SALUTE E BENESSERE

L’Energia dei Chakra - Anteprima del libro di Cyndi Dale

L’Energia dei Chakra - Anteprima del libro di Cyndi Dale

Attivare il potere di guarigione dei centri energetici

La porta girevole: il sistema energico umano

A chi non piace immaginare come sarebbe la sua vita «se soltanto»...? Se soltanto avessi un mucchio di soldi, se soltanto fossi magro, avessi più successo o un’auto più bella. Ma siamo sinceri, come vi siete sentiti quando avete realmente centrato uno dei vostri obiettivi tanto agognati? Eravate ancora insoddisfatti, non è vero? Dopo l’euforia iniziale, probabilmente vi siete sentiti più vuoti di prima. Succede perché la vera felicità non deriva dal successo o dal possesso di qualcosa esterno a noi. La nostra aspirazione maggiore è trovare un significato, che è una qualità invisibile, non tangibile.

Tutti vogliamo sentirci realizzati. Vogliamo sapere che la nostra vita è importante e che stiamo facendo la differenza in quella degli altri. Credo che questa aspirazione a trovare uno scopo sia la caratteristica determinante del Ventunesimo secolo. Aspiriamo a qualcosa di più della materialità. Seguiamo un’ispirazione a toccare il cuore degli altri, a connetterci con il nostro spirito. Aspiriamo alla pace, dentro di noi e nel mondo.

Ci basta semplicemente guardarci attorno per capire perché abbiamo voglia — e abbiamo bisogno - di dare un nostro contributo personale alla pace. La guerra lacera le famiglie mentre i suoi componenti lottano fra di loro. Le mamme si preoccupano di come sfameranno i loro figli domani, mentre i padri si chiedono se ci sarà un domani. Individui e organizzazioni animati da buone intenzioni stipulano trattati di pace che statisti e terroristi strappano. Non c’è davvero da meravigliarsi se la maggior parte di noi desidera solo essere una luce e non un’altra fonte di oscurità in questo mondo. Purtroppo, il numero e l’intensità dei problemi che abbiamo davanti sono tali da lasciarci una sensazione di impotenza e sopraffazione.

Tutti vogliamo fare la differenza, ma ciò è possibile solo se prima ci rendiamo conto che nessuno può fare abbastanza per «salvare il mondo». Nessuno di noi può fare abbastanza. Il vero cambiamento e la vera trasformazione sono possibili solo se concentriamo i nostri sforzi là dove conta davvero. Queste azioni devono partire dentro di noi, nel regno interiore, dove lavoriamo in maniera invisibile, spirituale e sottile. Dobbiamo cominciare - e terminare -la nostra lotta per la verità nel mondo dell’energia, perché è questo mondo invisibile - e le strutture al suo interno - a creare e a sostenere l’universo fisico. Per realizzare il vostro destino, per accogliere e vivere sino in fondo il vostro straordinario potenziale di creatività per un’esistenza migliore, dovete prima comprendere come riconoscere e indirizzare questi sistemi sottostanti la realtà.

Quanto sarebbe tutto più facile se per spostare una montagna poteste prima percepirla come un mucchietto di sabbia? E se poteste spostare un solo granello, e poi il resto della montagna lo seguisse automaticamente? E possibile, perché questa è la natura dell’energia. E questo che significa lavorare energeticamente, operare sul piano sottile e spirituale e non solo sull’aspetto fisico e materiale della realtà.

L’invisibile sotto e dentro il visibile

Ogni cosa nella realtà è costituita di energie che sembrano essere «non reali». Per essere reali lo sono certamente, però non possiamo vederle, toccarle, sentirle o misurarle con strumenti noti. Sono le energie sottili, che non sono misurabili, energie invisibili che viaggiano a velocità incredibile. Non sono meno reali delle energie fisiche e visibili, solo che non siamo abituati a percepirle, e la maggior parte di noi non è neanche addestrata a lavorarci su.

Le energie sottili compongono la realtà fisica. Nel momento in cui una malattia, o un problema, diventa evidente, in realtà sobbolliva sotto la superficie già da tempo. Quando una malattia o un problema svanisce, è perché abbiamo già svolto il lavoro necessario per cancellarla, dall’interno all’esterno. Qualsiasi cambiamento permanente, buono o cattivo, inizia con un movimento al livello sottile sotto il mondo materiale.

Se davvero vogliamo aiutare il mondo, prima di tutto dobbiamo diventare il sé migliore che possiamo essere. Come possiamo aiutare gli altri se siamo forti soltanto fisicamente, ma non emotivamente, mentalmente e spiritualmente? Come possiamo «sottomettere» un sé a una causa superiore se non abbiamo un sé da «sottomettere»? Se davvero volete raggiungere la salute e il benessere massimi, dovete essere disposti a imparare a conoscere il sé sotto il sé, il sé sottile formato da strutture energetiche come quelle descritte in questo libro. Solo imparando a conoscere il sé interiore potrete aiutare meglio il mondo, in maniera più elegante e potente. E allora potrete realizzare il vostro destino spirituale.

Perché non riusciamo a vedere chi siamo realmente

Guardatevi allo specchio. Vedrete un’immagine. La maggior parte della gente è convinta che tale immagina definisca il suo sé reale, ma non è così. Riflette la vostra anima? Il vostro spirito? Guardando solo i nostri lineamenti, non possiamo neppure stabilire di che umore siamo. E allora, come possiamo anche solo cominciare a distinguere il nostro sé divino o trovare il nostro vero scopo?

Lo specchio non sbaglia, ma come qualsiasi cosa nella realtà fisica, non è in grado di mostrarci ciò che sta davvero accadendo sotto. Per poterlo fare ci occorre una serie di strumenti diversi. Ci occorrono intuito, conoscenza interiore, sapere metafisico e nozioni sulle energie sottili. E dobbiamo esercitarci a cercare e a indirizzare le energie invisibili capaci di operare il cambiamento.

Perché a scuola non ci insegnano niente del mondo invisibile? Come mai chi di noi ha interesse per il paranormale o il soprannaturale troppo spesso viene considerato un tipo strano? Perché la maggior parte della gente non riesce a capire che il destino del mondo dipende dalla nostra capacità di gestire i poteri che abbiamo a disposizione dentro e sotto il mondo materiale, e non viceversa?

Le ragioni sono molte. La società è afflitta da maltrattamenti, standard bassi e paura. Ideologie e istituzioni si basano su — e producono — confusione anziché interesse sincero. Perfino la religione spesso mette in risalto l’aspetto concreto della realtà per convincerci attraverso i dogmi che non dobbiamo guardare sotto la superficie. E come se non bastasse, abbiamo paura dei nostri poteri, siamo convinti che manifestare il nostro sé autentico e magico possa attirare il ridicolo e mettere a repentaglio noi stessi o i nostri cari. Tutti questi fattori generano una frattura fra il nostro io interiore e quello esteriore, creando una disconnessione che ci lascia impotenti e incapaci di evocare le energie spirituali necessarie ad aiutare il mondo.

Tra i fattori responsabili del divario venutosi a creare tra il sé interiore e quello esteriore vi è la famiglia. Secondo le statistiche, funziona male una percentuale compresa tra il 70 e il 99% dei moderni nuclei familiari. Cresciuta in ambienti dominati dai maltrattamenti, la gran parte degli individui, direttamente o indirettamente, ha avuto a che fare con abusi di tipo fisico, sessuale, verbale o emozionale.

Esistono varie forme di violenza. Si considerano tali i fenomeni di alcolismo e di dipendenza da sostanze tossiche, farmaci, cibo. Di abusi si parla anche quando, in qualche modo, viene messa in pericolo l’incolumità fisica di un soggetto, con le percosse o le minacce; o quando un atteggiamento eccessivamente critico o soffocante, o il mancato sostegno o la mancata accettazione di un parente ingenerano in quest’ultimo traumi di carattere emozionale e mentale. In breve, la noncuranza dei diritti, dell’individualità o della privacy altrui è classificabile come episodio di maltrattamento.

Qualsiasi genere di estremismo, dal rigore al lassismo, può considerarsi una prepotenza. Le violenze di tipo spirituale, forse tra le meno discusse, possono essere dannose quanto quelle di tipo fisico, sia che si manifestino come negazione forzata di una divinità e di una fede essenziale, sia come adesione imposta a un sistema dogmatico e giudicante. La spia rivelatrice di un atteggiamento prepotente è la sensazione di essere cattivi. Chi non ha, almeno qualche volta, avuto l’impressione di essere di indole cattiva, di essere colpevole o in errore?

La maggioranza delle persone reagisce alle difficoltà dell’infanzia mutilando, soffocando, ignorando o nascondendo il sé invisibile, quel sé che:

  • è sensibile;
  • è vulnerabile;
  • desidera essere amato e coltivato;
  • istintivamente ama il prossimo e desidera coltivarlo;
  • mostra comprensione nei confronti di animali, piante e natura;
  • è vincolato alla Fonte Divina (una potenza o divinità suprema, così come ciascuno di noi l’intende), agli spiriti, all’Universo;
  • conosce il linguaggio invisibile dell’anima interiore, della natura, della Fonte Divina;
  • è intuitivo e, in quanto tale, sa vedere, ascoltare, sentire e conoscere le verità più profonde.

Tuttavia, sotto questo quadro così tetro, esiste una verità universale. Nessuno può dire di aver totalmente obnubilato il sé invisibile. Ogniqualvolta ci si sente feriti, felici, amati o desiderosi di amore; ogniqualvolta si sente il bisogno di fare una passeggiata in completa solitudine; ogniqualvolta ci si sofferma a considerare la bellezza delle stelle, si stabilisce un legame con il sé invisibile. Se, all’apparenza, molte persone possono desiderare di reprimere il proprio io interiore, per proteggerlo, annientarlo o eclissarlo, nessuno in realtà è in grado di farlo in maniera definitiva. Essere vivi significa, di necessità, permettere che la componente visibile e quella invisibile, vincolate l’una all’altra, si sostengano a vicenda. Gli individui sono vivi proprio perché gli aspetti del sé visibile e del sé invisibile collaborano, se pur in minima percentuale; siamo vivi perché almeno una parte di noi desidera esserlo, al di là delle difficoltà della vita, trascorse o presenti, reali o immaginarie. Malattie, disturbi, depressione, rifiuti, problemi, impicci, epidemie, stress, traumi, confusioni, dubbi... tutto deriva da imperfezioni della correlazione tra sé visibile e sé invisibile.

Per sé visibile s’intende qui il sé materiale, contrapposto al sé invisibile, ossia il sé spirituale. Il sé materiale potrebbe essere chiamato anche il sé fisico o sensoriale. Altre definizioni per il sé spirituale sono il sé sottile o psichico. Malesseri (la condizione di «mal-essere» o la mancanza di benessere), quali bassa considerazione di sé, traumi adolescenziali, disfunzioni sessuali, dipendenze, problemi economici, rapporti personali viziati o uno stile di vita disordinato, nascono dalle incomprensioni e dallo sfasamento esistenti tra il sé materiale e quello spirituale.

Guarire e lavorare con l’anima

La guarigione è il processo di unificazione del sé materiale con quello spirituale, del visibile con l’invisibile, del fisico con il sottile. Tale processo può comportare il ricongiungimento di quelle parti dell’io che, soggette a un forte trauma, hanno determinato la rottura di un legame esistente o ne hanno creati di nuovi dal nulla. Nel primo caso è opportuno agire su ricordi, energie e convinzioni religiose; esperire sentimenti di antica data e ferite emotive; curare eventuali lesioni o malanni fisici; o passare al vaglio rapporti umani vecchi e nuovi. Nel secondo, occorre indagare gli aspetti di anima, corpo o mente, ancora inesplorati. In ambedue i casi, la guarigione autentica - il progredire verso una piena vitalità e felicità - è possibile solamente attraverso l’armonizzazione del sé materiale e spirituale.

Ma come procedere? La chiave di volta di tale processo risiede nel paradosso dello specchio. A prima vista, in uno specchio noi possiamo vedere solo il nostro sé fisico, il che equivale a notare i sintomi fisici e il sollievo ai nostri problemi. Possiamo imparare a usare questi problemi fisici che si presentano come passaggi o porte girevoli che collegano gli aspetti visibili e quelli invisibili di noi. Analizzando i problemi energetici che ci provocano difficoltà nella vita, possiamo scoprire la causa autentica delle nostre sfide. Alice, la protagonista del libro Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, cade attraverso uno specchio e scopre di essersi imbattuta in una realtà completamente differente, una realtà che però potrebbe trovarsi appena sotto il mondo «reale». Per ottenere una guarigione davvero efficace, occorre effettuare un passaggio analogo fra i mondi — anche se forse «imbattersi» è proprio il termine più preciso - passando dalle porte girevoli che mettono in relazione i diversi aspetti di noi stessi.

In sostanza, si intende qui dare un’idea di come lavorare con l’anima e di come farsi «porte girevoli». Quest’ultima metamorfosi può risultare difficile laddove essa richieda un esame di coscienza doloroso, energiche azioni correttive e un’evoluzione critica. Ciononostante, reintessendo i vincoli tra gli aspetti materiale e spirituale dell’essere, gli individui possono liberarsi dalle pastoie che interdicono la piena espressione di sé, divenendo sinceramente reali, aperti e felici. Possono raggiungere la libertà per guarire.

Questo testo è estratt dal libro "L’Energia dei Chakra".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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