SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO

Magia e scienza attraverso i secoli

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Nella società contemporanea in cui viviamo magia e scienza sono considerate due discipline inconciliabili. Ѐ davvero così? Come può il pensiero magico arricchire la scienza? Scoprilo leggendo l'anteprima del nuovo libro di Paolo Lissoni.

Scienza, magia e amore

Rispetto a ciò che ora accade nel mondo, l’unico sogno possibile non potrebbe essere che quello di una scienza magica e di una politica magica, nel senso di una scienza e di una politica finalmente fondate ancora sull’unità del sapere, caratteristica questa da sempre della sola Tradizione dei Magi, anche se meta auspicata da ogni vera tradizione filosofica, in particolare da parte dell’idealismo.

Tuttavia, pur significando il termine magia “la scienza dello spirito”, che non è un sapere solo intellettuale ma uno stato di coscienza d’Amore, derivando infatti il termine “magia” dalla parola caldeo-babilonese mag, cioè stato d’amore, nella mente dell’inconscio collettivo la Magia è percepita esattamente come l’opposto della scienza. Per cui la Scienza sarebbe l’opposto della Magia, come se l’opposto della Scienza non fosse più la non Conoscenza, cioè l’ignoranza, ma la magia, la quale è invece un’altra forma di conoscenza, fondata su caratteristiche razionali, sensoriali e sovra-sensoriali meta-razionali.

La conoscenza della magia è la sola fondata sull’unità del sapere per il semplice fatto di basarsi su un solo aforisma, quello della unicità dell’Essere con i suoi archetipi sussistenti per analogia su tutte le sue dimensioni, alla cui percezione è possibile accedere sensitivamente solo nello stato di coscienza d’Amore, che comprende ma che, al contempo, è al di la della sola sfera intellettuale.

La magia pone quindi l’epicentro dell’unita del sapere nell’Amore, senza il quale la mente logica non potrebbe conseguire nessuna unità sapienziale. L'unicità dell’Essere non va solo pensata in termini metafisici astratti ed impersonali, ma innanzitutto quale unità della vita e della conseguente universalità della libertà.

Ora, se la scienza è attestazione del vero quale realtà, il fatto di concepire la magia come l’opposto della scienza comporta implicitamente un’accusa di falsità nei confronti della magia stessa o quanto meno, nella migliore delle ipotesi, un’accusa di irrazionalità in quanto non verificabile. La scienza utilizza la ragione per giungere alla verità e anche la magia usa la razionalità, ma solo per tradurre in forma esprimibile e comunicabile le verità dell’Essere, conosciute per espansione d’Amore della coscienza.

 

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Che cos'è la PNEI?

Infatti, l'Amore, prima ancora che essere la più alta forma della morale, è innanzitutto una via di conoscenza.

Del resto, se conoscere significa immedesimarsi nella realtà conosciuta, il superamento della separazione fra soggetto ed oggetto è conseguibile solo nello stato d'Amore, quindi nello stato di magia. L'episteme della scienza concepisce essere scienza solo ciò che è verificabile come vero o confutato come falso, ragion per cui considerare una data affermazione non scientifica non significa ritenere che essa sia falsa, bensì semplicemente che non sia verificabile né come vera né come falsa: quindi non scientifico non significa non vero.

Ne consegue che se la magia non è verificabile come vera o falsa, ciò non significa allora che le sue affermazioni siano false, ma solo non verificabili, come del resto è per la metafisica.

In realtà, la non verificabilità della magia e delle sue conoscenze non deve essere più concepita come un’affermazione assoluta, bensì storicamente determinata, quindi dipendente dai mezzi storici di conoscenza a disposizione del genere umano. Ed i mezzi di cui oggi può disporre l'umanità, in particolare in ambito di chimica psico-immuno-biologica, sono tali da poter già consentire una preliminare conferma scientifica delle verità spirituali fondamentali della magia, che per secoli erano invece state relegate al rango di indicazioni morali o credenze religiose, prima fra tutte la verità che lo stato di salute perfetta corrisponde a quello della santità nell'Amore, e questo per il semplice fatto che è solo la psico-neuro-chimica dell’Amore e del Piacere, mediata dagli ormoni della pineale, dagli endocannabinoidi, dall’ossitocina, dall’ormone natriuretico atriale cardiaco e dalla angiotensina 1-7, a rendere perfetta la funzionalità del sistema immunitario, da cui innanzitutto dipende lo stato di salute o di malattia.

La magia, quale scienza dello spirito, a livello di conoscenza biologica può già ora essere attestata come verità della scienza, ovviamente da una libera scienza non sottoposta a nessuna sudditanza economica o ideologica, attraverso la disciplina della PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia).

Ed allo stesso modo a livello antropologico-esistenziale una verità dello spirito diviene verificabile attraverso le reali esperienze di vita solo se tradotta in una regola, non in una norma morale o credenza religiosa, che non è verificabile, ma in una regola spirituale, che può essere verificata come vera, qualora ovviamente si disponga delle condizioni necessarie per la loro verifica, che consistono di fatto in un laboratorio sperimentale per le conoscenze biologiche e nel laboratorio interiore della propria vita di ogni giorno per le conoscenze inerenti l'esistenza umana, le dinamiche del suo divenire ed il suo senso.

 

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Storia dei rapporti tra politica e magia

Secondo l’analisi di Giorgio Galli nel saggio La politica e i maghi, fra i pochi autori — se non l'unico — che si sono occupati del rapporto fra politica e magia al fine di comprendere la reale dinamica che è sottostata e sottostà ancora al divenire degli eventi della storia, la rottura definitiva fra magia, intesa quale cultura esoterica e mondo politico-religioso, sarebbe riconducibile alla guerra dei Trent’anni, che oppose fra loro cattolici e protestanti, interessando di volta in volta aree diverse dell’Europa dal 1618 al 1648, in particolare nel Palatinato ed in Boemia, con il ruolo centrale della Francia — posta nel mezzo fra Spagna e Germania ad impedire l’unita dell’Impero asburgico — che, pur essendo prevalentemente cattolica, optava in favore di una sua indipendenza da Roma sotto la regia politica di Richelieu prima e Mazzarino poi, entrambi cardinali della Chiesa cattolica.

Prima di allora, cultura esoterica e vita civile sia politica che religiosa erano intrecciate in qualche modo fra loro, in particolare nel Rinascimento, e questo fondamentalmente perché tutti credevano e riconoscevano l’esistenza di facoltà extrasensoriali ed esperienze sovra-sensibili, comunque venissero chiamate: visioni, veggenze, profezie, apparizioni, rivelazioni divine.

Nella guerra fra cattolici e protestanti, ad essere più tollerante nei confronti della cultura esoterica sarebbe stato il protestantesimo, quanto meno in alcune aree geografiche, come in Boemia e nel Palatinato, la regione della Germania attorno ad Heidelberg.

Infatti, agli inizi del 1600, il centro principale della cultura esoterica era la corte di Rodolfo I d'Asburgo a Praga.

In ogni caso, anche il protestantesimo perseguitò tutto ciò che non corrispondeva alla ortodossia cristiana stabilita dai pastori, che in qualche modo erano venuti a sostituire il ruolo esercitato dal clero nella Chiesa cattolica, ma senza avere neppure più sacramentalità della successione apostolico-episcopale. Quando era ancora vivente lo stesso Lutero, infatti, si ebbe la strage degli anabattisti a Miinster, nel nord della Germania, da parte di un esercito misto cattolico-luterano. Quella degli anabattisti era una comunità profetica che proclamava in Cristo una rivoluzione politico-sessuale, fondata sull’abolizione della proprietà privata e sull’affermazione della poligamia.

 

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L'esoterismo e la Chiesa cattolica

Ma a pianificare una lotta sistematica nei confronti di ogni concezione esoterica fu unicamente la Chiesa cattolica.

All’inizio la persecuzione avvenne solo nei confronti delle streghe, ma in un secondo momento venne a colpire più specificatamente i maghi, quindi la cultura esoterica in se stessa. Sempre secondo la ricostruzione storica di Giorgio Galli, ampiamente argomentata ed attestata da fonti documentali, l’inizio delle connessioni fra politica e magia in modo evidente sarebbe da attribuire in particolare alla figura di Caterina de’ Medici, la fiorentina della famiglia dei Medici che sposo il re di Francia Enrico II, figlio di Francesco I, il re francese che più si era opposto al potere degli Asburgo di Carlo V.

Le conoscenze esoteriche erano infatti ben note alla famiglia dei Medici. Caterina de’ Medici fu chiamata la “Regina nera”, e questo sia per il suo interesse nei confronti delle pratiche magiche, tanto che ebbe modo di consultare perfino il profeta Nostradamus, sia per avere pianificato nella notte di san Bartolomeo, il 24 agosto 1572, la strage di migliaia di ugonotti, i protestanti francesi seguaci del calvinismo, coloro che rappresentavano gli interessi della nascente borghesia.

Un’altra de’ Medici, Maria, sposò Enrico IV di Navarra ed il loro figlio divenne re di Francia con il nome di Luigi XIII.

Maria de’ Medici, aveva un’amica esperta di magia, Eleonora Galigai. La volle con sé a corte ed il marito, il fiorentino Concini, entrò nel Consiglio di Stato, sino a diventare Primo Ministro, titolo questo che poi avrebbero assunto il cardinale Richelieu prima ed il cardinale Mazzarino poi.

Lo stesso Richelieu all'inizio era a conoscenza dell'esoterismo e ne condivideva in parte le verità, anche se in seguito si ritrovò in qualche modo costretto ad abiurarlo, quando la Chiesa cattolica iniziò a combattere sistematicamente il pensiero magico, ma anche perché lo considerava un pericolo per l'ordine sociale ed un impedimento alla nascita dello Stato moderno, di cui sarebbe stato uno dei teorizzatori.

La famiglia dei Medici e la magia

Connessioni fra conoscenze esoteriche e vita socio-religiosa erano ben evidenti anche nel Rinascimento ma, mentre prima esse riguardavano innanzitutto la conoscenza dell'uomo, di Dio e del mondo, fu in particolare a partire dalla famiglia dei Medici che la connessione fra magia e vita sociale venne ad investire la stessa politica. Le lotte di potere sotto Luigi XIII portarono all’uccisione di Concini, alla condanna al rogo della moglie Eleonora per stregoneria e all’esilio di Maria de' Medici, cui comunque il figlio rimase sempre sottomesso nelle sue decisioni.

Dapprima allontanato dalla corte regale, Richelieu fu poi riabilitato fino al punto di essere il vero regista della politica del Regno di Francia nel suo scontro con il potere asburgico di Spagna e Austria. In quegli anni, a partire dal 1623, erano comparsi a Parigi i manifesti dei Rosacroce, detti anche “gli invisibili” — un movimento esoterico nato verosimilmente in Germania nel Palatinato e in Boemia — che la Chiesa cattolica definì subito come “stregoni”, quindi da perseguitare, cosa che avvenne in particolare da parte dei gesuiti con personaggi quali padre Gaultier e padre Garasse.

Maria de’ Medici aveva un’amica esperta di magia, Caterina Hammon, una calzolaia di Loudun, di cui era parroco un tale Grandier, considerato uno stregone. II convento delle Orsoline di Loudun sarebbe diventato un centro di rituali sessuali, tanto da essere ritenuto un centro di streghe. Il processo contro il convento delle Orsoline e contro Grandier si tenne nel 1634 e fu l'unico processo fra i tanti contro la stregoneria del quale Richelieu si interessò in prima persona. Nel processo le Orsoline accusavano Grandier di averle stregate, e Grandier fu condannato con il consenso di Richelieu che, in questo modo, si distaccava definitivamente dal suo precedente interesse per l’esoterismo.

Collegato in qualche modo al movimento dei Rosacroce era lo stesso Cartesio, tanto da recarsi sia nel Palatinato che a Praga in Boemia, dove il movimento rosacruciano sarebbe nato, tornando poi a Parigi proprio nel momento in cui il movimento prendeva vita anche in Francia.

 

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Il pensiero magico e la scienza razionale

La guerra dei Trent’anni se da una parte fu fondamentalmente una guerra cronica fra cattolici e protestanti, con la Francia su posizioni ambivalenti, fu nello stesso tempo la guerra che portò all’affermazione dello Stato moderno, concepito in particolare da parte della nascente borghesia capitalistica francese, che aveva trovato nel calvinismo una legittimazione simil-teologica, in opposizione alla ormai vecchia visione politica degli Asburgo. Ma la guerra dei Trent'anni fu anche una guerra persecutoria contro la cultura esoterica, che portò alla fine all’emarginazione dell’esoterismo dalla vita politica e culturale dello Stato, con il conseguente passaggio dei movimenti esoterici ad una condizione di clandestinità. 

Secondo l'analisi di Galli, la repressione contro le scienze occulte non sarebbe stata dovuta tanto a ragioni politiche, quanto piuttosto al fatto che la concezione magico-esoterica del mondo fondata sull’inseparabile unità fra microcosmo e macrocosmo, quindi fra essere umano ed universo, veniva a porsi in netta contrapposizione rispetto alla mentalità percettiva della nascente scienza razionale, di cui la nascente borghesia aveva bisogno per realizzare la propria visione del mondo, fondata su criteri empirici e meccanicistici, quindi opposti a quelli dell'analogia prospettata dal pensiero magico, affermando essa la perfetta corrispondenza fra universale e singolare.

Secondo gli studi di Frances Yates, una delle massime studiose della Guerra dei trent'anni, con la conquista da parte degli eserciti cattolici, nella cosiddetta "battaglia della Montagna Bianca", delle terre passate al protestantesimo ella Boemia e del Palatinato ed aperte all’esoterismo con personaggi quali John Dee, scompariva un mondo intero, quello della cultura magico-esoterica e, con esso, l'illusione di un possibile riconoscimento storico-sociale del pensiero magico, il solo vero nemico dell’Illuminismo quale ideologia della nascente classe borghese-capitalistica.

Data di Pubblicazione: 28 dicembre 2021

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