SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 6 min

La Mia Bibbia dell'Omeopatia - Anteprima del libro di Albert-Claude Quemoun

A chi si rivolge l'omeopatia?

A chi si rivolge l'omeopatia?

A tutti! Dal neonato agli anziani passando per i bambini o le donne in gravidanza. Gli effetti collaterali sono molto rari (vedi sotto) e assente la tossicità perché l’omeopatia somministra dosi medicamentose infinitesimali. A differenza dell’allopatia, il rimedio omeopatico, e le sue diluizioni, non sono scelti in base all’età o al peso del paziente, ma secondo un comportamento verso la malattia. Così, il rimedio Belladonna è adatto sia a un bambino con febbre a seguito di una infezione Orl, con sete, intolleranza alla luce e tendenza al delirio, sia alla persona anziana che ha gli stessi sintomi e lo stesso comportamento causati dall’influenza.

Anche gli animali rispondono positivamente all’omeopatia, tanto è vero che molti veterinari la utilizzano nella loro pratica quotidiana. E ancora, lo stesso farmaco può essere usato da chi possiede un animale domestico o dall’agricoltore.

Curare gli animali come gli esseri umani

  • Allergia del cane o del gatto con secrezione oculare, starnuti e tosse: come trattamento di base Allium cepa contro la secrezione nasale irritante, associato a Euphrasia contro la secrezione oculare irritante e a Sabadilla contro gli starnuti.
  • Cavalli da corsa in stato di eccitazione prima della partenza: Argentum nitricum.
  • Cavallo da corsa prostrato, tremolante e in ansia prima della partenza: Gelsemium.
  • Irritazione della mammella della mucca: Phytolacca, Graphites ecc. (farmaci simili a quelli prescritti alle donne in allattamento in caso di congestione mammaria o ingorgo).

Per quali malattie?

MALATTIE ACUTE

L’omeopatia è particolarmente indicata nelle malattie acute tipiche della vita quotidiana come infezioni Orl, influenza, crisi di emorroidi, afte, intossicazioni alimentari, insonnia transitoria, diarrea acuta, colpo di sole...

PATOLOGIE FUNZIONALI

L’omeopatia è ugualmente efficace anche nelle cosiddette patologie funzionali: in questo tipo di disturbi, i sintomi non sono dovuti alla lesione di un organo, ma a una alterazione del funzionamento. Le patologie funzionali si distinguono dalle malattie organiche (lesioni dell’organo), contro le quali omeopatia ha un efficacia minore se non quella di attenuare certi sintomi (dolore, tremolio, fatica, effetti collaterali dei farmaci allopatici...). Se prendiamo per esempio il cuore, l’omeopatia è efficace nei casi di palpitazioni (disordine funzionale) e inefficace contro un infarto del miocardio (lesione del cuore), anche se esistono farmaci omeopatici che aiutano il paziente in questo tipo di patologia (Aconitum, Naja...).

L’omeopatia cura le funzioni più importanti in caso di alterazione. Per esempio la funzione epatica (nausea, vomito...), digestiva (disturbi di transito, bruciore di stomaco, colon irritabile...), circolatoria (gambe pesanti, vene varicose, emorroidi...), nervosa (insonnia cronica, ansia, stress, disturbi dell’umore...), ginecologica (sindrome premestruale, mestruazioni dolorose, menopausa, disturbi della gravidanza, preparazione al parto...).

MALATTIE CRONICHE

Quando, nonostante il trattamento, i sintomi acuti si ripresentano nuovamente, l'omeopatia li considera come patologia del terreno che può manifestarsi come dermatite (eczema, psoriasi), infezioni Orl o infezioni ricorrenti del tratto urinario, terreno infiammatorio con artrosi avanzata o crisi d’asma, terreno allergico (rinite allergica o asma), terreno emicranico.

DISTURBI DELLO SVILUPPO INFANTILE

L’omeopatia è efficace in caso di agitazione, aggressività, iperattività, ritardo scolastico o nello sviluppo.

La si può associare con gli altri farmaci?

La risposta è sì! Se può essere utilizzata in molte indicazioni da sola, non è escluso l’uso, se necessario, del farmaco allopatico. Ogni buon medico omeopatico conosce i limiti della terapia e in caso di necessità può prescrivere farmaci convenzionali. In questo caso il rimedio omeopatico ha funzione di supporto, in particolare serve a ridurre le dosi o gli effetti collaterali (vedi sotto) e può avere anche funzione complementare ad altri trattamenti come l’agopuntura, la fitoterapia e l’osteopatia senza dimenticare l’efficacia in psicoterapia, logopedia o terapia di rilassamento/sofrologia.

OMEOPATIA E ALLOPATIA

Non tutto si può curare con l’omeopatia, come anche non è possibile farlo con l’allopatia. Ecco alcuni esempi di collaborazione efficace tra omeopatia e allopatia:

  • Malattie sessualmente trasmissibili: gli antibiotici sono molto efficaci e sarebbe un controsenso non prescriverne per evitare postumi a lungo termine. Tuttavia, nei casi di malattie virali è meglio non usare gli antibiotici: grazie all’omeopatia, l’herpes o l’herpes zoster migliorano sia a livello curativo sia a quello preventivo.
  • Cancro: fondamentali i trattamenti convenzionali come chemioterapia, radioterapia, brachiterapia o chirurgia. L’omeopatia, invece, è sempre più utilizzata nei servizi ospedalieri avanzati per attenuare gli effetti collaterali del trattamento aggressivo (nausea, affaticamento, dolore...).
  • Alzheimer: il mix omeopatia e allopatia sembra il più promettente. L’omeopatia può infatti ritardare il declino della memoria (Baryta carbonica, Alumina, Phosphoricum acidum, Mercurius solubilis...) o agire sull’umore (Natrum muriaticum), ed evitare così l’uso sistematico di antidepressivi o antipsicotici. Questi ultimi infatti possono peggiorare la perdita di memoria e causare assuefazione.
  • Parkinson: efficaci i trattamenti allopatici e la neurostimolazione del sistema nervoso, ma per alcuni sintomi come la depressione, i disturbi del sonno, la stanchezza fisica e mentale consigliamo invece l’omeopatia (Manganum, Gelsemium, Mercurius solubilis, Lathyrus sativus...).
  • Effetti collaterali di alcuni trattamenti: i farmaci assunti regolarmente (corticosteroidi, neurolettici, antibiotici) possono provocare nel lungo periodo un’insufficienza surrenalica, un’alterazione del buon funzionamento epatico o renale, che richiedono l'uso di drenanti o di farmaci omeopatici per stimolare le diverse funzioni.

OMEOPATIA E FITOTERAPIA

Se le piante costituiscono il 60% delle sostanze utilizzate in omeopatia, i farmaci sono tuttavia molto diversi. La fitoterapia utilizza le piante in senso ponderale, mentre l’omeopatia in diluizioni infinitesimali. Per questo motivo, la fitoterapia è più vicina alla medicina allopatica che a quella di Hahnemann. Inoltre, molti farmaci convenzionali usano estratti vegetali o principi attivi isolati delle piante.

Fitoterapia e omeopatia, tuttavia, si incontrano nell’uso di drenanti. Per esempio, il tarassaco (Taraxacum) per il fegato, la bardana (Lappa major) per la pelle, l’amamelide e il ginkgo biloba per la circolazione venosa o ancora il crespino (Berberis vulgaris) per il rene. Questi drenanti sono utilizzati in tintura madre (TM) o in basse diluizioni (DH). Analogamente, alcune piante sono utilizzate nei due farmaci allo stesso modo: l’arnica in TM o pomata, la calendula in TM, l'echinacea in TM o in bassa diluizione.

Questo testo è estratto dal libro "La Mia Bibbia dell'Omeopatia".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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