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L'ibrido uomo-macchina: fantascienza o realtà?

L'ibrido uomo-macchina: fantascienza o realtà?

Scopri il mito del progresso e il sogno del potenziamento umano: dal darwinismo sociale al transumanesimo. Anteprima del libro Cyberuomo di Enrica Perucchietti.

Il mito del progresso e il sogno del potenziamento umano: dal darwinismo sociale al transumanesimo

«Questa via è chiamata progresso. Fu questa la grande parola del secolo scorso. Si considerò la storia come una grande strada sulla quale l'umanità'' procedesse sempre bravamente [...] Ma dove si andava? E per quanto tempo si progrediva? E che ne sarebbe risultato?».
Oswald Spengler

Metropolis

Siamo nel 2026. Negli sfavillanti grattacieli di Metropolis vivono i ricchi mentre nel sottosuolo sono confinati gli operai. In cima al grattacielo più alto vive il capo della città, Joh Fredersen; suo figlio Freder passa le giornate a divertirsi in un irreale giardino eterno, popolato da sensuali fanciulle. Improvvisamente un giorno irrompe nel luogo paradisiaco l'insegnante Maria, accompagnata dai figli degli operai che vengono scacciati in malo modo.

Freder rimane però così colpito dalla donna, che decide di inoltrarsi nel sottosuolo per rivederla: qua scopre le condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare i poveri. Assiste allo scoppio di un macchinario in cui vengono feriti alcuni operai e in preda alle allucinazioni, dovute ai fumi fuoriusciti, Freder ha una visione in cui la macchina appare come il grande dio Moloch che ingoia le sue vittime umane. Sconvolto da tanto orrore e brutalità decide, inutilmente, di discuterne con suo padre.

Freder scende così nei sotterranei e decide di scambiare la propria vita con quella di un operaio. Nelle catacombe ritrova Maria, che come una sorta di Profeta accoglie e ispira negli operai una moralità cristiana. I due giovani si innamorano.

Nel frattempo il padre di Freder fa visita all'inventore delle macchine di Metropolis, Rotwang, che ancora dopo anni si strugge per la perdita della madre di Freder, morta di parto, di cui era innamorato. Rotwang è una figura complessa, a metà tra l'alchimista/mago e lo scienziato: ha progettato un robot in grado di sostituire l'uomo. Questo robot assumerà in tutto e per tutto le fattezze di una donna perché, per mezzo di un congegno basato su onde elettromagnetiche, l'inventore è capace di trasformare quell'ammasso di metallo in una figura indistinguibile da una persona in carne e ossa.

Seguendo delle mappe che sono state trovate nelle tasche di un operaio, Rotwang conduce Fredersen nel sottosuolo, arrivando ad ascoltare - non visti - uno dei discorsi di Maria. Fredersen capisce che il figlio non aveva tutti i torti quando parlava di possibili rivolte operaie e incarica l'inventore di rapire Maria per dare al robot le sue sembianze, in modo da poter controllare i malumori degli operai attraverso la predicazione di una falsa Maria...

«Mediatore tra il cervello e le mani dev'essere il cuore»: è il motto che anima il film capolavoro del cinema muto del 1927 diretto da Fritz Lang, Metropolis. Si tratta di una delle opere simbolo del cinema espressionista ed è riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Biade Runner e Guerre stellari e registi come David Cronenberg con i suoi Videodrome e La Mosca nei quali la guerra tra uomo e macchina viene riletta in chiave horror.

L'ambientazione distopica ha invece influenzato autori come Orwell, Ray Bradbury e persino T.S. Eliot. Paradossalmente il messaggio di Lang, volto a contestare la disumanizzazione della tecnologia, è stato nei decenni ribaltato e accolto nel suo lato puramente estetico.

L'estetica "robotica" del classico di Lang, ripresa dai Queen e poi da Lady Gaga, ha solleticato anche la creatività di uno dei fotografi e stilisti più quotati degli anni Ottanta, Thierry Mugler che finì per inserire alieni e androidi nelle sue collezioni di alta moda, fino a farne testimonial dei suoi profumi ("Angel"). Fu ancora Mugler a firmare i costumi e la direzione artistica di Too funky, uno dei video più glamour e famosi di George Michael. Protagoniste le super top model degli anni Novanta da Linda Evangelista a Tyra Banks.

Da allora, ogni pop diva che si rispetti non sa resistere alla tentazione di gareggiare in sex appeal vestendo il costume bionico d'ispirazione langiana. Si trasformano così in pop robot e androidi Kylie Minogue, poi, Beyoncé (nel 2009 per il suo I am tour), quindi Lady Gaga e Fergie dei Black Eyed Peas come il golem robotico di Rotwang.

Rotwang in particolare è descritto come un novello rabbino Löw, il costruttore del Golem. Nella saga praghese, infatti, il Golem diventa uno "spettro", nel senso che è stato creato a immagine del suo creatore ed è sottomesso alla sua volontà. L'uomo costruisce la macchina/automa/Golem a sua immagine e questo suo modo di creare è simmetrico all'atto di creazione con cui Dio ha creato l'uomo a sua immagine. La macchina / robot quindi diviene oggi la controparte moderna del Golem e l'uomo/scienziato una parodia del Dio creatore.

Ed è forse a questa versione che si avvicinano le derive del post-umano: la creazione di un esercito di cloni/Golem, di corpi resuscitati e di ibridi umano-macchina a cui verranno trasferite le memorie di un soggetto nell'illusione della vita eterna. Nel 1486 il noto umanista e filosofo Giovanni Pico della Mirandola scrisse la sua celebre orazione, Discorso sulla dignità dell'uomo (Oratio de hominis dignitate), per dimostrare e celebrare la potenza dell'intelletto che mette l'essere umano al centro dell'Universo, distinguendolo così dalle altre creature.

L’uomo per Pico è il medium tra la condizione di bestia e quella di Dio: può innalzarsi al cielo o rendersi animale. Avvalendosi delle sue capacità intellettive, l'uomo può diventare artefice del proprio destino. Su ciò si basa il concetto di "dignità umana" ovvero la qualità suprema che solo l'uomo ha ricevuto da Dio: egli può coltivarla e farla crescere facendo buon uso del libero arbitrio che gli è stato assegnato, oppure degradarsi tradendo la sua stessa natura.

Oggi, però, sembra che l'uomo abbia deciso di estremizzare questa visione antropocentrica e di imboccare un'altra strada, quella della superbia. L'uomo, infatti, può illudersi di potersi rendere uguale a Dio, persino di sfidarlo come Marsia fece con Apollo, ma tale presunzione lo condurrà inevitabilmente alla disfatta: si pensi, come abbiamo ricordato nel primo capitolo, ai miti di Icaro, Niobe, Prometeo, e Sisifo, oppure in ambito giudeo-cristiano Lucifero e in quello islamico Iblis.

Oggi l'uomo pare aver intrapreso un nuovo viaggio verso un traguardo fino a qualche anno fa inimmaginabile: divenire "macchina". Si tratta, in estrema sintesi, di un progetto dai connotati demiurgici, che, come spiega il professor Antonio Marazzi, docente di antropologia culturale all'Università di Padova, «si è affermato come una sorta di new age dai contorni ambigui, quasi una setta, che predica l'avvento di un futuro utopico in cui l'uomo potrà finalmente essere libero dalle sue catene biologiche». Un futuro che vedrà l’alba di un uomo nuovo che intende superare la propria natura biologica attraverso l’implementazione sul "corpo biologico” di protesi tecnologiche.

E questo viaggio ha una storia che affonda le proprie radici nell'esaltazione del concetto di progresso e nel darwinismo sociale.

Il darwinismo sociale

A distanza di cinque secoli, gli insegnamenti di Pico e degli altri filosofi dell'Umanesimo sono convogliati in un sistema che porta lo stesso nome ma che ha poco in comune con il Rinascimento. L'Umanesimo promosso infatti da pensatori mondialisti come i fratelli Aldous e Julian Sorel Huxley (cofondatore e primo direttore dell'UNESCO), nipoti del celebre "mastino di Darwin" Thomas Huxley, di cui parlerò tra poco, ha abbracciato l'Illuminismo e la filosofia positiva e ha subito gli influssi di circoli elitari quali l'X Club e la Royal Society, dando vita a un'ideologia ibrida che unisce eugenetica, neo-malthusianesimo, socialismo, mondialismo e una spiccata attenzione per le scienze e il controllo sociale, arrivando a prevedere un ulteriore passo avanti nell'evoluzione umana.

Il transumanesimo affonda le proprie radici in quel credo scientifico che confluì in una nuova visione antropologica che verrà in seguito chiamata darwinismo sociale. La teoria di Darwin veniva applicata in ambito sociale per proporre una divisione in caste «come distinte sono le diverse specie in natura anche se provenienti da un antenato comune».

Thomas Huxley, il mastino di Darwin

Chi impose il darwinismo alla società inglese e, attraverso di essa, alla cultura mondiale, fu un personaggio brillante e astuto, "capostipite" di una dinastia di intellettuali, il nonno dei già citati Aldous e Julián Huxley: Thomas Henry Huxley

Presidente della Royal Society dal 1883 al 1885, Thomas Huxley fu anche il promotore di un gruppo più ristretto ed esclusivo, l'X Club, che ebbe un influsso enorme sulla cultura britannica, spingendola all'accettazione del darwinismo e dei suoi presupposti. Il darwinismo, con la sua idea di lotta per la sopravvivenza e del dominio del più forte ed evoluto, poteva divenire una meravigliosa stampella a sostegno dell'imperialismo inglese (ed europeo in generale). Nell'ottica dell'epoca, infatti, era evidente immaginare che l'essere più evoluto al mondo fosse l'uomo bianco europeo (inglese in particolare), destinato quindi dalla Natura stessa a dominare le altre culture e razze.

Con la sua idea di evoluzione "casuale", che estrometteva qualsiasi intervento divino sulla realtà, il darwinismo diveniva inoltre uno straordinario strumento di lotta contro le religioni tradizionali e contro tutte quelle eredità e tradizioni del passato che in un modo o nell'altro sembravano opporsi all'affermazione globale del nuovo mondo liberal-capitalista. Alla fine dell'Ottocento, infatti, l'Inghilterra è divenuta la fucina ideologica d'ogni tipo di materialismo, dell'esaltazione del potere tecnologico della macchina e del progresso inteso come "conversione" del mondo intero alla cultura e alla civiltà moderne.

È solo a partire dal secondo dopoguerra, tuttavia, che il modello covato per secoli in ambiente anglosassone potrà finalmente essere imposto al mondo intero.

Toccherà al nipote di Thomas, Julián Sorel Huxley, darwinista di ferro, neomalthusiano e convinto assertore dell'eugenetica, dare forma globale a questa idea secolare e a esplicitare persino, come vedremo, la sua fede nel "transumanesimo".

Prima di lui, un altro celebre romanziere si è distinto per le sue idee a sostegno della costituzione di un ordine mondiale e di quella ideologia mondialista che è tracimata nel transumanesimo (dal neomalthusianesimo all'eugenetica). Sto parlando dell'autore di celebri romanzi di fantascienza come La guerra dei mondi, L'isola del dottor Moreau, L'uomo invisibile e La macchina del tempo, H.G. Wells.

Quando H.G. Wells sognava un governo unico mondiale

Studente di biologia di Thomas Huxley, socio della Fabian Society e del Coefficient Club, H.G. Wells collaborò a lungo con Julian Huxley con il quale pubblicò nel 1931 The Science of Life.

Nel 1928 diede alle stampe The Open Conspiracy in cui descriveva il proprio ideale di un mondo globale unificato sotto l'egemonia anglosassone e ispirato agli ideali socio-economici della Fabian Society e del fabianesimo.

Nel libro Wells esprime la necessità di creare una società sopranazionale (che oggi potremmo definire "globalizzata"), un'impresa che prevede il reclutamento degli individui e l'allestimento delle istituzioni che occorrono per costituire il "direttorato" mondiale di "un nuovo ordine mondiale".

Nel saggio-romanzo del 1905 A Modern Utopia era stato altrettanto chiaro: «Si arriverà, insomma, all'attuazione di un vero e proprio Stato Mondiale». Qua il sogno wellsiano si esplicita in uno Stato mondiale pacificato e tecnologicamente avanzato: l'utopia rappresenta per l'autore il futuro e questo, a sua volta, non poteva che risiedere nella scienza in quanto perseguimento del Bene e della Verità.

La Cospirazione aperta in Wells ha un unico scopo, la distruzione dello Stato nazionale sovrano.

Tra le ricette per instaurare un ordine mondiale vi è anche l'introduzione di una "religione per la vita umana" che si ispira al positivismo di Auguste Comte e al suo concetto di "religione dell'umanità", un culto cioè senza divinità e senza trascendenza, integrata dai contenuti della filosofia malthusiana (e quindi sul controllo/riduzione delle nascite ovviamente nei confronti delle classi meno abbienti) e dalla teoria della selezione eugenetica sposata da Julian Huxley che ritroveremo esplicitata nell'opera del fratello Aldous.

La Chiesa positivista di Comte si basava sulla triade positivista:

  1. Grande Essere (l'Umanità)
  2. Grande Feticcio (la Terra)
  3. Grande Ambiente o Grande Mezzo (lo Spazio).

La religione di Comte venerava l'Uomo: al culto dei santi si sostituisce quello degli eroi laici della storia scientifica e civile. Capiremo meglio, andando avanti nel nostro racconto, come da queste basi si sia concretizzato un culto dell'Uomo che, tramite la scienza e la tecnologia, intende potenziarne le capacità in modo illimitato facendone una divinità.

Rifacendosi dunque al filosofo e sociologo francese, Wells dichiara la necessità di «una nuova religione positivista che impedisca la disgregazione della società dandole un controllo e una direzione», quindi l'esigenza di proporre un culto laicista e scientista basato sulla stessa umanità, essendo la religione un'attività puramente sociale, basata sulla fissazione di riti, di regole e di cerimonie che impediscono alla società di cadere nell'anarchia.

In estrema sintesi, Wells sposa i seguenti capisaldi:
darwinismo sociale

  • globalizzazione (superamento delle sovranità nazionali e creazione di un ordinamento mondiale)
  • limitazione delle nascite
  • selezione sociale e razziale
  • eugenetica (limitazione e selezione delle caratteristiche genetiche della popolazione)

Comenius, "precursore" dell’UNESCO

Come spiega ampiamente Enzo Pennetta nel suo libro Inchiesta sul darwinismo, appare evidente che il clima dell'epoca avesse incubato una precisa volontà politica oltre a quella culturale che sarebbe per esempio emersa con la fondazione dell'UNESCO, volta alla costituzione di una «nuova realtà ispirata alla Royal Society». Il primo direttore fu proprio Julian Huxley. Con l'UNESCO ci troviamo di fronte alla realizzazione globale di ciò che - come ampiamente spiegato dal coautore Gianluca Marletta in Governo Globale - Comenius (riconosciuto come "antenato spirituale") aveva sognato e che la Royal Society aveva concretizzato in ambito britannico: l'idea cioè che un piccolo gruppo di illuminati detentori della verità abbia il diritto di "indirizzare" e addirittura manipolare l'umanità verso scopi e fini ignoti alle moltitudini.

L'organizzazione poteva essere a sua volta, «con le sue caratteristiche di sovranazionalità e autorevolezza nel campo culturale e scientifico [...] lo strumento corrispondente a quello immaginato da Wells nel 1928». Nel documento di fondazione dell'organizzazione, L'Unesco e il progresso umano, troviamo il concetto di "progresso umano" come pilastro fondamentale dell'evoluzione che si riflette anche nell'invito a incrementare le innate capacità mentali umane attraverso «deliberate misure eugenetiche». Huxley chiarirà inoltre che il programma «dovrà essere portato avanti da una minoranza che potremmo definire "illuminata" che guiderà la maggioranza cieca verso il progresso». Per fare ciò, sarà necessario manipolare l'opinione pubblica, ricorrendo alle tecniche militari di persuasione di massa che erano state fino a quel momento utilizzate in tempo di guerra... Nel documento Unesco its purpose and its philosophy si legge:

«Il progresso non è automatico o inevitabile ma dipende dalla scelta umana e dallo sforzo di volontà. Prendendo le tecniche di persuasione e informazione e vera propaganda che abbiamo imparato ad applicare come nazione in guerra, e deliberatamente unendole ai compiti internazionali di pace, se necessario utilizzandole, come Lenin previde per superare la resistenza di milioni verso il cambiamento desiderabile».

Propaganda di guerra utilizzata in tempo di pace per manipolare l'opinione delle masse: questo è uno degli scopi programmatici delle Nazioni Unite!

Il pensiero di Comenius, come mostrava Gianluca Marletta in Governo Globale, è infatti indispensabile per comprendere le radici dell'idea moderna di un nuovo ordine mondiale e delle sue implicazioni ideologiche. L'UNESCO ha persino curato direttamente la traduzione e la pubblicazione di alcuni passaggi scelti dell'opera di Comenius, riconoscendone il ruolo di "precursore ideale".

Il testo più significativo di Comenius è la Panorthosia (traducibile come "Diritto Universale"), dove l'autore elabora infatti la sua avveniristica visione di un'autorità mondiale la cui funzione sarebbe quella di riformare l'educazione (anche a partire dalla creazione di una neo-lingua universale), trasformare e unificare le religioni e vegliare sulla pace globale prevenendo i conflitti. A questo scopo, Comenius auspica la creazione di tre "comitati universali" a cui siano sottoposte rispettivamente la cultura, la religione e la politica: «Sarà utile distinguere quei tribunali con appellativi diversi, chiamando Consiglio della Luce il tribunale dei dotti, Concistoro il tribunale ecclesiastico e Tribunale della Pace il tribunale politico».

Data di Pubblicazione: 10 aprile 2019

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