ALIMENTAZIONE   |   Tempo di Lettura: 7 min

La dieta migliore

La dieta migliore

Qual'è la dieta più corretta per l’essere umano? Scoprilo leggendo il sintetico excursus dei cambiamenti alimentari, contenuto nel libro di Debora Rasio.

Mangiare salute

«Torna indietro, conosci il tuo passato e poi costruisci il futuro.»
Proverbio del popolo Akan, Ghana

Esiste una dieta «perfetta», capace di farci raggiungere il peso forma restituendoci energia e benessere ma senza vessarci con privazioni, conteggi calorici o regimi alimentari complicati da mettere in pratica? Certo che esiste, ma troppo spesso questa etichetta di perfezione viene applicata a programmi di dimagrimento estemporanei o all'ultimo ritrovato della moda alimentare pronto per essere soppiantato dal «modello» successivo.

Con quali risultati?

Nei miei anni di attività nel campo della salute e della nutrizione mi è capitato moltissime volte di imbattermi in pazienti convinti di non poter fare più niente per risolvere i propri problemi alimentari e di peso. Delusi e stressati dalla fatica di numerosi insuccessi erano, in realtà, vittime di errori di giudizio dovuti a diversi fattori: l’adesione a una particolare ideologia alimentare, per esempio, o anche la cieca fiducia in una dieta in voga che aveva indotto in loro una vera ossessione per il calcolo calorico, la bilancia e così via.

Personalmente, ai miei pazienti dico sempre che per identificare la dieta «perfetta» occorre appoggiarsi a due pilastri: da un lato alla sapienza che abbiamo ereditato dall’esperienza di miliardi di persone nel corso di migliaia di anni, e cioè al sapere empirico delle tradizioni; dall’altro a una conoscenza teorica più recente, frutto di ricerche scientifiche di qualità (peraltro la minoranza di quelle pubblicate), svolte da ricercatori indipendenti e non inseriti nel libro paga di grandi aziende che sacrificano spregiudicatamente il bene comune in nome del profitto.

 

dieta-per-la-zona-debora-rasio-libro

 

Imparare dal passato

Perciò, come suggerisce il proverbio ghanese con cui ho aperto questo capitolo, dobbiamo ricominciare a imparare dal passato per costruire un futuro migliore. Ecco perché ci conviene iniziare dando uno sguardo all’indietro, per indagare cosa è accaduto prima di noi. E allora cominciamo proprio dal principio.

Nel corso della sua evoluzione l’essere umano si è adattato all’ambiente circostante, imparando via via a trarne il nutrimento necessario per il proprio sostentamento. La dieta dei nostri primi antenati, ominidi dall’aspetto scimmiesco, era essenzialmente vegana e cioè a base di vegetali: bulbi, foglie, radici, funghi, bacche e frutti, anche se arricchita da larve, uova e insetti. Solo quando cominciarono definitivamente a muoversi a terra poterono ampliare la loro alimentazione senza più dover passare la maggior parte del tempo a masticare vegetali per garantirsi un sufficiente apporto di calorie.

Scoprirono così la gustosità di termiti, lucertole e altri piccoli animali, oltre che dei resti di carcasse di bestie più grandi (soprattutto il prelibato midollo contenuto nelle ossa) abbandonati da altri predatori.

Col tempo, e grazie anche all’alimentazione più ricca, il loro cervello si sviluppò e l’uomo primitivo poté diventare l'Homo habilis: arrivò a fabbricare i primi strumenti per la caccia e scoprì il fuoco, garantendosi così l’approvvigionamento e la conservazione di più ampie scorte di carne, raggiungendo finalmente la vetta della catena alimentare. Da allora, e per un lunghissimo periodo, il nostro antico progenitore divenne cacciatore-raccoglitore, un nomade che doveva continuamente spostarsi alla ricerca di animali di taglia medio-grande e che si nutriva, così, oltre che di un’ampia varietà di piante e semi, di quantità maggiori di proteine e grassi animali.

Poi, circa 11.000 anni fa, una nuova rivoluzione: l’agricoltura. L’uomo preistorico scoprì come ibridare le piante e divenne stanziale. Grazie al più costante apporto nutritivo fornito dai cereali e legumi che, prodotti in surplus, potevano anche essere conservati per i tempi di magra, la popolazione umana sul pianeta si accrebbe di numero.

Tuttavia questo profondo cambiamento del modo di vivere e della dieta, che forniva per la prima volta abbondanti carboidrati, insieme ai tanti benefici che apportò alla specie umana, consentendole di evolversi con sempre maggior successo, causò anche un certo declino della salute degli individui: lo studio dei resti archeologici dell’uomo del Neolitico rivela infatti la comparsa di carie, malocclusioni dentali (segno di un incompleto sviluppo delle ossa del massiccio facciale), osteoporosi, anemia da mancanza di ferro e infezioni.

 

dieta-per-la-zona-rasio-libro

 

La rivoluzione industriale

L’alimentazione umana rimase quindi più o meno costante per millenni fino all’avvento di un’altra rivoluzione, quella «industriale», che a partire dal 1850 si allargò a macchia d’olio a livello globale e che tra l’altro trasformò di nuovo, e drasticamente, la composizione della nostra dieta: fece aumentare il consumo di farine raffinate, zuccheri, e oli vegetali riducendo, in parallelo, l’apporto di vitamine, minerali, antiossidanti e fibra.

È innegabile che è grazie alla rivoluzione industriale se oggi l’umanità ha ottenuto progressi inimmaginabili in passato: l’esplorazione dello spazio, l’intelligenza artificiale e l’ingegneria genetica ne rappresentano solo pochi luminosi esempi.

Tuttavia, se da una parte lo sviluppo tecnico-scientifico ha consentito anche un notevole allungamento della vita media e un maggiore benessere a un’ampia porzione della popolazione mondiale, dall’altra ha avuto anche un costo notevole: il vertiginoso aumento delle malattie croniche, dei disturbi mentali e del neurosviluppo. Un prezzo che, alla luce delle attuali conoscenze, potremmo però evitare di dover continuare a pagare.

In questo sintetico excursus dei cambiamenti alimentari che hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo ciascuno potrebbe aver riconosciuto un trend diverso da cui sentirsi più o meno attratto, un orientamento nutrizionale preferito: il veganesimo dei primi ominidi, la paleodieta dei cacciatori-raccoglitori, la macrobiotica dell’agricoltore puro o, infine, l'attuale dieta moderna frutto della rivoluzione industriale.

Ma se invece vogliamo individuare - al di là delle nostre convinzioni personali - la dieta più corretta per l’essere umano, dobbiamo partire da un dato oggettivo e inoppugnabile e cioè che la dieta migliore è quella che fornisce tutte le vitamine, i minerali, gli oligoelementi e gli antiossidanti necessari al corretto funzionamento delle nostre cellule.

Questa certezza si fonda indubbiamente, come ho già detto, sul sapere della tradizione limato attraverso il filtro di migliaia di anni da una sorta di «sorveglianza post-marketing» grazie alla quale abbiamo potuto selezionare, generazione dopo generazione, gli alimenti (e il miglior modo di prepararli) più idonei a sostenere il pieno sviluppo del potenziale di salute di ciascun individuo. Ma è anche una certezza che viene confermata dalle più recenti evidenze scientifiche.

Una straordinaria convalida della saggezza di quel patrimonio di consuetudini alimentari e, allo stesso tempo, una prospettiva completamente nuova con cui interpretare benessere e malattia in relazione alla dieta ci vengono offerte dall’opera di due grandi studiosi, appartenenti a generazioni diverse: il dottor Weston Price (1870-1948) e il professor Bruce Ames (1928-vivente).

 

dieta-per-la-zona-libro

Data di Pubblicazione: 27 settembre 2021

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...