SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Karma e legami eterni

Karma e legami eterni

Il viaggio karmico è una ricerca di redenzione, scopri questo percorso verso il perdono leggendo l'anteprima del libro di Sendi Fiorasi.

Karma e perdono

“Ogni Lezione della nostra vita tocca qualche corda che vibra in Eterno”
Edwin Hubbel Chapin

Il termine karma in sanscrito significa “atto”, “azione”, “parola” o "fatto”. Non basterà una sola vita per portare in pari il karma che produciamo, che duri otto o ottant'anni, non è sufficiente perché l’anima possa ripagare i debiti karmici accumulati, sviluppare il pieno potenziale e soddisfare la ragione della propria esistenza. Il karma da una continuazione alla regola d’oro: fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, perché un giorno verrà fatto a te. È il nostro maggiore benefattore ed anche il nostro più grande insegnante.

Secondo la filosofia indiana, tutte le reazioni Carmine si manifestano in quattro fasi differenti. Bija, il seme (fase 1), le azioni e le intenzioni esistono solo nella dimensione sottile. Kuta-shta, la decisione cosciente (fase 2), il desiderio diventa azione, possono iniziare delle reazioni a catena karmica. Phalonmukha, portare i frutti (fase 3), le azioni materiali, che siano esse buone o cattive, portano i loro frutti, siano essi dolore o felicità. Prarabdha, raccolto (fase 4), una fase karmica preesisteva o si è inserita nella tua vita.

Semina un pensiero e raccoglierai un’azione, che diventerà un’abitudine, che poi forgerà il tuo carattere e si trasformerà in destino.

Esistono poi 4 tipi di karma: il primo porta fortuna materiale quando si agisce in armonia con la natura (karma); il secondo porta dolore dovuto ad una cattiva reazione (Vkarma); il terzo è neutro, agisce in modo trascendentale (Akarma); il quarto porta al dolore ed è dato da una cattiva azione collettiva di massa (karma collettivo).

Il viaggio karmico è una ricerca di redenzione, è il trovare la risoluzione della pena che abbiamo causato ad altri e che altri hanno causato a noi. È un viaggio che si ripete più e più volte poiché non c’è redenzione senza l’unica cosa che fa terminare il Karma e che è il perdono.

Il perdono

La ricerca della redenzione termina quando potete dare perdono incondizionato a voi stessi e agli altri. È allora che avete la pace e il Karma termina. Dove abbiamo causato pena ad altri, creiamo una situazione che ci fornisce delle opportunità per cambiare la nostra risposta. Ma spesso il Karma viene ripetuto nello stesso modo, creando un altro ciclo karmico e un’opportunità per noi di ricreare la situazione in un’altra esistenza.

Se altri hanno del Karma con noi, essi tentano di cambiare il loro comportamento, ma spesso continuano a ripetere il passato. E così il ciclo continua. Ognuno di noi sta cercando la redenzione tramite il ricreare la situazione. Ma essa non può essere guarita senza il perdono. Nel perdono c’è la redenzione: e senza il perdono il ciclo karmico ripete sé stesso. Tutta l’umanità ha ripetuto questi cicli karmici in un'infinita combinazione di pena, sofferenza e dramma emotivo.

L'anima cerca perdono e pace, la mente cerca spiegazioni, risposte e redenzione, vuole sapere perché venne tradita, ferita, abbandonata e giudicata. Crede che attraverso queste risposte essa troverà la redenzione. Ma la vera risposta non si trova in queste cose, molte delle quali non hanno una spiegazione. È il perdono la risposta che l’anima ricerca e, per ottenere il perdono, la mente deve abbandonare tutte le aspettative di comprendere il “perché”. Essa deve semplicemente accettare e procedere oltre.

Il perdono è un atto di umanità e generosità che induce all’annullamento di qualsiasi desiderio di vendetta, di rivalsa, di punizione. È spesso erroneamente associato al perdere, al porsi cioè in una posizione di arresa, ma se ben elaborato, esso rafforza, in quanto libera da energie negative che sono la conseguenza delle ferite ricevute e che si manifestano anche a livello fisico e mentale.

Prima di tutto noi siamo anime, e per quanto posso essere a volte difficile entrare in contatto con il proprio sé, riusciremo a perdonare nel momento in cui capiremo che non siamo il nostro corpo ferito e ciò che possediamo, siamo molto di più.

Se rimaniamo ancorati alla parte fisica e materiale non sarà possibile trovate la nostra energia primaria di pace e luce che rappresenta la caratteristica originale dell’anima. L’equilibrio di questa energia ci porterà a stare bene spiritualmente e fisicamente.

Quando ci sentiamo feriti e traditi o ingannati o tutto ci sembra incomprensibile, dobbiamo riuscire a vedere oltre questa vita è comprendere il passato, capendo il passato ed i fatti successi, è possibile fare passi diversi nel nostro futuro e scegliere di essere diversi, seminando un nuovo destino è chiudendo ruote karmiche.

Perdonare sé stessi e gli altri dai torti subiti e commessi è l’unica strada verso la libertà e lo scioglimento dei nodi formatisi nelle tante vite.

Nelle molte vite vissute le anime perdono la loro perfezione e commettono degli errori. Ci rincontriamo tra le varie vite e ad ogni incontro abbiamo l’opportunità di equilibrare le nostre relazioni e lo strumento più potente è il perdono.

A livello spirituale dopo il perdono c’è la misericordia, attraverso di essa facciamo dimenticare all’altro le sue debolezze. In questo modo diventeremo più forti e daremo anche agli altri la possibilità di dimenticare i propri errori.

Legami eterni

"Io sono i legami che intreccio con gli altri."
Albert Jacquard

Ogni relazione che viviamo è generata dal nostro stesso karma. Tutto è relazione nella nostra vita, ci sono legami genitoriali, di clan familiare, amicali, di gruppo e sentimentali.

Praticamente, tutto ciò che fa parte della nostra vita, in quanto rapporti, è generato da noi stessi. I genitori da cui siamo nati in questa vita li abbiamo “scelti” in una fase di pre-incarnazione, precedentemente alla nascita fisica. Scegliamo certi genitori piuttosto che altri o certi affetti, per una necessità karmica di “relazione” con tali individui.

Da essi si deve “sciogliere” qualcosa di rimasto in sospeso e generare qualcos’altro che ne risolva il rapporto. In realtà scegliamo l’intero clan familiare in cui nascere, poiché esso si configura come un perfetto strumento per vivere il nostro karma individuale, poter incontrare di nuovo tutti coloro con cui abbiamo un “sospeso karmico” e tentare di scioglierlo.

Durante un esercizio di regressione karmica dello specchio, non vidi persone con me dopo aver passato lo specchio al contrario di quanto mi aspettavo. Prima di passarlo mi ritrovai in una bellissima isola e c’era mio marito, eravamo solo noi due, era un posto meraviglioso ricco di natura incontaminata ed acqua cristallina. Non so perché eravamo lì, ma ricordo che c’era una cascata e noi ci lavavamo sotto questa cascata, eravamo in un’isola, ed era come se la conoscessimo bene. Subito dopo oltrepassai lo specchio e lo scenario divenne molto più macabro, sorvolavo tutto dall’alto, il paesaggio era distrutto, le costruzioni ed i monumenti erano sgretolati.

Sembrava ci fosse stato un terremoto. Proseguii in queste distese di macerie, non c'erano più persone, non riuscivo a capire, era tutto a pezzi, ville, case, musei, il cielo era cupo, il vento era fortissimo, poi vidi un villaggio devastato dall’eruzione di un vulcano. Salii ancora di più, non vedevo più i paesaggi, mi sembrava di essere in un’isola, in centro America, e guardai in cielo. D’improvviso mi trovai immersa in bellissime cascate d’acqua, sembravano cascate di luce, era come se da un cerchio nel cielo cadesse tantissima luce cristallina, tanti centri concentrici che emanavano luce ed acqua.

L’acqua discendeva dal cielo per tornare in terra, come se stesse ridando luce e lavando tutto, fiumi e fiumi di acqua lucente, collegati tra loro che si ramificavano, è difficile da spiegare, non avevo mai visto quelle spirali in cielo. Esattamente tre giorni dopo quella seduta un’immagine del telegiornale attirò la mia attenzione, era il fenomeno delle ‘spiraling cloud pattern’ nell’isola di Guadalupe in Messico, era proprio quello che avevo visto io, un fenomeno molto raro, ed ero stupita di vederlo, pensavo fosse stato solo un’immagine onirica, invece era molto simile ad un fenomeno reale che avviene in natura in determinate condizioni climatiche.

Mi sentivo bene, pervasa da questo passaggio di acqua e luce. Avevo visto nello stesso esercizio i quattro elementi susseguirsi Fuoco, Terra, Aria, Acqua. Il primo è il fuoco, che indica il calore, e potrebbe essere contrapposto al freddo, che potrebbe, in qualche modo, rappresentare l’acqua. L’acqua chiude il ciclo degli elementi. La sua natura di “qualcosa che spegne e purifica”, mi appariva qui in tutta chiarezza come qualcosa che lava, trasforma. Il fuoco “accende”, quindi metaforicamente apre un ciclo, mentre l’acqua lo chiudeva, per riaprirlo nello stesso momento con una nuova linfa. L’acqua rappresenta, in diverse tradizioni culturali e spirituali, un simbolo di purezza, di candore, di limpidezza.

Ad un certo punto, dopo aver sorvolato posti incantati, mi rividi immersa in una bellissima luce, io ero dorata, e vicino a me pian piano cominciarono ad esserci tutti i miei familiari, amici, parenti, tenevo in braccio le bimbe, erano tutti con me, e da me partivano dei filamenti di luce che li collegavano tutti, come dei legami eterni. Ogni spostamento di energia cambiava anche la loro energia, ogni scelta modificava anche le altre scelte, ogni dimostrazione di amore o gioia, tristezza o odio era riflessa, amplificata, assorbita, cambiata anche dagli altri.

Sentivo l’importanza dei legami, dei gesti, dei pensieri, delle azioni, delle cose non dette e dei muri cresciuti, delle catene che facevano male. Ma allo stesso tempo sentivo l’amore irradiare, e lo lasciavo andare, lasciavo che tutto si pervadesse della stessa energia. Sapevo che stavo nutrendo con amore le energie sottili delle persone a cui tenevo, perché poi quell’amore fosse recepito da tutti loro nel reale, in modo che si sciogliessero i nodi e ci fosse spazio per la condivisione reciproca.

Dopo un po’ la luce dorata dell’aura diventò azzurrina. Durante i miei studi trovai dopo qualche mese in uno dei libri sulla regressione ipnotica di M. Newton la spiegazione a quel cambio di colori dell’aura ed il perché della posizione che avevano assunto i miei familiari vicino a me. La posizione a semicerchio è la più comune di un gruppo animico che attende di salutare l’anima in arrivo. Le anime si fanno avanti, secondo un rispettivo turno, da posizioni interne a un arco di 180 gradi. Il colore dell’anima che cambia, o spettro cromatico dell’aura, è stato classificato e suddiviso in vari livelli, dal primo all’undicesimo livello.

Questa classificazione indica il modo in cui i colori principali del nucleo di un’anima diventano man mano più intensi, dai principianti (livello 1) color grigio, passando poi al bianco roseo, giallo aranciato, giallo puro, oro intenso, verde, azzurro chiaro con punte verdi o marroni, azzurro con punte viola, azzurro intenso, fino ad arrivare all’ultimo livello, quello superiore, il viola.

Data di Pubblicazione: 28 febbraio 2020

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