SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 5 min

L'unica cosa che conta davvero di Alexander Green

Estratto dal libro "Oltre la Ricchezza", Edizioni MyLife 

Perché alcune persone, ripensando al passato, dicono che non cambierebbero nulla, o quasi? Esiste una formula, una combinazione di amore, lavoro, buone abitudini o comportamenti, che è in grado di garantirci una vita appagante?

Che tu ci creda o no, i ricercatori di Harvard hanno esaminato la questione per ben settantadue anni, seguendo 268 uomini entrati all'università alla fine degli anni Trenta attraverso la guerra, la carriera, la malattia, il matrimonio, i figli, i nipoti e la vecchiaia. Le loro scoperte riguardo ciò che costituisce una vita ben vissuta potrebbero sorprenderti.

Basta ascoltare il dottor George Vaillant. Dal 1967, questo professore di medicina di Harvard ha dedicato la propria carriera a seguire gli uomini del Progetto Grant, così battezzato in onore del suo mecenate, il magnate dei centri commerciali W. T. Grant.

La specializzazione di Vaillant è il metodo di ricerca longitudinale, ovvero lo studio comprensivo di un piccolo numero di persone per un lungo periodo di tempo. I suoi soggetti non sono mai stati un campione rappresentativo della società. Erano tutti giovani uomini, studenti di Harvard, provenienti da ambienti abbastanza privilegiati.

Eppure le scoperte di Vaillant offrono una finestra notevole sulla natura umana. Esse hanno un'applicazione universale ed evidenziano un singolo fattore che sembra essere collegato a una valutazione positiva della vita condotta in tarda età.

Il Progetto Grant era stato pensato fin dall'inizio per essere esaustivo. I ricercatori di Harvard misero insieme un team che comprendeva dottori in medicina, fisiologi, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, antropologi e altri specialisti.

Per più di sette decenni i partecipanti sono stati monitorati, intervistati e studiati da ogni possibile angolazione, tra cui abitudini alimentari, consumo di alcol, esercizio fisico, salute fisica e mentale, cambiamenti nel lavoro, successi e difficoltà finanziarie, storia matrimoniale, figli, nipoti e vecchiaia. Sono stati sottoposti a generici test attitudinali e ad analisi della personalità, ed è stata loro richiesta una corrispondenza e una documentazione regolare.

Molti degli uomini del Progetto Grant hanno raggiunto un successo straordinario. Alcuni sono diventati imprenditori. Uno ha prestato servizio nel gabinetto presidenziale. E uno, JFK, è stato presidente degli Stati Uniti. (I suoi file resteranno sigillati fino al 2040.)

Alcuni soggetti invece non hanno combinato nulla di buono. Il caso numero 47, per esempio, è letteralmente crollato per l'ubriachezza ed è morto. (Non proprio ciò che lo studio aveva in mente.) Molti dei partecipanti sono tuttora anonimi, anche se alcuni, come Ben Bradlee, lo storico editore del Washington Post, si sono rivelati pubblicamente.

Negli ultimi quarant'anni le vite degli uomini del Progetto Grant sono diventate l'ossessione personale e professionale di Vaillant. Nel suo libro Adaptation to Life [Adattamento alla vita] scrive: "Le loro vite erano troppo umane per la scienza, troppo belle per i numeri, troppo tristi per le diagnosi e troppo immortali per dei quaderni rilegati." Eppure più di settanta anni di dati e analisi hanno permesso a Vaillant di giungere a qualche conclusione generale.

Egli ha scoperto sette fattori principali che preannunciano una vecchiaia sana da un punto di vista fisico e psicologico: l'istruzione, un buon matrimonio, un peso corporeo sotto controllo, un po' di esercizio fisico, niente sigarette, né abuso di alcol e "un atteggiamento maturo". (Vaillant pensa che abilità sociali e spirito di adattamento siano fondamentali per una vita soddisfacente.)

Tuttavia la sua scoperta più importante è stata rivelata nel 2008 in un'intervista in cui gli fu chiesto che cosa avesse imparato dagli uomini del Progetto Grant. La risposta di Vaillant fu: "L'unica cosa che conta nella vita sono i nostri rapporti con le altre persone."

Lo studio Grant conferma che una vita di successo non riguarda la cupa determinazione di arrivare più in là o ottenere di più. Né riguarda bassi livelli di colesterolo o brillantezza intellettuale o risultati lavorativi. Riguarda i rapporti umani: genitori, fratelli, consorti, figli, amici, vicini e mentori.

Senza di loro la vita perde subito tutto il suo sapore, qualunque sia il successo materiale conseguito. Una soddisfazione duratura è rara se non accompagnata da relazioni significative. Se ripensi alla tua vita troverai quasi sicuramente che i momenti più importanti sono stati nascite, morti, matrimoni e feste.

I momenti più sentiti? Quando hai toccato gli altri... o loro hanno toccato te. Nei momenti di dolore (perdita, malattia, morte) non cerchiamo medicine, formule o consigli, ma la salutare presenza degli altri. Quando ce ne dimentichiamo, quando pensiamo solo a noi stessi, soffochiamo la fonte della nostra evoluzione.

Essere persone di valore significa prendersi cura di coloro che amiamo, e far loro sapere come ci sentiamo. Fortunatamente, ogni giorno abbiamo infinite possibilità di donare un po' di noi stessi attraverso un gesto premuroso, una parola gentile o mostrando un po' di comprensione.

Come conclude il dottor Vaillant, il vero successo "riguarda noi piuttosto che me".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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