SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 9 min

Introduzione al "Vangelo di Sebastião Mota"

Il Vangelo Secondo Sebastião Mota - Alex Polari de Alverga - Speciale

Scopri le chiavi per una comprensione profonda della dottrina del Santo Daime e della sacralità dell’ayahuasca, leggendo il libro di Alex Polari de Alverga.

Introduzione al "Vangelo di Sebastião Mota"

1. Attualità della via enteogena

È profondamente entusiasmante e fecondo il fatto che lo sciamanismo, le “tecniche arcaiche dell’estasi”, nella felice definizione di Mircea Eliade, sia nuovamente al centro dell’attenzione ai giorni nostri.

Fin dalle incursioni nella selva sudamericana di alcuni botanici ed etnografi del secolo scorso, la comunità scientifica ha dimostrato un crescente interesse per il contributo che le piante psicoattive possono dare, tanto per stabilire una cartografia della coscienza, quanto per la soluzione dei grandi enigmi della specie umana.

Attorno a quest’indagine sugli effetti di queste piante sul sistema nervoso centrale, sul loro ruolo come fattore strutturante dell’autocoscienza dell’uomo e nella genesi dello stesso pensiero religioso, si sta creando un campo di studi comune fra il sapere scientifico e l’esperienza mistica.

Se queste tecniche sciamaniche, principalmente quelle che utilizzano le piante sacre, furono responsabili in passato delle visioni che hanno dato origine alle grandi rivelazioni spirituali, certamente ancora oggi ci stanno trasmettendo lo stesso messaggio.

La nostra consapevolezza è al tempo stesso l'apparecchio ricevente e lo scenario dove questo messaggio ci è rivelato.

Questo è valido tanto per le tecniche sciamaniche tradizionali quanto per le religioni enteogene, un fenomeno recente, di cui il Culto del Santo Daime in Brasile, dell’Iboga in Gabon e del Peyote negli Stati Uniti sono i maggiori esponenti.

 

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Le religioni enteogene

Tutti questi culti usano un sacramento enteogeno, una pianta psicoattiva che nel contesto appropriato produce un'espansione della coscienza e un’esperienza di tipo eminentemente mistico.

In questi culti, la comunione con l’entità enteogena produce esperienze rilevanti e profondamente significative per tutti coloro che ne prendono parte. Il linguaggio visionario ci rende coscienti di un ethos e di un dharma che sino a quel momento credevamo far parte solamente di libri che trattano di un lontano passato.

Tuttavia, questa grandiosità, assente nel nostro livello di consapevolezza ordinario, è sempre presente nel mondo soprannaturale e incantato della miracao. È presente qui e ora, purché vogliamo credere in essa e ammetterla nella nostra vita quotidiana.

È bene credere che facciamo parte di un destino molto più nobile, che riposa nella conoscenza dell'essere e che può essere rivelato, grazie al sacramento enteogeno, a qualsiasi comune mortale e peccatore. L'esperienza con le piante sacre non è l’unica che aiuta a realizzare questo destino. Ma essendo una scorciatoia, è il cammino più breve.

Questa è l'autentica Buona Novella che viene annunciata a tutti i ricercatori della verità, confermando la promessa fatta da oltre duemila anni.

 

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Chi è questo nuovo e misterioso messaggero?

Per alcuni psiconauti si tratta di un alcaloide, di un messaggio in codice depositato nel mondo vegetale da una specie di intelligenza aliena.

Per altri è un livello di consapevolezza dove possiamo sperimentare la realtà dell’Io Superiore e di Dio stesso. Seppur considerata in modi così diversi, da dove germoglia questa voce che è capace di elevarci spiritualmente e aiutarci per la salvezza non solo della nostra anima, ma anche della nostra specie? Dal fondo del nostro essere? Dalla perla azzurra dove si trova la sede del nostro Io? Dal loto dai mille petali?

Dal baraka dello sceicco, dalla presenza del Mahatma o dal succo di una liana della foresta? O forse la stiamo ascoltando perché arriva alla velocità della luce, dalle viscere dell’eternità? Entrambe le sensazioni sono vere e la coscienza umana è questo punto d’intersezione fra l’interiore e l’aldilà, fra l’essere — profondamente intimo e infimo — e il Cosmo, senza limiti né tempo. Le Upanishad insegnano: tu sei questo!

Sin dall’inizio dell’età dell’oro, aurora dei tempi, che il poeta greco Omero denominò “aurora dalle rosee dita”, le piante sacre risvegliano negli uomini il ricordo delle proprie origini, la nostalgia del sacro e un anelito per questa riconnessione con quello che costituisce il mistero basico della propria esistenza.

Possiamo avere un'idea dell’interesse che questo tema aveva nell’antichità, quando pensiamo che la celebrazione dei misteri eleusini avvenne in maniera quasi ininterrotta per 2400 anni. In questo grandioso festival iniziatico, che aveva luogo nella città di Eleusi come coronazione di mesi di preparazione e pellegrinaggi, era realizzato un grande lavoro spirituale.

 

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I misteri eleusini

Il tempio ospitava duemila persone. E il Grande Ierofante conduceva la cerimonia dov'era ricordata e rappresentata la leggenda del rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra, da parte di Ade, dio della Morte, che la portava nel Regno degli Spiriti.

Il momento culminante del rituale era quando, sotto l’effetto del fungo Claviceps purpurea (qualcosa di simile all’LSD), tutti i presenti avevano visioni collettive sulla storia della dea e una comprensione profonda del suo contenuto simbolico e del significato spirituale.

Ai nostri giorni, l’aurora sta già cedendo il posto ai toni incerti del crepuscolo. La civetta di Minerva (o Atena, nella denominazione greca) sta volando nei cieli e ci sta portando nuovi presagi sul destino dell'umanità. Passati più o meno 1600 anni da quando il Culto di Eleusi venne soppresso dalla nascente organizzazione ecclesiastica cristiana, non c’è da stupirsi se il messaggero enteogeno sia di ritorno.

Ora sotto forma di una pianta sacra che svolge lo stesso ruolo degli avatar del passato, istruendo nei momenti di crisi e di decadenza della verità.

Dicono che, periodicamente, la forza spirituale che assiste e modella questo pianeta cambia posto, il che spiegherebbe i cicli repentini di decadenza e fioritura delle culture e delle tradizioni religiose.

Fu così che si succedettero i culti del soma all’inizio del periodo vedico, i misteri di Eleusi nella Grecia Antica, le tradizioni cristiane gnostiche ed esoteriche, gli yogi del Tibet, la cabala della Spagna islamica, gli Inca e gli Aztechi fino ad arrivare ai popoli e alle culture rimasti dell'Eden originale, situato nella selva sudamericana. Pare che sia là che Dio ha seminato gran parte della sua farmacopea enteogena.

 

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2. Mestre Irineu e il Culto Cristiano dell’ayahuasca

È stato in questo scenario, al tempo stesso incantato e magico, che è fiorito il culto del Santo Daime, un tipico esempio di questa nuova forma di fenomeno spirituale sempre più presente ai giorni nostri.

Nelle foreste dell'America del Sud, Mestre Raimundo Irineu Serra ha cristianizzato le tradizioni indigene e sciamaniche della bevanda sacramentale ayahuasca, conosciuta da prima degli Inca, e l’ha ribattezzata col nome di Daime, indicando con questa parola la richiesta che dovrebbe essere fatta dal fedele che entra in comunione con la bevanda.

I Raimundo Irineu Serra, originario del Maranhao, era un uomo di colore e di elevata statura fisica e spirituale. Con la sua umiltà e determinazione, ha conquistato il rispetto di tutti coloro che l'hanno conosciuto. Dopo essere entrato in contatto con la bevanda alla frontiera col Perù, è andato nella città di Rio Branco, dove ha iniziato a lavorare con un piccolo cerchio di discepoli.

Ha ottenuto una rivelazione dalla stessa Vergine Maria, che gli è apparsa sotto forma di Regina della Foresta. A partire da quel momento è iniziata la nascita del Terzo Testamento, una Nuova Annunciazione Visionaria, attraverso gli inni che Mestre Irineu ha iniziato a ricevere’ e che reinterpretavano la cosmologia cristiana tramite la lente e le luci dell’ayahuasca.

Ancora una volta, lontano dai saperi eruditi e dogmatici, e dalla pompa dei cortigiani ecclesiastici, un insegnamento spirituale di grande profondità è stato tessuto da umili seringueiros, nel contesto di un cristianesimo popolare, durante il boom della gomma alla fine del XX secolo.

 

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La cristianizzazione dell’ayahuasca

In questo scenario senza eguali Mestre Irineu ha fuso nel suo crogiuolo alchemico questo stesso cristianesimo con le tradizioni precolombiane, l’esoterismo europeo, credenze africane e sciamanismo enteogeno.

Il risultato di questo miscuglio è un sistema che riesce ad alleare l'estrema semplicità della sua formulazione con una profondità spirituale raramente raggiunta da altre correnti che si dedicano al duro lavoro e all’investigazione dell’autoconoscenza. Le miracao mostrano tutto ciò in cui la nostra fede ha bisogno di credere.

Considerando che in passato i cristiani erano glorificati perché credevano in ciò che non avevano visto, la rivelazione enteogena promuove un avanzamento sostanziale: dà dimostrazioni personali e inequivocabili senza lasciare dubbi.

La cristianizzazione dell’ayahuasca è la conclusione di un lungo processo di riscatto culturale e spirituale. Il Creatore, che scrive dritto sulle linee storte, ha voluto unire la fede dei conquistatori cristiani - protagonisti dell'impresa colonialista che, con la benedizione della Chiesa, sottoponeva popoli interi alla schiavitù e al genocidio — al sacramento di questi popoli sottomessi.

Con Mestre Irineu, il vino delle anime si converte nel nuovo sangue di Cristo, il Consolatore Promesso, il Paraclito Vegetale, il Logos-Liana. Attraverso di lui, si è assimilata la spiritualità dei nativi precolombiani e allo stesso tempo è stato riscattato il karma di questa pagina oscura dell'espansione del cristianesimo nel nuovo continente.

Per non parlare, poi, della ricostituzione del ruolo dell'esperienza visionaria come il centro della rivelazione spirituale, togliendo così il Cristo dalla croce dei dogmi a cui era stato ridotto.

 

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Data di Pubblicazione: 29 giugno 2023

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