SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 8 min

Lo strano mondo della fisica quantistica

Lo strano mondo della fisica quantistica

Si può comprendere chi siamo veramente e qual è il nostro ruolo all’interno di questa realtà? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Paolo Marrone.

Oltre la realtà apparente

In questa prima serie di articoli cercheremo di sbirciare al di là del velo che nasconde ai nostri occhi la realtà ultima delle cose per comprendere quali sono le vere leggi che governano il mondo che ci circonda. I capitoli di questa sezione si basano fortemente sulle più recenti scoperte nel campo della fisica quantistica, ma non ci limiteremo alla semplice narrazione di cosa la scienza avrebbe scoperto. Lo studio fine a sé stesso della fìsica quantistica non può bastare ad un ricercatore che desidera conoscere in profondità la vera natura del mondo e di sé stesso, pertanto approfondiremo il significato delle varie scoperte per andare oltre quello che la scienza ufficiale osa ipotizzare riguardo alle vere cause di ciò che viene osservato.

Il nostro scopo non è tanto quello di analizzare come è fatto il mondo, compito nel quale la scienza riesce perfettamente, quanto piuttosto quello di andare oltre per entrare sempre più in profondità nei reconditi significati di quello che gli esperimenti scientifici ci mostrano, con lo scopo di arrivare a comprendere chi siamo veramente e qual è il nostro ruolo all’interno di questa realtà. Se si ha davvero il coraggio di mettere in discussione gli innumerevoli dogmi e le credenze sulle quali abbiamo basato la nostra intera vita, scopriremo con immenso stupore di trovarci davanti a qualcosa che non ha nulla a che fare con ciò che abbiamo sempre creduto del mondo e di noi stessi. Tenetevi forte, perché attraverso l’analisi delle ultime scoperte nel campo della fisica quantistica scopriremo che è sempre più difficile credere nell’esistenza di un mondo fatto di cose solide separate da noi. Scopriremo che il mondo, in fin dei conti, assomiglia sempre di più ad un sogno, all’interno del quale recitiamo sia il ruolo di protagonisti che di registi. E come qualsiasi sogno che si rispetti ci renderemo conto che tutto ciò che osserviamo non è separato da noi, bensì fa parte di un Tutto che vive all’interno della nostra mente.

Così come in un sogno notturno le cose non hanno alcuna consistenza reale, così in questa apparente realtà ci renderemo conto della natura del tutto illusoria di qualsiasi esperienza facciamo, il che ci rende al contempo sia i protagonisti passivi, in quanto personaggi del sogno, sia gli unici e assoluti artefici, in quanto sognatori, di quell’immenso gioco di luci e colori che chiamiamo mondo. Un po’ come fece Alice nel Paese delle Meraviglie, scopriremo di essere all’interno di un mondo davvero strano, dove tutto ciò che percepiamo esiste solo all’interno della nostra mente, e dove lo stesso concetto di tempo viene del tutto stravolto, per scoprire alla fine che esso stesso non è altro che una mera costruzione mentale all’interno della quale i concetti di causa ed effetto non hanno più il vecchio significato che gli abbiamo attribuito da sempre.

Scopriremo un mondo talmente strano da farci sembrare del tutto plausibile l’idea che in fondo tutto ciò che osserviamo potrebbe essere nient’altro che il risultato di un’immensa simulazione all’interno di un enorme computer quantistico. Del resto, se fossimo degli scienziati in grado di costruire complesse simulazioni computerizzate, molto probabilmente progetteremmo il mondo esattamente come quello in cui stiamo vivendo, nel quale vigono leggi probabilistiche invece che deterministiche. Che senso avrebbe, infatti, simulare un mondo basato sulla fisica deterministica, dove qualsiasi esito finale sarebbe già determinato fin dall’inizio? La fisica quantistica ci descrive invece un mondo in cui la fanno da padrone le leggi probabilistiche, dove l’indeterminazione è una di quelle leggi fondamentali grazie alla quale è del tutto possibile che nuove cose possano apparire dal nulla in modo del tutto inaspettato e imprevedibile.

E allora armiamoci del coraggio necessario a rimettere in discussione tutto ciò che crediamo di sapere sul mondo e affrontiamo senza esitare la lettura dei capitoli di questa prima sezione, nei quali scopriremo che quell’indeterminazione su cui si basa il nostro Universo è il magico ingrediente necessario che fa di noi i protagonisti assoluti di questa immensa illusione, dove la vera e unica causa che rende possibile qualsiasi accadimento è nientepopodimeno che il nostro pensiero.

In questo primo capitolo proverò ad illustrare quello che la scienza sta scoprendo negli ultimi decenni, e come queste scoperte stanno rivoluzionando il modo di pensare di molti.

Andiamo con ordine, anzi no, iniziamo dalla fine, e cioè diciamo subito dove voglio andare a ‘parare’: il mondo così come lo vediamo e percepiamo non esiste, o meglio, esiste solo nella nostra mente. Sembra pazzesco? Lo è, o meglio, lo può sembrare a causa delle nostre convinzioni, radicate nel nostro subconscio da centinaia o migliaia di anni di pensiero comune (se tutti credono in una cosa, è più semplice crederle ciecamente, piuttosto che metterla in discussione).

Proviamo a spiegarne il perché.

La fisica classica o deterministica

Fino alla fine del XIX secolo, gli scienziati erano convinti che il mondo rispondesse ad una fisica deterministica, dove la prima regola era che ogni azione era la naturale conseguenza di una causa, qualunque essa fosse. Per esempio, è normale per tutti noi accettare che se imprimiamo una forza ad un oggetto, questo inizi a muoversi con un moto accelerato, proporzionale alla forza impressa. Da questo ne consegue che, conoscendo tutte le variabili in gioco (massa, forza impressa, resistenza dell’aria, ...) si potrebbe facilmente derivare la traiettoria (in termini di posizione e velocità) dell’oggetto in qualsiasi momento successivo. Estendendo questo concetto, la fisica deterministica afferma che, se si potessero misurare tutte le proprietà delle particelle elementari che compongono l’Universo, e avendo a disposizione la potenza di calcolo necessaria, si potrebbe calcolare con esattezza l’evoluzione dell’Universo stesso in qualsiasi istante futuro.

Negli anni ’20 del XX secolo, una nuova teoria si è fatta strada tra gli scienziati, una teoria che tentava di spiegare strani risultati che venivano sperimentati nei laboratori scientifici, che erano in totale disaccordo con la fisica classica.

La fìsica quantistica (cioè, il mondo non funziona come ce lo immaginavamo)

Nei primi anni del XX secolo, alcuni scienziati (M. Planck, N. Bohr ed altri) svilupparono una teoria (avvalorata da numerosi esperimenti reali) secondo la quale la vera natura della materia non è corpuscolare (o almeno non solo), ma presenta una intrinseca natura ondulatoria, dove ogni onda descrive la probabilità che una certa particella esista in un determinato punto dello spazio-tempo.

Probabilità??? Si, ogni particella non esiste come ce la immaginiamo noi, e cioè come un piccolo ‘grumo’ di materia (o come una pallina, così come erroneamente disegnata in molti testi di fisica), ma come una semplice onda di probabilità. La particella potrebbe stare qui, ma con una differente probabilità potrebbe invece stare lì. O in qualunque altro posto, con differenti probabilità.

Si va bene, ma chi decide dove esattamente la particella dovrebbe apparire se uno scienziato tentasse di misurarne la posizione? Reggetevi forte: chi decide è lo scienziato stesso, attraverso l’atto dell’osservazione.

In altre parole, fino a che nessuno osserva la particella, questa esiste solo come un’onda di probabilità, mentre appena qualche ‘osservatore’ decide di osservarla, allora l’onda scompare (i fisici dicono che collassa), ed al suo posto compare la particella. Dove? Esattamente dove l’osservatore si aspetta di trovarla.

Strano ma vero. Gli scienziati si stanno sempre più rendendo conto che l’osservatore, a differenza di quanto si credeva nella fisica classica, ha un ruolo centrale nel determinare gli effetti di qualsiasi fenomeno fisico.

Più esattamente, ha un ruolo determinante nel Creare la realtà che ci circonda.

Il Creatore che è in ognuno di noi

A questo punto le conclusioni che si possono trarre sono assolutamente sconvolgenti. Se noi determiniamo, attraverso l’osservazione, l’esistenza di qualsiasi particella, viene da sé dedurre che noi siamo i ‘Creatori’ della nostra realtà. Come creiamo? La riposta è strabiliante (almeno apparentemente): che ci crediate o no, noi creiamo la materia con la nostra mente, esercitando il nostro pensiero.

Lo facciamo tutti i giorni, in modo inconsapevole, semplicemente pensando a quella che è la nostra realtà quotidiana, in base a quelle che sono le convinzioni su come la realtà dovrebbe essere.

Spingendoci un po’ oltre, possiamo ipotizzare che il mondo là fuori non esiste fino a che non lo immaginiamo, e immaginandolo lo creiamo.

Forse non esiste il concetto di là fuori separato dal qui dentro (la nostra mente), dato che tutto deve esistere nella nostra mente, prima di manifestarsi là fuori. La realtà molto probabilmente è solo una proiezione dei nostri pensieri.

Data di Pubblicazione: 29 dicembre 2020

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