinarsi e crescere da una forma di base a una più elevata. In particolare, si iniziò a chiamare Pietra Filosofale quella pietra che, se appropriatamente sviluppata, avrebbe funto da catalizzatore per la trasformazione di metalli e altri materiali grezzi in oro. In realtà, non si trattava di una vera e propria pietra, ma della combinazione di fuoco e acqua, o del miscuglio improbabile di altri elementi.

Così l’alchimia divenne il metodo di far passare le sostanze attraverso una serie di processi chimici in base a meccanismi che, seppure noti, assumevano la forma di indicazioni simboliche per proteggerli dai dilettanti e i non iniziati, e per proteggere gli stessi alchimisti dalle accuse di eresia da parte della Chiesa. I metalli erano rappresentati dal segno astrologico del pianeta dominante e le sue componenti e azioni associate ai miti e gli esseri mitologici greci e romani. Più gli alchimisti tentavano di nascondere e proteggere i risultati dei loro esperimenti, più le loro azioni e parole divenivano criptiche e confuse. Per descrivere i meccanismi essenziali usavano frasi del tipo: “Ma quando noi sposiamo il re incoronato alla nostra rossa figlia, e in un fuoco gentile, non nocivo, lei concepisce un figlio, congiunto e superiore, in esso, egli vive per mezzo del nostro fuoco. [...] Il drago, che osserva le crepe, scansa i raggi, e il nostro figlio morto vivrà”.

Ermete Trismegisto, noto anche come “il tre volte grande” (da cui l’espressione arte ermetica attribuita all’alchimia), è una figura leggendaria descritta da alcuni come l’incarnazione terrestre del dio egiziano Thot, da altri come un sacerdote egizio, e da altri ancora come il faraone che insegnò agli Egizi tutta la loro magia. A lui sono attribuite migliaia di opere, inclusa la Tavola smeraldina, o Tabula smaragdina, in cui erano contenuti tutti gli insegnamenti ermetici - i tredici precetti - compresi i principi fondamentali del Grande Arcano, o “grande segreto”, a cui molti scritti alchemici facevano riferimento.

L'Antico Egitto

Durante gli oltre 4000 anni che hanno visto prosperare l’antica civiltà egizia, la magia e la religione si sono fuse come mai prima di allora. I talismani, gli amuleti, i diagrammi e gli incantesimi erano parte integrante della vita quotidiana, e le preghiere erano inframmezzate con formule magiche, canti e inni per proteggersi dai nemici e incoraggiare i fedeli. Sin dai tempi predinastici, gli Egizi vedevano la terra, il sottosuolo e il cielo come la dimora di innumerevoli esseri invisibili, alcuni dei quali amichevoli, altri no. La loro magia aveva lo scopo di conferire agli uomini l’autorità su tali esseri e poteva essere volta al bene così come al male: c’era una magia per beneficiare e una per danneggiare.

Esistono numerosi papiri che riportano le antiche formule per preparare farmaci e pozioni, come il papiro Edwin Smith (1500 a.C. circa), il papiro Ebers, il papiro Hearst e altri ancora conservati al British Museum e a Torino. Tuttavia, nonostante avessero sviluppato una tecnica di imbalsamazione dei corpi che rimase invariata lungo tutta la loro storia, gli Egizi avevano una scarsa conoscenza dell’anatomia umana e, di conseguenza, una capacità limitata di fare diagnosi.

La magia, fondata per lo più sull’astrologia, era la loro vera panacea contro gli spiriti maligni. Molti dei papiri esortavano l’operatore a praticare il rituale in un giorno specifico e a evitare i giorni ritenuti ostili. Dai papiri esistenti sappiamo che il loro anno era composto di 365 giorni, ognuno diviso in tre parti, una o due delle quali erano considerate favorevoli o sfavorevoli.

La parola “geroglifico”, di derivazione greca, significa “incisioni sacre” ed è il termine utilizzato per descrivere i segni e i dipinti raffigurati sui muri di tombe e templi. Gli Egizi chiamavano questi simboli “le parole degli dèi” e ritenevano avessero poteri magici. A differenza della scrittura pittografica dei Nativi americani e degli Eschimesi, la scrittura geroglifica egizia, utilizzata dal 5000 a.C. fino a circa il 400 d.C., era il risultato di una combinazione di simboli e ogni figura aveva un preciso valore fonetico. Così, ad esempio, la vipera cornuta corrispondeva alla lettera f, il cobra alla lettera g, la mano alla d, il gufo alla m.

Alcuni geroglifici divennero degli amuleti e talismani. Il più noto era probabilmente l'’ankh, ma ve ne erano molti altri, come la colonna Djed (“stabilità”), l’Occhio di Horus (“prosperità/salute”) e il Sa (“protezione”). La maggior parte erano colorati: il blu era utilizzato per il cielo e gli oggetti celesti, il rosso per il maschio, il giallo o il rosa per la femmina, mentre per gli animali, gli uccelli e i rettili venivano usati, laddove possibile, i loro colori naturali. Anche la “scrittura” poteva assumere molte forme. Alcuni geroglifici erano letti da sinistra a destra; altri da destra a sinistra; alcuni venivano scritti in colonne verticali, altri in linee orizzontali. Su ogni lato delle porte, ad esempio, si scriveva dall’alto verso il basso e le figure rappresentate su ogni lato erano volte l’una verso l’altra: le figure sul lato sinistro della porta erano rivolte a destra, mentre quelle sul lato destro erano rivolte a sinistra. Allo stesso modo, le figure trascritte su una riga orizzontale erano volte verso il lettore. In altre parole, se le figure erano volte verso sinistra, bisognava leggerle da sinistra a destra; se invece erano rivolte verso destra, andavano lette da destra a sinistra. È per questo che gli stessi geroglifici potevano essere orientati in direzioni opposte.

Esistono innumerevoli geroglifici e, poiché non è possibile elencarli tutti in questo libro, ne riporterò solo i più comuni, incluso l’alfabeto egiziano e alcuni determinativi.

Astrologia

Originata in Mesopotamia, probabilmente intorno al III millennio a.C., l’astrologia è l’arte di predire gli eventi attraverso l’osservazione dei pianeti, delle stelle fìsse, del sole e della luna in base alla loro giustapposizione e alla loro relazione con la terra. L’astrologia odierna è una combinazione delle antiche teorie babilonesi ed egizie, successivamente adottate e perfezionate dai Greci, che associarono divinità maschili e femminili alle stelle e ai pianeti. Nelle sue Leggi, Platone propose un dio composito (Apollo-Elio) come una delle principali divinità che univa il dio della mitologia con il sole.

Un oroscopo astrologico difatti non è altro che un diagramma delle posizioni dei pianeti visti da un punto specifico della terra in un momento preciso. Esistono diversi tipi di astrologia: l’oroscopo individuale è determinato dall’astrologia genetliaca, un ramo dell’astrologia giudiziale; la predizione di eventi di importanza nazionale e internazionale è nota come astrologia mondana, l’astrologia che risponde alle domande è definita oraria, mentre quella che predice il tempo è nota come astrologia meteorologica.

Si crede che ogni pianeta abbia un’influenza particolare su una persona al momento della sua nascita, nonché un’influenza sugli altri pianeti in base alla loro vicinanza. Per questo, per redigere il diagramma di una persona, bisogna conoscerne la data di nascita (il giorno, il mese e l’anno), il luogo di nascita e l’ora precisa in cui è nata. In questo modo è possibile determinare la posizione esatta delle varie stelle e pianeti.

Il percorso del sole visto dalla terra è definito eclittico, mentre l’angolo che forma in un determinato istante nel momento in cui sorge al di sopra dell’orizzonte a Oriente è detto ascendente. “Ascendente” è anche il nome attribuito al segno dello zodiaco che sorge in un dato momento, con un segno ascendente diverso che appare sopra l’orizzonte all’incirca ogni quattro minuti. Muovendosi nell’arco dell’anno, il sole passa attraverso dodici diverse costellazioni e aree del cielo, dette case zodiacali, separate fra di loro dalle cuspidi, che segnano il confine tra i segni dello zodiaco. Ogni casa misura 30° e il sole impiega all’incirca un mese per attraversare ogni segno. Le case sono:

  • Ariete dal 21 marzo al 19 aprile
  • Toro dal 20 aprile al 19 maggio
  • Gemelli dal 20 maggio al 20 giugno
  • Cancro dal 21 giugno al 22 luglio
  • Leone dal 23 luglio al 21 agosto
  • Vergine dal 22 agosto al 22 settembre
  • Bilancia dal 23 settembre al 22 ottobre
  • Scorpione dal 23 ottobre al 21 novembre
  • Sagittario dal 22 novembre al 21 dicembre
  • Capricorno dal 22 dicembre al 20 gennaio
  • Acquario dal 21 gennaio al 19 febbraio
  • Pesci dal 20 febbraio al 20 marzo

I pianeti che possono esercitare un’influenza su una persona sono il Sole, la Luna (anche se non è un pianeta), Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Uranio e Plutone, rappresentati in astrologia dagli stessi simboli utilizzati per i segni zodiacali e riportati di seguito.

Questo testo è estratto dal libro "Simboli e Presagi".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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