SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

La Dea-Uccello: un archetipo mitologico

La Dea-Uccello un archetipo mitologico

Scopri l'antico mistero del rapporto tra uccelli e divinità femminili leggendo l'anteprima del libro di Lesley Morrison.

La Dea-Uccello

L'immagine della dea-uccello sembra la più idonea per iniziare uno studio di questo simbolismo. Si tratta di un archetipo comune nella mitologia, che ha aiutato a modellare molti dei racconti e delle superstizioni sugli uccelli che circolano ancora oggi. Quando ho avviato la mia ricerca, ho ricostruito immagini di dee di tutto il mondo.

Non c'è da sorprendersi se molte di esse apparivano sotto forma di uccelli, insieme a loro o con qualche attributo di creatura pennuta. I secoli che ci hanno preceduto sono pieni di esseri alati selvatici e gloriosi, veri alter ego delle dee del passato. C'era Atena, la dea protettrice del mondo greco, e la civetta sua amata compagna, e Saraswati, la dea della conoscenza venerata nell'India orientale, il cui carro era trainato da grandi e candidi cigni. Queste immagini rivelano l'antico mistero del rapporto tra uccelli ed esseri divini che persiste da secoli nelle leggende di ogni cultura.

E così il mistero prese corpo. Le connessioni tra uccello e spirito sono evidenti a partire dall'era paleolitica, due milioni di anni fa. Le caverne erano decorate con figure simili a uccelli, come forma d'arte, espressione di una visione sciamanica o manifestazione minacciosa di un culto primitivo poco comprensibile a un occhio moderno. Tali immagini sono le più durevoli nelle mitologie del mondo, e si sono evolute nel corso del tempo da una divinità all'altra, sempre fondendosi, tuttavia, con la stessa natura primigenia della figura materna. Gli uccelli hanno ripetutamente eclissato altre forme di animali come simboli dell'immagine iconica chiamata Grande Dea Madre.

Questa venerazione culturale per gli uccelli ebbe più senso per le epoche prescientifiche, nelle quali tutto ciò che non era umano possedeva fascino e mistero. Perfino la Roma imperiale, politicamente e culturalmente sofisticata, si affidava agli uccelli per i responsi degli oracoli. La scomparsa e la ricomparsa dei migratori, per esempio, era inspiegabile, e nel mondo antico tracciare gli schemi di migrazione delle creature alate sarebbe stata un'impresa inimmaginabile. Da questi vuoti nella conoscenza scientifica nacque tutto un mondo di superstizioni e miti, molti dei quali concentrati intorno a una potente divinità-uccello.

Gli uccelli e i loro archetipi

Molte delle credenze sugli uccelli sono nate in realtà dalla dea o dal dio che accompagnavano nelle leggende, nelle imprese e nelle cerche spirituali. Molti conoscono la "saggia civetta", un archetipo che ha le sue radici in Atena, la dea greca della saggezza. Il nefasto corvo, con la sua cattiva fama conquistata nel corso dei secoli, assisteva la dea irlandese Morrigan, divorando i cadaveri sul campo di battaglia. Uno studio attento delle antiche mitologie consente alla nostra mentalità moderna, piuttosto sconnessa, di afferrare qualcosa di universale, qualcosa in grado di rimettere a posto tutte le tessere del puzzle.

In epoca neolitica la dea-uccello era considerata anche portatrice delle piogge che donavano la vita. In seguito, tale espressione si sviluppò in miti e superstizioni sugli uccelli e sulla loro abilità nel predire e controllare i cambiamenti atmosferici. Da quelle prime credenze derivano i fenomeni multiculturali della divinazione, l'arte di prevedere il futuro per mezzo degli uccelli, di cui parleremo più estesamente in seguito.

Nelle opere dell'Età del Bronzo (3300-1200 a.C.) e in rappresentazioni molto più tarde, gli artisti raffigurarono le anatre come navi, e spesso le mostravano nell'atto di trainare veicoli a bordo dei quali c'era la dea stessa. Questo è uno dei miei motivi preferiti, che riafferma l'idea dell'uccello come una sorta di guida del viaggio spirituale, in analogia con la cerca nella visione sciamanica. Molto presto gli uccelli vennero inseriti nell'immagine della dea come ausilio dei suoi poteri ultraterreni. Molte altre immagini degli uccelli e della dea compaiono durante l'Età del Bronzo, come l'Uovo Cosmico - da cui nacque l'intero universo - e la sua deposizione da parte della dea-uccello cosmica. In molte delle mitologie del pianeta il momento della rottura dell'uovo segnava l'inizio del tempo e dello spazio. Questo è l'esempio più esplicito di un uccello come immagine di fertilità attraverso la sua connessione con la primordiale datrice di vita.

Un altro affascinante indizio del mistero uccello/dea è stato portato alla luce nelle isole Orcadi, dove sono state trovate trentacinque aquile di mare sepolte insieme a scheletri umani. Forse ciò indica il ruolo degli uccelli come compagni, o perfino veicoli per l'oltretomba dopo la morte di una persona. È soltanto un altro dei segni rivelatori di un'antica e perduta connessione tra gli uccelli e la dea in un'immagine di morte e rigenerazione.

In tutto il mondo, molti miti descrivono una dea che reca messaggi al mondo degli esseri umani sotto forma di uccelli. Non è soltanto un'idea molto antica, è un concetto che è stato incorporato ovunque, perfino nelle odierne tradizioni pagane. L'uccello era un tempo il più sacro degli animali per i devoti pagani, ed era anche annoverato tra i principali alleati totemici presso molte culture sciamaniche. Nella cultura greca dei primordi, il poeta Omero scrisse che la dea era in grado di trasformarsi in un uccello.

Simili immagini spiritualmente edificanti hanno dato luogo a una condivisione universale che ci narra la storia affascinante del modo in cui gli uomini primitivi considerassero se stessi all'interno di questo grande cosmo sconosciuto. Sebbene la specie umana non sia molto antica, a confronto di molte altre, ha certamente afferrato fin dall'inizio l'importanza del mondo naturale, e in particolare degli uccelli e degli altri animali. Se lo spirito umano non si fosse allontanato tanto da quell'esistenza intuitiva, credo che il mondo sarebbe ora un luogo totalmente diverso.

Le dee-uccello: uno squardo più da vicino:

Le dee di cui parleremo ora sono state associate con gli uccelli per tutto il corso della storia, e spesso sono derivate direttamente da immagini di epoca neolitica. Useremo queste descrizioni come punti di partenza per la nostra esplorazione delle dee-uccello.

Inanna, la dea civetta

Inanna, complessa immagine di dea, ha una connessione molto antica con gli uccelli. Era per i Babilonesi la venerata regina del cielo, che i miti rappresentarono come figura della Grande Dea Madre più o meno dal terzo millennio avanti Cristo. Inanna era, a quanto pare, una dea contraddittoria, che governava l'amore e la guerra, e che veniva ritratta sotto molti aspetti. Era una dea del cielo e quindi non sorprende ritrovarla accompagnata spesso da un uccello, soprattutto da colombe, civette e cigni, che la collegavano molto chiaramente, dal punto di vista culturale, alle immagini delle dee-uccello del Neolitico delle epoche più antiche.

È inevitabile, tuttavia, scoprire nella civetta l'uccello epifanico principale di Inanna, in quanto entrambi condividevano connessioni spirituali con la morte e l'inevitabile rigenerazione. La dea veniva spesso raffigurata con gli artigli dispensatori di morte di una civetta, a indicare il suo collegamento con gli inferi. I racconti mitologici della sua discesa nel mondo sotterraneo ne intensificano il legame con questo grande uccello, storicamente considerato un presagio di morte. È interessante notare che il termine sumero per civetta è Ninna, e il nome Nin-ninna, dato alla dea nella sua forma uccello, significava dea civetta. Come un grande uccello alato, Inanna era considerata la regina dei cieli.

Freya, la dea dal mantello piumato

Freya, o Frejya, è una figura molto intrigante, una delle mie divinità mitologiche preferite, con attributi che possono essere paragonabili a quelli delle antiche tradizioni sciamaniche. Si dice che ella possedesse un meraviglioso mantello di penne di falco che le consentiva di trasformarsi in ogni sorta di uccello. Tale abilità di trasformazione era ovviamente un aspetto integrante delle prime pratiche sciamaniche. Il mantello si chiamava Valshamr, che significa "piumaggio della poiana", "pelle di falco" oppure "mantello di penne di falco". Freya era anche nota per essere una grande veggente, in grado di connettere alla perfezione l'acuta vista di una poiana alla magica abilità di visione profetica. In molti casi presenti nella mitologia, la dea e lo sciamano utilizzano il potere degli uccelli e le loro penne per compiere operazioni magiche.

Atena, la dea civetta dagli occhi lampeggianti

Atena dagli occhi di civetta, ovvero la dea che con quest'ultima presenta il volto della guerra e della sapienza, era la patrona delle arti e degli artigiani; la civetta, il più saggio degli uccelli, era uno dei suoi simboli speciali. Atena era la divinità più autorevole dell'antica città di Atene, ma ancora più antica è la sua associazione con la strolaga e la civetta. Su un vaso di Corinto risalente al VI secolo a.C. Atena viene raffigurata sul suo carro, seguito da un uccello con testa di donna appollaiato su un cavallo. Quest'immagine arcaica rivela la sua derivazione dalle rappresentazioni precedenti della dea-uccello del periodo neolitico, e ci aiuta a tracciare un'evidente evoluzione iconica. Le sue origini di dea civetta, che può assumere l'una o l'altra forma, compaiono nell'Odissea, il poema epico di Omero, nel quale tipicamente ella scompare in un frullare d'ali o si trasforma in un uccello da preda. Se Atena discende davvero dalla dea civetta di epoca più remota, il suo ruolo di divinità patrona della sapienza nell'antica Grecia deriverebbe dalle funzioni di quella stessa dea, in quanto lo sguardo attento e intenso della civetta ne facevano un emblema di saggezza e di brillante intelligenza.

Afrodite, la signora dell'amore

L'Afrodite greca - o la Venere romana - è una delle dee meglio conosciute al mondo, e condivide un simbolismo analogo con l'antica dea colomba di Creta. Afrodite rivela la sua discendenza dall'iconica dea-uccello attraverso le sue molte forme o epifanie, soprattutto quella di bianca colomba, che si dice fosse la manifestazione originaria della dea-uccello. È accompagnata da altri due uccelli, il cigno e l'oca, e spesso viene mostrata nell'atto di percorrere i cieli con grazia sul dorso di queste maestose creature alate. È un altro esempio di evoluzione delle immagini archetipiche attraverso diverse pratiche culturali. Il candore del cigno allude alla purezza e alla dignità di Afrodite, e per tutto il corso dell'Età del Bronzo questo uccello venne spesso raffigurato come forma alternativa della dea. L'associazione del cigno con l'amore e la bellezza deriva appunto dalla sua immagine di compagno della signora dell'amore.

Data di Pubblicazione: 10 febbraio 2021

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