SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 7 min

L'Arte di Non Aspettarsi Nulla

Eternità Ora - Anteprima del libro di Francis Lucille

Non aspettatevi nulla

DOMANDA: Cosa ci possiamo aspettare dai nostri incontri?

RISPOSTA: Aspettatevi di imparare a non aspettarvi nulla. Non aspettarsi nulla è una grande arte. Quando non viviamo più nell’aspettativa, allora viviamo in una nuova dimensione. Siamo liberi. La nostra mente è libera. Il nostro corpo è libero. Comprendere intellettualmente che non siamo un’entità psico-fìsica nel processo del divenire è un primo passo necessario, ma questa comprensione intellettuale, da sola, non è sufficiente. Il fatto che non siamo il corpo deve diventare una vera esperienza che penetra e libera i nostri muscoli, i nostri organi interni e anche le cellule del nostro corpo. Una comprensione intellettuale, che corrisponde a un improvviso, fugace riconoscimento della nostra vera natura, ci porta uno sprazzo di gioia pura ma, solo quando abbiamo la piena conoscenza di non essere il corpo, allora siamo quella gioia.

D: Come posso percepire, in modo sensoriale, di non essere il corpo?

R: Noi tutti sperimentiamo momenti di felicità che sono accompagnati da una percezione di espansione e di rilassamento. Prima di percepire il corpo, eravamo in uno stato di gioia pura, senza tempo e senza causa, e la sensazione fisica era semplicemente la sua conseguenza finale. Questa gioia percepisce se stessa. In quel momento, non eravamo un corpo limitato nello spazio, non eravamo una persona. Noi conoscevamo noi stessi nell’immediatezza del momento. Tutti noi conosciamo questa felicità senza causa. Quando esploriamo profondamente ciò che chiamiamo il nostro corpo, scopriamo che la sua vera sostanza è questa gioia. Non abbiamo più la necessità, né il gusto e neppure la possibilità di trovare la felicità in oggetti esterni.

Esplorazione profonda

D: Come viene realizzata questa esplorazione profonda? R: Non rifiutare le sensazioni del corpo né le emozioni che ti si presentano. Lasciale sbocciare pienamente nella tua consapevolezza senza alcuna meta e senza nessuna interferenza della volontà. In modo progressivo, l’energia potenziale imprigionata nelle tensioni muscolari, si libera; il dinamismo della struttura psicosomatica si esaurisce e allora avviene il ritorno verso la stabilità fondamentale. Questa purificazione della sensazione del corpo è una grande arte. Richiede pazienza, determinazione e coraggio. Essa si esprime al livello della sensazione attraverso una graduale espansione del corpo nello spazio circostante e una pene-trazione simultanea della struttura somatica da parte di quello spazio. Quello spazio non è sperimentato come semplice assenza di oggetti. Quando l’attenzione si libera dalle percezioni che la tengono in schiavitù, essa scopre di essere quello spazio auto-luminoso che è la vera sostanza del corpo. A questo punto, la dualità fra il corpo e lo spazio è abolita. Il corpo è espanso quanto l’universo e contiene nel suo cuore tutte le cose tangibili e intangibili. Nulla esiste al suo esterno. Noi tutti abbiamo questo corpo di gioia, questo corpo risvegliato, questo corpo di accoglienza universale. Noi siamo tutti completi, senza parti mancanti. Esplora il tuo regno e prendine possesso coscientemente. Non continuare a vivere in quello squallido tugurio che è un corpo limitato.

D: In momenti di quiete, ho dei brevi assaggi di questo regno. Poi vado a lavorare e mi ritrovo in un ambiente che non è né regale né quieto e la mia serenità scompare immediatamente. Come posso mantenere, in modo permanente, la mia tranquillità d’animo?

R: Qualunque cosa appaia nella consapevolezza, altro non è che consapevolezza: i colleghi, i clienti, i superiori, assolutamente ogni cosa, inclusi gli edifici, i mobili e l’attrezzatura. Prima, comprendi questo intellettualmente, poi verifica che sia davvero così. A un certo punto, arriva il momento in cui questa sensazione di intimità, questo benevolo spazio intorno a te non se ne va più; ti trovi a casa ovunque, anche in un’affollata sala d’attesa di una stazione ferroviaria. Ne esci solo quando ritorni al passato oppure al futuro. Non rimanere in quel tugurio. Questa immensità ti aspetta proprio qui, in questo stesso istante. Essendo già a conoscenza della sua presenza, e avendone già una volta gustata l’armonia al di sotto delle apparenze, lascia che le percezioni del mondo esterno e le sensazioni del tuo corpo si dispieghino liberamente nella tua consapevolezza accogliente, fino al momento in cui lo sfondo della pienezza si rivela spontaneamente. Questo capovolgimento di prospettiva è analogo a quello che permette l’improvviso riconoscimento del viso di un angelo in un albero, in una di quelle stampe di inizio ’900 che deliziano tanto i bambini. All’inizio vediamo solo l’albero; dopo aver letto la didascalia sotto il quadro che ci informa che un angelo si nasconde proprio lì, iniziamo un controllo meticoloso del fogliame fino a quando finalmente scorgiamo l’angelo. L’importante è sapere che lì c’è un angelo, sapere dove si nasconde e aver visto, almeno una volta, l’albero trasformarsi nel viso dell’angelo, mentre l’immagine si ricompone per confidarci il segreto del quadro. Una volta che la strada è stata aperta, i successivi capovolgimenti di prospettiva sono sempre più facili, e a un certo punto vedremo, per così dire, l’angelo e l’albero simultaneamente. Allo stesso modo, una volta che la nostra vera natura è stata riconosciuta, le rimanenti differenze fra l’ignoranza e il risveglio diventano progressivamente indistinte e cedono alla "natura” fondamentale dell’essere.

D: Mi sto accorgendo di essere tutta invischiata nel corpo. Le sensazioni e le impressioni che ho sono quelle di un individuo separato.

R: Come si manifesta questa sensazione di essere invischiata?

D: Mi sento come ipnotizzata dal mio orgoglio e dalle mie emozioni, specialmente dalla mia rabbia e dall’agitazione nel mio corpo.

R: Esatto. Appena sei consapevole di essere ipnotizzata, l’ipnosi cessa.

D: Come sarebbe? Questo punto non mi è chiaro.

Indaga a fondo

R: Chiediti chi è ipnotizzata. Indaga a fondo. Chi è? Dov’è? Scoprirai che non è possibile trovare questa entità. Se esplori la tua mente e il tuo corpo, troverai alcuni concetti nei quali ti identifichi, per esempio: “Io sono una donna”, “Io sono un essere umano”, “Io sono un avvocato”, etc. Nel tuo corpo puoi anche trovare certe sensazioni, certe aree più opache e più solide, con le quali ti identifichi. Ma guardando più da vicino diventa chiaro che tu non sei questa sensazione nel tuo petto e neppure questo pensiero di essere una donna, poiché i sentimenti e i pensieri vanno e vengono, mentre quello che tu sei davvero è permanente. Proprio a questo punto, l’ipnosi finisce. L’avvicendarsi di questi pensieri e sentimenti è un problema minore rispetto al tuo identificarti con essi. Appena ne diventi consapevole, te ne allontani. Sei libera. In questa libertà, non ti localizzi da nessuna parte. È importante rimanere in questa non-localizzazione, invece di seguire la comune tendenza ad assumere una nuova identità appena lasciata quella precedente, proprio come una scimmia che non lascia un ramo prima di averne afferrato un altro.

Scoprirai quanto è splendido vivere in sospensione, senza rimanere aggrappata, senza attaccamenti. All’inizio sembra un po’ strano, anche se il tuo nuovo atteggiamento non è di ostacolo a nulla. Puoi ancora svolgere le tue funzioni di madre o di avvocato, sentire il tuo corpo e così via. Infatti, essere nulla, stare sospesi, in nessun posto, è molto pratico. Semplifica un bel po’ la vita. Non accontentarti solo di capire. Trasforma la tua comprensione in pratica. Prova a essere nessuno. Lascia andare i rami.

Questo testo è estratto da libro "Eternità Ora".

Data di Pubblicazione: 17 novembre 2017

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