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In Libreria con Barbara - 5 Domande a Giuseppe Cloza

In Libreria con Barbara - 5 Domande a Giuseppe Cloza

Intervista di Barbara a Giuseppe Cloza, autore del libro "Lifefulness".

"Lifefulness" di Giuseppe Cloza

Il libro, scritto da uno studioso e amante del buddismo, già autore di un bestseller da 2 milioni di copie, mostra attraverso i vari capitoli cosa e come applicare in modo pratico nella nostra vita i principi del buddismo.

Svegliarsi ogni mattina e amare la propria vita con effetti positivi nel corpo e nell'ambiente intorno a noi diventerà possibile stupendoci per la semplicità dell'azione.

5 domande all'autore:

Barbara
La mente è un generatore di pensieri a ciclo continuo, molti di questi pensieri portano sofferenza. È possibile riuscire a controllare i pensieri?

Giuseppe Cloza

Il problema principale è che non si può pensare di… smettere di pensare. Credere di poter controllare il pensiero attraverso il pensiero è una contraddizione: la mente stessa è parte e causa del problema, quindi non può essere lei a trovare la soluzione. Per questo bisogna accedere a livelli più profondi del nostro essere – oltre la razionalità – dove scorre l’energia vitale che ci collega all’Universo. 

Questa è Lifefulness: connettersi a un’energia positiva già presente dentro di te, che cambia le tue emozioni, ti fa vedere il mondo con occhi diversi e placa la mente.

La maggior parte dei pensieri che generano sofferenza lo fanno per due motivi. O perché sono dei film mentali che ci proiettiamo da soli, costruendo una realtà immaginaria che poi però si scontra con la realtà concreta, portando lamento e sofferenza.

Oppure, i pensieri che ci fanno soffrire derivano in realtà dalla Voce giudicante: una voce implacabile che sta nella nostra testa e ci dice che non siamo all’altezza, non siamo capaci, che sbagliamo sempre, che gli altri non ci capiscono…

Il problema è che noi tendiamo ad ascoltare questa voce, gli diamo credito pensando che sia la nostra voce. Ma in realtà è una voce che non ci appartiene: viene dal passato e appartiene ad altre persone (che per noi rivestivano un ruolo autorevole e indiscutibile, come i genitori o gli insegnanti per un bambino), che nel corso della vita ci hanno detto cose che ci sono rimaste talmente impresse da essere inglobate nel nostro essere. Così, finiamo per identificarci con quella Voce. E questo ci fa soffrire perché pensiamo di essere sbagliati. Uno dei temi principali del mio libro è proprio quello di come superare queste sofferenze e alleggerire la nostra vita.

Barbara
È possibile vivere nella "Lifefulness" nonostante le grandi ingiustizie a cui si è costretti ad assistere?

Giuseppe Cloza

Oggi siamo bombardati di news negative che spesso generano ansia, rabbia, un senso di oppressione, impotenza… Bisogna però trovare un modo di “elevarsi” da tutto ciò, altrimenti si rischia di rimanere travolti e spossati.

Lifefulness non significa isolarsi dal mondo che ti circonda per cercare una pace evitando i problemi e le sofferenze. Sarebbe un’illusione, una fuga inutile, perché la vita stessa porta con sé problemi e sofferenze. Non si possono evitare, ma si possono alleggerire, si possono affrontare e vivere in un modo completamente diverso, che non solo non ti opprime, ma addirittura ti arricchisce.   

La grandezza del Buddismo di Nam myoho renge kyo sta proprio nel rimanere persone comuni, persone normali che vivono nella realtà quotidiana, e però riescono a fare cose straordinarie, perché costruiscono uno stato d’animo interiore che non si fa contaminare dai veleni che ci circondano. Costruiamo una solidità interiore – una pace dentro - non per fregarcene del mondo, ma anzi per poter aiutare gli altri e contribuire così al suo miglioramento.

Dato che a livello profondo noi e gli altri, noi e l’ambiente siamo tutti uniti e collegati (perché proveniamo tutti dalla stessa energia vitale dell’universo), allora il cambiamento nel tuo cuore può avere un’influenza positiva sui cuori di tante altre persone, e come un’onda che si propaga questo può arrivare a cambiare il mondo. Utopia? No, è una realtà scientifica…

Un aneddoto, tratto dal mio libro "Felicità in questo mondo", ce lo dimostra.

Accadde nell’antica Persia che il Gran Visir, consigliere del re, inventasse un nuovo gioco, dove le pedine si muovevano su una scacchiera composta da sessantaquattro quadrati: nascevano gli scacchi. Il re, entusiasta, chiese al Gran Visir cosa desiderasse come ricompensa per la sua meravigliosa invenzione. Lui era un uomo modesto, rispose, e quindi si accontentava di una ricompensa modesta.

Chiese che gli venisse dato un chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera, due per il secondo, quattro chicchi per il terzo e così via, raddoppiando il numero ogni volta, fino a raggiungere l’ultimo quadrato. Al re parve una ricompensa troppo modesta: in fondo si trattava solo di un mucchietto di grano. Ma il Gran Visir, rifiutando le profferte di palazzi e gioielli, lo convinse.

Quando però si iniziò il conteggio dei chicchi, il re ebbe un’amara sorpresa. Il numero di chicchi, che all’inizio era piuttosto contenuto – 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512, 1024… – giunti al sessantaquattresimo quadrato era divenuto colossale: aveva raggiunto l’impressionante cifra di 18,5 miliardi di miliardi (cioè 18.500.000.000.000.000.000), per un peso complessivo di circa 75 miliardi di tonnellate. Più o meno il raccolto di 150 anni di tutti i campi di grano della Terra. Questa è matematica: si chiama crescita esponenziale.

Da un solo chicco di grano un’enorme montagna. Da un solo, infinitesimo istante di vita, miliardi di possibilità. Da una sola frase, l’energia dell’intero Universo. Da una sola persona che apprende e fa tesoro della pienezza della vita, della Lifefulness, deriva un mondo migliore. Da un singolo cuore, una rivoluzione umana nei cuori di un’infinità di persone.

Barbara
Il Buddismo serve per vivere qui e ora. Qual è la prima cosa che si può fare per iniziare a vivere il presente con pienezza?

Giuseppe Cloza

Bisognerebbe cercare di smettere di viaggiare nel tempo.

In genere, noi viviamo come viaggiatori nel tempo, nei film mentali, immersi principalmente nel passato (con i rimpianti, le delusioni, i rancori…) e nel futuro (con le preoccupazioni, le aspettative…). Raramente riusciamo a essere nel presente, dove la nostra vita si svolge.

Siamo legati dall’ossessione per il passato e travolti dalla preoccupazione per il futuro. Per questo non siamo liberi.

Come spiego nel libro, non sei libero perché non disponi della tua vita, dato che sei altrove. Sei in un’altra dimensione, letteralmente in un’altra delle realtà potenziali di cui parla la fisica quantistica. Quindi non sei nella realtà del momento presente. Di conseguenza non hai alcun potere su di essa, sull’unica realtà che conta in questo momento. Presi come siamo dal continuo chiacchiericcio della mente, dalla Voce che ti parla, è difficile apprezzare il momento.

C’era una frase scritta su un muro di Parigi:

“Le temp est une invention des gens incapables d’aimer”

Il tempo è un’invenzione della gente incapace di amare.

Quando dentro hai l’amore, la pienezza della vita, puoi vivere in un presente senza tempo, dove tutto è fattibile e tutto è risolvibile.

Come un bambino “perso” nei suoi giochi, vive in quella dimensione e niente lo tocca.

Così, quando hai lo stato d’animo giusto, la realtà, lo spazio e il tempo possono cambiare. E gli eventi esterni non ti scuotono.

Scrive Kurt Vonnegut:

“Quando siete felici fateci caso… Quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, fermatevi un attimo, per favore, e dite a voce alta: «Cosa c’è di più bello di questo?»”.

Ecco: è tutto qui.

Barbara
Recitare "Nam myoho renge Kyo" può aiutare a superare anche i grandi dispiaceri?

Giuseppe Cloza

La recitazione di Nam myoho reng kyo attiva l’enorme potere positivo dell’energia dell’Universo, che è già dentro di noi in forma latente. È la base per trovare la lifefulness, la pienezza della vita, che ti consente di affrontare i problemi e le sofferenze in un modo diverso. Li puoi attraversare e vivere senza farti travolgere, senza rimanerne schiacciato.

Barbara
Quanto tempo sarà necessario dedicare a questa recitazione per vedere i primi risultati?

Giuseppe Cloza

La recitazione non è una magia che risolve le cose in un attimo. Piuttosto, è un allenamento, che necessita di un po’ di costanza e un po’ di tempo per far vedere dei risultati tangibili.

Quanto tempo? Rispondo con un proverbio buddista:

“Dovresti dedicare alla recitazione almeno 20 minuti al giorno. Ma se pensi di non avere il tempo, allora dovresti dedicare un’ora al giorno”.

 

Questo libro ti piacerà se...

È impossibile vivere senza problemi, ma è possibile affrontarli senza paura, trovare una voce che ci incoraggia e alleggerisce, così le preoccupazioni cadono. Vuoi capire come fare.

Buona lettura Amici! ;)

Barbara

Data di Pubblicazione: 22 febbraio 2024

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