SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 7 min

Il Codice Sangha: perché i confronti causano sofferenza?

I 7 Codici del Karma

Scopri perché non dovresti fare confronti leggendo l'estratto del libro "I 7 Codici del Karma" di Suzy Singh.

"Le persone mi accusano di troppa aggressività e presunzione. Sospetto di non piacergli. E probabilmente mi parlano anche alle spalle. Questa cosa mi fa infuriare, ma non so cosa fare. Perché mi odiano tanto?"

1 - NON FARE CONFRONTI, SONO SOLO CAUSA DI SOFFERENZA

Immagina una dalia di un giallo brillante che cresce nello stesso giardino di una rosa rossa e non fa che lamentarsi di non essere rossa o bella come la rosa. È così presa dall’idea di voler essere come la rosa che nemmeno si accorge di quanto risplenda il colore dei suoi petali o di quanto sembri attraente alle api che le ronzano attorno senza sosta. La sua ossessione per la rosa la rende cieca al proprio fascino. I visitatori del giardino sono spesso colpiti dalla sua bellezza, ma lei non ne è consapevole. Tutto quello che vuole è essere come la rosa rossa.

Ogni volta che il vento, soffiando, le porta una traccia del profumo della rosa, la sua angoscia cresce. «Perché non posso essere come lei?» si lamenta. E passa tutto il tempo a pensare a come fare per cambiare la forma dei suoi petali e diventare meno gialla o più rossa, come la rosa. La sua mente è tormentata dal pensiero di non essere una bella rosa rossa e di non valere nulla come dalia. E allora finisce per convincersi di essere semplicemente un brutto fiore che nessuno nota e di cui nessuno si cura.

Ecco cosa ti fa la trappola del confronto. Ti lasci così ossessionare da quella modella magra come uno stecco che hai visto sulla copertina di Vogue che inizi a detestare le tue belle curve.

Ti senti così sopraffatto dalla presenza di un collega ambizioso che all’improvviso la tua costanza sul lavoro ti sembra non valere più nulla. Cominci a credere che se potessi diventare in qualche modo più magra, o più furbo, allora saresti davvero felice. Ma ciò che non sai è che la modella secca come uno stecco e l’ambizioso collega di lavoro probabilmente non sono felici neanche loro. Quando fai paragoni con gli altri, inevitabilmente inizi a entrare in competizione e dimentichi di concentrarti sui tuoi punti di forza.

Purtroppo siamo cresciuti in una società che promuove fin da subito il confronto. Attraverso il sistema delle valutazioni per mezzo dei voti, la scuola ci incoraggia a competere. I nostri genitori fanno confronti tra noi e i nostri compagni di classe, oppure i figli dei loro amici, invitandoci a cercare di somigliargli. Alcuni genitori arrivano al punto di fare favoritismi tra i propri stessi figli, preferendo scioccamente il migliore o il più brillante, e ripetendo in continuazione a quello “meno competente” che deve cercare di essere come l’altro. Così facendo, promuovono rivalità e gelosia inconsce tra i fratelli, che alla fine erodono il loro amore reciproco.

Quindi, mentre tutti sostengono il confronto, auspicando che funga da motivazione e promuova l’eccellenza, ci si dimentica che in questo modo si dividono le persone. Si mettono l’una contro l’altra. Si porta l’attenzione sulle disuguaglianze. Si separa e si oppone invece di unificare. Si avallano le etichette, distinguendo tra competenti e incompetenti, buoni e cattivi, abbienti e non abbienti, vincitori e perdenti, uomini di pensiero e uomini d’azione.

Di conseguenza, a seconda del gruppo in cui si finisce, o ci si convince di essere incapaci e di non meritarsi nulla, oppure, se si appartiene al “gruppo dotato”, ci si ritrova intrappolati nel complesso di superiorità del nostro ego. Entrambe le dinamiche psicologiche dividono e creano disuguaglianze. Per vivere in armonia, dobbiamo ribellarci alla necessità di confrontarci e competere. Dobbiamo concentrarci su ciò che unisce e non su ciò che distingue.

Quando ti sembra che gli altri abbiano più successo, o che siano più felici, ricchi, e potenti di te, ti ritrovi invischiato in una sorta di sindrome di inferiorità. Diventi irrequieto e, nella tua testa, iniziano ad agitarsi tutta una serie di interrogativi irrisolti che reclamano una risposta. Ti domandi: «Perché lui ha più soldi di me?», «Perché Dio le ha dato un viso tanto bello mentre io sono così banale?», «Perché ho una vita tanto sfortunata mentre tutti gli altri sono felici?» Per farla breve, ti senti truffato e profondamente inadeguato.

Così, dentro di te nasce un senso di amarezza e di fastidio verso quelli che ti sembrano migliori. Prima di accorgertene, inizi inconsciamente a competere con loro e finisci per odiarli. Per non sentirti in difetto, cominci a cercare modi per giustificare le disuguaglianze socioeconomiche e psicologiche tra te e gli altri. La scaltra mente egoica ti dice o che devi prenderti ciò che ti spetta oppure che devi gettare discredito sulla fortuna degli altri, imputando loro comportamenti immorali e discutibili che ti facciano sentire meglio con te stesso. Questi sono tutti tentativi inconsci di ristabilire l’uguaglianza.

Entrambi i sentieri, però, ti portano dritto nella trappola del karma negativo. I tentativi di cambiare il tuo aspetto o le false giustificazioni che trovi alle tue mancanze ti impediscono di riconoscere la lezione che le circostanze stanno cercando di insegnarti. Forse il tuo aspetto poco attraente vuole insegnarti l’umiltà, l’accettazione e l’amore per te stesso, o le tue difficili condizioni finanziarie vogliono insegnarti a lavorare sodo per diventare autosufficiente. O forse in una vita passata hai dissipato tutte le tue ricchezze e la tua anima ha deciso di sviluppare nel corso di questa vita la capacità di risparmiare ed essere consapevole del valore delle cose.

Quindi non cadere nella tentazione di fare confronti. L’unico risultato che otterrai sarà di accrescere il tuo malessere. Quando la vita che vivi è in linea con lo scopo della tua anima, allora ti senti naturalmente in pace. Ma quando sei guidato dai comportamenti istintivi della mente egoica, spesso opponi resistenza alle esperienze che la vita ti procura, ed è esattamente questo a renderti frustrato e infelice.

Il confronto è sano solo quando riesci a essere sufficientemente obiettivo per esaminare in modo scientifico il successo degli altri e trarne lezioni utili. Poniti le seguenti domande:

  • Cos’è che quella persona che considero di successo sa fare meglio di me? Cosa la rende più efficace?
  • Come posso farmi ispirare dai suoi risultati?
  • Come posso arricchire me stesso studiando i suoi metodi e le sue tecniche?

Mantieni un atteggiamento aperto all’apprendimento anziché cedere alla gelosia per i successi e la fortuna degli altri. Non vergognarti di chiedere a qualcuno il segreto del suo successo. Scopri quale particolare approccio al lavoro o alla vita è stato per lui quello più efficace. Domanda come affronta le questioni più complicate. Chiedere non ti renderà inferiore. Al contrario, domandare consigli e strategie di successo testimonia la tua apertura mentale e l’umiltà di saper apprezzare e riconoscere gli sforzi degli altri.

Ti sorprenderà scoprire quanto volentieri le persone condividono la propria storia personale. Ciò che ti serve davvero è il coraggio di mettere da parte arroganza e insicurezza e concederti la libertà di chiedere senza esitare. Un simile atteggiamento non solo ti aiuterà a sentirti meglio con te stesso, ma ti impedirà anche di sprecare tempo e fatica preziosi per cercare di inventare dal nulla ciò che altri hanno già imparato a fare. Ascoltali con attenzione. Chiedi aiuto e consiglio. E integra nella tua vita gli spunti che ti daranno.

Lasciati ispirare dai successi e dalla ricchezza degli altri anziché cedere alla gelosia e all'insicurezza.

Data di Pubblicazione: 22 maggio 2020

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