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L'Argento Colloidale - Un Potente Rimedio Naturale - Capitolo 7

L'Argento Colloidale - Un Potente Rimedio Naturale - Capitolo 7

Differenza tra i vari tipi di argento

Capitolo 7
Differenza tra i vari tipi di argento

La denominazione “argento colloidale” oggi comprende diversi tipi di argento usato a scopo medico e terapeutico non sempre facilmente distinguibili tra di loro.

Ne esistono di cinque tipi:

1. Argento ionico (elettrolitico) in soluzione
Come abbiamo ricordato, nel 1880 lo scienziato Georg Bredig elaborò un procedimento per realizzare un prodotto superiore a quelli precedentemente usati collocando due elettrodi d’argento immersi in acqua distillata e provocando un arco elettrico fra di essi. Per produrre l’arco elettrico utilizzò un voltaggio di migliaia di volt il che erose l’argento sino a formare un colloide in particelle finissime in forma ionica positiva (uno ione è un atomo elettricamente carico). Questo prodotto non determinava argiria (come cominciava ad accadere con l’uso della polvere di argento) e risultava assai più efficace dell’argento in polvere o del nitrato d’argento. L’argento di Bredig presentava tuttavia due inconvenienti, perché il voltaggio assai elevato necessario a produrlo poteva rivelarsi decisamente pericoloso e il processo produttivo era estremamente lento e costoso.

Tutti gli apparecchi oggi disponibili sul mercato per la produzione casalinga dell’argento si basano sul cosiddetto metodo Bredig che altro non è che un processo di elettrolisi. A differenza del metodo originario le tensioni elettriche utilizzate per gli apparecchi di produzione casalinga sono molto più basse nell’ordine di poche decine di volt.

La maggior parte dei prodotti etichettati e venduti come argento colloidale rientra in questa categoria per la semplicità di produzione e i relativi bassi costi. L’argento contenuto in questi prodotti è costituito per la maggior parte (90%) da ioni e per il restante 10% da particelle di varia grandezza, tra le quali, in piccola percentuale, anche particelle di dimensioni nanometriche. Poiché la maggior parte dell’argento contenuto in questi prodotti è argento disciolto e non argento metallico in particelle, sarebbe tecnicamente più preciso descrivere questi prodotti come soluzioni di argento ionico.

Esistono in commercio prodotti etichettati come argento colloidale ionico (ACI) che dicono di contenere particelle di argento ionico ma la definizione è una contraddizione in termini. Gli ioni argento Ag+ sono disciolti in una soluzione trasparente mentre le particelle di argento Ag0 rimangono in sospensione a formare una struttura colloidale. Gli ioni argento non sono la stessa cosa delle particelle di argento e i due termini non sono intercambiabili.

L’argento ionico viene anche chiamato argento monoatomico, argento idrosol o argento covalente, da parte di produttori che scelgono di non usare la corretta terminologia scientifica per descrivere i loro prodotti. Questi sono termini di marketing usati per nascondere la verità per la quale ciò che viene venduto non è altro che argento ionico in soluzione, trasparente proprio come lo zucchero o il sale che, sciolti in acqua, non appaiono alla vista contrariamente alla forma colloidale dell’argento le cui particelle, quando sono presenti in sufficiente concentrazione, assorbono la luce visibile e il colloide manifesta una colorazione. Questo colore è complementare alla lunghezza d’onda della luce visibile assorbita e rende visibile un raggio laser che attraversasse il colloide (effetto Tyndall). Gli ioni argento Ag+ non assorbono la luce visibile pertanto essi appaiono come liquidi incolori.

Se il prodotto appare chiaro e trasparente è argento ionico e non argento colloidale.

2. Sali d’argento come farmaci o presidi medico chirurgici
Durante il periodo di massima diffusione degli antibiotici (1950-2000) l’argento ha continuato a essere usato in campo medico specialmente sotto forma di sali, i più importanti dei quali sono il nitrato di argento e la sulfadiazina argentica.
Anche in campo chirurgico prodotti a base di argento sono rimasti sempre in uso, specialmente per il trattamento delle ustioni. Tutti questi prodotti sono rimasti nell’ambito strettamente sanitario e sotto controllo medico.

3. Argento colloidale, costituito da nanoparticelle AgNPs di produzione industriale.
Questo tipo di argento è quello che presenta le maggiori prospettive di sviluppo in tutti i campi. La forma di argento in nanoparticelle viene spesso presentata come una forma assolutamente nuova, ottenuta grazie alle attuali conoscenze e tecnologie. Al contrario, le nanoparticelle d’argento sono esistite almeno fin da quando l’argento colloidale è stato prodotto con il metodo elettrolitico brevettato da Bredig nel 1880. Le moderne tecniche di produzione e di analisi delle nanoparticelle Ag0 permettono di ottenere un prodotto altamente standardizzato, di elevata qualità e di più sicura affidabilità.

4. ACC, argento colloidale in nanoparticelle stabilizzate con citrato (citrate coated AgNPs)
Si tratta della forma più avanzata utilizzata a scopo terapeutico con azione velocizzata.

5. ACP, argento colloidale in nanoparticelle stabilizzate con polivinilpirrolidone (PVP coated AgNPs)
Si tratta della forma più avanzata utilizzata a scopo terapeutico con azione di più lunga durata. Nella tabella dell’Appendice I sono citati studi effettuati con queste nuove forme di argento colloidale (nella colonna dove si riportano le due tipologie di Ag con citrate e PVP – polivinilpirrolidone).

Tutto questo ha permesso di iniziare nuovi studi con l’argento colloidale specie nel campo sanitario, medico e terapeutico.

Sono già migliaia i prodotti che contengono nano-materiali e di questi circa un quarto contiene argento in nanoparticelle AgNPs. Lo sviluppo degli studi di prodotti medicinali che contengono nano-argento è determinato dalla sua forte attività antimicrobica, antivirale, antifungina e antinfiammatoria. Queste caratteristiche fanno dell’argento in nanoparticelle AgNPs una potenziale alternativa all’impiego degli antibiotici sempre più soggetti al fenomeno della farmacoresistenza. Tra i prodotti di consumo che contengono nano-argento si trovano materiali di imballaggio alimentare, conservanti alimentari, tessuti anti-odore, indumenti per diabetici, la nanoelettronica di telefonini, tablets, lettori elettronici, apparecchi di rilevazione come quelli per l’inquinamento atmosferico, elettrodomestici, cosmetici, dispositivi medici, disinfettanti per grandi volumi d’acqua (piscine), spray per ambienti ecc.

Per soddisfare la richiesta commerciale di questa innumerevole varietà di prodotti, sono necessarie quantità sempre maggiori di materiali sotto forma di nanoparticelle. Complessivamente, si stima che entro il 2020 verranno prodotte annualmente almeno 60.000 t all’anno di materiali in forma di nanoparticelle. Di queste almeno un quarto sarà costituito da varie forme di nano-argento AgNPs. La maggior parte di questi prodotti contenenti nano-argento è fabbricata in Nord America, Giappone, Cina, Corea del Sud ma anche in India ed Europa. È difficile monitorare i prodotti che contengono nano-argento perché sono quasi sempre confezionati sotto numerosi marchi, e le norme in materia di etichettatura non richiedono che il nano-materiale debba essere indicato come ingrediente.

Il Rapporto dell’EPA (U.S. Environmental Protection Agency, Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, EPA/600/R-10/084 agosto 2010 in http://www. epa.gov), riporta, per il 2008, l’esistenza di 241 tipi di prodotti diversi provenienti da 65 produttori. La maggior parte dei prodotti è destinata all’uso salutistico e cosmetico. Ma già oggi si stima che questi numeri siano almeno raddoppiati o addirittura triplicati.

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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