SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 4 min

La Runa Nauthiz: La dolorosa strada delle necessità

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La runa Nauthiz simboleggia l'angoscia durante i momenti difficili della vita e il dolore che deriva da una "mancanza". Scopri i suoi benefici nella runomanzia.

La Runa Nauthiz: La dolorosa strada delle necessità

La Decima Runa

Novembre è ormai agli sgoccioli. Per i Celti, questo era un mese dell'anno molto sentito e carico di significati misterici, che ispirava timore e raccoglimento. Con l'inverno alle porte e la Natura che lentamente "moriva", idealmente diventò il periodo perfetto per i riti funebri, seguiti dalle celebrazioni della Runa Nauthiz, il "glifo del dolore".

Pensiamo a Samhain, il Capodanno Celtico, da cui trae origine il nostro Halloween. Secondo la tradizione celtica, nella notte di questa data il velo tra i mondi si assottigliava, permettendo così agli spiriti dei defunti di visitare i vivi. Con la conclusione delle sue celebrazioni, che corrispondeva all'11 novembre, si entrava ufficialmente nel nuovo anno.

Per le antiche tribù germaniche, inoltre, ogni periodo era legato a una runa che ne rappresentava l'essenza. Non solo, ma ne guidava anche l'agire. Dal 13 al 27 novembre la runa rappresentativa era Nauthiz, la decima lettera dell'alfabeto runico. Come sappiamo, le rune erano più che semplici lettere: rappresentavano anche potenti simboli di energia, tanto da essere usati come talismani

Nella ruota runica Nauthiz, chiamata anche Naudiz (in lingua germanica), simboleggia il dolore, che non nasce dal corpo, ma dallo spirito e si ripercuote poi su mente e fisico. Si tratta della profonda sofferenza che deriva da una "mancanza" durante una fase della propria esistenza.

È il senso di oppressione che ci coglie allo stomaco quando siamo travolti da difficoltà che ci sembrano insormontabili o prendiamo coscienza che ci manca qualcosa e sappiamo che, se tergiversiamo, la situazione degenererà.

È il tempo di fare una scelta che cambierà la nostra vita.

 

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I Significati nella Runomanzia

Il termine "runa" deriva dalla parola tedesca “raunen”, ossia "sussurrare". In senso più ampio, quindi, era intesa anche come "sussurrare un segreto", investendo così le rune di un senso esoterico e misterico.

D'altronde, per molte culture antiche il linguaggio, soprattutto quello scritto, era considerato magico. Una parola di pochi suoni può incatenare concetti ampi e intangibili come i sentimenti, tipo l'amore, oppure evocare un "volere", un'intenzione potente che concretizza il semplice pensiero in realtà. Incidere poi il "volere" nella pietra o tracciarlo sulla carta lo rende eterno!

Le rune, quindi, diventano così più che semplici lettere, ma simboli magici di guarigione o divinazione.

Fin dai tempi antichi, celti e altre svariate tribù germaniche le utilizzavano nella pratica divinatoria, chiamata "runomanzia". Purtroppo molte tecniche sono andate perdute, poiché erano per lo più orali. Sappiamo, però, che i simboli runici venivano incisi su sassi, conchiglie e pezzetti di legno e, per lo più, estratti o lanciati per predire il futuro.

Nella runomanzia, la runa Nauthiz indica un'angoscia imminente, un dolore intimo che deve arrivare o è già presente, ma sepolto nell'inconscio. Ci invita quindi a prepararci a resistere, a trovare ciò di cui abbiamo necessità. È la runa del "volere" perché, sentir mancare qualcosa, vuol dire che noi "vogliamo" cambiare, anche solo inconsciamente. 

 

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I Benefici del Sacrificio

La runa Nauthiz è spesso considerata in modo negativo. D'altro canto, il "dolore" non è proprio un concetto che leghiamo a qualcosa di felice. Tuttavia, se ci riflettiamo, la sofferenza nasconde sempre qualcosa. 

È un potente campanello d'allarme che ci dice che qualcosa non va. La sofferenza di Nauthiz, quindi, è costruttiva, perché richiama all'attenzione verso qualcosa che manca.

Perciò, è anche simbolo di perseveranza e grande forza interiore, doti necessarie per superare questa sua sofferenza. Nauthiz ci invita a fare un passo in più, a fare un "sacrificio" per qualcosa di importante: per chi amiamo, per il nostro lavoro o per noi stessi.

Non è un caso che i giorni a lei dedicati si trovino a novembre dopo Samhain, che corrispondevano alle prime settimane del nuovo anno. 

È tempo di rinascere, di ricominciare e di fare i conti col passato. In questo periodo, la Natura entra nel letargo invernale, ma sotto terra continua a "vivere" un po' sofferente, perché le costa trasformarsi e rinascere. La stessa cosa è quel che dobbiamo fare noi. Dobbiamo superare il dolore, trovando ciò di cui abbiamo bisogno

 

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Data di Pubblicazione: 26 novembre 2021

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