SALUTE E BENESSERE

Lo stile di vita Igienista Vegano

Lo stile di vita Igienista Vegano

Diventa consapevole di come si comporta il tuo organismo in funzione di ciò che decidi di ingerire leggendo l'anteprima del libro di Marco Mularoni.

Uno stile di vita Igienista Vegano

Ho pensato a lungo in merito a quale argomento scegliere per la tesi finale della HSU 2017 ma, in realtà, alla fine mi sono reso conto che l’avevo sempre saputo. Fin dall’inizio. Si perché circa 5 anni fa, quando ho cambiato radicalmente abitudini alimentari, oltre al modo di vedere e comprendere certe cose, mediante un processo spontaneo, pressoché naturale, senza dover chiedere alcun tipo di sforzo alla mia mente o al mio fisico, mi sono chiesto: “perché l’ho fatto?”.

Ovviamente all’epoca mi sono dato una risposta ben precisa che però, col tempo, è diventata più ampia, proprio perché quando determinate informazioni che ho appreso mi hanno portato ad avviare il cambiamento, poi inevitabilmente ho avvertito la voglia di sviscerare ed approfondire quanto avevo imparato e mi sono reso conto che, semplicemente, prima di 4 anni fa non ero assolutamente consapevole di quello che stavo facendo nella mia quotidianità.

Per capire quanto sono cambiato, in realtà, è necessario prima che io ricordi com’ero, al fine di avere un termine di paragone corretto. Per fare questo ho individuato tre macro argomenti: ambientale, salutare, mentale.

Dal punto di vista ambientale, beh, non sono mai stato un ecologista. Non nel senso che amavo inquinare l’ambiente, ma nel senso che non ero consapevole del ruolo stesso che l’ambiente svolge per l’equilibrio e la salute del nostro organismo e di tutto ciò che ci circonda.

Raramente qualcuno mi poteva vedere passeggiare nel bosco, o in montagna. Il mio rapporto con la natura era limitato alle partite di calcio ed agli allenamenti che, settimanalmente, per otto mesi all’anno svolgevo spinto dalla passione verso lo sport agonistico. All’epoca non ero consapevole del fatto che un giorno per “ambiente” avrei inteso non soltanto l’ambiente naturale che ci circonda, ovvero il contatto con la natura, bensì anche l’ambiente in cui viviamo quotidianamente, inteso come l’ambiente familiare, l’ambiente lavorativo, le amicizie, ecc. Questi sono quelli che definisco con il termine “macro-ambiente”.

Ed ero ben lungi dal pensare all’ambiente in cui si trovano le cellule del nostro corpo, ovvero quello che definisco “micro-ambiente Inevitabilmente l’ambiente naturale, quello che ci circonda, comprende anche l’attività motoria del nostro corpo, ma non parlo di una partita di calcio o di un altro sport. Parlo di quel tipo di attività che avevo sempre ignorato, come ad esempio una camminata in montagna o in un bosco, oppure una camminata in riva al mare, ma effettuata non in modo astratto, ovvero facendola soltanto perché deve essere fatta, perché qualcuno mi ci ha portato oppure perché si è sentito dire in giro che fa bene. Mi riferisco ad una camminata fatta in modo “consapevole”.

Questo termine che sempre più spesso viene utilizzato dai più lesti del settore commerciale “green” per rendere accattivante un prodotto o un servizio offerto, in alcuni casi in modo corretto e costruttivo, ma in molti casi solo ed esclusivamente per fini economico-commerciali. Eppure circa 15 anni fa mi ero già imbattuto in questo modo di vedere la natura, grazie alla lettura del libro Come smettere di farsi seghe mentali ed imparare a godersi la vita di Giulio Cesare Giacobbe (scrittore e psicologo italiano).

Un libro che ho letto in un periodo particolare della mia vita, suggeritomi da una persona, per uscire da un periodo difficile. “La natura, come sempre, ci aiuta, ed in questo caso aiuterà te” mi disse questa persona. Aveva perfettamente ragione. Quel libro mi aiutò in modo fondamentale per superare il periodo difficile dal quale mi trovai avvolto all’epoca, tuttavia non fu sufficiente per rendermi consapevole.

Una volta superato il momento di difficoltà, smisi di continuare su quella strada.

Gli aspetti macro e micro ambientali sono fortemente condizionati, oltre ogni più logica immaginazione, da comportamenti e modi di fare che quotidianamente caratterizzano la nostra vita, da tutte quelle attività, anche quelle che non avremmo mai pensato, che facciamo tutti i giorni: le nostre scelte. Ogni nostra azione quotidiana, fisica o mentale che sia, scaturisce da una nostra scelta, ed è proprio in quel preciso istante, in cui decidiamo cosa fare, anche il gesto più banale e scontato per noi, che l’ambiente, micro o macro che sia, subisce un cambiamento.

Un nuovo stile di vita

Posso dire che il punto di vista salutare è stato quello che mi ha dato la spintarella iniziale per addentrarmi nel mio nuovo stile di vita.

Io ero il “re dell’affettato”. Andavo matto per salame, prosciutto e mortadella. A casa, ogni volta che andavo al ristorante, dagli amici. Io prendevo sempre affettato come antipasto e quindi un secondo di carne. Quasi mai un primo, a volte qualche contorno cotto, i carboidrati ingrassano pensavo. Mai l’insalata. Che senso aveva andare al ristorante per poi prendere delle verdure cotte o in insalata? Per carità, diventavo triste soltanto al pensiero. Quando mia madre nel 2010 si ammalò di un tumore al fegato, dopo aver avuto un tumore al pancreas, vedendo che i medici non ci davano speranze, cercammo soluzioni alternative, ma probabilmente le cercammo nel posto sbagliato o per lo meno non valutammo a 360° le strade che si potevano percorrere.

Nonostante la sua morte avvenuta nel febbraio 2011, non mi imbattei (volevo scrivere “trovai” ma una cosa la si trova o non la si trova solo se prima la si è cercata) in rimedi alternativi alla medicina tradizionale, pertanto trassi la stessa conclusione a cui giunse lo scrittore Adam Fawer alla fine dell’introduzione del suo libro “Improbable”, che di seguito cito:

“Ok, parliamo di probabilità, tanto per cominciare, l’argomento preferito da tutti: la lotteria. Le probabilità di vincere al Powerball sono circa una su 120 milioni. Da quando è stato istituito, nel 1997, più di 50 persone hanno sfidato le leggi della probabilità e vinto il jackpot, diventando tra i più fortunati e ricchi del pianeta. Io li detesto. Ma sto divagando.

Parliamo ora di un altro evento a scarsa probabilità: che la civiltà venga spazzata via da un asteroide gigante in rotta di collisione con la terra. Gli astrofìsici hanno calcolato che le probabilità che un simile evento si verifichi sono annualmente circa una su 1 milione. Facendo un rapido calcolo dall’epoca in cui i nostri antenati scimmieschi vagavano per il pianeta, e per più di 7 milioni di anni, avremmo dovuto essere spazzati via da un asteroide, con probabilità prossime al 100%, non una, non due, ma sette volte.

Ciononostante, come la maggior parte di voi già sa, da quando esiste una storia scritta l’umanità non è mai stata annientata. Insomma, cosa sto cercando di dirvi? Bè, non che saremo spazzati tutti via da un asteroide. Piuttosto, voglio che impariate una cosa riguardo agli eventi a scarsa probabilità, e cioè questo: la sfiga esiste ”.

Ed è proprio questo che feci. Attribuii l’evento accaduto a mia madre alla sfortuna.

Dovetti aspettare altri 3 anni, quando accadde una cosa simile alla moglie di un mio amico, malata di tumore allo stomaco che, ahimè, si rivelò fatale. Tuttavia in quell’occasione il mio amico andò oltre a ciò che avevo fatto io, reperì informazioni secondo le quali si poteva fare molto per prevenire e far regredire tumori grazie all’alimentazione. Si trattava di informazioni frammentarie ed incomplete, ma assolutamente nuove e rivelatrici per me. Decisi di approfondire. Da quel momento la mia mente si è trasformata in una spugna per le informazioni che riguardavano questo settore e più leggevo, più imparavo e più mi ponevo nuove domande alle quali dovevo trovare risposta. Ho scoperto che l’argomento alimentazione/salute in realtà è trattato dai più grandi studiosi, filosofi, ricercatori, che la storia scritta ricordi. Persone del calibro di Pitagora, Ippocrate, per poi arrivare a Leonardo Da Vinci, Einstein, alcuni tra i medici più importanti dell’era moderna, fino agli studi che verranno citati in seguito. Durante questo percorso informativo/formativo, mi sono imbattuto in una categoria di persone che non avevo mai sentito nominare: gli igienisti naturali.

La scienza igienista

Lentamente stavo diventando consapevole di come si comporta il nostro organismo in funzione di ciò che decidiamo di ingerire, dei momenti in cui decidiamo di farlo e dei relativi tempi di assunzione. Una cosa per me assolutamente nuova che cercherò di illustrare, almeno in parte, nelle pagine che seguiranno.

La scienza igienista è stata sviluppata nell’era moderna (dal 1850 fino ad oggi), da medici e studiosi del calibro di Jennings, Tilden, Shelton ed altri ancora, attualmente mentori degli igienisti moderni. Il movimento igienista è presente, a macchie di leopardo, in tutto il mondo, con particolare concentrazione in America ed in Europa, ovvero nei luoghi dove i mercati gestiti dalle multinazionali alimentari e farmaceutiche, soprattutto nel dopoguerra, quando il potere di acquisto del popolo è aumentato, hanno col tempo portato le persone a rimanere vittime di errate abitudini comportamentali, legate proprio alle scelte di tutti i giorni. Sempre più velocemente abbiamo alterato il nostro ambiente quotidiano con scelte errate che, inevitabilmente, hanno a loro volta alterato il nostro ambiente fisico e spirituale, oltre che, come vedremo dopo, quello esterno. Rispetto al passato, l’abbondanza alimentare e la possibilità da parte di chiunque (nei paesi sviluppati) di poter accedere a qualunque tipo di cibo ed in qualunque momento, ha creato le basi per la crescita esponenziale delle industrie alimentari che, ricordatelo bene, sono aziende a scopo di lucro.

La crescita industriale e tecnologica ha portato l’essere umano a concentrare la propria attività quotidiana verso il lavoro, diventato essenziale per vivere e far parte, in maniera soddisfacente, della società moderna. Tutto questo a discapito dei principi e dei valori a cui facevano riferimento i nostri antenati ed anche gli igienisti stessi.

Tutti i giorni facciamo parte di una giostra dove ogni nostra singola scelta è priva di consapevolezza (vedremo più avanti cosa intendo). Pertanto la mia definizione di igienismo è la seguente:

“L’igienismo è la strada che conduce ad un equilibrio ambientale, fisico e spirituale”.

Durante gli studi relativi all’alimentazione fu letteralmente inevitabile imbattersi nell’aspetto mentale. Quando parlo di questo mi riferisco a come pensieri ed emozioni influiscono sulla nostra salute. Anche in questo caso gli studi sono innumerevoli e di seguito ne vedremo alcuni. Di solito in medicina, relativamente a delle patologie o a delle guarigioni, l’aspetto mentale viene menzionato attraverso alcuni termini, come ad esempio “psicosomatico” e “placebo”. Soprattutto quest’ultimo riveste un ruolo importantissimo, anche per la medicina moderna occidentale, ma vedremo come essa lo “sfrutti” per fini puramente commerciali ed assolutamente non curativi.

Tuttavia, la cosa che mi sorprese di più e che tutt’ora è da parte mia oggetto di ricerca, è il fatto di come questi tre aspetti. Ambientale. Salutare. Mentale, siano tra loro collegati.

La ricerca della consapevolezza porta inevitabilmente alla necessità di approfondire la conoscenza di sé stessi, non solo per il bene proprio, dei propri figli e delle persone che ci stanno attorno, ma anche per il bene di tutto ciò che ci circonda e che fa parte dell’ambiente, dalle piante, agli animali, all’acqua e, soprattutto, e sottolineo la parola soprattutto ...per le generazioni future.

La maggior parte delle persone, oggi, non sono consapevoli rispetto alle scelte che quotidianamente fanno. Si tratta di scelte dettate principalmente da programmi mentali (di cui poi parleremo) che sono radicati nella nostra mente inconscia e che sono diventati in tutto e per tutto delle abitudini, ovvero quelle informazioni che vengono abitualmente trasformate in azioni, che la nostra mente non mette più in discussione. Al fine di una maggior comprensione vi faccio un esempio:

“ho delle galline a casa. Si tratta di galline da cortile, che vivono libere e che fanno uova che mi piace definire “ruspanti ”, per distinguerle da quelle delle galline ovaiole da allevamenti intensivi. Fanno tante uova, così ho sparso la voce in paese e quotidianamente delle signore vengono da me per acquistare queste “uova genuine". Purtroppo col tempo la maggior parte delle galline sono morte, di vecchiaia non per altri motivi. Le poche rimaste hanno improvvisamente smesso di fare uova. Ad oggi la mia produzione di uova è pari a zero. Stavo per avvertire le signore del paese, poi però ho avuto un ripensamento. Ho continuato a dire alle signore che avevo disponibilità di uova, poi mi sono recato nel paese vicino, ho acquistato delle uova al supermercato, quando sono tornato a casa le ho sporcate con la terra del cortile e quindi le ho vendute alle signore come se fossero delle uova ruspanti. In questo modo ho ottenuto un duplice risultato. Ho guadagnato qualche soldo ed ho fatto contente le signore.

In realtà non sono stato io a fare quanto descritto, si tratta del resoconto di un’intervista fatta dal giornalista Paolo Conti ad una signora anonima (ci credo!) del lago di Garda e riportata nel suo libro La leggenda del buon cibo italiano.

Che cos’ha fatto la signora nella vicenda sopra descritta, che comportamento ha avuto? Beh, il minimo sarebbe classificare l’atteggiamento come “bastardo”, ma analizziamo bene la vicenda da un punto di vista più tecnico.

La signora ha fatto due cose principali: ha detto una bugia ed ha continuato a farsi pubblicità in giro. Possiamo quindi dire che ha utilizzato una forma pubblicitaria basata su un’informazione falsa, ovvero, appunto, una bugia? Assolutamente si, senza ombra di dubbio. In realtà però, inconsciamente, la signora ha fatto molto di più. Ha fatto ricorso ad un principio antichissimo, per la prima volta annoverato da Aristotele circa 2.500 anni fa, ovvero: Noi siamo chi gli altri credono che siamo.

Noi siamo chi gli altri credono che siamo

Stampatevi bene in mente questa frase, perché si tratta del principio su cui si basano tutte le forme di pubblicità moderna. È grazie a questo che la gran parte delle informazioni che leggerete in questo documento sono sconosciute alla maggioranza delle persone, proprio perché esse si trovano davanti ad un “velo mediatico” che rappresenta la più grande propaganda di disinformazione a cui l’umanità abbia mai assistito, rendendo la mente delle persone un circo di non consapevolezza di quello che sta accadendo.

Quindi, cosa significa “vivere in modo consapevole”? Il mio pensiero in tal senso si riassume in una semplicissima frase, che è la seguente:

“Vivere in modo consapevole significa capire cosa ci porta a fare certe scelte, cosa ha comportato e cosa comporterà averle fatte”.
(Marco Mularoni, HSU 2017)

Questo documento è articolato in tre parti principali, che rappresentano in tutto e per tutto gli argomenti trattati:

  • Ambientale
  • Etico-Animalista
  • Salutare
  • Alimentare
  • Mentale

Trattando questi argomenti è inevitabile andare a toccare settori, pubblici o privati che siano, un po’ ...come dire, scomodi, che le persone reputano assolutamente inviolabili, rischiando in tal senso di far risentire qualcuno, anche persone che lavorano in tali settori. Ma se non lo facessi l’informazione sarebbe assolutamente incompleta e poco attendibile.

Ci tengo a precisare, visti gli argomenti che seguiranno, che io non ho nulla contro gli ospedali e tutte le persone che lavorano al loro interno. Nella mia vita ho dovuto passare del tempo dentro le strutture ospedaliere ed ho sempre, o quasi, trovato persone ammirevoli, che svolgono il loro lavoro quotidiano con dedizione, con la pura intenzione di fare del bene e di aiutare il prossimo in difficoltà. Soprattutto nel settore chirurgico relativo a riparazione di fratture ossee a causa di incidenti, le strutture sanitarie hanno fatto passi da gigante, rivelandosi preziosissime e fondamentali per regalare, nel vero senso della parola, una vita a persone che altrimenti rischierebbero di non averne più una.

Purtroppo non è tutto qui, la medicina comprende un bacino molto ma molto più ampio, che non è caratterizzato soltanto dalla professionalità e dalla buona volontà di fare del bene da parte degli addetti ai lavori. Io ritengo corretto che le persone sappiano quali ingranaggi muovono questa enorme macchina che, ricordatelo bene, sia che sia privata o statale, dietro alle quinte presenta sempre i medesimi attori che quotidianamente devono trarre profitto per la loro attività.

Sto concludendo questa introduzione addentrandomi in un argomento che rappresenta in tutto e per tutto un campo minato. Tuttavia credo che ognuno di noi abbia il diritto di fare le proprie scelte, ma per farle in modo consapevole è necessario conoscere come stanno le cose e, relativamente all’argomento sanitario, quando verrà trattato, sarà necessario partire dall’origine, per capire come il tutto si è evoluto fino ad arrivare alla situazione attuale.

Prima di entrare nei tre argomenti principali è fondamentale fare una premessa sui seguenti due argomenti, al fine di comprendere meglio tutto il resto:

  • i programmi mentali
  • siamo tutti interconnessi

Data di Pubblicazione: 26 marzo 2020

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