Manuale di alimentazione naturale con tabelle e piani alimentari
Se siete proprietari di cani e gatti, è probabile che alimentiate il vostro animale con cibo industriale, sia secco che umido. Probabilmente ricevete anche continue informazioni, sia dal vostro veterinario di fiducia che dalle pubblicità su riviste e in televisione, secondo cui il vostro animale, mangiando questo cibo, crescerà sano e forte.
Se entrate in un qualsiasi ambulatorio o clinica veterinaria, troverete locandine con riferimenti a marche di cibo prodotto industrialmente. E se partecipate a concorsi di bellezza o agilità fisica con i vostri animali, noterete che gli sponsor sono aziende o multinazionali del cibo preconfezionato. Non so se l’affiggere locandine o farsi sponsorizzare sia significativo di un vero e proprio condizionamento, ma di certo questo marketing sottintende che il medico veterinario ha delegato alle industrie la gestione della nutrizione e alimentazione del cane e del gatto, proprio come succede per gli animali destinati all’allevamento intensivo.
C’è anche, però, una piccola parte di proprietari che invece cerca di dare al proprio animale un’alimentazione diversa, fatta di cibo fresco, preparato in casa. Molte di queste persone si sono documentate sul web, su siti che parlano di modelli nutrizionali a base di cibo fresco, oppure si sono affidati ad alcuni forum; altri hanno potuto leggere e studiare libri in lingua inglese che descrivono come gestire la dieta Barf.
Il libro di Swanie Simon offre al pubblico italiano la possibilità di imparare come alimentare il proprio animale con un cibo crudo e fresco e permette anche di iniziare ad avere qualche risposta alle numerose domande che emergono quando si parla di Barf e di nutrizione naturale del cane e del gatto. L’autrice dimostra come l’alimentazione non debba essere un momento di crisi per paura di sbagliare qualcosa dal punto di vista nutrizionale, ma una risorsa per la salute dell’animale, in modo semplice e senza particolari e ossessionanti schemi nutrizionali complicati che creano più dubbi che certezze. Inoltre, questo libro potrebbe rappresentare per i veterinari una prima finestra conoscitiva della dieta Barf, un primo passo per approfondirne le caratteristiche virtuose e alcune sue criticità (soprattutto rispetto alla qualità delle materie prime). Finalmente c’è l’opportunità di riappropriarsi del ruolo centrale che ha l’alimentazione nella salute degli animali e nella prevenzione delle malattie che li colpiscono.
Nella mia esperienza clinica di veterinario omeopata ho notato come molte patologie, anche tra le più gravi – forme allergiche cutanee e gastroenteriche, malattie tumorali e patologie autoimmuni – possano trovare un miglioramento, e a volte una risoluzione, con un appropriato cambio dietetico. Non c’è paziente che esca dal nostro Centro omeopatico veterinario al quale non sia indicata come prima scelta alimentare la dieta Barf. Quest’approccio è accolto la maggior parte delle volte con entusiasmo, anche se all’inizio costa qualche piccolo sacrificio sul piano organizzativo. Ma i proprietari sono davvero felici di ristabilire un contatto con il proprio animale anche attraverso la somministrazione di un cibo sano e vitale. Per me, come veterinario e proprietario, è significativo riscoprire che nonostante tutto, nonostante le speculazioni dell’uomo, nonostante gli interessi e le ricerche dell’industria, nonostante le sentenze della scienza, il cane e il gatto continuano a essere carnivori anche oggi e come tali devono essere rispettati e nutriti.
Per Simon Swanie la dieta Barf è soprattutto una scelta, una scelta che va nel senso del rispetto etologico ed evolutivo del cane e del gatto e del rispetto delle loro caratteristiche biologiche e comportamentali. È una scelta per la salute perché, se Ippocrate sosteneva che il cibo è la nostra salute – e ciò vale anche per i nostri animali – oggi ci accorgiamo che un certo modello di nutrizione fa sì che il cibo sia il nostro primo veleno.
Probabilmente avete comprato questo libro perché avete già letto qualcosa sulla BARF o quanto meno ne avete sentito parlare e volete avere ulteriori informazioni in proposito. Confrontarsi con il tema dell’alimentazione a crudo per i cani può indurre spesso in confusione, soprattutto i principianti, poiché su quest’argomento esistono tantissime opinioni, idee, teorie e anche avvertimenti. Questo libro è dedicato ai lettori che cercano chiarezza.
Qui di seguito riporto un estratto da un articolo che nel 2007 ho scritto per la rivista «Gesunde Hunde Magazin», il tema è la polemica sulla BARF.
La confusione sulla BARF
Seguire la dieta BARF è di moda, tutti l’hanno inventata, tutti ne sanno di più. Ci sono veri barfeggiatori, barfeggiatori parziali, globali e quelli duri e puri; c’è la BARF originaria, quella a base di pollo, la BARF TCM, la BARF cotta (?!), la BARF secondo Billinghurst, la BARF secondo Lonsdale, la BARF secondo Schulze eccetera eccetera. I barfeggiatori si fanno la guerra e si insultano a vicenda; alcuni libri o piani alimentari vengono seguiti con una scrupolosità quasi religiosa, tutti gli altri approcci ad altre diete crudiste vengono etichettati come inaffidabili. Persone che ancora fino a due o tre anni fa manifestavano sui forum in Internet la loro intenzione di passare a un’alimentazione crudista, scrivono oggi in qualità di esperti, affermano di barfeggiare da almeno dieci anni o, meglio ancora, di barfeggiare da sempre. Sì, è così, già i loro genitori e i loro nonni barfeggiavano.
Chi indica diffusamente valori nutrizionali, statistiche, chi cita studi “scientifici” e fa gran sfoggio di termini medici, appartiene alla schiera che indubbiamente ha più competenza. Per la composizione degli alimenti si creano formule sempre più complicate fino a far diventare l’alimentazione dei cani una disciplina imperscrutabile.
Gli altri, cioè i sostenitori del cibo pronto, considerano invece i barfeggiatori come dei fanatici sconsiderati e irresponsabili. Il movimento della BARF viene paragonato a una setta, che ubbidisce al proprio guru. In realtà è vero che molti barfeggiatori sono fanatici e mostrano scarsa tolleranza nei confronti di chi pensa e agisce diversamente. Effettivamente sono già passati sei mesi da quando hanno dato per l’ultima volta da mangiare al cane cibo già confezionato! Eventuali problemi con un’alimentazione crudista vengono liquidati come incompetenza da parte dei proprietari dei cani. Se questi ultimi mostrano eventualmente interesse verso la BARF, vengono resi in questo modo doppiamente insicuri: attraverso la propaganda dell’industria mangimistica e, in aggiunta, a causa delle dispute tra i diversi barfeggiatori.
Cos’è successo?
L’argomento BARF, come quasi tutti gli argomenti che riguardano i cani, porta con sé una grande carica emotiva. Una parte considerevole di proprietari di cani che per anni e anni ha speso molti soldi cercando una soluzione ai problemi di salute dei propri amici a quattro zampe, ha trovato nell’alimentazione crudista ciò che cercava. Se si ha alle spalle un lungo calvario e poi alla fine si arriva a trovare una soluzione così semplice, è naturale che si tenda poi a volerlo raccontare a tutti. Ciò spiega anche la rapida diffusione del concetto BARF. Se poi, nella brama di rendere noto quanto vissuto, si incontrano forti resistenze, ecco che allora il fanatismo fa la sua comparsa abbastanza in fretta. Ci si trova spesso nella posizione di doversi difendere e di conseguenza si assume un atteggiamento consono. In realtà non è facile portare avanti qualcosa che spesso viene visto con sospetto ed etichettato negativamente da famiglia, allevatori, veterinari, ricoveri per animali randagi e addestratori di cani. Si cerca di imparare sempre di più sull’alimentazione per poter argomentare in maniera qualificata e si cercano persone che la pensano allo stesso modo. Si tenta sempre di convincere gli altri perché ci si sente insicuri a causa delle continue resistenze che si incontrano e si ha bisogno di argomenti convincenti per sentirsi più fermi sulle proprie posizioni. Le cose diventano problematiche quando si fa diventare scienza il sapere acquisito di un’idea di per sé semplice. Allora capita che anche l’idea originaria vada perduta.
Viviamo in un’epoca in cui è possibile avvertire una certa insoddisfazione nella nostra società del benessere. Le persone cercano risposte, cercano le proprie radici, cercano il senso della vita. Le religioni e i sistemi sociali hanno fallito, non soddisfano più il nostro bisogno di sicurezza, spiritualità e identità. C’è un forte movimento che si può definire “di ritorno alla natura”, sono molto in voga il biologico e tutto ciò che è naturale. Molto di quello che veniva considerato dall’umanità come progresso si è rivelato in realtà un errore, ci accorgiamo sempre più che qualcosa è andato storto. C’è dunque la tendenza a tornare indietro, alle cose semplici, alle cose naturali, a riscoprire l’origine della vita. Questo riguarda anche il nostro animale domestico più amato, il cane.
Ciò che ha avuto inizio come un’azione dettata dalla disperazione, è diventato moda. La BARF è naturale, la BARF è “di moda”. Il proprietario di cani che vuole trattare il proprio cane in maniera biologicamente appropriata, desidera anche poterlo alimentare in tal modo. Si cerca di offrire tutto ciò che è naturale ma, per favore, con dimostrazioni scientifiche. Solo che spesso la scienza di quest’anno dimostra il contrario di quello che ha dimostrato l’anno precedente. Oppure differenti studi scientifici arrivano a risultati del tutto contraddittori.
A che cosa si può ancora credere allora?
Si può credere a Madre Natura. È lei che ci ha creato ed è lei che ha creato il cane (no, io davvero non sono stata). Ha dato a tutti gli animali un sistema digestivo, fatto apposta per un’alimentazione ben precisa. Ha creato un sistema perfetto, in cui tutti gli esseri viventi possono vivere in equilibrio. Alcuni animali mangiano le piante, altri mangiano gli altri animali, altri ancora mangiano tutto e poi ci sono gli esseri umani.
La BARF non è un’invenzione degli esseri umani. Nessuno può arrogarsi il diritto di averla creata né tanto, meno può rivendicare come propria l’ultima e più recente perla di saggezza sull’alimentazione dei cani. L’industria mangimistica ci ha provato, quantomeno rispetto all’alimentazione canina, e ha fallito.
La BARF è un’idea semplice. Il cane è per sua natura un carnivoro, quindi mangia carne. Un carnivoro dovrebbe poter mangiare carne. In natura i carnivori mangiano gli altri animali perché sono fatti di carne (più un paio di altre componenti). Di conseguenza, nutrirsi di animali (della loro carne e di qualche altro elemento) è l’unica alimentazione giusta e corretta per i carnivori.
È così semplice
Il fatto che i carnivori a volte mangino anche qualcosa di diverso da un animale, ad esempio escrementi, terra, erbe o insetti, non li fa diventare onnivori (cioè animali che mangiano di tutto).
L’idea alla base della dieta BARF è dunque dare da mangiare prede intere che non siano state lavorate. Si deve partire dal presupposto che questa base alimentare contiene quasi tutte le sostanze nutritive di cui un cane ha bisogno. Poiché per quasi tutti coloro che possiedono cani è pressoché impossibile dar loro da mangiare un animale intero, si è costretti a fare scelte alimentari mettendo insieme le diverse componenti.
Il modo in cui i singoli componenti dell’alimentazione vengono messi insieme è il punto su cui i diversi sostenitori della dieta BARF si dividono, si fanno letteralmente la guerra. Sui diversi siti Internet si discute per pagine intere: ci si chiede se il cane abbia bisogno di cereali oppure no, se il cane abbia bisogno di erbe aromatiche oppure no, di verdure oppure no e, se sì, se queste debbano essere consumate crude, bollite, cotte a vapore o fermentate. Ci si può occupare per anni di queste questioni estremamente importanti; a sostegno di una o dell’altra posizione vengono portati studi, dimostrazioni e prove. Si osserva e si analizza il lupo: mangia il contenuto dello stomaco delle sue prede oppure no? Da una parte si prendono ad esempio branchi di cani selvatici, dall’altra non ci si stupisce del titolo del nuovo libro di Günther Bloch Die Pizza Hunde [la pizza per cani; N.d.R.]. Forse la pizza è biologicamente appropriata?
Pur di calcolare un pasto BARF perfetto si tirano in ballo dati, tabelle e studi dell’industria mangimistica e degli scienziati da quest’ultima sponsorizzati. Nessuno considera il fatto che il mangime preparato industrialmente viene elaborato in maniera del tutto diversa rispetto a un’alimentazione fresca e non trattata. Nessuno si ferma a riflettere che, con i suoi studi, l’industria mangimistica persegue uno scopo ben diverso dal mantenere in salute i nostri cani in maniera ottimale. L’industria ci influenza e ci inculca l’idea che ad ogni pasto il cane abbia bisogno di tutte le sostanze nutritive somministrate nelle giuste dosi. In natura non esistono assolutamente esempi di un tale pensiero. Nessun essere vivente si alimenta così. Nemmeno l’essere umano, di per sé complicatissimo, si alimenta seguendo questo concetto.
Tutti gli esseri viventi, a parte i cani (e i gatti), mangiano quello che la natura offre al momento. A volte hanno a disposizione più sostanze nutritive diverse, a volte meno. Si parte dal presupposto che all’interno di una determinata finestra temporale tutte le esigenze nutritive siano soddisfatte. Neanche l’essere umano calcola le proprie necessità nutritive, semmai calcola il supposto valore nutritivo dei suoi alimenti per poter preparare poi ogni pasto in modo tale che questo contenga tutte le sostanze necessarie nel giusto rapporto. Un pensiero del tutto assurdo, vero?
Al momento della preparazione del pasto per il cane, molti esseri umani sembrano disconnettere il cervello ed entrare nella modalità di pensiero inculcata dall’industria mangimistica: tutte le sostanze nutritive, nelle giuste proporzioni, ad ogni pasto. Diventano letteralmente pazzi nel tentativo di preparare il pasto ottimale. Il fatto che molte sostanze nutritive, soprattutto microsostanze ed elementi vegetali secondari, non siano ancora state scoperte dalla scienza e che, di conseguenza, non siano disponibili i valori ottimali necessari, non li distoglie minimamente dal loro intento. Continuano diligentemente a fare calcoli. Chi più calcola se ne intende di più ed è dunque il miglior barfeggiatore.
È ora di finirla
Barfeggiare è facile, non è una religione, significa semplicemente dar da mangiare al cane. Non c’è nessun motivo per costruirci intorno una cattedrale. Non è decisivo che il cane abbia un po’ di cereali oppure mangi il 30% invece del 10% di verdure. Non farà la differenza se il cane mangerà due volte al giorno oppure solo una volta ogni due giorni. Decisivo è che ci si orienti sulla preda e si fornisca un’alimentazione varia. Decisivo è che il cibo sia fresco e possibilmente non trattato e che si sappia quali sono gli ingredienti che si somministrano al cane.
Al giorno d’oggi ci sono nel nostro paese cani molto malati. Alcuni non tollerano più determinati alimenti, altri non riescono più a digerire bene il cibo. Per questi cani bisogna individuare un’alimentazione che li faccia star bene. Se un cane sta meglio mangiando prodotti caseari e un po’ di cereali, allora bisognerebbe alimentarlo in questo modo. Se un cane non riesce a digerire le ossa, allora non bisognerebbe dargliele. Se un cane tollera bene solo il mangime cotto, allora bisognerebbe cuocergli il cibo.
Mogens Eliasen ha fornito una spiegazione appropriata quando ha detto: «Se un cane non tollera cibo crudo, ciò non dipende dal fatto che il cibo non va bene, ma piuttosto dal fatto che il cane non sta bene. La dieta BARF non si dequalifica sul piano alimentare solo per il fatto che un cane malato non la tollera. Piuttosto, la BARF offre la possibilità di calibrare – senza grandi sforzi – l’alimentazione sulle necessità individuali del cane».
Diversamente dai cani malati, i cani sani tollerano quasi ogni alimento. Errori alimentari grossolani, come ad esempio l’alimentazione basata esclusivamente sul mangime dai sacchi, si manifestano spesso solo dopo alcune generazioni. Nella maggior parte dei programmi dietetici BARF non ci sono però errori alimentari grossolani. Se ci si orienta basandosi sul modello della preda e si permette al cane di assumere a volte anche diverse piante selvatiche ed escrementi di erbivori, allora questa forma di alimentazione contribuisce a mantenere l’animale in salute. Se si aggiungono un po’ di cereali, prodotti caseari o altre componenti biologicamente non appropriate, si innescheranno ulteriori polemiche su questo regime alimentare.
È ora di smetterla con le polemiche e di concentrarsi sull’idea che sta dietro la dieta BARF, cioè il mantenimento della salute dei nostri cani.
Una volta specificato ciò, desidero chiarire che non sono un’alimentarista bensì una proprietaria di cani che si interessa particolarmente di alimentazione canina e di erboristeria. Non sono in grado di offrirvi alcuna formula magica, posso solo trasmettervi ciò che so e che ho appreso. La mia qualifica si basa su trent’anni di vita con i cani, più di trent’anni di dieta crudista, ventidue anni di esperienza come allevatrice, una formazione come naturalista veterinaria, più corsi di formazione professionale nell’ambito della fitoterapia, dozzine di seminari e corsi paralleli, anni di studi condotti autonomamente negli ambiti dell’alimentazione canina e dei metodi naturali; con mia grande gioia, ho potuto aiutare migliaia di cani a passare a un’alimentazione crudista.
Soprattutto ho imparato dai cani stessi e da ciò che mi riferivano i loro proprietari. Mi interessa sempre ascoltare le esperienze che i proprietari degli animali hanno da raccontare o poter rispondere alle loro domande, perché non si smette mai di imparare. Se qualcosa non vi è chiaro o se il vostro cane ha un problema di salute, non esitate a scrivermi o a telefonarmi.
È mia intenzione scrivere questo manuale in maniera semplice e pratica, perché il 99% dei lettori non ha bisogno di avere una dimostrazione delle mie conoscenze scientifiche, vi servono solo istruzioni semplici e pratiche sull’alimentazione canina. Tuttavia, per gli irriducibili ho aggiunto alcune tabelle e una descrizione dettagliata quanto, meno delle vitamine e dei minerali. La stampa del manuale serve a far sì che con pochi euro queste informazioni possano essere accessibili a tutti e auspico che gli allevatori lo aggiungano al “pacchetto”, al momento di consegnare i cuccioli ai loro futuri proprietari.
Questo testo è estratto dal libro "La Dieta BARF per Cani".
Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017