SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 10 min

Manuale (pratico) di ecologia interiore

Ecologia Interiore - Daniel Lumera - Speciale

Scopri come liberarti da ciò che inquina la mente, il corpo e il pianeta per una vita sana e felice, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Daniel Lumera.

Manuale (pratico) di ecologia interiore

La mente ecologica: Come salvare il pianeta iniziando da se stessi

Quando ho iniziato a cercare un linguaggio attuale che spiegasse in termini comprensibili e scientifici le conoscenze lasciateci in eredità millenni orsono dalle culture sapienziali, una delle cose che mi ha più meravigliato è stata vedere tradotto in valori biologici l’impatto genetico della mente umana.

Questo ponte tra neuroscienze moderne e antiche conoscenze permette di svelare i meccanismi attraverso cui una mente meditativa impatta sull’uomo: rallenta i processi di invecchiamento influenzando i biomarcatori della longevità (i telomeri, cappucci dei nostri cromosomi); “spegnendo” circa 1500 geni preposti ai processi di infiammazione, morte cellulare e produzione di radicali liberi; regola il tono dell’umore e gli stati di ansia, depressione, rabbia e paura; regola la percezione e l’impatto del dolore; potenzia le abilità cognitive come la memoria e la lucidità.

Ma questa è solo una piccola, infinitesima parte della capacità della mente umana di influenzare e plasmare il mondo. L’aspetto più affascinante non riguarda solo la nostra biologia e genetica, ma anche il processo attraverso il quale il pensiero influenza tutto il tessuto della realtà, incluso l’ambiente naturale della biosfera.

Giordano Bruno, in pieno Cinquecento, affermava: “Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia”. Una prospettiva che riporta alla radice interiore di ciò che vediamo e viviamo e che ritroviamo anche nel pensiero del Mahatma Gandhi – “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” – attraverso il quale il filosofo e attivista indiano esorta ad agire prima di tutto dentro se stessi e poi coerentemente attraverso le proprie azioni.

Gli fa eco un altro grande maestro indiano, Sivananda Kuppuswamy Sarasvati, medico, filosofo e yogi le cui parole ritornano spesso nella mia vita: “La potenza del pensiero muta il destino. L’uomo semina un pensiero
e raccoglie un’azione; semina un’azione e raccoglie un’abitudine; semina un’abitudine e raccoglie un carattere; semina un carattere e raccoglie un destino.

 

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L’uomo costruisce il suo avvenire con il proprio pensare e agire. Egli può cambiarlo perché ne è il vero padrone”. E ancora, nelle "Maitrayaniya Upanisad", un antico testo sanscrito incorporato nello "Yajurveda", leggiamo: “Si diventa ciò che si pensa”.

Sono tanti nel corso della storia, tra filosofi, mistici e scienziati, coloro che hanno portato l’attenzione sul potere della mente. “Noi siamo il risultato di ciò che abbiamo pensato”, Buddha. “Fai attenzione a come pensi e a come
parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita”, san Francesco d’Assisi. “Se puoi sognarlo puoi farlo”, Walt Disney. “Se correggi la mente, il resto della tua vita andrà a posto”, Lao Tzu. “La maggior parte delle persone credono che la mente sia uno specchio, che riflette più o meno accuratamente il mondo esterno, senza rendersi conto, al contrario, che la mente stessa è l’elemento principale della creazione”, Rabindranath Tagore.

L’essere umano è un animale immaginativo, nel senso che il nostro cervello crede reale la nostra immaginazione. Se visualizziamo di mangiare il nostro piatto preferito, il nostro metabolismo si attiverà come se stesse accadendo realmente; se visualizziamo di addentare un limone particolarmente verde e aspro, inizieremo a salivare; se immaginiamo una scena sessuale, il nostro corpo comincerà ad aumentare la produzione di ormoni.

Il fatto che il nostro cervello creda reale la nostra immaginazione è una buona notizia, se viene utilizzata con consapevolezza. Ad esempio, durante le pratiche di visualizzazione creativa che precedono la pratica meditativa potremmo facilmente conseguire uno stato di profondo e rigenerante rilassamento, ridurre ansie, paure e stati emotivi alterati o disfunzionali.

Così come la nostra immaginazione trasforma la nostra biologia e tutto l’ambiente interiore fatto di emozioni, forza vitale e pensieri, è anche vero che la mente impatta profondamente su ciò che vediamo nel mondo esterno.

Secondo gli antichi testi della cultura indovedica, tra cui le Upanisad, l’universo, così come lo percepiamo, è totalmente mentale. Questo vuol dire che ciò che vediamo altro non è che la nostra mente. E in effetti attribuiamo un significato mentale a tutto ciò che vediamo. Pensiamo alle idee di “Occidente e Oriente”, “Europa”, “Italia”, “Africa”, “Stato”, “regione”.

Sono semplicemente idee nella mente umana, condivise (o imposte) da una grande massa di individui. Ognuna di queste idee ha un gigantesco impatto non solo culturale, identitario e sociale, ma anche politico, economico e ambientale. Sono pensieri che creano confini, spostamenti di denaro e potere, incidono sulla vita di milioni di persone, alterano la biosfera.

Esse hanno anche conseguenze in ambito ecologico ed è per questo che è necessaria una nuova consapevolezza, che origini a sua volta un nuovo senso di responsabilità, un nuovo approccio: quello di una mente consapevole ed ecologica.

 

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La mente umana è uno dei grandi regolatori della vita sulla Terra

Esistono quattro grandi regolatori dell’interconnessione alla base della vita sul pianeta Terra, che mantengono in equilibrio la natura. Questi agenti regolatori della rete di interconnessione globale sono gli impollinatori, gli alberi, i cetacei e la mente umana.

Quest’ultima è quasi completamente uscita dall’armonia naturale con possibili conseguenze, anche irreversibili, sull’intera biosfera, come già sta accadendo sotto gli occhi di tutti.

La mente umana non è ecologica

Per quanto i primi tre garanti dell’equilibrio naturale (impollinatori, alberi e cetacei) non facciano altro che donare vita, nutrimento, ossigeno, smaltire sostanze tossiche, trasformare scarti in risorse naturali cercando di preservare e riequilibrare l’intero ecosistema, il quarto principio regolatore dell’interconnessione, la mente umana, rema violentemente contro. Non solo indebolendo l’azione di ciò che ci aiuta a sopravvivere e si prende cura della nostra casa, ma rischiando di distruggerlo.

L’essere umano si comporta come un organismo per certi aspetti parassita nei confronti della Terra. Calza a pennello la frase: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Dobbiamo veramente arrivare a un punto di non ritorno per comprendere come utilizzare la nostra mente in modo ecologico?

Il disequilibrio della mente umana che nuoce agli altri esseri, ai mari, alla terra, agli animali, agli alberi e al pianeta stesso è tra le principali cause della pandemia di questo inizio secolo, oltre che l’origine di un potenziale processo di estinzione per via dell’inquinamento ambientale che sta distruggendo non solo la nostra specie ma la Terra stessa.

 

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Quali sono le principali forme di inquinamento ambientale?

Esistono diversi tipi di inquinamento ambientale; qui ne prendiamo in considerazione otto: inquinamento termico, acustico, elettromagnetico, atmosferico, idrico, marino, del suolo e mentale. Senza ombra di dubbio, la mente umana sottende a tutti i tipi di inquinamento appena elencati: è l’agente tossico principale.

Quando parliamo di inquinamento intendiamo un’alterazione (chimica o fisica) dell’ambiente dovuta all’introduzione di sostanze nocive in conseguenza di eventi naturali o dell’attività umana. Gli elementi tossici possono
produrre, in una determinata area, disagi, patologie, o danni permanenti.

L’inquinamento forse più noto è quello termico, l’innalzamento della temperatura a seguito della rottura di un ecosistema, che è alla base degli sconvolgimenti climatici attuali e di quelli che si preannunciano per il futuro. L’inquinamento acustico è dato da suoni con un livello di decibel superiore a quello che l’ambiente e le forme di vita che lo abitano sono in grado di tollerare senza danni.

L’inquinamento elettromagnetico è provocato invece dalla presenza di dispositivi e campi elettromagnetici (cellulari,12 antenne, apparati per le telecomunicazioni, radio, elettrodomestici ecc.). Tra le problematiche ambientali più
attuali e gravi troviamo anche l’inquinamento atmosferico, determinato dalla diffusione in atmosfera di gas e polveri sottili, a causa di traffico, impianti di riscaldamento, attività industriali, lavorazione e uso dei combustibili fossili (che impatta per il 75%).

Un’altra forma di inquinamento ambientale è quello idrico, tra i più pericolosi per la salute delle persone, degli animali e delle piante, per la produzione di cibo e per tutti gli equilibri ambientali. Legato all’acqua troviamo anche l’inquinamento marino, derivante principalmente dagli scarichi urbani e industriali.

I ricercatori stimano che dal 1950 a oggi abbiamo prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica,16 molta della quale è stata riversata nei fiumi e nei mari, con un conseguente disastro ambientale senza precedenti, dato che ha un tempo di degradazione nell’ordine di centinaia di anni.

 

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C’è poi l’inquinamento del suolo, che può avere cause fisiche (come gli scavi per ricavare materiali da costruzione, l’erosione), cause chimiche (la salinizzazione di acque di falde, le piogge acide, la dispersione di acque inquinate) e altre, come la presenza di discariche e insediamenti urbani e industriali.

A tutte queste forme di inquinamento bisogna aggiungere infine la più subdola e pericolosa: quella mentale. L’agente inquinante più tossico non è il cadmio, il cromo esavalente, il piombo, non sono i pesticidi, o le emissioni di
anidride carbonica, ma la mente umana.

Sono le sue idee, le sue meccaniche e dinamiche ad alterare pesantemente la biosfera. Quando la mente non è ecologica i disastri che ne derivano mettono a repentaglio l’intera sopravvivenza non solo della specie umana, ma dell’intero ecosistema.

Guardando le distese di plastica che invadono i mari, come l’immensa isola del Pacifico,22 stiamo semplicemente osservando una manifestazione del disordine e della mancanza di armonia presente nella mente umana.

L’agente inquinante reale non è dunque la plastica ma la mente non ecologica dell’uomo, che l’ha concepita, la produce seguendo leggi di mero profitto, la utilizza smodatamente e soprattutto l’abbandona inconsapevole o incurante delle conseguenze. Per trovare soluzioni reali e durature capaci di affrontare seriamente le alterazioni ambientali e la crisi climatica bisogna quindi bonificare in primis la mente umana.

Questa trasformazione ecologica può essere supportata da una nuova educazione alla consapevolezza, capace di unire scienza d’avanguardia e valori e saggezza delle antiche tradizioni sapienziali.

Data di Pubblicazione: 5 maggio 2022

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