Litha corrisponde alla celebrazione del Solstizio d'Estate secondo la tradizione celtica, tra falò, riti della fertilità e antiche divinità sciamaniche.
Litha - La Festa del Solstizio d'Estate Celtico
Presto avrà finalmente inizio l'estate! Sole ardente, frutti freschi che maturano all'ombra degli alberi, cielo azzurro infinito... Diamo il benvenuto a Litha, la festa del Solstizio d'Estate!
Si tratta di una delle festività pagane più importanti della Ruota dell'Anno, il calendario celtico, legate al ciclo naturale e alla vita rurale. Nel neopaganesimo e nella cultura wicca, Litha esiste ancora ed è diventata parte degli otto sabbat che scandiscono l'anno. Questi si dividono in sabbat maggiori e minori.
I quattro sabbat maggiori equivalgono ai passaggi chiave delle attività contadine e sono:
- Samhain: Il Capodanno Celtico, celebrato il 31 ottobre, che ha dato origine al nostro Halloween;
- Imbolc: La festa della luce, celebrata il 1° febbraio;
- Beltane: Primo giorno d'estate, festeggiato il 1° maggio;
- Lughnasadh: La festa del raccolto, onorata il 1° agosto.
Invece, i quattro sabbat minori, che coincidono coi due solstizi e i due equinozi, sono:
- Yule: Solstizio d'inverno (21 dicembre);
- Ostara: Equinozio di Primavera (21 marzo);
- Litha: Solstizio d'Estate (21 giugno);
- Mabon: Equinozio d'Autunno (22-23 settembre).
Come ben sappiamo, il Solstizio d'Estate è il giorno più lungo dell'anno. Infatti, la stessa parola "solstizio" viene dal latino "Sol Stat", ossia "il sole si ferma", in quanto l'astro sembra restare a lungo in una determinata posizione prima di ricominciare il suo incedere.
In realtà, al contrario nostro, per la cultura celtica Litha non era considerato l'inizio dell'estate, rappresentato da Beltane, bensì la festa di Mezza Estate, detta anche Midsummer.
Vediamo ora insieme tutti i riti, le divinità e le tradizioni legati a questa antica festa, lasciando entrare in casa nostra un po' di magia celtica.
La Festa di Mezza Estate
Per i Celti, Litha rappresentava il giorno più importante della stagione estiva e del Sole, proprio perché durante il Solstizio la stella esprimeva la sua massima potenza per poi iniziare il suo lento e inesorabile declino.
Tra il 21 e il 25 giugno coincideva un vero periodo di festa per i popoli celtici, gallici e germanici. Un momento per celebrare la fertilità e la rinascita in cui i drudi erano concentrati a celebrare il Sole e "aiutarlo" a benedire la Natura con la sua luce feconda.
Ricordiamo che i rituali servivano a concretizzare la volontà delle tribù per stimolare così il concretizzarsi di certi avvenimenti, come una sorta di pensiero trasformativo.
Inoltre, durante Litha, così come accadeva per Samhain, il velo tra il mondo degli spiriti e quello degli Uomini si assottigliava, portando il Piccolo Popolo, composto da fate, gnomi e spiritelli, ad incrociare gli umani. Su questa leggenda si basa “Sogno di una notte di Mezza Estate” di Shakespeare.
Tuttavia, non tutti gli spiriti erano benevoli. Perciò nei villaggi si soleva accendere grandiosi falò per spaventare e tenere ben lontani quelli maligni.
Se crediamo però che Litha e le feste di Mezza Estate siano sparite, ci sbagliamo. Come sempre accade, si sono solo trasformate. Nel Nord Europa, la Midsummer è ancora viva e vegeta, come ad esempio in Svezia dove resta una delle festività più importanti e suggestive.
Proprio il 21 giugno, a Stonehenge i moderni druidi neopagani sono soliti svolgere rituali grandiosi per il Solstizio, chiamato "Alban Heruin" ossia "Luce della riva", mentre il sole allo zenit colpisce in pieno le pietre, stimolando il loro potente campo magnetico.
In Italia, Litha vive ancora attraverso la festa di San Giovanni Battista, celebrata il 24 giugno. Comunemente si parla di "Notte di San Giovanni" o "Notte delle Streghe", proprio perché in questa occasione si credeva che le donne di magia si riunissero a celebrare i loro sabba, ricordo perduto delle antiche danze pagane di druide e sciamane intorno ai falò.
Cernunnos, il Dio Cornuto della Fertilità
Al centro delle celebrazioni di Litha, ci sono due divinità: Madre Natura, incarnata nella dea Litha, dea celtica affine a Diana e Cerere, e Cernunnos, il Dio Cornuto della Fertilità.
Durante Beltane, l'inizio dell'estate, i due dèi si sono uniti in matrimonio, il quale culmina con Litha, il momento in cui la Natura resta "gravida" del nuovo raccolto che presto darà alla luce.
Tuttavia, nella mitologia celtica, è Cernunnos a risaltare durante questi festeggiamenti. Si tratta di un dio antichissimo, che affonda le sue origini addirittura nel paleolitico!
Viene rappresentato come un uomo affascinante, con le gambe incrociate come in meditazione, dotato di un enorme palco da cervo sulla testa e con indosso un torquis, una collana ornamentale usata dai Celti come segno di nobiltà. A volte, tiene in mano un serpente con le corna d'ariete, un animale divino simbolo di saggezza.
È l'incarnazione divina di tutti gli animali maschi con le corna, come i cervi e gli arieti, ed è patrono non solo della caccia, della natura selvaggia e della fertilità, ma anche della morte e dell'aldilà. È una figura che evoca lo sciamanesimo e la natura mistica e spirituale della Terra.
È il signore di tutte le bestie selvagge e il re dei boschi, che governa sul suo trono di legno verde.
I Riti di Litha
Erbe e Divinazione
Tradizione che permane anche durante la Notte di San Giovanni, i Celti ritenevano che le piante raccolte durante Litha avessero poteri magici, in particolare curativi.
Questa raccolta esoterica doveva essere molto abbondante dato che le piante sarebbero state utilizzate per tutto l'anno avvenire, per creare amuleti di protezione, portafortuna, unguenti curativi e molto altro ancora.
Inoltre, erano connesse a moltissime attività e rituali praticati in questa notte così speciale. Ad esempio, andare a dormire con un mazzetto di erbe sotto il cuscino avrebbe procurato sogni divinatori. Erano fondamentali anche durante l'accensione dei falò sacri, in cui venivano bruciate erbe aromatiche propiziatrici.
Le erbe "magiche" tipicamente raccolte nella notte di Litha erano:
- la verbena, portatrice di abbondanza;
- l’iperico, l'erba dei miracoli, o erba di San Giovanni;
- il timo;
- la maggiorana;
- l'artemisia, che protegge dal malocchio;
- il vischio, la pianta sacra ai druidi tipica del Solstizio;
- la felce, il cui seme e fiore (che in realtà non esistono) renderebbero invisibili;
- la calendula, in cui si raccoglieva l'energia stessa del sole;
- il sambuco, altra pianta tipica del Solstizio che, secondo le leggende britanniche, si dice sanguini.
Infine, il noce, albero che per antonomasia è incarnazione della magia, era al centro di numerosi rituali, in quanto lo si riteneva legato agli spiriti e ai morti.
La Purificazione attraverso l'Acqua e il Fuoco
Durante questa festa pagana, Fuoco e Acqua erano i due elementi sacri predominanti, capaci di purificare e rigenerare.
Il Fuoco veniva celebrato accendendo enormi falò che simboleggiavano il potere del Sole e tenevano lontani gli spiriti maligni. Si credeva che accenderli e lasciare che bruciassero fino all'alba alimentasse le forze solari.
Era tipico inoltre ardere varie piante in queste pire, in particolare rami di quercia in onore di Cernunnos, mentre gli spettatori danzavano e saltavano attraverso le fiamme per essere purificati da esse.
Come il Fuoco, anche l'Acqua aveva proprietà rigenerative e curative. Questa credenza rimane ancora nelle leggende legate alla Notte di San Giovanni, quando ci si riferisce alla famosa rugiada o "guazza di San Giovanni". Si dice infatti che la rugiada raccolta in questa notte abbia poteri miracolosi come ad esempio far ringiovanire e rendere fertili. Perciò, era tipico che le fanciulle si rotolassero nude sui prati per bagnarsi, assicurandosi così una sicura maternità.
Data di Pubblicazione: 16 giugno 2023