Cambiare la tua vita non è mai stato così semplice! Dipende tutto da una sola abitudine. Scopri come migliorare te stesso, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Mel Robbins.
La tua vita dipende da una sola abitudine
Meriti una vita vincente
Voglio raccontarti di un giorno, non tanto tempo fa, in cui è successa una cosa bellissima. Ho inventato un metodo che ti aiuterà a migliorare il rapporto più importante di tutti: quello con te stesso. Ti racconterò com'è nato e com'è cresciuto, e ti spiegherò come usarlo per cambiare vita.
Tutto è cominciato una mattina mentre mi lavavo i denti. Mi sono guardata allo specchio e ho pensato: Che schifo.
Ho dato un giudizio a ciò che non amo del mio aspetto: le occhiaie, il mento sporgente, il seno destro più piccolo del sinistro, la pancetta... La mente ripeteva: Sei brutta, devi rimetterti in forma, hai un collo orrendo. A ogni pensiero stavo sempre peggio.
Ho guardato l’orologio: mancava un quarto d’ora al primo appuntamento su Zoom. Avrei dovuto svegliarmi prima. Ho pensato alla scadenza imminente, all'accordo che stavo cercando di chiudere, alle e-mail e ai messaggi in attesa di risposta; al cane da portare fuori, ai risultati della biopsia di papà, e a tutti gli appuntamenti dei miei figli per quel giorno. Mi sono sentita sopraffatta dagli impegni, e non mi ero ancora messa nemmeno il reggiseno.
Che schifo.
Tutto ciò che desideravo in quel momento era un caffè, sdraiarmi davanti alla tv e dimenticare ogni affanno, ma sapevo che sarebbe stata la mossa sbagliata. Sapevo che nessuno avrebbe risolto i problemi al posto mio, portato avanti i miei progetti, fatto esercizi per me o sostenuto le discussioni difficili che mi aspettavano al lavoro.
Volevo solo prendermi una pausa dalla mia vita
Arrivavo da un periodo piuttosto intenso. Stress non-stop. Mi ero occupata degli altri, di tutto e di tutti, ma chi si era preso cura di me? Sono sicura che mi capisci. Quando le pressioni della vita si accumulano e l'autostima crolla, rischi di precipitare come un sasso in uno stagno.
Avevo bisogno di sentirmi dire: "Sei brava, è un momento difficile", "Non è giusto, ma puoi farcela!" Mi serviva una pacca sulla spalla e un po’ di incoraggiamento. Sono una speaker motivazionale famosa, eppure non mi veniva in mente nulla.
Non so cosa sia successo in quel momento, ma all’improvviso, mentre me ne stavo lì in mutande, ho alzato la mano per salutare quella donna stanca riflessa nello specchio. Ti capisco, volevo dirle. Ti capisco e ti voglio bene. Forza, Mel, puoi farcela.
Mi sono resa conto che quella specie di saluto era il gesto che si fa per battere il 5 a qualcuno. Riconoscibile, inconfondibile, comune come la stretta di mano. Lo abbiamo dato e ricevuto infinite volte. Forse è persino un po’ banale. Eppure mi sono ritrovata così, senza reggiseno e senza caffè, sporta sopra il lavandino, a battere il 5 al mio riflesso.
Senza aprire bocca, mi stavo dicendo ciò che avevo disperatamente bisogno di sentire: Puoi farcela, qualunque cosa tu voglia fare. Stavo incoraggiando la donna nello specchio a rialzare la testa e ad andare avanti. Quando la mano ha toccato il vetro, combaciando con il suo riflesso, ho provato un certo sollievo. Non ero sola, avevo me stessa. Era un gesto semplicissimo, un atto di gentilezza nei miei confronti. Ciò di cui avevo bisogno, e che meritavo.
Di colpo ho rilassato il busto, sciolto le spalle e sorriso per quel gesto un po’ ridicolo, ma non ero più stanca come prima, e nemmeno mi sentivo così sola. Anche l’elenco delle cose da fare non sembrava più improponibile. Sono andata avanti con la mia giornata.
La mattina successiva è suonata la sveglia. Stessi problemi, stessa fatica. Mi sono alzata, ho rifatto il letto, sono andata in bagno e ho rivisto il mio riflesso: Ehilà, Mel. Senza pensarci, ho sorriso e mi sono battuta il 5.
La terza mattina mi sono svegliata con la voglia di correre allo specchio per battermi il 5. So che è una sciocchezza, ma è la verità. Ho rifatto il letto più in fretta del solito e sono entrata in bagno con un entusiasmo proibitivo per le 6:05. C'è un unico modo per descrivere il mio Entusiasmo in quel momento:
Era come se Stessi per incontrare un'amica
Più tardi, quello stesso giorno, ho ripensato alle volte in cui qualcuno mi aveva battuto il 5: le mie compagne negli sport di squadra che praticavo da giovane, o nelle gare di corsa su strada, o gli altri tifosi dei Red Sox al Fenway Park di Boston, quando tutti ci battevamo il 5 a ogni un punto che facevamo. Ho pensato anche alle volte in cui avevo usato quel gesto per complimentarmi con un’amica che aveva appena ricevuto una promozione, o mollato un fidanzato sbagliato o vinto una partita a carte.
Poi mi sono ricordata di uno degli episodi più salienti della mia vita: la maratona di New York del 2001, ad appena due mesi dall’attentato dell’11 settembre che aveva abbattuto le Torri Gemelle e fatto quasi tremila vittime. Lungo il percorso, che tocca i cinque distretti della città, balconi e edifici erano adorni di bandiere americane, e i marciapiedi erano gremiti di spettatori.
Se non fosse stato per loro, che per 42 chilometri mi avevano incitata e incoraggiata con le mani alzate, non sarei mai arrivata al traguardo. Non sono una sportiva: a volte mi viene il fiatone anche solo a portare la spesa in casa. All’epoca lavoravo a tempo pieno e avevo due figli sotto i tre anni e non mi ero allenata adeguatamente per una corsa così lunga.
Le mie scarpe erano ancora nuove! Avevo sempre desiderato partecipare alla maratona di New York, così avevo colto l'opportunità ed ero determinata. Poi, durante la gara, più di una volta le ginocchia avevano ceduto e avevo rallentato fin quasi a zoppicare, dicendomi: Non ce la faccio. Perché non mi sono allenata di più? Perché ho comprato le scarpe nuove solo due settimane fa?
Al ventesimo chilometro avevo annunciato ai volontari del punto ristoro la mia intenzione di ritirarmi. Non avevano voluto saperne: "Mollare? Adesso? Ma se sei arrivata fin qui!" Il loro incoraggiamento aveva placato i miei dubbi ed ero ripartita.
Sei più forte di quello che pensi
L'incitamento degli spettatori mi aveva permesso di tagliare il traguardo. Se avessi dato retta alla mia mente, mi sarei fermata al decimo chilometro, quando erano scoppiate le vesciche e ogni passo era diventato dolorosissimo. Era stato bello sentire le grida di incoraggiamento, avevano tenuto la mente focalizzata e il corpo in movimento. Le mani alzate a battere il 5 avevano rafforzato la mia convinzione di poter compiere un'impresa che non avevo mai tentato prima.
C'era stato un momento in particolare in cui mi ero sentita profondamente demoralizzata. Tutti i corridori mi superavano come schegge, ma il 5 battuto da uno sconosciuto mi aveva impedito di mollare. È questo il punto: il 5 non è un semplice schiaffo sulla mano, è un trasferimento di energia da una persona all’altra.
Risveglia qualcosa in noi, ci ricorda ciò che abbiamo dimenticato. Durante la Maratona, era un modo per dire: credo in te. E Ogni volta mi ha aiutato a rinnovare la fiducia e ad andare avanti, un passo alla volta, per sei ore di fila, finché ho tagliato il traguardo e ho raggiunto il mio obiettivo.
Se riflettiamo sulla potenza di quel gesto, è facile individuare qualche parallelismo fra la Maratona e la vita. Sono due viaggi lunghi, gratificanti, stimolanti e a tratti dolorosi. E se potessimo attingere da quell’energia per affrontare la Maratona della vita?
Pensaci. A che serve criticarsi? E se cambiassi prospettiva e ti incoraggiassi a procedere ogni giorno, ogni settimana, ogni anno della tua vita, un passo dopo l’altro, avanzando verso i tuoi traguardi, verso i tuoi sogni? Immagina di diventare il tuo tifoso numero uno, il tuo fan più sfegatato. È difficile crederlo, vero? Non per forza.
Rispondi sinceramente: quante volte fai il tifo per te? Scommetto che la risposta è simile alla mia: quasi mai. Perché? Se sentirsi amati, incoraggiati e festeggiati ci fa stare bene, ci permette di tirare avanti e di raggiungere gli obiettivi, perché non ci incitiamo da soli?
Non puoi aiutare gli altri, se prima non aiuti te stesso
Avevo sentito questa massima milioni di volte, ma la verità è che non avevo mai saputo applicarla alla vita di tutti i giorni. Quel fatidico mattino davanti allo specchio ho aperto gli occhi: per aiutare me stessa dovevo incoraggiarmi da sola, perché è questo che avrei fatto per chiunque altro.
Pensa a quando sostieni gli altri. Fai il tifo per la tua squadra del cuore e applaudi i tuoi cantanti preferiti. Paghi per vederli allo stadio, segui i loro consigli, compri i vestiti che pubblicizzano e ammiri i loro successi.
Sei altrettanto bravo a sostenere le persone che ami: genitori, figli, amici, parenti e colleghi. Organizzi compleanni e feste per loro, fai gli straordinari per alleggerire un collega oberato di lavoro, e sei il primo a complimentarti con un'amica che ti mostra il suo nuovo profilo su un sito di appuntamenti ("Sei bellissima!"), o che avvia un'attività vendendo integratori ("Te ne compro subito una scorta!").
Incoraggi tutti a inseguire i loro sogni, inclusa quella ragazza che hai conosciuto stamattina al corso di yoga. Quando hanno parlato del nuovo programma per insegnanti, non hai perso un attimo: "Iscriviti. Dovresti farlo, sei bravissima!"
Se si tratta di incoraggiare e festeggiare te stesso, però, non solo sei pessimo, ma fai il contrario: ti demolisci. Ti guardi allo specchio e ti critichi senza pietà, e cerchi di convincerti che i tuoi sogni sono pura follia, e i tuoi obiettivi irraggiungibili. Ti fai in quattro per gli altri e ti dimezzi per te stesso.
È ora di darti il sostegno che meriti. Autostima, rispetto per se stessi e fiducia nelle proprie capacità sono qualità che dobbiamo innanzitutto coltivare in noi stessi. Ecco perché ti chiedo di cominciare la giornata battendo il 5 al tuo riflesso nello specchio. È un’abitudine positiva che dovresti sviluppare, capire e praticare ogni giorno. E questo è solo l’inizio.
Grazie a questo libro imparerai dozzine di modi per fare dell’incoraggiamento e della celebrazione di te stesso un'abitudine. Le ricerche scientifiche, la mia esperienza personale e le vicende dei tanti che hanno provato questo metodo in tutto il mondo dimostrano che è possibile riprendere il controllo della propria vita regalando a se stessi un gesto di incoraggiamento quotidiano.
Ma non è un semplice gesto, è un atteggiamento olistico nei confronti della vita; una mentalità, una filosofia, una strategia per riprogrammare i meccanismi dell'inconscio.
Imparerai anche a identificare i pensieri e le convinzioni che ti abbattono mentalmente, come i sensi di colpa, la gelosia, le paure, l'ansia e le insicurezze. Soprattutto, imparerai a ribaltare queste abitudini distruttive per creare pensieri e comportamenti nuovi, che elevano e favoriscono l'evoluzione. Ovviamente, ti spiegherò come farlo, e ti illustrerò le ricerche che dimostrano l’efficacia di questi strumenti. Non solo: ti seguirò e supporterò ogni giorno (ne riparleremo più avanti).
Non si tratta solo di svegliarsi felici, risollevarsi dalle cadute o entusiasmarsi per le cose belle della vita, anche se comunque imparerai a farlo. Parlo di capire e migliorare la relazione più importante del mondo, cioè quella con te stesso. In questo libro scoprirai come riconoscere e soddisfare i tuoi bisogni fondamentali.
Scoprirai anche alcune valide strategie mentali per superare qualsiasi situazione, bella o brutta che sia, senza mai abbandonare la persona che ti guarda dallo specchio.
Data di Pubblicazione: 17 novembre 2021