Mindfulness: un’esperienza, tante definizioni
Mindfulness: un’esperienza, tante definizioni
Visto che la mente ha sempre una gran voglia di fissare e catalogare, mi pare una buona idea provare a darti subito una definizione di mindfulness. Ed ecco una prima sorpresa: ce ne sono diverse. Se non ti fidi, fai una ricerca su Google includendo, oltre a quelli italiani, anche i siti americani e inglesi. Scoprirai che si parla di mindfulness in svariati modi: come pausa fra uno stimolo e una risposta che ci permette di scegliere l’azione più saggia in un dato momento; come possibilità di mantenere l’attenzione su ciò che ci interessa e spostarla da quello che non ci interessa o non ci fa bene; come accettazione delle parti di noi che non ci piacciono; come attenzione al momento presente e alle nostre risposte al momento presente. E ancora, come forma di meditazione che però è anche uno stile di vita; come possibilità di iniziare a riconoscere i pensieri che ci fanno soffrire e individuarne le cause; come capacità di stare nel momento presente con gentilezza, compassione e curiosità; come capacità di fermarci e scegliere consapevolmente in che modo rispondere a una data situazione a beneficio nostro e degli altri; come possibilità di vedere chiaramente le cose nella loro realtà senza esagerarle, sminuirle o evitarle; come invito a riconoscere la nostra sofferenza, a guardarla e a prendercene cura; infine, come strumento per essere meno impulsivi, più concentrati e capaci di rilassarci.
Tanti, adottando un approccio etimologico, ti diranno che la parola «mindfulness» è la traduzione inglese di dati, un termine pali, la lingua con cui è stato compilato il canone buddhista della scuola theravada. Ma che cosa vuol direna? Anche in questo caso, è difficile dare una risposta univoca: alcuni parlano di «attenzione», «presenza mentale», «consapevolezza», altri sottolineano che il suo vero significato è «ricordare», in particolare i propri pensieri, i comportamenti e le loro conseguenze su se stessi e sugli altri. Ne deriva che la dati, e quindi anche la mindfulness, non possono essere ridotte a un discorso di sola attenzione o di mero benessere personale: piuttosto, stiamo parlando di un fattore mentale che ci permette di coltivare stati salutari non solo per noi, ma anche per chi ci circonda.
Spiazzato? Ci credo! Eppure, questa varietà di definizioni ha un senso, rintracciabile nel fatto che la mindfulness è un’esperienza che va al di là delle parole. Non appartiene cioè al campo dell’intelletto che riduce le cose ai loro contorni, ma a quello della conoscenza intuitiva che precede le parole. E le parole, come in una famosa metafora zen, altro non sono che analogie, un dito per indicare la Luna.
Punterò dunque il mio verso la Luna — a proposito, quando è stata l’ultima volta che hai spento il televisore e guardato le stelle? — citandoti la definizione di mindfulness di Jon Kabat-Zinn, professore emerito di Medicina all’Università del Massachusetts e fondatore del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society presso lo stesso ateneo.
A partire dalla fine degli anni Settanta, Kabat-Zinn ha fatto sua la missione di portare la mindfulness nella società e nella medicina occidentali. E con il suo programma di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) ci è riuscito in modo talmente efficace da farmi dire che senza il suo lavoro forse ora non leggeresti questo libro.
Per usare le sue parole, la mindfulness è «l’arte di portare l’attenzione in modo sistematico al momento presente, per nessuna ragione se non quella di essere svegli». In effetti, se pensi a dove è la mente per la maggior parte del tempo, di rado la trovi a suo agio in questo momento; piuttosto, scopri che si è impigliata nel passato, incapace di lasciar andare gli eventi ormai accaduti e anche quelli non accaduti, oppure è fuggita nel futuro, mossa da preoccupazioni, desideri e fantasie. Così, visto che la mente è alla costante ricerca di qualcosa di meglio e in effetti ciò che accade non è sempre gradevole, il presente viene schiacciato fra il passato e il futuro e noi siamo costantemente tesi alla ricerca di qualcosa che possa infine renderci felici, o farci avere un po’ di pace, in un momento che crediamo non possa essere questo.
Praticando la mindfulness ci risvegliamo. Più consapevoli degli automatismi della mente, che ci portano a giudicare sempre ciò che accade e a fuggire dal presente, iniziamo finalmente a stare nel qui e ora. Non solo quando meditiamo (anche se la meditazione è uno degli alleati principali in questo risveglio, la pratica consiste nel coltivare l’intenzione di essere presente in ogni momento della vita), ma in moltissime altre occasioni quotidiane.
In altre parole, quando chiudiamo la porta di casa, saliamo su un autobus, entriamo in una sala riunioni, facciamo la spesa, andiamo a prendere i bambini a scuola, accudiamo una persona malata, giochiamo a tennis, laviamo i piatti, facciamo l’amore o attraversiamo un parco ci impegniamo in una scelta semplice e al tempo stesso straordinaria nel suo potere trasformativo: esserci davvero. A fatica riesco a immaginare qualcosa di più bello, nobile e prezioso.
E quindi?
E QUINDI qual è lo scopo del libro che hai fra le mani? Senti il contatto della pelle con la carta, apprezzi la fortuna di poterlo afferrare e toccare in questo momento, non per quello che potresti o non potresti trovarci, ma per il semplice miracolo di avere un corpo dotato di tatto, di vista e della possibilità di coordinare i movimenti in modo naturale e così incredibilmente preciso?
L'intenzione che mi ha spinta a scrivere è condividere con te quello che ho imparato finora su come possiamo risvegliarci alla vita, essere lucidi, presenti, sul pezzo. Non certo come in una catena di montaggio, in cui rischiamo di sentirci progressivamente disconnessi da noi stessi e dal significato più profondo di quello che stiamo facendo, ma pienamente presenti a quello che c e, consapevoli che il solo momento che possiamo vivere è questo, che davvero è unico e pertanto il più prezioso.
Innanzitutto, due avvertenze.
La prima è che non voglio trasformare la tua vita. Se inizierai a osservare quello che c’è attraverso la lente della mindfulness, a riscoprire la saggezza del corpo e a coltivare una mente e un cuore aperti, saprai da solo cosa fare. È persino possibile che, nel tempo, ti troverai a constatare sorprendenti cambiamenti nel tuo modo di sentire, pensare e comportarti, sia nelle attività di routine sia nei momenti in cui la vita ti solletica, agita o sconquassa. Trasformazioni che cercavi invano da tempo perché, essendo troppo concentrato su quello che secondo te sarebbe dovuto succedere per poter finalmente trovare un po’ di serenità, non eri in grado di vedere e cogliere appieno né la ricchezza del momento presente, né le tue risorse interiori.
In secondo luogo, anche se lo volessi, non potrei trasformare la tua vita. Non solo non mi è possibile abitarla al posto tuo ma, se proseguirai in questo percorso con me, scoprirai che quello che conta davvero non è forzare dei mutamenti, esterni o interni che siano. Cambiare casa, lavoro o città, smettere di fumare, trovare l’amore, diventare più calmi o meno scorbutici sono tutte possibilità degne di essere esplorate. Ma se siamo costantemente tesi a cercare fuori di noi la fonte della felicità, oppure a indirizzare la mente in una direzione o in un’altra—anziché esplorarla e conoscerla coltivando la pazienza, l’apertura e la curiosità necessarie a far sì che le cose si disvelino per quello che sono prima di scegliere come agire —, rischiamo di perpetuare le stesse croniche insoddisfazioni e paure che alimentano proprio quei sentimenti dai quali vorremmo fuggire. E soprattutto corriamo il grave pericolo di dimenticarci che il benessere è a portata di mano, pienamente, tutto il tempo, attraverso l’osservazione libera da giudizi di ciò che accade nel nostro corpo, nel nostro cuore, nella nostra mente e intorno a noi.
In sostanza, non è detto che se inizierai a praticare la mindfulness tu e la tua vita cambierete muovendovi esattamente nella direzione che desideri in questo momento.
Quella che potrebbe modificarsi, e ti auguro che succeda perché ne abbiamo tutti un gran bisogno anche quando ci scoccia riconoscerlo, è la tua relazione con te stesso così come sei e con le cose così come sono. Accadrà dunque che non considererai più, come abitualmente tendiamo a fare, quello in cui ti imbatterai sul tuo sentiero alla stregua di una disgrazia, di una fortuna o di qualcosa che ti lascia indifferente, ma piuttosto come un’occasione per onorare il momento in cui ti trovi, fiducioso di avere a disposizione tutte le risorse per affrontarlo, esattamente lì dove sei.
Questo cambiamento di assetto, da solo, è una rivoluzione interiore che ti permetterà di prenderti cura di te e delle persone che ami, e più in generale di ciò a cui tieni e consideri importante, in modi che forse ora non puoi nemmeno immaginare.
Chi sei e cosa cerchi
STABILIRE una buona connessione fra noi non dovrebbe essere difficile, perché siamo entrambi persone reali con una vita reale.
È probabile che mentre stai leggendo queste parole tu abbia appena ricevuto una notifica sul telefonino, o sia vicino a un computer che per te è uno strumento indispensabile di lavoro, oppure qualcuno stia chiedendo la tua attenzione, o ti sia venuto in mente che hai qualcosa da fare di cui ti eri dimenticato.
Inoltre, potresti stare attraversando un momento difficile per ragioni di salute, lavorative, economiche o affettive. La vita può toccarci in modo forte, intenso e sorprendente, spazzando via alcune delle certezze a cui eravamo aggrappati — magari senza neanche saperlo — e costringendoci improvvisamente a prendere atto di quanto le nostre convinzioni fossero fragili e di quanto siamo, oltre che forti, anche vulnerabili.
Potresti già esserti avvicinato alla mindfulness da autodidatta o con un insegnante, e magari speri di trovare in queste pagine riflessioni e spunti che ti aiutino a chiarire e approfondire quello che hai scoperto finora.
Dato che la mindfulness sta diventando sempre più popolare anche in Italia, potresti avere scelto questo libro dopo avere letto un articolo su un giornale o una rivista, oppure perché te ne ha parlato il tuo psicoterapeuta, o un amico che ne ha tratto dei benefici e vorrebbe di tutto cuore che succedesse anche a te.
Certamente ti piacerebbe che la tua vita fosse un po’ meno stressante, o forse vorresti vivere in modo diverso quello che c’è e che non puoi cambiare. Vorresti sentirti un po’ più calmo, più felice, più capace di lasciar andare ciò che non ti sembra poi così importante per concentrarti sugli aspetti che per te contano davvero, dai progetti alle persone che ami, senza dimenticarti di te stesso.
E ti rendi conto che non è facile. Sei distratto dagli stimoli esterni anche quando non vorresti, e con frequenza variabile dal talvolta allo spesso ti trovi a rimuginare su certi fatti che ti hanno turbato, a fantasticare su altri che ti hanno entusiasmato o che speri si realizzino, a immaginare scenari drammatici che probabilmente non si concretizzeranno mai e — come se tutto questo non bastasse — a dire o fare cose di cui poi ti penti.
Saresti insomma davvero molto contento di trovare uno strumento che ti permettesse di vivere con un po’ più di agio, ma temi che la mindfulness sia l’ennesima aggiunta a una routine che ti sembra già fin troppo serrata, fitta di impegni com’è.
Non disperare, ho una buona notizia da darti: qui l’idea è di fornirti degli strumenti per essere più felice e consapevole nell’esistenza che stai vivendo in questo momento, non un’altra.
Questo testo è estratto dal libro "Mente Calma Cuore Aperto".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017