EDUCAZIONE E FAMIGLIA

L'Asilo nel Bosco - Anteprima del libro di Emilio Manes

L’incontro tra l’emilio e manes: il seme dell’asilo nel bosco di ostia

L’incontro tra l’emilio e manes: il seme dell’asilo nel bosco di ostia

Ci sono sentieri che soggiacciono ai nostri piedi di cui non immaginiamo l’esistenza. Sono lì, in attesa dei nostri passi. Si aspettano dai noi il coraggio di imboccarli, rincorrendo una visione che abbiamo visto guizzare per poco, appena più in là di una duna erbosa.

Capita poi, dopo curve e tornanti, dopo essersi arrampicati su ripide montagne e aver percorso vaste pianure che si arrivi a un crocevia, e ci si accorga di un altro sentiero, in tutto e per tutto inesplorato, illuminato di luce nuova.

In una simile maniera è nato l’Asilo nel Bosco. Come una strada che non avremmo mai immaginato di percorrere, ma che allo stesso tempo assopita nei cuori di ognuno attendeva di essere scoperta e calpestata, amata e percorsa, afferrata con quella gioia indomita che porta l’avventurarsi in qualcosa di sconosciuto.

Anno 2013, tempo di primavera: Paolo e Giordana si affacciano alla porta della piccola classe sperimentale del progetto Community School condotto dall’associazione manes, non sapendo che da quella porta di legno immersa nel parco della Longarina si sarebbe aperto un nuovo capitolo della loro vita.

Paolo e Gio’ erano alla ricerca di una scuola per la piccola Alma, loro figlia maggiore, prossima ai sei anni, e dunque quasi pronta a entrare a settembre nel mondo dei “bimbi grandi”, in prima elementare.

Momenti di passaggio

In questi momenti di passaggio, delicati come petali, molti genitori potranno condividere quella leggera tensione allo stomaco che domanda a ritmo di tamburo battente: «Cosa succederà adesso?»

Quando Danilo, maestro e fondatore dell’associazione manes e Paolo, gestore della scuola dell’infanzia L’Emilio si sono incontrati, hanno riconosciuto subito un senso d’appartenenza, quel genere di convivialità che sorge tra pellegrini che vicendevolmente riconoscono di provenire da un lungo viaggio, ma con quel fuoco negli occhi che brilla in chi per molto ancora andrà lontano. Convivialità, ovvero la condivisione di uno stesso modo di ridere, scherzare e di trovare ancora nella vita quel senso di leggerezza che permette di innalzarsi senza temere di condurre troppo in alta quota il proprio cuore.

Proprio questa leggerezza è l’elemento fondamentale che ha permesso in una sera estiva, chiacchierando di vite passate e presenti vicino al mare, di gettare il cuore oltre l’ostacolo e pensare le basi dell’Asilo nel Bosco in Italia.

Si sono interrate così le radici di quelle che oggi sono la forza e la voglia di un gruppo con l’intento di fare scuola ed educazione in modo nuovo: coltivando l’innovazione e mettendo al centro i bambini, le comunità e le emozioni. Danilo, io, Paolo e Giordana abbiamo riconosciuto questa visione comune, scegliendo di divenire ognuno un pilastro, una colonna portante con cui sostenere con le nostre spalle l’idea concreta di educazione all’aperto, ma soprattutto di qualità.

La leggerezza è il tesoro che ci ha permesso di volare lontano, sostenuti dal vento del cambiamento per osservare orizzonti più grandi di quelli che come singoli avevamo fino ad allora sognato.

Accanto alla leggerezza, l’altra chiave è stata la concretezza: l’alzarsi un giorno dopo l’altro avendo in mente quel gruppo di bambini specifico, il loro benessere, la loro felicità. Se si desidera profondamente avviare un cambiamento, questo non potrà che essere lento, in una relazione stretta con la quotidianità, sudato con il lavoro sul campo.

Da lunghissimi anni Danilo si occupava di educazione; partendo dal mondo steineriano, era arrivato a esplorare altri mondi e altri paesi e da tempo portava in sé il desiderio di realizzare anche in Italia l’esperienza valida del Waldkindergartden, per l’appunto “Asilo nel Bosco”, molto diffusa in Nord Europa.

Paolo, d’altra parte, da oltre quindici anni si occupava di gestire scuole dell’infanzia con un approccio al gioco innovativo. In particolare era significativa l’esperienza della scuola L’Emilio, al parco della Madonnetta, che si era sempre contraddistinta nel territorio come struttura di qualità.

Quando due tipi così si incontrano, c’è da aspettarsi scintille.

Accesa la fiamma di una nuova impresa, si è deciso di partire a settembre con una classe sperimentale all’interno dell’asilo del parco della Madonnetta, in modo da visionare gli effetti dell’educazione all’aria aperta.

Il riscontro di quell’anno di prova è stato talmente positivo da decidere di proseguire ampliando l’offerta in un contesto immerso nella natura, convinti che questo fosse il modo migliore per rispondere ai bisogni di bambini, genitori ed educatori.

Settembre

Quando a settembre, nel successivo 2014, il progetto si è radicato a Ostia Antica, è iniziata l’opera di diffusione degli intenti e del valore dell’educazione all’aria aperta per la fascia d’età tre-sei anni. La risposta positiva è arrivata dalle parti più varie del territorio italiano, segno di forte sensibilità all’argomento. Il cartello “Non è vietato” è divenuto spontaneamente simbolo, il manifesto di un bisogno collettivo di porsi in modo non unilaterale e restrittivo verso i desideri naturali e legittimi di fanciulli e fanciulle, quali correre, giocare a palla, urlare di gioia.

Un anelito di libertà e di felicità oggi comunemente sentito. Libertà che non ha fretta, consapevole di esistere solo al fianco di sua sorella responsabilità.

Essere responsabili, ovvero abili a rispondere. Divenire abili nel fronteggiare le situazioni della vita ha, nel lavoro con i bambini, il significato profondo di autonomia. Abili alla vita. Questo è uno dei fulcri che come scuola dobbiamo porci. Se abbiamo calma e agiamo con lentezza possiamo accorgerci che responsabilità cammina di fianco a rispetto e tutto si collega, scopriamo che felicità e rispetto, libertà e responsabilità camminano tutti insieme sottobraccio.

Già dall’autunno 2014 sono iniziati i contatti con l’Università di Roma Tre, dove l’Asilo nel Bosco ha incontrato il consenso della professoressa Sandra Chistolini.

Nel dicembre 2014 siamo stati premiati dalla LIPU con lo Zigolo d’oro, riconoscimento che ha rafforzato in noi il piacere di muoverci su un orizzonte comune, nell’amore per Madre Natura.

In parallelo si sono sviluppati i contatti internazionali ed è stato dato l’inizio ai primi corsi di formazione sulla Pedagogia del bosco e su come replicare l’Asilo nel Bosco in Italia, a seguito dei quali sono sbocciati numerosi progetti.

Parlare di Asilo nel Bosco è per noi parlare di un valore da diffondere, perché ha in sé innumerevoli semi da condividere e il messaggio che la possibilità di crescere all’aria aperta sia un’opportunità e fonte di salute per ogni bambino.

È nata così la Federazione Internazionale degli Asili nel Bosco, FKIF.

Federazione Internazionale degli Asili nel Bosco

A febbraio 2015 con grande onore abbiamo ospitato all’interno di un corso di formazione l’amica Petra Jager, pilastro dell’Asilo nel Bosco tedesco con la sua esperienza più che ventennale, nostro punto di riferimento e ispirazione.

A marzo, presso l’Università di Roma Tre si è tenuto un convegno internazionale a cui hanno partecipato Michela Schenetti e Irene Salvaterra dell’Università di Bologna: l’Aula Magna con oltre trecento studenti ha confermato la nostra sensazione che le nuove generazioni siano più che mai ricettive verso un procedere di questo tipo.

Il 2 ottobre Danilo è stato ospite assieme ad Alice Waters al Festival di Internazionale, con un intervento dal titolo Coltivare talenti; sette giorni dopo è partito per un soggiorno di tre mesi in Cina, dove ha coordinato un nuovo progetto di Asilo nel Bosco. Nello stesso mese siamo stati presenti all’università di Cassino per un seminario sulle virtù dell’educazione all’aria aperta, mentre in diretta l’evento è stato trasmesso con dei collegamenti su Radio 105.

Siamo stati abbracciati anche da reti più grandi, come quella di Cooperazione Educativa, che ci ha accolto al suo convegno il 25 ottobre e Italia che Cambia, che ci sostiene dall’inizio del nostro percorso e grazie alla quale abbiamo potuto partecipare ai vari incontri degli Agenti del Cambiamento, una rete di esperienze virtuose presenti sul territorio nazionale.

L’Asilo nel Bosco è innanzitutto il sogno reale di dar vita a un’esperienza di bellezza delicata, dedicata nella sua anima a tutti i bambini; in particolare a quelli della realtà italiana, che sentiamo essere oggi predisposta, ma con una sempre maggiore apertura verso la dimensione mondiale, poiché il bisogno di un’educazione con la natura è ogni giorno di più il bisogno dell’intero pianeta.

Troviamo conferma di questo negli sguardi dei ragazzi, come quelli incontrati alla Bicocca di Milano il 6 novembre al convegno Materie Intelligenti o nel corso di eventi culturali come quello del 14 novembre 2015 a Bologna, Outdoor Education, l’Educazione Sicura all’Aria Aperta, e durante il successivo Incontro Nazionale degli Asili nel Bosco. Poter presenziare a eventi come questi ha allargato di volta in volta il nostro cuore per poter contenere tutta la meraviglia svelata.

I nostri cuori si riempiono di gioia e di fiducia grazie ai bambini e a tutte quelle persone conosciute nei corsi di formazione di Roma, Rapallo, Biella, Domodossola, Parma, Arona, Rimini, Vicenza, Sassari, Potenza, Vico del Gargano, Passignano sul Trasimeno e Scampia, oltre tutte quelle che ci hanno scritto, contattato, incoraggiato, facendoci sentire parte di un sogno più grande.

Quello che ha fatto la differenza nell’incontro fra L’Emilio e manes è che oltre alla collaborazione sinergica fra due organismi c’è stato il desiderio autentico di un incontro tra le persone, la cui diversità si è trasformata in ricchezza e in occasione di scambio e apprendimento quotidiani.

Il tempo dei bambini è il tempo della crescita, un tempo di lentezza. Camminando accanto a questo respiro, imparando a rispettarlo, possiamo estendere il rispetto a noi stessi e alle forme di vita che incontriamo, senza calpestarle. La pazienza ci permette di scoprire che le differenze non sono zone contrapposte, ma punti di complementarietà e che tutti gli elementi in realtà si collegano, per viaggiare insieme abbracciati nel grande disegno della vita.

Compagni di cammino

Paolo, Giordana, Danilo e io ci siamo scelti come compagni di cammino. Questo cammino che grazie a tutte le persone che hanno creduto nell’esperienza e portato il loro contributo è oggi un sentiero fra gli alberi chiamato Asilo nel Bosco.

In questi tempi in cui spesso è difficile mettersi insieme o rimanervi, in cui la cooperazione tra persone è una materia controversa e determinante per l’esistenza di molteplici esperienze, vorrei spendere ancora qualche parola sull’incontro o, meglio, sull’incontrarsi. Questo non è un evento dato, che avviene una volta per tutte. L’incontro è un patto che si rinnova, le cui condizioni vengono ristabilite giorno dopo giorno, e vorrei dare coraggio a ognuno nell’accogliere la dimensione di sfida che ciò comporta.

L’incontro è anche contraddizione, imperfezione, capacità di affrontare il disaccordo. Vuol dire non fuggire, anche quando accidentalmente l’altro ferisce, quando la relazione non scorre in maniera scontata. E rimanere. Incontro è quell’abbraccio che esiste nonostante e grazie a tutte le perplessità e diversità.

Incontro è una tazza di minestrone offerto a cena quando tu non hai una cucina, è tamponarsi a vicenda in vacanza e dividere i danni, è tenere in braccio i figli dell’altro a tarda notte o accoglierli la mattina. Incontro è scoprire che l’altro ha tanto da insegnare quanto tu da imparare. Incontro è avere le giornate scandite dai risultati della Roma e non poterne nemmeno fare un segreto, e le serate passate in viaggio verso la destinazione di una qualche trasferta, mentre si contìnua a parlare di quello che accade con i bambini. È scambio di vestiti e di chiacchiere lasciate sempre a metà. Di opinioni, di abbracci e di silenzi. Di pensieri dolci, preferibilmente con panna, di nome maritozzi. Di tante cose ancora non dette. Della consapevolezza superiore a tutte le altre, che forse da soli un pezzetto si può, ma che sicuramente non sarebbe così bello.

Questa avventura di cui raccontiamo un pezzetto ha radici che ci precedono e un orizzonte più vasto di quella che è la nostra esperienza, ma ci auguriamo che questo frammento di vita di cui siamo riusciti a raccogliere la storia possa essere un seme che voli lontano, per attecchire in quei cuori che desiderano proseguire questa meravigliosa esperienza che è l’Asilo nel Bosco o, semplicemente, realizzare un sogno.

Questo testo è estratto dal libro "L'Asilo nel Bosco".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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