SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 9 min

Il Linguaggio delle Piante nelle Stelle - Anteprima del libro di Maurizio Forza e Severino Doppi

La riunificazione di ogni cosa

La riunificazione di ogni cosa

Tutto è un ciclo. Tutto scorre in un flusso di perfezione che ritroviamo nella natura, nel corpo umano e nell’universo stesso.

Siamo in un’epoca propizia dove grandi pensatori e grandi studiosi stanno ri-scoprendo la verità palesata dalle conoscenze delle vecchie, vecchissime scuole misteriche:

«L’ipotesi più importante di tutta la biologia, per esempio, è che ogni cosa che l’animale fa, l’atomo lo fa. In altre parole non c’è niente che le creature viventi facciano senza che lo si possa ricondurre al fatto che sono composte di atomi in accordo con le leggi della fisica».

Così Richard P. Feynman, premio Nobel per la fisica ci certifica il motto ermetico

“Come in alto così in basso. Come dentro così è fuori”.

Ogni nostro più piccolo comportamento scuote in profondità ogni nostro atomo. Ed ogni nostro atomo per risonanza farà rispondere tutti gli altri atomi ad esso connessi.

La bella sorpresa è che TUTTI gli atomi sono interconnessi tra di loro. Questo fenomeno si chiama Entanglement.

E stato il fisico Bell nel 1964 a formalizzare scientificamente questo concetto che possiamo definire di interconnessione: ogni particella subatomica, comprese quindi quelle del nostro corpo, acquisisce informazioni relativamente a tutto ciò con cui interagisce, trasferendo queste informazioni ad una “memoria”, una banca dati permanente che non ha limiti di spazio e di tempo. A questa memoria, che in campo misterico ha preso il nome di Akasha, la stessa particella può accedere successivamente e vi possono accedere anche tutte le particelle che hanno mai interagito con lei o che le sono in qualche modo simili.

Adesso capite come mai tatuarsi la formula che Adrian Dirac ha codificato per spiegare questo fenomeno è tanto di moda tra i giovani innamorati: in pratica si afferma che se due sistemi sono mai riusciti ad interagire tra di loro, rimarranno per sempre connessi istantaneamente, al di là dei limiti di spazio tempo, per sempre.

Quindi in fondo tutto sembra semplice: per far cambiare una qualsiasi cosa, basta entrarci in relazione almeno una volta e da lì in avanti, ad ogni nostra mutazione, ne corrisponderà una anche nell’altra.

Già, ci dimentichiamo di una cosa: dal giorno del Big Bang, in quel nucleo iper-caldo e iper-denso tutto e tutti eravamo già connessi. Ogni stella, galassia, nebulosa, pianeta, stella, pianta, montagna o animale sono fatti dello stesso materiale che un tempo costituiva l’inizio del nostro universo. E noi ne siamo un diretto derivato: il nostro organismo è il riassunto più perfetto e più espanso che la creazione fino ad oggi ha sperimentato.

Non abbiamo scampo: tutto l’universo ci riguarda perché da esso deriviamo. Ogni nostra scelta, ogni nostro comportamento, ogni nostra emozione si scarica come in una sorta di grande “data-base” cosmico da cui tutti possono attingere. E da lì in avanti anche noi concorreremo alla formazione della realtà nella quale stiamo facendo questa esperienza chiamata vita.

Fin dal principio tutto si è creato rispettando dei cicli molto semplici e costanti, caratterizzati da un semplice moto pendolare, quello dell’onda. La prima emanazione della creazione è stata pura energia che, in quanto tale, si palesa in forma bifasica, ossia con due differenti fasi, una crescente ed una discendente, tradizionalmente rappresentata nel seguente modo:

moto ondulatorio

A partire dai raggi gamma per primi generati, man mano l’energia rallentava e si raffreddava, i raggi x e gli ultravioletti hanno cominciato a espandere il buio luminoso, fin quando la luce visibile fu in grado di far corrispondere una ben precisa frequenza di colore ad una finalmente concreta ed osservabile esperienza tangibile: il materiale stellare nacque ed attraverso di esso le idee furono sperimentate in forma via via più densa, fino a quando si stabilizzarono in infrarossi e finalmente in suono, che e stata la modalità di rendere percepibile l’esperienza creativa della luce da parte della materia. Ma tutto non era che una semplice ripetizione di quel primo momento meraviglioso in cui fu un’onda, in un ciclo di vita pulsante, a dar inizio alla nostra storia vibrante di magia.

Ecco perché il riconoscere le regole che sottendono i cicli di natura ci mette nella condizione favorevole di poter cominciare a far risuonare i nostri atomi e, quindi tutti noi stessi, con la meravigliosa e complessa semplicità di tutto il creato.

Il mantra del mondo olistico

Sempre più spesso si sente recitare il mantra del mondo olistico che dichiara che, per guarire si deve ritornare a fluire nella natura. Questo per noi è il vero ritorno alla natura: osservarla e ricominciare a rispettarla, comportandoci come lei ci mostra nel suo eterno ritornare, perché attraverso i suoi cicli ogni cosa è stata creata in modo sempre più paziente, lento, materiale e sensibilmente percettibile. Dopo ogni inverno torna la primavera, dopo ogni notte toma il mattino, dopo ogni luna toma il sole, dopo ogni seme toma il frutto. Noi chiamiamo questa cosa immortalità: dopo ogni morte, la natura toma sempre alla vita. Noi siamo certi che essa non sia altro che un’opzione che non possiamo che scegliere.

Ci siamo solo messi in modalità stand by, in attesa di ricordare che in effetti non abbiamo via di scampo ad essa, dato che siamo arrivati dall’eternità del ritorno.

Invece l’umanità considera come unica legge irremovibile proprio il suo opposto, ossia la morte (oltre che le tasse...). Tanto è stata efficace la tecnica di depistaggio di cui siamo schiavi, che ora siamo convinti della non esistenza dell’immortalità, anche se essa altro non è che la prerogativa necessaria a permettere che la nostra vita possa aver avuto inizio.

È come se avessimo paura di ricordare che non siamo altro che estensioni del divino immutabile che esercita il suo potere onnipotente attraverso l’esercizio delle sue stesse leggi su se stesso.

La paura nasce dall’aver smesso di lasciare che la natura più profonda dell’uomo si discostasse da ciò che, senza neppure pensare, tutta l’energia continua a fare, ossia ad emanare se stessa senza la minima possibilità di disperdersi.

E pensare che neppure capivamo cosa fossero le leggi della termodinamica quando eravamo a scuola. Sarebbe bastato restare sdraiati sotto un albero contemplando quel mistero contenuto nei suoi frutti che, una volta lasciati i rami, cadendo a terra morenti, donano i loro semi, la loro anima alla terra, perché da essa possano rinascere come pianta. In pratica è come il Figlio (il frutto) che muore e lascia lo Spirito (il seme) perché generi il Padre (l’albero).

La vera triade che si autoalimenta da sé. Perché è questo il punto: permettere a noi stessi di scorrere nel flusso perpetuo delle leggi di natura.

Le 9 classi di personalità

Con questa libro, in pratica, vogliamo proprio fare questo, presentare la corrispondenza precisa di ogni colore, di ogni suono, di ogni segno astrologico, di ogni pianeta, di ogni fiore/pianta, con l’Enneatipo, ossia con le 9 classi di personalità esistenti ed ogni conflitto psico-fisico che esse possono avere cosi che si possa cominciare a vivere secondo le regole stesse che la natura segue.

Solo attraverso la conoscenza della modalità precisa con cui energia si è trasformata in luce e, da essa in suono, per poi generare gli universi, le galassie, le costellazioni, i pianeti e la vita, possiamo ripristinare quella perfezione che ha permesso al creato di espandersi ed essere riassunto nella più bella e più grande delle sue creature: noi.

Conoscendo la dinamica con cui è avvenuta questa corsa verso la nostra creazione, potremo riprendere in mano le redini ed il controllo su ogni manifestazione di disagio fisico e psichico che ci ostiniamo a chiamare malattia. È da qui che vogliamo ripartire per ricostruirci come perfezione unificata con la natura: uti izzare per ogni specifica personalità e per ogni specifica forma d, alterazione del corpo, la specifica pianta che è nata proprio per seguire quella tappa di creazione, che ha portato la formazione di ogni nostro tessuto a sperimentarsi in modo pensante, libero e creativo.

Impareremo che per esempio, utilizzare il tarassaco, significa reinserire nel nostro corpo i dati corretti, i bit informatici, in base ai quali Urano ha portato VAcquario a strutturarsi biologicamente nella forma dei tuboli correttori renali e negli alveoli polmonari: in questo modo la ritenzione idrica non potrà che passare. Solo perché abbiamo ricordato che i nostri tessuti sono solo l’espressione biologica della materia stellare che si è resa tessuto organico, per rendere sensibile l’esperienza del mondo delle idee attraverso le emozioni umane.

«L’anello pervenne alla creatura più improbabile che ci fosse, Gollum».

Alla fine anche lui ebbe un ruolo nella storia e fu proprio il ruolo della chiusura del cerchio: lui custodì l’anello, lui lo distrusse tra le fiamme del monte Fato. Come disse Gandalf:

«Non avere troppa fretta di elargire morte e giudizi (...) nemmeno i più saggi conoscono tutti gli esiti».

Tutto ciò che esiste ha una ragione d’essere, come impareremo. E quindi le nostre acque si ritireranno per il semplice fatto che esse stanno solo mantenendo la vita di Urano e quindi dell’Acquario su questo piano di sperimentazione.

Lo stesso concetto varrà per i cicli stagionali, i mesi e i giorni della settimana. È da pazzi vero?

Lo pensiamo anche noi. Solo che la scienza è ormai arrivata a dimostrarci che le cose stanno in questa maniera.

Milioni di dollari spesi nei laboratori di fìsica, solo per avvalorare quanto in ogni testo sacro si diceva descrivendo la creazione di ogni cosa in sette giorni nei quali ogni pianeta, stella, pianta e animale si sono generati con ferrea regola. Fino ad arrivare all’uomo.

Semplice alla fine vero?

Vedremo come il suono sia solo la fase finale della discesa della materia stellare sulla terra nel corso del tempo cosmico.

Cosi la natura ha creato le sinfonie del cosmo, le miriadi di varietà vegetali e di colori paradisiaci che caratterizzano la tanto decantata bio diversità che dovremmo preservare e salvaguardare. Ma il nostro intento sarà soprattutto quello di emularla, per ricominciare a fluire nella sua perfezione che sfocia nel ritorno perpetuo ad una vita sempre più ricca perché nuova ed armoniosa. 

Questo testo è estratto dal libro "Il Linguaggio delle Piante nelle Stelle".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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