SALUTE E BENESSERE

Manuale di Kinesiologia Aurica - Anteprima del libro di Fausto Nicolli

Ritrova il tuo equilibrio fisico. emotivo e spirituale

Che cos’è la Kinesiologia

Nasce nel 1964 come Kinesiologia Applicata grazie a George Goodheart D.C. di Detroit. Egli iniziò a valutare i muscoli dei suoi pazienti con il test muscolare e notò che in alcuni casi essi erano deboli, anche se, in effetti, non esisteva alcuna causa articolare alla base di ciò e tanto meno un’atrofia.

Questo lo portò nel tempo a comprendere il forte legame fra gruppi muscolari e connessioni di vario genere (neurologiche, biochimiche, energetiche, emozionali) e, grazie a questa comprensione, riuscì a ottenere informazioni sullo stato generale di equilibrio di una persona proprio attraverso l’utilizzo dei muscoli (test muscolare). L’unicità di quest’arte non poteva non avere uno sviluppo rapido grazie al suo ampio campo di azione.

Per “stato generale di equilibrio” si intendono tutti quei problemi che riguardano l’essere umano nella sua interezza e non nella sua parzialità (come sovente accade). Quando questo equilibrio viene a mancare, c’è un’alterazione della funzionalità generale nella persona che lentamente può sfociare in una malattia.

Questo equilibrio in Kinesiologia (come del resto in altre arti) si basa su un triangolo equilatero in cui i tre lati devono essere uguali al fine di mantenere questo equilibrio.

I tre lati del triangolo

I tre lati rappresentano:

  1. La biofisica (che è la base del triangolo)
  2. La biochimica
  3. La psiche

Questi tre aspetti fondamentali (con i loro successivi sviluppi) interagiscono e si manifestano a vari livelli. È un errore considerare solo un fattore trascurando gli altri, perché sono tre prospettive essenziali di un’unica realtà.

Attraverso la Kinesiologia possiamo comprendere da dove parte il disagio e, grazie a questa catena causalistica, correggere il problema il più alla radice possibile. Al riguardo Goodheart diceva: “Il corpo non mente, però dobbiamo porre la giusta domanda”. A questo punto è facile intuire che il più grosso problema non è capire cosa il corpo ci dice... ma porre le giuste domande in modo da comprendere in maniera precisa la risposta che il corpo ci dà.

In effetti, la Kinesiologia si fonda sul principio che un corpo interrogato risponde alle domande postegli e, inoltre, sulla capacità di utilizzare i muscoli scheletrici come linguaggio sincero dell’uomo. È la forza o debolezza del muscolo in esame il “passa o non passa” del linguaggio primario del corpo, l’indicatore che c’è un problema da risolvere, e questo in Kinesiologia è individuato attraverso “l’arte del test muscolare” della quale parleremo più avanti.

Tornando al concetto di equilibrio abbiamo detto che per la Kinesiologia, esso è formato dai tre lati di un triangolo equilatero che interagiscono fra loro continuamente e sono:

  • Biofìsica, cioè tutto quello che riguarda la struttura e in particolare la colonna vertebrale dalla quale, se non correttamente allineata, si può avere interazioni sulla postura e sui nervi spinali che potranno dare ripercussioni a qualsiasi livello;
  • Biochimica è tutto ciò che riguarda l’aspetto nutrizionale, il sangue e la linfa, quindi tutto il nutrimento, mantenimento e pulizia dell’organismo;
  • Psiche, qui ci si addentra in tutto quel mondo che, legato alle emozioni, può alterare la corretta funzionalità di un organismo e della sua struttura (o essere da queste ultime influenzata).

Cinque Fattori del Forame Intervertebrale

Per essere ancora più precisi sul concetto di equilibrio kinesiologico è giusto introdurre questo triangolo all'interno di un cerchio dove sono compresi i “Cinque Fattori del Forame Intervertebrale”, termine coniato sempre dal Dottor Goodheart, ed essi sono:

  1. il sistema nervoso, i cui disturbi dovuti a sublussazioni spinali portano aH’intrappolamento del nervo periferico che non produrrà impulsi corretti creando disturbi del sistema neurotrasmettitore.
  2. il sistema dei vasi linfatici, (riflessi di Chapmann) poiché la variazione di questo liquido all’interno di un distretto corporeo può influenzare notevolmente la postura, creando una serie d’infiammazioni in organi e/o muscoli.
  3. il sistema dei vasi sanguigni, (riflessi di Bennett) che, influenzato da diversi fattori come blocchi meccanici, biochimici, ecc. determina cattivo nutrimento e ossigenazione del nostro organismo.
  4. il liquido cefalo rachidiano, (associato al meccanismo respiratorio primario cranio-sacrale descritto da Sutherland) comprende i movimenti autonomi delle ossa del cranio, del sacro e del bacino; normalmente definito con il termine più conosciuto di Cranio-sacrale.
  5. il sistema dei meridiani è costituito da dei punti situati sulla colonna vertebrale a livello dei forami intervertebrali; è qui comprensibile come un disallineamento della colonna non influenzi più solo i nervi (come detto nel punto 1) ma anche questo sistema energetico che è strettamente collegato a organi, visceri, struttura, emozioni, biochimica e tutto quanto rappresenti l’universo.

Per terminare resta importante ricordare che, perché siano presenti questi fattori, dobbiamo trovarci davanti ad un essere in grado di muoversi poiché innanzi tutto la Kinesiologia è “lo studio del movimento” e “non della staticità di un individuo”.

L’uomo da quando nasce a quando muore è in continuo movimento (volontario e/o involontario) per cui studiarlo nella sua capacità di movimento, forza ed elasticità darà al kinesiologo l’occasione di raccogliere tutti i dati necessari al fine del riequilibrio.

Che cos’è la Kinesiologia Tradizionale (KT)

Ho iniziato i primi approcci di Kinesiologia all’inizio degli anni ‘80 con scuole francesi, ho incontrato in seguito il Touch for Health e con curiosità ho continuato lo studio di questa materia seguendo scuole di correnti differenti in giro fra Italia ed Europa. A un certo punto ho pensato di unire quello che avevo appreso alla mia esperienza terapeutica in altri campi e, cercando di diminuire il più possibile il carico teorico delle lezioni, creare un professionista di esperienza pratica.

Così, nel 1996, iniziò il primo corso di Kinesiologia Tradizionale, tenuto da me a Luserna San Giovanni (TO) presso la allora Libera Università Italiana di Naturopatia Applicata, diretta e fondata dal Dottor Rudy Lanza.

Voglio fare una piccola premessa a riguardo della KT.

Non credo che essa sia un metodo kinesiologico migliore di altri, ma semplicemente il sistema con il quale io riesco a esprimere al meglio le mie potenzialità terapeutiche attraverso quest’Arte e, come me, tutti quegli allievi che da molti anni seguono questo percorso formativo. Ho un grande rispetto per tutte le altre scuole e per tutti quei terapisti che con amore e passione ogni giorno cercano di aiutare il prossimo. Detto questo, spero vivamente di non essere frainteso nell’esposizione che farò qui a seguire.

La Kinesiologia Tradizionale è un metodo di lavoro che cerca di mantenere l’arte kinesiologica la più integra possibile e applicarla alla Naturopatia, alla Chiropratica, all’Osteopatia, alla Medicina Tradizionale Cinese e alle tecniche emozionali al fine di non tralasciare alcun lato del triangolo equilatero di cui si è precedentemente parlato.

Il kinesiologo tradizionale, per essere riconosciuto come tale, deve aver terminato l’iter di studi triennali in Naturopatia Applicata (sostenuto tutti gli esami e discusso la tesi), dopo di che inizia il suo nuovo iter triennale di Kinesiologia Tradizionale con i suoi esami pratici e teorici più tesi finale. Il kinesiologo tradizionale (kt), al termine del percorso formativo, spazia fra i vari metodi senza cercare di specializzarsi in uno solo di essi allo scopo di mantenersi il più possibile fedele ai principi kinesiologici di Goodheart.

Potrà così accadere che si ricerchi l’equilibrio nel soggetto attraverso un lavoro strutturale (fascioterapia, craniosacrale, mobilizzazioni vertebralo-articolari, riflessologia, ecc...). Oppure attraverso un lavoro biochimico (intolleranza alimentare, integrazione nutrizionale, sblocco del sistema linfatico o sanguigno, ecc...) o ancora attraverso tecniche legate all’aspetto emozionale (allentamento dello stress, trattamento delle fobie, riconoscimento di un blocco emozionale e sua liberazione, riequilibrio emisferico, fiori di Bach, ecc...) o addirittura attraverso arti energetiche, che sono appunto l’argomento del libro (visualizzazione dei Chakra, energia tibetana, Fa Gong, meridiani e punti di agopressione, ecc...).

La cassetta degli attrezzi terapeutici

Tutto questo è parte integrante del bagaglio del kt. Possiamo definire questo bagaglio “la sua cassetta degli attrezzi terapeutici” che utilizzerà secondo la risposta data dal test muscolare, senza interferire con la propria mente sul soggetto esaminato.

In effetti, avviene sovente che una persona si rivolga al terapista con idee precise e chieda, ad esempio, un lavoro emozionale perché è convinta che il suo problema generi da lì, attendendosi, quindi, sedute con molte parole, consigli e magari fiori di Bach. Capita invece che il test muscolare non riconosca nell’emotività la causa principale, o addirittura, non ritenga pronta la persona per un tale lavoro riportando il trattamento, ad esempio, a una serie di mobilizzazioni vertebrali precise o al massaggio connettivale e all’integrazione di qualche oligoelemento con il risultato che la persona starà meglio e chissà, dopo qualche giorno il blocco emozionale inizierà ad allentarsi per essere gestito in una successiva seduta o addirittura si dissolverà senza bisogno di altro intervento.

Un altro esempio può essere dato da una persona che ritiene il suo sovrappeso legato a un’intolleranza alimentare “sono sicura che ci sia qualche alimento che mi fa ingrassare” (quante volte lo abbiamo sentito dire?). Il kinesiologo inizia i suoi test e non riscontra alcuna intolleranza di rilievo ma un problema emotivo legato, ad esempio, a tre fiori di Bach. La persona uscirà dallo studio con il consiglio di integrare quei determinati fiori... e alla seduta successiva ci troveremo davanti ad una persona più magra, più motivata e più viva.

Ecco perché amo tanto questo metodo, che ritengo un bellissimo dono, ed ecco perché considero la Kinesiologia Tradizionale “l’arte più Taoista che l’occidente abbia creato”, poiché non è attraverso la mia mente che giungo a capire il problema della persona che ho davanti a me, ma attraverso il grido di aiuto del suo inconscio. E questo grido si esprime attraverso il corpo e più precisamente attraverso il test muscolare.

La Kinesiologia Tradizionale Aurica

La Kinesiologia Tradizionale Aurica aggiunge al lavoro del triangolo equilatero un’ulteriore sistema terapeutico che, per motivi di semplificazione, può essere schematizzato in due elementi:

  • Uno interno al triangolo; formato dall’Asse Centrale, Chakra, Dantian, Meridiani, Energia degli 8 Tibetani, ecc..
  • Uno esterno al triangolo; formato dal Campo Energetico Umano.

Potremo addirittura affermare che questo triangolo è mantenuto in stato di equilibrio dall’agire sinergico, e con forze uguali e contrarie (anche se dire così è riduttivo), di questi due elementi.

Lo schema qui sotto evidenzia con il simbolo del Tao le energie interne e con il cerchio periferico il Campo Energetico Umano.

L’Arte del test kinesiologico

La Kinesiologia non è un’arte difficile, basta saper porre le domande giuste al corpo ed esso darà sempre la risposta corretta e utile per l’individuo esaminato.

La parte difficile della Kinesiologia riguarda essenzialmente l’Arte del Test Muscolare. All’inizio l’allievo non ha grande sensibilità in quest’arte e tenderà a scoraggiarsi o a utilizzare troppa forza al fine di ottenere un risultato. Tutto questo è normale, ma bisogna ricordarsi che ogni arte richiede del tempo per essere appresa e molta, molta pratica.

Il muscolo è lo strumento attraverso il quale la Kinesiologia interroga il corpo e per farlo il kinesiologo deve conoscere correttamente l’anatomia, la fisiologia, l’azione muscolare e la neurologia di quest’apparato. Deve ricordarsi, inoltre, che il test non è una gara di forza, ma l’ascolto dell’eventuale cambiamento neurologico-energetico manifestato dal muscolo in esame. In effetti, attraverso di esso, si valuta la capacità del Sistema Nervoso Centrale (SNC) di coordinare la contrazione volontaria dell’apparato muscolare.

Esecuzione del Test

Per eseguire correttamente il test, l’operatore metterà l’arto disteso (e non teso) e dopo aver fatto capire alla persona esaminata la direzione nella quale dovrà spingere, imprimerà su esso una pressione contraria a quella del soggetto esaminato, al fine di valutare l’equilibrio del muscolo preso in esame.

Anche in questo caso il kinesiologo istruirà il soggetto su quanta forza mettere per non ricadere, come detto prima, in una gara di forza.

La pressione media da imprimere nel test è di circa 1 Ki-logrammo, portato sull’arto gradualmente e con un tempo di massimo tre secondi. Oltre a questo tempo il muscolo entra in stress e potrebbe dare risposte errate.

Si è parlato di pressione media poiché ve ne sono tre principali, con uguale tempo di esecuzione. Riportiamo nella tabella sottostante le sostanziali differenze.

 

Pressione Forte Media Leggera
Peso della pressione Oltre 1 KG 1 KG Meno di 1 KG
Utilizzo Strutturale Biochimica Emozionale/mentale

 

Consigli per evitare cattive interpretazioni del test kinesiologico

  1. Non si deve fare una forza eccessiva al fine di far cedere il muscolo.
  2. Non si deve prolungare il tempo di pressione oltre i tre secondi.
  3. Si deve dare il tempo alla persona di comprendere quello che gli si vuol far fare.
  4. Non spingere sull’arto testato a sobbalzi, ma con pressione crescente fino al massimo stabilito dalla tabella.
  5. Bisogna adattarsi alla forza dell’individuo.
  6. Si devono porre domande semplici, né ambigue né vaghe.
  7. Non si deve tergiversare durante il test, ma eseguirlo con sicurezza.
  8. Fare attenzione alla corretta direzione del movimento articolare.
  9. Non si deve trattenere il respiro durante il test (vale sia per l’esaminato sia per l’esaminatore).
  10. Non si deve spingere sulle articolazioni.
  11. Non si deve spingere con la punta delle dita ma con il palmo o i polpastrelli.
  12. Non modificare la posizione del soggetto durante il test.
  13. Essere certi che la persona guardi davanti a sé.
  14. Attendere i tre secondi per avere la certa risposta muscolare.
  15. Non masticare gomme o caramelle o altro durante il test.
  16. La persona testata non deve porre le sue mani sul proprio corpo.
  17. Non incrociare né mani né piedi (vale sia per l’esaminato sia per l’esaminatore).
  18. L’esaminatore deve cercare di mantenere la propria mente più vuota possibile e senza aspettative, per non influenzare il test.
  19. Non ponetevi completamente di fronte alla persona ma un po’ di lato (o di traverso), per non interferire con i suoi campi energetici.
  20. L’arto testato non deve mai essere piegato (salvo che non lo richieda il test).
  21. Non si deve far credere che il test sia un atto magico.
  22. Non si deve suggerire delle risposte durante il test

Valutazione del test

Il muscolo, quando è testato, potrà rispondere solo in due modi: forte o debole.

Si definisce un muscolo forte quando, eseguendo la pressione descritta prima, esso risponde con una tensione naturale, senza sforzo. E dopo una breve (ma normale) escursione, si mantiene in una situazione di forza tale da non muoversi. Questa situazione di equilibrio è chiamata “LOCKING”.

Tutto quello che non è considerato Locking, è debolezza.

Il seguente elenco riporterà alcune condizioni nelle quali è possibile definire il muscolo debole: muscolo che non blocca, che trema, che sobbalza, che fa male, che resiste solo quando la persona è in apnea, resiste ma si compensa con un’altra parte del corpo.

Se partiamo da un muscolo forte e durante l’esecuzione di un test resta forte, siamo in una situazione di equilibrio.

Al contrario, se il muscolo forte si indebolisce, ci troveremo davanti ad uno squilibrio da correggere.

Luoghi e posizioni per l’esecuzione del test

Una delle grandi qualità della Kinesiologia è quella che non ha bisogno di attrezzatura particolare e che, volendo, si potrebbe tranquillamente eseguire ovunque. Mi è capitato di eseguire test nei luoghi più diversi, in un prato, a casa di amici, in auto, sulla spiaggia e addirittura sulla cima del Monviso!

Questo per dire che realmente, una volta appresa l’arte del test, avrete solo bisogno di voi stessi per eseguirlo, non avrete bisogno di dire “l’ho dimenticato a casa”. Ovviamente non si potrà eseguire proprio tutto, ma fare un riequilibrio energetico, emozionale o strutturale certamente sì. Sicuramente il suo primario utilizzo avviene all’interno del proprio studio e le posizioni per le esecuzioni del test sono principalmente tre:

  • In piedi
  • Seduti
  • Distesi

La posizione ideale è data dal test muscolare o dall’esigenza del trattamento. Ad esempio un lavoro sulla ricerca di un alimento intollerante è preferibile farlo da seduti. Un lavoro strutturale, o di riequilibrio dei muscoli, è meglio con la persona distesa. Per riequilibri brevi, o di valutazione posturale, si può lavorare in piedi. Un lavoro emozionale può essere fatto in tutti e tre i modi e sarà il test muscolare a decidere quale sia meglio.

Questo testo è estratto dal libro "Manuale di Kinesiologia Aurica".

Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017

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