Risveglia la strega verde che è in te, crea e coltiva il tuo giardino magico e impara l'uso delle erbe, leggendo il nuovo libro di Arin Murphy-Hiscock.

Magia verde in giardino

Perché avete bisogno di un giardino per la vostra pratica

Il mondo naturale canta. I suoi ritmi riecheggiano nelle nostre vite, intrecciati ai nostri passi quotidiani. La natura ispira, conforta e sostiene, ci offre le sue cure e sussurra al nostro orecchio, donandoci serenità e calma. Non c'è da stupirsi se proviamo il desiderio di introdurre nelle nostre case la sua musica, o se desideriamo unire la nostra voce alla sua.

Camminare nella natura, in un ambiente selvaggio o in un semplice parco, è gradevole. Ma curare la natura in un rapporto diretto, con attenzione e amore, nutrendo e coccolando tutte le meraviglie verdi che in cambio ci donano la vita, è tutt'altro tipo di esperienza.

Il giardino ci mostra l’importanza della dedizione e della cura gentile, anche se possiamo dedicargli solo qualche istante ogni giorno. Una verità che emerge inoppugnabile quando ci dimentichiamo di curare le nostre piante: private delle nostre attenzioni, appassiscono e seccano, oppure crescono incontrollate occupando tutto lo spazio vitale.

Una cura regolare, e adatta alle esigenze di ogni pianta, è fondamentale: non è un compito lungo e complesso, ma richiede tante piccole attenzioni quotidiane, intervallate qui e là da eventi più articolati.

Se avete l’impressione che il principio potrebbe applicarsi anche alla vostra pratica spirituale, siete in buona compagnia. Un breve istante di contatto con il Divino, l’atto di protendersi e connettersi momentaneamente con l'energia circostante, è quanto basta per prenderci cura di noi stessi e radicarci.

Ogni tanto, invece, ci concediamo il tempo per azioni più complesse, come i rituali o le sedute di meditazione che ci permettono di esplorare i diversi aspetti della nostra crescita personale. Tuttavia, se non ci dedichiamo con regolarità ai brevi istanti di raccoglimento spirituale, la frequenza delle attività più complesse deve necessariamente aumentare, per compensare i danni della nostra trascuratezza, e il lavoro spirituale si fa più lungo e complesso.

Allo stesso modo, se ignorate le vostre piante troppo a lungo dovrete lavorare assai duramente per rimetterle in salute. Quindi, perché non unire le due cose? Concedetevi ogni giorno un breve contatto con le vostre piante, e trasformatelo nel vostro esercizio spirituale quotidiano: interagire con il giardino vi permetterà di equilibrare le energie, instaurando una benefica relazione di reciproco scambio.

 

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Partecipare allo sviluppo delle piante è un'esperienza formativa che ogni strega verde dovrebbe concedersi almeno una volta (preferibilmente, più volte nell’arco della propria vita). Il lavoro manuale a stretto contatto con le piante è una connessione con la natura che non ha eguali, alla portata di tutti e praticabile ovunque.

Lavorare con le piante offre inoltre un'occasione per esercitare la consapevolezza. L'atto di prendersi cura del proprio giardino permette di vivere completamente immersi nel presente, disconnettendosi dall’ansia e dallo stress, per concentrarsi semplicemente sulla comunicazione con un altro essere vivente. Inoltre, manipolare e prendersi cura di qualcosa di vivo distoglie gradevolmente l’attenzione dalla negatività che ci vortica intorno nel mondo.

Le streghe, le persone empatiche e coloro che lavorano con l’energia tendono a risentire pesantemente dello stato del mondo, e patiscono in particolare l'esposizione alla negatività, alla paura e alla disperazione — sia nella loro cerchia sociale, sia attraverso le notizie.

Il giardinaggio offre loro la possibilità di abbassare la pressione sanguigna e di incrementare i livelli di serotonina.

Se disponete di un giardino esterno — qualunque sia la tecnica di coltivazione scelta: in contenitore, in serra o direttamente nel terreno — l’esposizione all’aria aperta offrirà ulteriori benefici alla vostra salute.

La luce solare, infatti, stimola la produzione di vitamina D, che a sua volta favorisce la produzione dei neurotrasmettitori che regolano e stabilizzano il nostro umore (bassi livelli di vitamina D sono talvolta associati a stati di depressione e di ansia). Inoltre, questa vitamina stimola l’assorbimento del calcio e rafforza il sistema immunitario.

Gestire in prima persona il giardino vi offre anche l'opportunità di influenzare e guidare lo sviluppo energetico di specifiche coltivazioni. Per esempio, la lavanda è associata spesso sia alla purificazione, che alla pace, all’armonia e alla guarigione. Prendendovi cura della vostra pianta, potreste orientare la sua crescita verso un intento più specializzato — per esempio, la purificazione — e utilizzarla in seguito per tali scopi nella vostra pratica magica.

Un ulteriore vantaggio offerto dalla cura del proprio giardino è la certezza che gli ingredienti per la vostra pratica magica saranno privi di energie negative o indesiderate, poiché cresciuti in un ambiente posto sotto il vostro controllo. Inoltre, le piante che si sono mantenute sane grazie alle vostre attenzioni saranno sicuramente prive di pesticidi o di altre sostanze chimiche indesiderate.

 

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Il giardino come riflesso spirituale

AI pari del lavoro spirituale, il giardinaggio richiede tempo e pazienza.

Nulla avviene in un istante: è una forma di magia lenta, alla quale partecipate sia come streghe, sia come giardinieri. Raramente il giardinaggio è accompagnato da rivelazioni sconvolgenti. È piuttosto una lenta crescita, un apprendimento che si arricchisce in un lungo arco di tempo.

Se si riesce a cogliere il giardino come una metafora di se stessi, osservarlo diviene un'esperienza illuminante. Tra il controllo totale di un giardino e la sua crescita spontanea e indisciplinata esiste un punto di equilibrio che ogni giardiniere deve trovare.

I fattori in gioco sono numerosi: la scelta delle piante da coltivare, le condizioni ambientali, il risultato desiderato, e così via. A volte progettiamo un ambiente ordinato, ma siamo sopraffatti da un'esplosione di fertilità e di abbondanza. Essere pronti a rivedere le proprie aspettative per assecondare la realtà è l'atteggiamento giusto.

Lo stesso vale per il proprio cammino spirituale: talvolta, nella nostra vita si presenta un evento imprevisto che ci spinge in una direzione inattesa e imprevedibile. Forzare le cose per ritornare sul percorso originale potrebbe privarci della crescita offerta dalla nuova traiettoria.

D'altra parte, talvolta la nuova via si rivela talmente onerosa che tornare sui propri passi è la scelta più salutare.

 

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Il ritmo delle stagioni è lento, ma si manifesta con grande chiarezza nei mutamenti di un giardino. Via via che le stagioni si avvicendano, nuove attività richiedono la nostra attenzione, e la possibilità di individuare i cambiamenti di energia nella variabilità dell'ambiente è una ricompensa inestimabile per il nostro lavoro.

Allo stesso tempo, impariamo a distinguere con maggiore precisione il modo in cui la nostra energia varia in rapporto alla stagione, e ad assecondare il ciclo più ampio in cui siamo immersi.

Un giardino richiede anche cure e attenzione. Non si può ignorarlo e aspettarsi che si mantenga perfetto e in ordine. Lo stesso vale per gli esseri umani. La cura di sé — a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale — è essenziale, e il punto di partenza è prestare attenzione a se stessi.

In modo analogo, il giardinaggio richiede diversi livelli di cura: annaffiature regolari, controllo delle infestanti e potature sono tutte operazioni indispensabili. Anche i germogli delle nuove piante vanno sfoltiti: se non si eliminano alcune delle nuove carote, le altre non avranno spazio sufficiente per svilupparsi. Il ciuffo verde in superficie sarà di un bel verde brillante, ma la radice, nel sottosuolo, resterà gracile e sottile.

D'altra parte, lasciare che un giardino si inselvatichisca impartisce un diverso tipo di lezione. Capita, talvolta, di ottenere comunque dei buoni risultati, e questo è un messaggio importante: c'è un tempo per la spontaneità, e un tempo per esercitare la disciplina.

Qualche volta, è necessario rinunciare a monitorare in modo ossessivo ogni istante, per lasciare spazio alla natura. Fidatevi del processo. Prestate ascolto al vostro intuito e a ciò che il giardino comunica.

Non intestarditevi a stabilire un legame troppo forte tra il giardino e la vostra personalità, come se le piante dovessero rispecchiarvi fedelmente. Al tempo stesso, non create inesistenti collegamenti tra la salute del giardino e il vostro personale stato di salute o i vostri problemi attuali o futuri. Cogliete invece i parallelismi spirituali, e le numerose lezioni da interiorizzare per sostenere l’impegno a venire.

Il giardinaggio aiuta anche a sgomberare la mente. Il lavoro manuale ci allontana dai pensieri ossessivi, incoraggiandoci a rallentare e a immergerci nell’attimo presente. Apritevi ai suggerimenti e ai messaggi dell’intuizione, e manifestate gratitudine per le delizie naturali in cui vi imbattete mentre siete all’opera.

L'impegno profuso in giardino vi aiuterà a concentrarvi su un elemento esterno, e tuttavia parallelo al vostro ciclo di crescita e ai vostri bisogni. La decomposizione è un passaggio importante nel ciclo naturale, sia perché dona vita al nuovo terriccio, sia perché permette di interagire con l'energia naturale in modi inusuali. Siamo tutti coscienti di cosa si prova immergendosi nella natura per sentirsi circondati dalla vita.

 

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Ma l'energia coinvolta nei processi che seguono la morte è altrettanto importante e meritevole di attenzione.

I libri di giardinaggio spiegano come si crea una compostiera, e le diverse sostanze che il compost dona al terreno del giardino. La raccolta dei rifiuti organici per l’autoproduzione del terriccio è sempre più diffusa e apprezzata. Tuttavia, è raro soffermarsi a riflettere sull’energia del compostaggio: cosa si crea, e cosa si libera?

Il compost non è spazzatura: è il risultato di un processo di decomposizione. Dopo la morte, la decomposizione libera energia, mentre la materia organica prende una forma meno strutturata e più accessibile ai microorganismi che si nutrono di essa, restituendo alla terra gli elementi fondamentali per la creazione di nuova vita.

Il compost fornisce nutrienti e fertilizzanti alle piante future.

In natura, ciò avviene senza supervisione. Durante una passeggiata nel bosco, osservate le foglie e i ramoscelli caduti a terra. Esaminate i tronchi degli alberi caduti, il loro lento disfacimento, il modo in cui i funghi e il muschio li colonizzano. Funghi, muschi, batteri, insetti e vermi partecipano tutti al disfacimento della materia organica.

Le streghe verdi sono consapevoli che tutto ciò è parte del ciclo naturale, e sanno trarne ispirazione. Molte persone, tuttavia, tendono a considerare la morte come un traguardo finale, talvolta seguito da una rinascita. Quest’idea così diffusa trascura il fondamentale processo di decomposizione, e spesso lo sottovaluta.

In alcune pratiche neopagane, il sabba del terzo raccolto, Samhain, simboleggia anche la fine del ciclo, l’addio, la rinuncia a ciò che non è più utile. Il solstizio d’inverno, per contro, simboleggia la rinascita del sole, l’inizio di un nuovo ciclo. Ma cosa avviene nelle settimane tra Samhain e Yule?

Solitamente, pensiamo a campi incolti che sonnecchiano recuperando energia e incubando i semi che si manifesteranno con il ritorno del sole. Ma in questa raffigurazione del ciclo naturale c'è un elemento mancante: la decomposizione.

Pensare alla propria vita, esaminarla inserita in un contesto di disfacimento, dove tutto si riduce agli elementi base, genera talvolta un senso di disagio. Ma è importante non distogliere lo sguardo dalle parti più oscure e scomode della nostra spiritualità e della nostra pratica.

Noi streghe sappiamo bene che le cose oscure non sono necessariamente cattive. La tenebra, per noi, è lo scrigno che protegge il mistero e la conoscenza, i segreti e le rivelazioni... se possediamo il coraggio necessario per affrontarla.

La decomposizione libera energia e la riconduce a uno stato più semplice, districando e rompendo i legami tra i diversi componenti base della struttura energetica. Scioglie e dipana, liberando l’energia aggregata fino a distendere e a separare tutti i fili. In tal modo, l'energia ritorna a uno stato neutro ed è pronta per essere riutilizzata.

Questa fase del ciclo è introspettiva e meditativa. Le sensazioni associate sono travolgenti, e non c'è nulla di sbagliato nel procedere a piccoli passi. Non dovete necessariamente rimanere vincolati a rigidi cicli stagionali — anche se lavorare in risonanza con un modello naturale più esteso e con le caratteristiche agricole e geografiche della vostra zona può facilitarvi il compito.

La decomposizione non si arresta mai: d’inverno, per esempio, opera sui rimasugli vegetali delle stagioni passate, mentre nelle stagioni di crescita possiamo alimentarla con gli sfalci e le potature.

 

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Data di Pubblicazione: 4 maggio 2022

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