SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 10 min

D'accordo, lasciare la presa: ma su cosa, esattamente?

21 Giorni per Mollare la Presa - Chloé Mason - Speciale

Lasciare la presa è al tempo stesso una capacità, una liberazione, un distacco e un'attitudine. Ritorna a vivere, leggendo il nuovo libro di Chloé Mason.

D'accordo, lasciare la presa: ma su cosa, esattamente?

Qualche anno fa la mia vita è cambiata completamente. Ho deciso di smettere di “sopravvivere” e “subire” l’esistenza al pari di una vittima. Ho scelto consapevolmente di non cercare più di gestire tutto e di non lasciarmi controllare dalle mie paure, dagli altri ecc.

Ho deciso di passare all’azione per co-creare la mia vita e imparare a viverla appieno. Ovviamente, non c'è un pulsante magico, le cose richiedono tempo ed è bene ricordare che siamo esseri umani, non Buddha.

La cosa più importante è fare del proprio meglio ogni giorno. Nel corso della nostra esistenza impariamo costantemente e ci evolviamo. Ma per me una cosa è certa: la vita non va controllata, ma vissuta!

 

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La mia esperienza

Da persona ansiosa qual ero, vera campionessa del mondo nella categoria “stress-paura-resistenza-controllo”, lasciare la presa mi sembrava... impossibile!

A dire il vero, ne ero pressoché terrorizzata! Ero convinta che se avessi lasciato la presa, mi sarei schiantata e avrei perso ogni cosa. Pensavo che tutto il mio mondo sarebbe crollato come un castello di carte. Avevo l’impressione di avere davanti a me un'enorme montagna, e mi sentivo davvero minuscola.

E poi, col tempo, mi sono abituata al titolo di campionessa e ho creato una sorta di identità intorno alle etichette di ansiosa, ipersensibile, vittima ecc. Erano tutte scuse e, naturalmente, m'impedivano di assumermi la piena responsabilità della mia vita. Affrontavo ogni cosa “con” quelle etichette, e non avevo mai considerato la mia vita... “senza” di esse!

Quante volte sono stata ai piedi della mia montagna e mi sono detta: “No, no, no! Torno indietro, altri potranno senz'altro farlo, ma per me è impossibile. O forse proverò a salire su quella prima piccola roccia, sembra facile. Oh no, mi arrendo, ci sarà sicuramente qualcuno che un giorno verrà ad aiutarmi o che deciderà per me quale roccia è alla mia portata. Quindi, per il momento, è più prudente rimanere qui”.

Eppure, c'era una vocina dentro di me che gridava: “Per quanto tempo ancora hai intenzione di restare lì? Non è troppo? Guarda la tua montagna, non è un caso che tu sia qui. È la tua sfida, il tuo percorso. È la tua vita! Quando capirai finalmente che il giorno in cui lascerai la presa ti libererai da tutto ciò che t'impedisce di andare avanti? Pensi davvero che la vita sia stare davanti a una montagna? Tutti ne abbiamo una da scalare, e questa è la tua. Nessuno la scalerà o deciderà al tuo posto. Spetta a te. Allora, vieni? La tua vita è lì che aspetta!”

E poi ho avuto come un elettroshock... Ho capito che stavo vivendo nell’illusione, che il titolo di campionessa mi stava imprigionando e che non ero davvero “io”. Non ero le mie ansie e paure e quindi, se avessi lasciato la presa, non avrei perso la mia identità, ma piuttosto avrei scoperto chi ero veramente!

Come potevo pensare di restare piantata lì per un altro secondo? Ho fatto un respiro profondo e ho deciso di lasciarmi andare e di partire.

Sapevo che avrei avuto paura dell’ignoto, ma al tempo stesso ero eccitata dalla prospettiva di scoprire tante meraviglie!

Ho anche immaginato che sarei caduta, mi sarei fatta male e mi sarei rialzata. Ma sai una cosa? In quel momento niente di tutto ciò aveva importanza, perché nulla al mondo avrebbe potuto intaccare la mia immensa gioia: stavo per iniziare il mio viaggio, stavo per lasciare il mio ruolo di spettatrice per diventare la protagonista della mia esistenza.

Finalmente stavo per cominciare a vivere...

 

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Lasciare la presa, ma su cosa?

Lasciare la presa è al tempo stesso una capacità, una liberazione, un distacco e un'attitudine. 

Una capacità

Lasciare la presa significa “abbandonare”, “cessare di trattenere e di fare resistenza”.

In altre parole, si tratta di lasciare la presa su ciò che ci impedisce di stare bene, di non “aggrapparci” più ai pensieri, alle emozioni, alle convinzioni ecc.

Esempio

Ho un appuntamento a pranzo con un'amica. Non vedo l’ora, abbiamo pianificato questo piccolo momento insieme da così tanto tempo! All'ultimo minuto, lei disdice.

Posso scegliere tra due atteggiamenti:

  • Una volta che la delusione è passata, decido di non pensarci più e di andare avanti. Ho lasciato la presa su questo evento che è accaduto indipendentemente dalla mia volontà. Accetto le emozioni che ha generato: delusione, tristezza, irritazione... e scelgo di non soffermarmi su di esso perché ciò che è fatto è fatto. Continuo tranquillamente la mia giornata.
  • Sono ancora aggrappata ai miei pensieri: “Perché ha disdetto così, senza motivo apparente? E poi, avevamo pianificato questo pranzo da un sacco di tempo!”. Resto attaccata alle mie emozioni: mi sento triste, leggo più volte il suo messaggio, sono arrabbiata, sono tentata di risponderle ma poi non lo faccio. Mi blocco in questi pensieri ed emozioni e così trascorro tutta la giornata. Posso anche fare un passo più in là, aggrappandomi a paure e convinzioni, e iniziando a elucubrare: “Se ha disdetto, probabilmente è colpa mia, perché l'ultima volta che ci eravamo viste le ho parlato fin troppo dei miei problemi. È evidente che non ha voglia di passare del tempo con chi non fa che lamentarsi ecc.”. Peggio ancora, posso continuare ad alimentare queste congetture sabotando me stessa fino in fondo, con una telefonata a un'altra amica a cui dico: “Ma ci pensi? Disdire all'ultimo minuto, così poi! Ci dev'essere qualcosa sotto... Secondo te è arrabbiata con me perché l'ultima volta che ci siamo viste mi sono lamentata per tutto il tempo? Ti ha detto qualcosa e non vuoi dirmelo, giusto?”

Ecco fatto! La giornata è completamente rovinata perché non hai lasciato la presa! Ti sei aggrappata ai tuoi pensieri, alle emozioni, ai dubbi, alle paure, alle congetture, hai immaginato scenari disastrosi, e tutto per... un pranzo!

 

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Una liberazione

Lasciare la presa significa liberarsi dai pesi e dalle catene, abbandonare la pressione, non fare più resistenza e non voler più controllare qualsiasi cosa.

Esempio

Ho preparato con cura i vestiti di mia figlia di tre anni: una nuova salopette di cui mi ero innamorata e un cardigan. Quando è il momento di vestirsi, si rifiuta di indossare quello che ho scelto per lei. Preferisce una gonna e una vecchia felpa che non si abbinano minimamente!

Posso scegliere tra due atteggiamenti:

  • Metto le cose in prospettiva. Accetto l'emozione: sono delusa che a mia figlia non piaccia quello che le ho preparato, ma decido di non oppormi. Ho lasciato la presa sul controllo: se lei preferisce i suoi vecchi vestiti, va bene così. Continuiamo a prepararci con leggerezza e felicità, perché ho lasciato la presa e lei è felice di indossare la gonna e la felpa. In fin dei conti, si tratta di avere gusti diversi in materia di abbigliamento, non certo di fare i capricci o mettere in discussione la mia educazione!
  • Respingo la richiesta di mia figlia. Se dico no, è no. Ho preparato i suoi vestiti il giorno prima. Tutto era perfettamente sotto controllo. Questa salopette è stirata in modo impeccabile, mentre la gonna e la felpa sono vecchi e stropicciati. Insisto nel rifiuto e metto pressione sia a me stessa, perché siamo in ritardo, sia a lei, accusandola di essere la causa della perdita di tempo. Mi spazientisco, mia figlia piange e finiamo per litigare, fare colazione in macchina e arrivare tardi a scuola.

Ed è così che si manda in malora una mattinata, perché non sei riuscita a lasciare la presa! Ti sei aggrappata alla tua volontà di controllare tutto, ti sei opposta alla richiesta di tua figlia, hai ingigantito la cosa, e tutto per... una salopette!

 

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Un distacco

Lasciare la presa significa distaccarsi dal flusso dei pensieri e percepire il proprio corpo privo di tensione, completamente rilassato.

Esempio

Alcuni amici vengono a cena da noi. Comincio a immaginare cosa potrei cucinare. Le idee abbondano. A poco a poco, la mia mente va in tilt perché ho fin troppe ricette, troppi pensieri. Inizio a confondermi. Posso scegliere tra due atteggiamenti:

  • Decido di calmarmi e di fare chiarezza nella mia mente. Faccio qualche respiro profondo e torno al momento presente. Faccio un “body scan”, ossia porto la mia attenzione a ogni parte del corpo, noto le rigidità là dove siano presenti e mi rilasso. Rilascio la tensione e non penso più alle mie ricette. Sono totalmente presente nel mio corpo e nel mio rilassamento. Lascio completamente la presa.
  • Prendo carta e penna e scrivo tutte le ricette che mi vengono in mente. La mia confusione aumenta. “E se qualcuno ha allergie o intolleranze? È quando vado a fare la spesa? E se il fornaio non ha più pane fresco? E se portano un dolce, devo comunque farne un altro? Certo che sì, pensa che figura se non dovessero portare nulla! E il vino? Che devo fare? Preferiscono il bianco o il rosso?”

Ecco fatto! Hai creato un enorme e inutile stress perché non hai lasciato la presa! Sei stressata, hai il collo rigido e ti senti completamente tesa, e tutto per... una cena!

 

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Esercizio: il body scan

Che ne dici di fare un body scan prima di continuare a leggere?

Il “body scan” è una tecnica di rilassamento che consiste nell'osservare ogni parte del corpo e notare dove si trovano le tensioni. Ovunque si concentri la tua attenzione, hai l'opportunità di essere pienamente consapevole delle tue rigidità, e in questo modo puoi rilassarle. È una pratica di distensione.

È un eccellente esercizio per lasciare la presa, perché ti distacchi dai tuoi pensieri e torni alla consapevolezza del corpo, lasciando letteralmente andare le tensioni!

Avanti, cominciamo!

  • Sdraiati (se non è possibile, trova una posizione comoda). Chiudi gli occhi.
  • Per prima cosa, concentrati sulla tua respirazione. Senti l'aria che entra ed esce dalle narici.
  • Continua a respirare con calma. Ora prendi coscienza delle parti del corpo che sono in contatto con il materasso o con il divano.
  • Poi, individua le parti a contatto con i tuoi indumenti.
  • Quando sei pronto, porta la tua attenzione sul corpo, iniziando dai piedi e salendo fino alla testa. Concentrati sulle sensazioni e sulle tensioni. I piedi sono stanchi per aver camminato molto? Sono caldi o freddi? Ti senti pesante o leggero? Le gambe sono ben distese sul materasso? E la schiena? È inarcata o rilassata? Per aiutarti a identificare meglio i muscoli tesi, prova a muoverti leggermente. Il movimento è agevole e fluido, oppure avverti rigidità?
  • Durante l'esercizio, e ogni volta che noti una tensione, ti invito a respirare profondamente dirigendo il respiro stesso là dove ti fa male. Immagina che l’aria che inspiri ed espiri crei spazio e rilassi tutte le zone tese. L'aria è calda e morbida, e avvolge il tuo corpo come un bozzolo protettivo. Sali lentamente lungo il corpo, fino alla testa.

Prima di terminare l'esercizio, assorbi la sensazione di rilassamento. Percepisci il corpo nella sua interezza. È caldo e completamente rilassato. Lascia che la tua bocca faccia un bel sorriso. Poi apri gli occhi e torna gradualmente alle attività della giornata o alla lettura di questo libro!

 

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Data di Pubblicazione: 25 febbraio 2022

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