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La nascita della kinesiologia

La nascita della kinesiologia

Scopri le origini del metodo kinesiologico leggendo l'anteprima del libro di Francesco Oliviero e Corrado Barba.

Breve storia del metodo kinesiologico

La kinesiologia applicata nacque negli U.S.A. intorno agli anni '60 grazie al Dr. George Goodheart, il quale mise a punto un nuovo metodo di cura, integrando concetti e tecniche di riequilibrio appartenenti alla Medicina Tradizionale Cinese con altri in uso in Occidente fin dai primi anni del Novecento. Il Dr. Goodheart, che era di fatto un chiropratico, lavorava principalmente sulla struttura muscolare e cominciò a far uso del test muscolare per accertare l'efficacia dei suoi trattamenti.

Egli pubblicò il suo primo articolo nel 1964: si tratta del primo articolo in assoluto in cui si parla di kinesiologia applicata; da allora continuò a pubblicare le sue ricerche ogni anno. Nella sua pratica clinica, a seguito della tecnica di riallineamento della colonna vertebrale, egli utilizzava il test muscolare per ottenere informazioni su quanto fosse stata efficace la manipolazione da lui effettuata per il disturbo che stava trattando. In un secondo tempo, influenzato dalle ricerche del dott. Felix Mann, egli inserì la terapia dei meridiani di agopuntura nel suo test originario. Risultava evidente che la forza o la debolezza muscolare fossero collegate allo stato di salute di un individuo, e di conseguenza alla patologia del corrispondente organo interno.

L'intuizione di base della kinesiologia era sorprendente: i muscoli si indebolivano all'istante quando erano esposti ad uno stimolo dannoso.

Ad esempio, mettendo dello zucchero raffinato sulla lingua di un soggetto, e testando il muscolo deltoide (che all'inizio era utilizzato generalmente come muscolo indicatore), si registrava un immediato calo di forza. Come effetto opposto, testando una sostanza salutare, il muscolo acquisiva immediatamente forza.

Poiché, in fase di diagnosi, la reazione muscolare di debolezza è indice della presenza di uno stato patologico nell'organo corrispondente, questa nuova tecnica all'inizio fu utilizzata come strumento per scoprire malattie.

Nonostante tutto, Goodhearth non era molto soddisfatto dei risultati ottenuti; infatti con dispiacere notava che le persone poco dopo il riequilibrio ritornavano ad avere il dolore con il conseguente irrigidimento muscolare, costringendolo quindi a ripetere il lavoro da capo. Quindi iniziò ad indagare e a fare diversi tentativi per trovare soluzioni più efficaci che potessero perdurare nel tempo.

 

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Il muscolo debole

Durante questa ricerca iniziò a rendersi conto che, stimolando specifici riflessi in particolari aree del corpo, si rinforzavano muscoli situati in parti del corpo lontane da quelle sottoposte alla stimolazione e che questa nuova tecnica terapeutica forniva risultati molto più efficaci rispetto alle applicazioni fatte direttamente sul muscolo sofferente. Egli intuì che questi punti facevano parte di un più grande gruppo di punti riflessi (conosciuti come riflessi di Chapman e riflessi neurolinfatici) e si accorse che quando i muscoli diventavano deboli, il muscolo corrispondente (cioè il muscolo sul lato opposto del corpo) si presentava teso; una volta intervenuti sulla debolezza, anche i muscoli che non erano stati trattati direttamente si rilassavano, pur non essendo stati trattati.

Trasse, quindi, questa conclusione: non era il muscolo affetto da spasmo che causava il problema, ma il muscolo "debole" che contribuiva a rendere gli altri muscoli troppo contratti o tesi. Questa semplice scoperta, cioè che fosse necessario trattare il muscolo antagonista debole e non quello teso per ristabilire l'equilibrio, rivoluzionò le pratiche esistenti.

Nelle sue ricerche si spinse anche a studiare la medicina tradizionale cinese, mettendo in relazione ogni singolo meridiano con un organo collegato ed un muscolo specifico; in tal modo arrivò alla conclusione che, lavorando sul muscolo, si poteva ristabilire il flusso energetico nel meridiano.

Inoltre associò ad un buon rinforzo muscolare anche riflessi situati sulla testa che andavano solamente sfiorati (riflessi neurovascolari o riflessi di Bennet). In sostanza si discostò dalle più diffuse tecniche disponibili al momento per introdurre soluzioni diverse, abbastanza semplici, ma enormemente efficaci. Dopo aver ulteriormente sviluppato quest'arte medica, Goodheart decise di condividere le nozioni acquisite con altri chiropratici attraverso seminari, workshop e convegni.

Egli chiamò questo nuovo sistema "Kinesiologia Applicata" (Applied Kinesiology) e nel 1973 fondò il Collegio Internazionale di Kinesiologia Applicata (International College of Applied Kinesiology, ICAK).

Touch For Health

La sua eredità intellettuale passò ad un altro chiropratico di nome John Thie, un amico di Goodhearth che provò l'esigenza di semplificare il metodo per renderlo accessibile a molte più persone; seguendo questa idea creò il suo personale metodo noto come "Touch For Health" (TFH).

Il TFH riscosse un grande successo e si diffuse rapidamente in tutto il mondo ed è ora insegnato in 50 paesi; il libro che lo descrive è stato tradotto in 15 lingue. Nel 1987 si è formata la IASK (acronimo in lingua inglese per Associazione Internazionale di Kinesiologia Specializzata). La tecnica incontrò un ampio consenso fra i medici più aperti all'orientamento olistico, sebbene non sia mai stata accolta dalla medicina ufficiale.

Tra i medici olistici c'era il dottor John Diamond, che allargò il campo operativo della kinesiologia, lavorando con pazienti psichiatrici e ridefinendo in termini semantici questo nuovo ambito di disciplina kinesiologica comportamentale; aprì questa tecnica all'esplorazione di aree del disagio psichico che andavano ben oltre i fattori fisici della malattia.

Mentre quasi tutti i ricercatori di quel periodo si occupavano di disturbi nel campo alimentare, di allergie, di intolleranze, di risposte a farmaci ed argomenti simili, Diamond ebbe il coraggio di esplorare la parte "psicologica" dell'uomo e cominciò a studiare gli effetti negativi e positivi di un gran numero di stimoli psicologici, come le forme artistiche (musica, pittura), le espressioni facciali (cioè le reazioni ad un viso sorridente o triste), la modulazione della voce e lo stress emozionale, tutti aspetti che oggi potremmo ascrivere a contenuti inconsci e all'attivazione della parte destra del cervello.

In poche parole Diamond aveva capito che l'atteggiamento mentale, il pensiero e lo stato psicologico avevano un'influenza non certo inferiore ai sintomi fisici, e che forse erano alla base dei loro stessi effetti sul corpo.

Il test kinesiologico, che è ciò che più conta, presentava vantaggi innegabili, quali la velocità e la semplicità d'esecuzione. Questi aspetti e la continua conferma dei risultati ottenuti permisero ai ricercatori di constatare che il soggetto era in grado di dare risposte muscolari deboli o forti anche senza testare direttamente un prodotto specifico, per esempio lo zucchero raffinato.

Bastava scrivere il nome del prodotto su un foglietto e metterlo in una busta chiusa, consegnarlo al soggetto ed ottenere una risposta debole (nel caso dello zucchero). Tali esperimenti venivano condotti anche in doppio cieco, in modo tale che sperimentatore e soggetto sperimentato non conoscessero il contenuto della busta.

 

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La saggezza del corpo

Possiamo facilmente intuire che questo nuovo approccio non solo semplificava la tecnica, ma apriva a interrogativi non certo di facile analisi: il corpo rispondeva ad uno stimolo anche quando la mente non era in possesso di nessuna informazione!

L'impressionante conclusione è che il corpo dà precise indicazioni, anche quando la mente conscia non è attiva. A questo proposito ricordiamo una frase del filosofo Nietzsche che diceva:

"C'è più saggezza nel tuo corpo che nella tua più profonda filosofia. E chissà a quale scopo per il tuo corpo è necessaria proprio la tua migliore saggezza?"

Diamond stava aprendo una nuova strada pioneristica verso una nuova comprensione dell'uomo, intesa in senso più allargato, cioè un percorso inedito che non si limitasse solo alle sue capacità logiche. Dimostrare che il corpo si indebolisce istantaneamente in risposta ad atteggiamenti psicologici che sono strettamente legati alle emozioni del soggetto, e quindi alla parte inconscia, ha implicazioni enormi soprattutto sul piano spirituale, visto che le risposte ai test sono indipendenti dal sistema di credenze, dalla posizione intellettuale e culturale del soggetto e soprattutto dalle sue capacità logico-razionali.

Inoltre una risposta debole evidenzia una desincronizzazione degli emisferi cerebrali (Diamond, 1973).

La Kinesiologia contemporanea e il TKQ, del quale tra poco parleremo, hanno di fatto integrato gli sforzi di questi pensatori e ci stanno mostrando un nuovo modo di effettuare un'indagine nell'Universo psicologico di un individuo che va ben oltre la comprensione logica o la risposta standardizzata.

Sebbene sia impossibile tracciare un percorso storico di questa tecnica, che presenta tutte le caratteristiche di un lavoro pionieristico, è lecito pensare che tentativi di comprendere i micromovimenti muscolari si possano far risalire a culture del passato, anche molto distanti dall'eredità occidentale che conosciamo.

La figura seguente - una fotografia scattata al Museo di Arte Africana di Bruxelles - mostra una statuetta utilizzata come oracolo.

Immagine Statuetta Oracolo

Lo stregone e il suo cliente poggiavano entrambi un dito nell'apertura della statuetta; a questo punto il soggetto che chiedeva aiuto formulava una domanda relativa ad una questione personale che gli stava particolarmente a cuore e attinente ad un suo specifico stato emotivo o fisico. Sotto l'influenza degli spiriti ancestrali, la statuetta produceva movimenti che venivano poi interpretati dallo stregone; altro non era che un mezzo per misurare i micromovimenti inconsci che sono alla base della Kinesiologia moderna.

Il TKQ prende spunto dal grande lavoro effettuato da un medico delle Antille Olandesi, il dott. Roy Martina, che negli anni '90 ha portato in Europa il metodo del test kinesiologico, da lui chiamato Metodo INTEGRA. Tale metodo è stato poi elaborato dal dott. Marcello Monsellato, che lo ha reso parte integrante della sua Medicina Omeosinergetica.

Il dottor Francesco Oliviero ha imparato il test kinesiologico direttamente dal dott. Monsellato e l'ha applicato per più di dieci anni sotto forma di test kinesiologico omeosinergetico, fino al 2011, quando ha ideato il nuovo TKQ, integrandolo con le applicazioni pratiche della fisica quantistica nella realtà quotidiana.

Data di Pubblicazione: 20 agosto 2021

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