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L'universo di Franco Battiato

Scopri l'universo di Franco Battiato

Scopri come interpretare in profondità il pensiero dell'artista etneo, Franco Battiato, leggendo l'anteprima dello straordinario libro di Guido Guidi Guerrera.

L'universo di Franco Battiato

L’universo di Franco Battiato, musicista e pensatore unico nel suo genere e che da poco se ne è andato dalla vita terrena, è costellato di troppe diverse suggestioni per essere condensate in un libro.

Meravigliose le atmosfere che si creano come per incanto al solo ascolto dei suoi brani, di bellezza purissima, i mondi che si schiudono oltrepassando i confini del comune sentire e accarezzano i sensi di chi ascolta per dilatarne a dismisura la coscienza.

Battiato evoca città sepolte, minareti, dervisci rotanti, eremi remoti, profumi d’Oriente e li mescola in esotica convivenza con le suggestioni della sua Sicilia, con quelle del mondo in continuo mutamento che osserva con costante interesse e stupore, pur mantenendo saldo il distacco dei saggi.

Il segreto del successo di Franco Battiato sta proprio nel filo conduttore della sua produzione che pur nella costante ricerca di stilemi musicali e compositivi nuovi non ha mai smarrito la personale stella polare, quale massimo orientamento: cercare se stessi con volontà, tenacia e assoluto amore. Non a caso uno dei modelli principali di ispirazione è rappresentato dal derviscio, il mistico che rinuncia a sé donandosi interamente all’Amato nella tensione di un perfezionamento incessante.

La musica, corredata da testi perfettamente coerenti con l’armonia dei suoni, è il veicolo speciale capace di far breccia nei livelli più profondi della coscienza suscitando in chi la trasmette e in chi la ascolta una fusione assoluta, uno stato di benessere e di empatica partecipazione.

Le canzoni di Battiato sono per questo motivo percepite all’istante da quanti entrano in sintonia con determinate dimensioni, mentre il suo messaggio risulta istintivamente ostico se non antipatico a chi è insensibile a questo genere di impressioni, per chi ha scelto ben altre strade da percorrere su questa terra. Eppure nei testi del musicista siciliano non si ravvisa mai un giudizio inquisitorio o saccente rispetto ai mali che affliggono il mondo, l’atteggiamento è semmai dolente, preoccupato e talvolta pervaso da un moto di sdegno tipico dell’osservatore impotente di fronte a spettacoli di indecenza sociale e abbrutimento morale.

«Me ne vergogno un poco e mi fa male...» canta con struggente partecipazione Franco lanciando un grido altissimo verso coloro che si credono i potenti della terra ma che spesso sono solo «perfetti e inutili buffoni». E allora la speranza estrema risiede nel fatto che «il mondo torni a quote più normali».

 

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Lavorare su se stessi

Come? Lavorando su se stessi in modo infaticabile per cercare con ogni mezzo l’emancipazione dalle passioni, dalla sete smodata di conquista, e quindi operare con lenta, diuturna costanza allo smussamento di una personalità inquinata da false idee indotte dal ciclo delle abitudini e che si sono impresse sin dalla nascita nella coscienza come un sigillo maligno.

«E il carattere umano s’insinuò...» recita un verso di “Atlantide”: il lavoro complessivo di Battiato è incentrato proprio sul superamento gurdjieffiano dei propri limiti, perché l’uomo caduto sulla terra riacquisti la memoria di sé, in quanto essere immortale.

Una volta Franco mi raccontò questo aneddoto: in una città del Medio Oriente viveva un umile ma bravissimo vasaio. Un bel giorno passò davanti alla sua bottega un ricco mercante che rimase stupito dalla straordinaria bellezza del lavoro che quell’artigiano stava facendo. Intendeva acquistarlo, ma non disse nulla. Dopo un mese tornò sicuro di vedere il vaso pronto, invece quell’uomo, piegato sul suo tornio, stava ancora lavorando di buona lena al medesimo manufatto con una espressione di felicità assoluta. Apprezzò quella dedizione con benevolenza, considerando la stranezza tipica dei veri artisti. Ma dopo un altro mese si accorse che le cose erano al punto di prima. Decise allora di parlare all’uomo: «Ho visto che lavori da molto tempo a questa splendida opera e non la termini mai. Mi interesserebbe, ma vorrei vederla finita e in vendita...» «Amico mio» rispose il vasaio «ti dico grazie per le tue parole di elogio. Ma vedi, questo vaso rappresenta la mia profonda essenza, la mia personalità che ha bisogno di applicazione infinita, solo così potrò sperare di sfiorare un giorno quello che definiamo con la parola “perfezione”. E dunque capisci bene che non potrò mai né finirlo né metterlo in vendita». Il mercante, che era un uomo molto intelligente, si tolse il turbante, si inchinò in segno di rispetto e prima di salutarlo lo compensò generosamente.

Questo breve racconto, squisita parabola di un universo molto caro al compositore etneo, dovrebbe essere inteso con particolare attenzione da quanti sono attratti unicamente dal ritmo spesso trascinante delle sue musiche o dalla ieratica suggestione delle parole in modo epidermico. La superficialità non può creare un giusto approccio alla poetica di Battiato e in qualche misura ne offende il lavoro intrinseco, le motivazioni e tutto il background filosofico e simbolico che la sottende.

Parlando dell’immensa mole della sua produzione, mi ha spesso ripetuto con evidente autoironia che «sono solo canzonette», citando il titolo di un suo famoso collega. «Sono barzellette, se non si arriva a scavare in profondità cogliendone il significato non solo dal punto di vista intellettuale, ma mettendoci il cuore.»

 

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Concentrarsi sul significato dei testi

Quindi, come nel caso del vasaio, concentrarsi sul significato dei testi può essere utile pretesto per compiere un viaggio di ricerca e di perfezionamento, scrutando con attenzione le direzioni verso le quali i contenuti intendono portare.

In questo mio breve lavoro tenterò di individuare e spiegare alcune delle espressioni più salienti del vastissimo florilegio simbolico e per certi versi criptico del compositore, avvalendomi soprattutto delle interpretazioni che nell’arco di un quarto di secolo lo stesso Franco mi ha fornito durante le nostre numerosissime conversazioni.

Si farà ovviamente riferimento ai guru che ne hanno determinato per certi versi la formazione: dai mistici del Monte Athos a Gurdjieff e dagli insegnamenti del Dalai Lama a Mewlana, fondatore della scuola dei celeberrimi dervisci ruotanti, passando per René Guénon. Ma tutto questo è fin troppo noto per essere materia principale di questo libro, dal momento che perfino tra i sempre più fiorenti gruppi social si ripetono a memoria e con una certa frequenza questi fondamenti del Battiato-pensiero.

Tanto per cominciare, uno degli aspetti da prendere in considerazione è la stupefacente alacrità mentale di Franco, non solo nel cogliere con rapidità gli indizi sottili dei cambiamenti epocali ma nello sbarazzarsi con sorprendente velocità di un habitus precedentemente indossato. Per questa ragione legata a una notevole mutevolezza formale e a una straordinaria potenza metamorfica delle idee, lo si può identificare soltanto hic et nunc. Mentre lo si pensa derviscio e buddhista, se lo si colloca in un monastero segue strade tantriche, e quando lo si immagina preso dagli insegnamenti buddhisti sta meditando servendosi degli esercizi spirituali di sant’Ignazio da Loyola.

Franco ha colto la lezione del Tao: essere tutto e niente al contempo.

Esplorare le possibili vie che portano a una sempre più chiara visione del proprio sé, cercare la pace nell’Armonia e infine comprendere la difficile legge del karma legata al ciclo della rinascita. Un anelito alla purificazione dello spirito per abbattere le tenebre dell’ignoranza in cerca di una luce assoluta. Ridursi a nulla e diventare nulla. Per essere finalmente tutto.

Data di Pubblicazione: 10 settembre 2021

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