Programmi preventivi in pratica
Programmi preventivi in pratica
“Chi può negare che la prevenzione perfetta dell’infezione di questo flagello devastante, e la scoperta di un sistema per mezzo del quale questo scopo divino si può sicuramente raggiungere, non possa offrire infiniti vantaggi rispetto a qualsiasi altro trattamento, per quanto ineguagliabile esso sia? Il rimedio capace di mantenere il sano non infettabile dal miasma della scarlattina: ecco ciò che sono stato così fortunato da scoprire ”.
Hahnemann S. - La cura e la prevenzione della scarlattina. Scritti Minori.
Cos’è l’Omeoprofilassi?
L'OP è l’uso metodico di sostanze dinamizzate per prevenire lo sviluppo dei sintomi caratteristici di certe malattie infettive.
In questa definizione vanno messi in rilievo i seguenti termini:
"Uso metodico il rimedio da usare in OP andrebbe scelto solo in base alla similitudine fra i suoi sintomi e quelli della patologia da prevenire, secondo la Legge dei simili (prima e fondamentale legge della natura su cui si basa l’Omeopatia).
La similitudine si può ricavare osservando i sintomi che la sostanza scelta è capace:
- di produrre in individui sani (come nel proving di Hahnemann di China officinalis, da cui il suo uso per prevenire la malaria);
- di eliminare in individui malati (come l’uso di Hahnemann di Belladonna prima per curare, e poi prevenire, la scarlattina).
Il numero di dosi da somministrare di ogni rimedio dovrebbe essere il minore possibile in grado di produrre un effetto protettivo (Legge della dose minima, seconda legge fondamentale della natura su cui si basa l’Omeopatia).
In ogni caso la posologia è naturalmente una questione di buon senso. Si tratta di equilibrare una potenza più alta (o più bassa) con meno (o più) dosi, e considerare che l’effetto di una potenza più alta è più duraturo di quello di una più bassa, a parità di altri parametri. Quindi la potenza e la frequenza usate devono basarsi sull’esperienza e sul ragionamento.
‘Sintomi caratteristici’: il rimedio scelto per la prevenzione OP si basa sui sintomi comuni o caratteristici della patologia da prevenire. E quello che avviene anche nel trattamento omeopatico, dove la risposta individuale unica del paziente a uno stimolo guida la scelta del rimedio (cosa che, naturalmente, è percepibile solo dopo l’infezione).
Come affermò Kent (1900, trad. 2006): “Si scoprirà anche che è richiesto un grado di similitudine inferiore per la profilassi che non per la guarigione. Per prevenire la malattia, un rimedio non deve necessariamente aver un grado di similitudine uguale a quello adatto a guarirla e questi rimedi, impiegati quotidianamente durante l’epidemia, saranno gli stessi che nella maggior parte dei casi preverranno l’insorgenza della malattia”. Noterete che la mia definizione non riguarda la prevenzione di una patologia specifica, ma quella dello sviluppo dei sintomi caratteristici della patologia in oggetto, e le due cose non sono necessariamente identiche. Questo punto importante verrà discusso in seguito, nei Capitoli 7 e 8.
L’uso appropriato dell’OP richiede quindi esperienza e attenzione. Non è una tecnica casuale, ma si basa completamente sull’applicazione corretta dei due principi fondamentali dell'Omeopatia. Hahnemann e i maestri che l’hanno seguito erano nel giusto quando consideravano (e utilizzavano) TOP come parte importante dell’Omeopatia Classica.
Nei capitoli che seguono saranno discusse le differenze fra l’uso a breve e a lungo termine dell’OP. Si parlerà inoltre dell’ipotesi che POP sia un trattamento precoce più che preventivo e si parlerà del concetto che le malattie, più che essere prevenute, siano rese subcliniche. In tutto questo manuale, tuttavia, il significato del termine OP è inequivocabile: si tratta infatti di prevenire che i sintomi di una certa malattia infettiva si sviluppino in persone (di qualunque età) che non possiedono ancora l’immunità per quella particolare malattia.
L’Omeoprofilassi è veramente necessaria?
Nelle attuali campagne pubblicitarie, le Autorità competenti in materia di salute pubblica parlano in termini allarmistici di prevenzione delle malattie: la paura che persino la più banale malattia infantile possa avere effetti devastanti porta a ritenere essenziale la prevenzione attraverso la vaccinazione.
Nel decennio del 1950, quando ero bambino e vivevo in Australia, come molti altri coetanei ho preso il morbillo, ma anche la parotite, la varicella e la rosolia. Si poteva così stare a casa una quindicina di giorni, con la mamma accanto che ti curava. C’era qualche bambino che non si ammalava mai e si considerava sfortunato perché si era perso un po’ di ‘vacanze’ scolastiche. Si pensava che queste malattie facessero parte del normale sviluppo dell’infanzia.
In Australia non c’è stata alcuna campagna allarmistica, per esempio, riguardo al morbillo, FINO alla produzione e distribuzione di massa di un vaccino antimorbillo. Da allora il morbillo è diventato una malattia letale con conseguenze terribili (Golden I. 1998b). Senza dubbio lo può essere per bambini malnutriti, il cui sistema immunitario non riesce a far fronte alle minime emergenze, ma per quelli sani il morbillo è una malattia che si cura facilmente e di solito non presenta gravi ripercussioni.
La Medicina Tradizionale Cinese considera il morbillo una tappa importante per la maturazione del sistema immunitario di un bambino. Morgan (2004), inoltre, ha riportato studi epidemiologici che dimostrano che una tipica patologia morbillosa “potrebbe effettivamente conferire dei benefici non specifici per la salute capaci di ridurre la percentuale di mortalità infantile”.
L'ipotesi igienista è fortemente sostenuta da alcuni illustri accademici. Essa afferma che l’acquisizione di alcune malattie infettive infantili aiuti la normale maturazione del sistema immunitario di un bambino. Per esempio, Martinez (1996) ha fatto notare che “i neonati esposti a infezioni nel primo periodo di vita sembravano soffrire meno di allergie in un secondo tempo; il suo studio su 1000 bambini ha dimostrato che le infezioni avevano un’efficacia protettiva, poiché permettevano al sistema immunitario di ‘sviluppare un attacco’ contro l’infezione”. Cookson e Moffatt (1997, pag. 42) hanno concluso che “le infezioni infantili possono quindi, paradossalmente, proteggere dall’asma”. Altri sostenitori di questa ipotesi sono Matricardi et al. (2002) e Braun-Fahrlander et al. (2002).
I detrattori dell’ipotesi igienista non sono d’accordo sul fatto che un minor livello di esposizione a virus e batteri e meno episodi infettivi durante l’infanzia provochino un aumento di asma, eczema e patologie allergiche negli anni successivi (Dahl et al., 2004).
Tuttavia, non ci sono prove o ce ne sono pochissime a sostegno della tesi che un bambino debba contrarre tutte le malattie per essere in buona salute. In realtà è confermato che le malattie infettive a volte creano ‘strati’ di sofferenza in persone che sembrerebbero sane. Ne sono un esempio quei pazienti che un omeopata incontra spesso che ‘non sono più stati bene da quando’ hanno avuto una certa malattia.
Si potrebbe poi sostenere che, se lo stimolo provocato da una malattia infettiva possiede dei benefici, allora lo stesso stimolo fornito dai rimedi OP su un piano più sottile sarebbe anch’esso vantaggioso, ma senza i rischi associati talvolta alla malattia naturale o al vaccino. Nel Capitolo 6 presento le prove di questo concetto, che è stato oggetto della mia tesi di dottorato. La ricerca ha dimostrato che i bambini che avevano usato TOP erano generalmente più sani di quelli degli altri gruppi e che i bambini vaccinati erano senza dubbio i meno sani di tutti.
Ciò dà credito all’ipotesi igienista sui vaccini, ma rivela anche che l’uso appropriato dell’OP potrebbe avere un effetto simile a quello della malattia naturale nello stimolare il sistema immunitario e mantenere a lungo in salute.
Il punto è: proprio perché una patologia può essere prevenuta, ciò non implica automaticamente che la dobbiamo prevenire. Molti terapeuti di Medicina Naturale, come pure alcuni medici convenzionali, pensano che bisognerebbe lasciare prendere ai bambini alcune semplici malattie infettive.
Non tutte le malattie infettive sono però benigne. Per esempio, la meningite meningo-coccica più uccidere nel giro di 24-48 ore, se non trattata rapidamente con una terapia adeguata. Ci sono ottime ragioni per cercare di prevenire questo tipo di patologia potenzialmente debilitante e a questo scopo si possono usare sia POP sia la vaccinazione. Nessuna delle due è efficace al 100%, ma hanno livelli di efficacia simili pur con diversi livelli di sicurezza.
Personalmente credo che la decisione finale debba essere presa dai genitori: sono loro i responsabili di qualsiasi scelta riguardo ai propri figli. Se vogliono evitare che contraggano il morbillo o altre semplici malattie non esito a prospettare loro l’alternativa dell’OP. Non tutti gli omeopati sono d’accordo con me: nascono da qui le prime tre domande a cui questi Colleghi devono darmi una risposta:
Domanda n°1: Esiste una necessità comprovata di prevenire alcune o tutte la patologie infettive?
Domanda n°2: Ho intenzione di sostenere quei genitori che hanno deciso di provare a prevenire una patologia infettiva che io non ritengo necessario prevenire?
Domanda n°3: Nel caso si debba prevenire una particolare patologia infettiva, qual è il metodo più adatto?
La mia storia
Ho iniziato a lavorare come medico nel 1984. Ero già consapevole che le vaccinazioni potessero provocare danni, in base alPesperienza avuta con uno dei miei figli. Non avevo idea che la Medicina Omeopatica fosse in grado di:
- curare i danni da vaccini;
- eliminare la necessità di vaccinare fornendo un metodo di prevenzione delle malattie infettive sperimentato storicamente.
Quando ho letto per la prima volta il testo di Hahnemann in cui era descritta la sua esperienza di cura e prevenzione della scarlattina, mi sono entusiasmato ma mi è anche dispiaciuto che nessuno me l’avesse insegnato quando studiavo. Come padre, sapevo che bisognava offrire ai genitori un’alternativa alla vaccinazione e ho capito che l’alternativa era la Medicina Omeopatica.
Ho raccolto tutti i riferimenti bibliografici possibili sull’OP, non molti in realtà non avendo accesso agli articoli di vecchie riviste. Ho trovato però un libriccino di Pichiah Sankaran che riassumeva l’esperienza di un centinaio di medici, oltre a qualche riferimento negli scritti di Hahnemann, Kent e Boenninghausen (tra gli altri) che mi ha stimolato ad andare avanti.
Ho presentato il mio primo Programma quinquennale di OP nel 1985-86. Esso voleva sfrontatamente essere un’alternativa esplicita al corrente Piano Vaccinale Australiano. I miei precedenti studi di economia e statistica suffragavano la necessità di una ricerca basata su dati obiettivi in questo campo, e si sono dimostrati preziosi per attuarla. Insieme alle istruzioni su come usare il Programma di OP, ho stilato quindi un questionario per i genitori, chiedendo loro di esprimere un parere sull’esperienza vissuta da loro figlio.
Le risposte al questionario sono state la base di articoli e libri che ho poi scritto sull’argomento sin dal 1986, quando è comparso il mio primo articolo sulla rivista australiana Nature & Health (Golden, 1986). La prima edizione del mio libro più importante per i genitori intitolato Vaccination: A Review of Risks and Alternatives2 è stata pubblicata nel 1989 (Golden, 1989). Il libro ha avuto altre cinque edizioni rivedute e corrette.
Nel 2005 ho pubblicato la 6a edizione, che ha comportato una riscrittura e una riorganizzazione complete, come si può notare dal nuovo titolo: Vaccination & Homceoprophy-laxis? A Review of Risks and Alternatives. Il libro è stato aggiornato nel 2007 (Golden, 2007b) in seguito alle ricerche che ho fatto durante il mio dottorato presso la Swinburne University di Melbourne dal 2000 al 2004. La T edizione, che comprendeva un ampio aggiornamento della bibliografia e i dati sugli interventi OP a Cuba, è uscita nel 2010.
Questo libro riporta anche i cambiamenti da me fatti al Programma nel 1993, 2004 e 2012, di cui parlerò nel Capitolo 4.
Arrivati a questo punto, auspico che si realizzi un duplice sistema di immunizzazione, in cui i genitori siano liberi di scegliere fra vaccinazione e OP. L’ideale sarebbe che le Autorità governative sostenessero questa scelta.
Questo mio lavoro è stato un viaggio lungo, interessante e stimolante. Sono stato contrastato e indagato dalle Autorità australiane competenti in materia sanitaria e contestato dai Colleghi della mia stessa Comunità Omeopatica. Ho ricevuto però anche molte lettere ed email di genitori riconoscenti, felici e sollevati dal fatto che esistesse un’alternativa sicura e relativamente efficace alla vaccinazione.
Ed eccomi arrivato qui: il mio scopo è trasmettere agli omeopati, ma anche a tutti i medici compresi gli allopatici, l’esperienza che ho accumulato nella progettazione di un programma di OP adatto alla prevenzione a breve e lungo termine di particolari malattie infettive.
Devo chiarire sin dall’inizio due punti:
- Sulla Terra non esiste niente che possa garantire la protezione assoluta dalle malattie infettive. Non lo fa la vaccinazione, non lo fa TOP e persino contrarre una volta una patologia infettiva non assicura che la persona non si infetti una seconda volta.
- La vaccinazione omeopatica non esiste. Gli omeopati non vaccinano, ma offrono un metodo per acquisire un’immunità contro infezioni future. L’immunoprofilassi omeopatica (od OP) non è un tentativo di imitare il percorso della vaccinazione. È un metodo completamente diverso e unico di ridurre la possibilità di sviluppare i sintomi di una malattia infettiva in caso se ne venga esposti.
La vaccinazione è stata utilizzata per la prima volta da Edward Jenner nel 1796. L’OP è stata usata per la prima volta da Samuel Hahnemann (fondatore dell’Omeopatia) nel 1798.
I due metodi si sono evoluti in maniera indipendente.
La vaccinazione è attualmente un sistema per raccogliere un’enorme quantità di soldi da parte dei medici convenzionali e soprattutto dellTndustria Farmaceutica. E un business di milioni di dollari. L’OP ha invece un riscontro economico modesto. Questa differenza spiega probabilmente perché una sia più usata della prima. Le considerazioni economiche, però, non sono essenziali per la nostra trattazione.
L’OP ha una storia inequivocabile di conferimento di un alto livello di protezione e testimonia una sicurezza a lungo termine. È oggetto di discussione, principalmente perchè non è ben capita, anche da chi insegna Omeopatia. Lo scopo di questo libro è fornire indicazioni chiare e sicure su come realizzare programmi di OP a breve e lungo termine.
Questo è un libro pratico, ma prende in esame anche i principali aspetti concettuali e ideologici della decisione di questa scelta.
Questo testo è estratto dal libro "Manuale di Omeoprofilassi".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017