ARTICOLI VARI   |   Tempo di Lettura: 6 min

L'Origine della Pandemia

L'Origine della Pandemia

Scopri dove nasce il virus SARS-CoV-2 leggendo l'anteprima del libro di Massimo Citro Della Riva.

Il palcoscenico: il laboratorio di Wuhan

Il luogo del mistero

Il primo focolaio della pandemia esplode nel cuore della Cina, a Wuhan, città di quasi dieci milioni di abitanti, capoluogo della provincia di Hubei. Secondo la ricostruzione ufficiale, qualcuno si sarebbe infettato dai pipistrelli venduti nella piazza del mercato del pesce di Huanan, a Wuhan. Il virus, parassita obbligato di questi animali, sembra essere una chimera (Nella mitologia greca la chimera era un mostro dal corpo di leone con coda di serpente e tre teste che vomita fuoco. In biologia sta a indicare un essere che deriva da due specie diverse.) generatasi da un ceppo virale del pipistrello ancestrale con quello del pangolino e aver fatto il salto di specie diventando patogeno per l’uomo. Non è un evento frequente, ma nulla vieta di pensare che sia andata così.

Vero è che il pipistrello è un serbatoio naturale di coronavirus.

È però altrettanto vero che, a pochi chilometri da Wuhan, ha sede il più importante laboratorio di virologia della Cina, all’interno del quale si studiano i coronavirus. Per la verità, di laboratori ce ne sono due. Uno nato nel 1956 come laboratorio di microbiologia, convertito nel 1978 in laboratorio di virologia. Poi, a seguito delle due epidemie di inizio millennio, SARS e Aviaria, la Cina e la Francia presero accordi per allestire, sempre a Wuhan, un secondo laboratorio di massima sicurezza per studiare i patogeni più pericolosi e non trovarsi impreparati a simili epidemie. L’iniziativa dei due presidenti, Jacques Chirac e Hu Jintao, prese forma nel 2004 nel progetto di un laboratorio di quarto livello di sicurezza biologica (BSL-4).

Nonostante le numerose proteste in patria, la Francia si assunse l’onere di finanziarne sia la costruzione (44 milioni di dollari) sia l’addestramento dei ricercatori cinesi, tutti formati al CIRI Lab di Lione, altro laboratorio BSL-4. Trattandosi di un centro specializzato nello studio dei virus con il più alto tasso di contagio e di letalità, i tempi per l’allestimento della biosicurezza del laboratorio di Wuhan furono molto lunghi e il Wuhan Institute of Virology fu inaugurato il 23 febbraio del 2017, alla presenza del primo ministro francese Bernard Cazeneuve.

Costruito in una zona che non può allagarsi e con criteri edilizi antisismici, è in grado di resistere a un terremoto di magnitudo 7 nel massimo rispetto della sicurezza biologica. Tutto era iniziato nel migliore dei modi, se non che, poco dopo l’inaugurazione, i cinquanta ricercatori inviati da Parigi per lavorarvi furono rimandati in Francia senza nemmeno poter entrare nel laboratorio. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ricevette un rapporto da Wuhan, secondo il quale soltanto un ricercatore era stato autorizzato ad accedere alla struttura. Quell’unico, l’infettivologo René Courcol, intervistato da «Le Monde», non rilasciò mai dichiarazioni. In sintesi, dopo averlo finanziato in tutto e per tutto, i francesi furono estromessi dal loro laboratorio, sancendo così la fine della loro collaborazione con la Cina.

Falle tecniche

Da quanto emerge da una inchiesta pubblicata sul «Washington Post», sembra che il laboratorio presentasse fin dall’inizio certe falle tecniche nelle procedure di sicurezza: se ne accorsero i francesi, che allertarono i servizi americani. Fatto sta che ai francesi subentrarono gli americani a finanziare la ricerca, grazie a dieci milioni di dollari elargiti dal National Institutes of Allergy and Infectious Disease, diretto fin dal 1984 da Anthony Fauci.

Cuore della struttura è il Wuhan National Biosafety Laboratory di quarto livello di sicurezza, certificato come conforme alle norme e ai criteri di BSL-4 dal China National Accreditaton Service for Conformity Assessment (CNAS). Il biocontenimento comprende il filtraggio dell’aria e il trattamento delle acque e dei rifiuti: gli scienziati devono lavarsi sotto la doccia all’ingresso e all’uscita, indossare speciali tute pressurizzate e decontaminare le attrezzature adoperate. La ricerca congiunta cinese e statunitense è guidata dalla professoressa Shi Zheng-Li, formatasi a Lione e direttrice del Centro per le Malattie Infettive Emergenti dell’Istituto di Virologia di Wuhan, creato dall’Accademia delle Scienze di Pechino. Da anni studia i coronavirus dei pipistrelli per creare ibridi ricombinanti e per questo è soprannominata Bat Woman.

L’attività dello studio del Centro comincia subito con il virus della febbre emorragica Congo-Crimea che colpisce solo il bestiame, una ricerca di terzo livello. Quindi, gli scienziati di Wuhan passano al quarto livello con i coronavirus della SARS e dei pipistrelli e i virus Ebola e Lassa. Il «Daily Mail» riporta che, per finanziare gli esperimenti sui coronavirus dei pipistrelli (catturati in grande numero nella regione dello Yunnan), il governo degli Stati Uniti ha versato un contributo di 3 milioni e 700 mila dollari.

Quello che lascia perplessa molta gente nel mondo è la coincidenza della comparsa del SARS-CoV-2 nella città dove sorge un così importante laboratorio di virologia che, fra l’altro, studia proprio i coronavirus trasmessi dai pipistrelli. È una coincidenza che ha dato adito ai primi dubbi. Non solo, ma sembra anche che, a seguito di una moratoria dell'allora presidente Obama sulla tipologia di alcuni esperimenti di virologia, sia stato proprio Anthony Fauci a proporre di proseguire questi studi nella Cina popolare, nonostante certe perplessità sulla sicurezza del centro di Wuhan.

Argomento proibito

Il «Washington Post» riferisce che, già nel 2018, i diplomatici statunitensi a Pechino avvertirono il Dipartimento di Stato che la ricerca sui coronavirus del pipistrello e la loro potenziale trasmissione umana rappresentavano il rischio di una nuova pandemia.

La coincidenza fra il focolaio iniziale di epidemia e il laboratorio di Wuhan ha indotto qualcuno a pensare che il SARS-CoV-2 potesse essere in qualche modo fuggito da quella struttura. Anche il virus della prima SARS era fuggito diverse volte dagli impianti di contenimento ad alto livello di Pechino, come sottolinea il professor Richard Ebright, biologo molecolare della Rogers University nel New Jersey.

Intanto, in Cina, la ricerca sull’origine del coronavirus è diventata argomento proibito. Il governo ha imposto restrizioni sulle pubblicazioni di carattere scientifico aventi per argomento l’epidemia da coronavirus, che devono essere sottoposte a rigidissimi controlli accademici approvati dal governo. Alcuni lavori già pubblicati sono stati oscurati.

Ora il punto è il seguente: dal momento che il SARS-CoV-2 è comunque un coronavirus modificato (lo ricordiamo, 90% del genoma è come quello del pipistrello, ma il 10% è diverso), le possibilità sono due: o si è mutato da solo, subendo il naturale salto di specie, oppure è stato modificato in laboratorio. Che è quello che si fa nel laboratorio di Wuhan.

Data di Pubblicazione: 3 marzo 2021

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...