ECOLOGIA E AGRICOLTURA   |   Tempo di Lettura: 6 min

Le Tappe Evolutive del Cane

Mi Presento, Sono il Cane - Anteprima del libro di Pierluigi Raffo

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Il cane è un animale domestico

Arriviamo al quarto punto essenziale, ossia "animale domestico". Ma cosa intendiamo quando parliamo di un animale che è andato incontro a un processo di domesticazione? E cosa ha prodotto questo processo sull'etogramma e sui bisogni di specie? Che ruolo ha assunto la nostra specie nella relazione con il cane e nella valorizzazione della singolarità dei soggetti coinvolti?

Quando si parla di domesticazione dobbiamo ricordarci che come primo passo il processo ha portato alla riduzione delle distanze sociali fra due specie, ossia cane e uomo. Successivamente ha portato a un'alleanza, ossia io mi fido di te e mi posso affidare a te e viceversa. Ma, cosa non meno importante, abbiamo sviluppato una capacità di comunicare.

Appare dunque subito l'importanza che ha assunto la domesticazione nella riduzione dell'espressione del comportamento predatorio: un cane da pastore non può predare il gregge, un cane da caccia può scovare la preda, riportarla, puntarla, ma di certo non può predarla e mangiarla.

Il comportamento predatorio si esprime pertanto con canoni diversi nel cane rispetto al lupo proprio per ciò che è avvenuto a seguito della domesticazione e della spinta selettiva imposta dall'uomo e una delle sue maggiori espressioni sta nel comportamento di ricerca e scovo. Certo, con la selezione si sono accentuati in alcune razze dei comportamenti di aggressività e competitività che si esprimono con predazione dell'altro, ma molte volte si tratta di una predazione selettiva voluta e spinta dall'uomo.

Filogenesi e ontogenesi

Il cucciolo inizia ad apprendere sin dal momento dell'impianto dell'ovocita fecondato (zigote) nell'utero materno e con esattezza dal ventunesimo giorno circa di gravidanza. Ecco perché se si parla di apprendimenti si deve valutare cosa è innato (filogenetico) e cosa è appreso (ontogenetico), oltre al modo in cui l'innato viene influenzato dall'esperienza e quindi dall'appreso.

Bisogna capire che rapporto intercorre fra filogenesi e ontogenesi.

Ecco perché si parla di apprendimento ontogenetico o innato, anche se non è solo innato ciò che è filogenetico (esso viene infatti tarato in base agli apprendimenti, trasformando delle propensioni naturali in vere e proprie competenze specifiche).

Non possiamo poi trascurare quanto sopra descritto in merito alla provenienza del cane, che sicuramente risale a una evoluzione del lupo grigio ma che ha comunque come precursore il Mia-cis; potrebbero quindi esistere in alcuni soggetti dei comportamenti assai diversi, retaggio di corredi antichi e trasmessi per via genetica. Si dovrebbe pertanto valutare negli apprendimenti una base epigenetica, ossia antica, che a volte potrà essere rievocata in base al contesto di vita e provenienza del cane (per esempio semiselvatici o cani ferali).

Se parliamo di filogenesi, andremmo sicuramente a descrivere l'etogramma della specie o della razza, ma se parliamo di ontogenesi andremmo a definire tutto ciò che è appreso sopra la base filogenetica e influenzato dall'ambiente di vita.

Visto che in ogni specie esiste un rapporto di interdipendenza reciproca, con varie forme d'interazione fra geni e ambiente, natura ed esperienza, il comportamento è sicuramente il frutto di un processo nel quale le caratteristiche genotipiche ereditate si interfacciano, adattandosi se e quando possibile al substrato ambientale in cui si nasce e si cresce e da cui deriva l'espressione fenotipica del comportamento dello specifico soggetto. Se è vero che le caratteristiche comportamentali di ogni singola specie animale sono legate a fattori genetici (filogenesi - genotipiche) e cioè, come sono stati definiti tempo addietro, innati e istintivi, le stesse sono altresì fortemente influenzate e forgiate dall'ambiente e dalle esperienze, pertanto direttamente correlate alla biografia individuale e alle marcature emozionali legate alle esperienze.

Ecco perché si può con certezza affermare che esiste una strettissima correlazione fra comportamento ed emozioni. Le emozioni sono il prodotto di uno stimolo esterno e l'espressione di come lo stesso viene recepito e rielaborato dal cane. Sono una risposta fisica che si è evoluta come parte di meccanismi di sopravvivenza della specie; visto che ogni singolo soggetto presenta una propria identità comportamentale e quindi una serie di caratteri riferibili a differenti componenti cognitive, essi si concretizzano attraverso dei processi evoluzionistici e di acquisizione. Ciò spiega le differenze legate alle singole risposte emozionali dei singoli soggetti e quindi le grandi variabili in correlazione a ciò che è filogenetico e ciò che è ontogenetico. Inoltre, rispondono e risentono della storia evolutiva della specifica linea genetica di provenienza (filogenesi), come pure dell'esperienza d'interazione con il mondo (ontogenesi).

Ciò premesso, si può facilmente capire che il profilo cognitivo-comportamentale può essere studiato osservando semplicemente le tendenze innate (vocazioni e attitudini) correlandole allo sviluppo del soggetto (biografia individuale).

Le fasi dello sviluppo

L'ontogenesi comprende tutto il periodo di apprendimento dal ventunesimo giorno di gravidanza alla morte del soggetto. Ha al suo interno tutti i periodi sensibili e le fasi di sviluppo del cucciolo in cui è più soggetto a sviluppare apprendimenti e/o a essere privato di apprendimenti importanti, diventando così più facilmente predisposto a esprimere dei comportamenti indesiderati e/o espressione di disagi, che possono sfociare in vere e proprie patologie comportamentali.

Le fasi dello sviluppo sono periodi della vita dell'animale in cui le esperienze fatte andranno a influenzare il comportamento in età adulta. I periodi sensibili sono quattro e hanno una notevole importanza nello sviluppo comportamentale del cane. Affronteremo comunque sette fasi dello sviluppo, poiché oltre ai quattro periodi realmente sensibili vedremo cosa accade in tutte le fasi, sino al raggiungimento della maturità sociale del soggetto.

Il periodo sensibile è un periodo di tempo limitato in cui determinati apprendimenti risultano facilitati e a volte indispensabili al corretto sviluppo del corredo comportamentale del soggetto; gli stessi permangono poi per lungo tempo.

Ogni periodo sensibile è caratterizzato da uno sviluppo neurologico, uno sviluppo ormonale, un contesto cognitivo, emotivo e sociale del soggetto dove avvengono degli apprendimenti di comportamenti specifici di base.

Nello studio etologico di un animale è necessario individuare quali siano gli step dello sviluppo ontogenetico, al fine di comprendere al meglio gli schemi comportamentali che caratterizzano l'etogramma di specie, per permetterci una corretta osservazione e comprensione del singolo cane.

Questo testo è estratto dal libro "Mi Presento, Sono il Cane".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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