SALUTE E BENESSERE

Metodo Tre - Anteprima del libro di David Berceli

L'uomo fatto di argilla - Aiutami a guarire

L'uomo fatto di argilla - Aiutami a guarire

Dalla mia vasta esperienza di lavoro in diversi paesi con individui traumatizzati come etiopi ed eritrei, sudanesi settentrionali e meridionali, israeliani e palestinesi, musulmani e cristiani, ho imparato che la cultura, il linguaggio e il contesto psicosociale non sono rilevanti, in quanto tutti gli esseri umani hanno una capacità innata di guarire dalle esperienze traumatiche. La nostra specie è geneticamente dotata della capacità di curare se stessa. Se non possedesse questa abilità si sarebbe estinta poco dopo la sua comparsa sul pianeta. Non solo possiamo curarci dallo stress che accumuliamo in seguito a episodi traumatici, ma il trauma in se stesso è diventato parte del naturale processo evolutivo della nostra specie. Tutti gli individui che hanno subito un trauma hanno accesso a questo metodo curativo naturale iscritto nei nostri geni.

Molti rami della ricerca scientifica si focalizzano sulle cause del trauma e del ptsd, ricercandone i meccanismi fisiologici dai quali sono stati scaturiti e studiando le emozioni soverchianti che provocano. Nel corso del tempo, ognuno di questi settori scientifici ha coltivato e sviluppato la sua particolare concezione di come le emozioni vengono esperite dalla specie umana. Gli psicologi ritengono che lo stato emotivo sia controllato dall’ego e dall’inconscio. Per i neurologi le emozioni sono gestite da alcune parti del cervello. I fisiologi sostengono che le emozioni sono controllate dal sistema nervoso. Gli psicobiologi sono dell’opinione che a controllarle siano invece i neuropeptidi (messaggeri chimici), essendo essi creati e trasmessi attraverso varie parti del cervello e del corpo.

È emerso che le reazioni al trauma, insieme a determinati comportamenti, sono una combinazione della perfetta e reciproca interdipendenza di questi sistemi, che lavorano insieme verso un comune obiettivo come meccanismo di sopravvivenza per garantire l’evoluzione della nostra specie. Bisogna dunque riconoscere il contributo datoci da questo vasto campo di studi che merita tutta la nostra ammirazione e gratitudine. E interessante notare che, nonostante le nostre difficoltà nello studiare e comprendere come questo misterioso corpo umano funzioni, esso lavora con precisione e semplicità per proteggerci da qualsiasi pericolo. Similmente, anche il processo di recupero dalle esperienze traumatiche è un preciso processo intrinseco e naturale, nonostante sia complesso dal punto di vista dell’indagine scientifica.

Questi molteplici settori di ricerca continuano a condividere informazioni e stanno sviluppando nuovi strumenti e metodi che ci forniscono una maggiore comprensione di come il corpo lavori. Nel frattempo, il corpo umano continua a funzionare alla perfezione, utilizzando come meglio può i meccanismi di cura intrinseci che ha a disposizione da millenni. Proprio come tutte le strade portano a Roma, stiamo scoprendo che tutti i percorsi emotivi alla fine ci conducono al continuum corpo-mente.

Esso esprime la semplice realizzazione secondo la quale ciò che colpisce il corpo colpisce anche la mente, e ciò che colpisce la mente colpisce anche il corpo. Non è possibile mutare il pensiero di qualcuno senza che il corpo ne sia cambiato. Allo stesso modo, il cambiamento fisiologico corporale genera un effetto corrispondente sulla mente.

Continuum corpo-mente

Questo continuum corpo-mente è proprio ciò che dobbiamo tener presente nel processo di recupero dal trauma. Il continuum corpo-mente è un meccanismo naturale che ci conduce alla guarigione, lo stesso che ha sempre protetto gli esseri umani nel corso della loro evoluzione. La cosa importante da ricordare per quanto riguarda questo processo è che tutti questi sistemi corporei lavorano all’unisono con il medesimo obiettivo. Durante il trauma ci proteggono, dopo il trauma ci sollevano e ci risanano. Lo studio della complessità del sistema corpo-mente in definitiva ci induce ad assecondare questa semplice verità anche durante il processo di cura.

Il metodo tre - Trauma Releasing Exercises ha il solo scopo di facilitare l’individuo nel diventare più consapevole della sua stessa capacità di guarigione. Una volta un mio paziente sull’orlo della disperazione mi disse: «Due ore alla settimana ho il suo supporto per il mio percorso di guarigione. Per le restanti centosessantasei ore devo curare me stesso, per favore mi dia qualcosa che possa fare quando lei non ce!» Questo metodo di guarigione dal trauma, che non intende sopperire all’eventuale necessità di un supporto psicoterapico, è una metodologia ideata per essere applicata dai gruppi di auto-aiuto, come ad esempio i gruppi per persone che hanno subito violenze sessuali o fisiche, i gruppi di supporto in ambito familiare, all’interno di organizzazioni, del corpo di polizia, dei vigili del fuoco, dell’esercito, e altri gruppi che hanno vissuto esperienze traumatiche. Gli esercizi spiegati in questo libro aiutano a ristabilire un equilibrio psicofisico e forniscono al lettore una metodologia per affrontare le esperienze difficili nel corso della sua intera vita.

Spero che il mio libro possa cambiare la visione degli individui riguardo al trauma e al suo processo di guarigione. Per quanto sia possibile, fattibile ed efficace, mi piacerebbe aiutare le persone a considerare il processo di guarigione al di fuori del dominio terapeutico professionale e trasportarlo nel contesto familiare. Per questo, ho incluso alcune semplici spiegazioni non tecniche sul processo biologico, psicologico e neurologico del trauma e del processo di guarigione. Questo libro e il metodo tre sono ancora in fase di ricerca, anche se negli ultimi quindici anni ho sviluppato e reso sicura ed efficace questa tecnica. L’ho insegnata a milioni di persone provenienti da diversi contesti culturali e religiosi. Si è sempre dimostrata rassicurante, autofortificante e, ancora più importante, efficace per coloro che avevano esperito il trauma insieme ai suoi disturbi debilitanti.

Mi trovavo di recente all’aeroporto di Phoenix, in Arizona, e avendo qualche minuto libero prima di imbarcarmi su un volo per l’Africa ho visitato un piccolo museo dell’aerospazio e sono rimasto sbalordito mentre leggevo una frase scritta da un astronauta. Parafrasando diceva: «Il primo giorno nello spazio indicavamo tutti le nostre nazioni. Il secondo indicavamo il nostro continente. Il terzo indicavamo il nostro pianeta». Sarebbe meraviglioso se noi tutti potessimo avere la possibilità di guardare al nostro pianeta dalla distanza e vedere che tutti gli esseri umani appartengono a un’unica specie e dipendono l’uno dall’altro per la sopravvivenza e la continuità dell'evoluzione.

I benefici specifici dell’utilizzo del metodo tre:

  • Facile apprendimento: questi esercizi si apprendono facilmente e in molti casi hanno un effetto immediato.
  • Deterrente naturale: in alcune circostanze questi esercizi possono essere usati come un deterrente naturale per la riduzione dei sintomi del ptsd e degli effetti del trauma.
  • Autoapplicazione e autodiagnosi: si possono utilizzare per autodiagnosticarsi il livello di gravità dello stress causato dagli eventi traumatici.
  • Integrazione nella quotidianità: possono essere integrati nella routine quotidiana come semplice prassi corporea preventiva e riabilitativa.
  • Guarigione più rapida: aiutano a restituire più rapidamente al corpo un senso di sicurezza, facilitando un processo di guarigione veloce e integrale.
  • Valore aggiunto alla terapia: in alcune circostanze questo metodo può essere una alternativa o una aggiunta all’intervento psicologico.

Lasciar andare il trauma - Io non voglio perdonare

"Per lasciar andare non si intende dimenticare o perdonare il passato, ma si tratta di rilasciare l'energia del passato per ritornare alla nostra vita nel presente, un passo necessario per consegnarci a un nuovo futuro."
Richard Holloway

I traumi e le tragedie spesso si presentano nelle nostre vite malgrado i nostri grandi sforzi per proteggerci dalla sofferenza e dal dolore che coinvolgono noi stessi, gli amici e le nostre famiglie. Essendo organismi viventi, i nostri corpi sono capaci di fare esperienza e di guarire anche dall'avvenimento tragico più doloroso. È il nostro ego che cerca di evitare, negare e rifiutare di perdonare e lasciar andare le nostre tragedie passate, e in questo modo ci nega l’opportunità di andare incontro a un nuovo futuro. Tuttavia, anche la psicoterapia comincia a riconoscere che è proprio questa incapacità di perdonare e lasciar andare gli eventi passati ad aggravare la sofferenza e la tragedia della perdita. «Il rifiuto di perdonare il passato ci imprigiona nella resistenza al nostro naturale istinto evolutivo, impedendoci di progredire in modo sano verso il futuro». Quindi la domanda che ci poniamo è questa: «In che modo possiamo superare questo rifiuto egoistico e doloroso di lasciar andare e procedere sul nostro cammino? Perché è così difficile?» Ancora una volta ci troviamo davanti all’esperienza paradossale di essere in parte un "umano riflessivo” e in parte un "animale istintivo”. L'ego rifiuta di lasciar andare il passato perché ciò equivarrebbe a vivere una seconda ferita o un’esperienza simile alla morte. Il primo colpo alla nostra esistenza proviene dal trauma iniziale, mentre la seconda minaccia alla nostra esistenza deriva dalla nostra paura di dover rivivere quelle dolorose cicatrici e quei ricordi per riuscire a guarire. Il processo terapeutico del ricordare ci costringe ad affrontare i ricordi residui del trauma che mascherano la nostra fragilità, vulnerabilità e precarietà su questo pianeta. Questa esperienza è spesso distruttiva per l’identità individuale e sovente può danneggiare la propria fede o il proprio sistema di credenze.

Gli esseri umani, come tutti gli organismi viventi, sono biologicamente spinti a liberarsi da tutto ciò che ostruisce il loro processo di crescita. Siamo dotati di un meccanismo istintuale che ci permette di portare a compimento un processo che consiste nel lasciarci alle spalle il passato e iniziare un nuovo percorso (questo meccanismo verrà spiegato nel dettaglio nel capitolo Esercizi di rilascio del trauma). Questo processo è semplicemente parte del nostro ciclo evolutivo infinito. L’abilità di lasciarci alle spalle il passato sembra svilupparsi soltanto quando diminuisce la resistenza dell’ego e aumentano gli istinti naturali e biologici del corpo. Aumentare la capacità di sentire la nostra urgenza biologica di guarire permette alla forza vitale di funzionare dentro di noi con meno costrizioni. In questo senso, perdonare e lasciarsi il passato alle spalle sono azioni che funzionano come meccanismi naturali di controllo per garantire il nostro processo infinito di evoluzione. C’è una frase di Friedrich Nietzsche in Considerazioni inattuali nella quale si dice che noi possediamo «il potere di crescere solamente al nostro interno per trasformare e incorporare il passato e l’ignoto, guarire le ferite, sostituire ciò che si è perso e replicare le strutture frantumate dall’interno».

Il processo di guarigione dal trauma ci conduce inevitabilmente nel profondo dei nostri corpi e nelle riflessioni della mente, che ci piaccia o no, che lo vogliamo o meno. Malgrado questa esperienza possa essere dolorosa, dobbiamo rassegnarci al fatto che «le cose stanno così e sono state generate in questo modo da fattori che non sono controllabili dall’individuo».3

Il rifiuto di lasciarsi il passato alle spalle costringe a rimanere in un circolo vizioso neurologico che a sua volta genera un continuo rimuginio mentale dell'esperienza del trauma. Alla fine, questo processo neurologico trasformerà il caos mentale in pensieri di odio, vendetta, vergogna, suicidio o depressione. Una volta entrati in questo campo di battaglia potremmo rimanere per sempre intrappolati nella compulsione e nel desiderio di vendetta tipici del vittimismo, i quali ci precludono la libertà e la possibilità di perdonare proprie di chi è sopravvissuto.

Lasciar andare il passato

Lasciar andare il passato è un atto di responsabilità individuale per coloro che sono sopravvissuti a esperienze traumatiche. La responsabilità di ognuno sta nel garantire che non comprometteranno il proprio futuro cercando vendetta. Solo questa esperienza radicale nel lasciar andare può risanare il nostro naturale processo biologico. Il ripristino dei nostri istinti naturali legati alla sopravvivenza e all’evoluzione è così forte da sopprimere qualsiasi pensiero passato di odio e vendetta. Attraverso la guarigione di ogni esperienza traumatica della nostra vita riusciamo ad accettare i modi in cui l’universo ci ha messi alla prova. Paradossalmente, più riusciamo a lasciarci il passato alle spalle, più scopriamo che possiamo riavere il controllo delle nostre vite e tornare a partecipare all’esistenza umana nonostante la sua precarietà. Soltanto attraverso questo processo possiamo liberarci dal passato, proiettarci nel futuro e prepararci alla prossima esperienza evolutiva o trasformativa. In questa luce, il trauma diventa non solo parte integrante del nostro processo evolutivo, ma anche del nostro processo di apprendimento verso un’umanità più saggia e matura.

  • Lasciar andare: una capacità geneticamente innata nell’individuo per completare un processo e iniziarne uno nuovo come parte di un ciclo evolutivo infinito.
  • Rifiuto: il rifiuto di lasciar andare il passato è una resistenza al nostro naturale istinto evolutivo.
  • Resistenza: la resistenza al nostro naturale processo evolutivo blocca la forza vitale e inibisce la nostra capacità di crescere, maturare e sviluppare saggezza, di trasformare e incorporare il passato all’interno delle esperienze presenti, e di sostituire le strutture frammentate con altre più salutari.

Questo testo è estratto dal libro "Metodo Tre".

Data di Pubblicazione: 1 ottobre 2017

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