SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 6 min

La Natura nella Visione Sciamanica

Gli Spiriti della Natura. Volume 1 - Luciano Silva - Speciale

Scopri il viaggio sciamanico, la Rete della Vita e come la Natura ci parla per riconnetterti ad Essa, leggendo l'anteprima del libro di Luciano Silva.

La Natura nella Visione Sciamanica

La Rete della Vita: La Natura ci parla

Credo che siamo in molti ad aver avuto da bambini come amico qualche esponente del “popolo che cammina su una gamba sola”, come vengono chiamati gli alberi dai nativi americani.

C'era un vecchio fico sul quale mi arrampicavo da piccolo assieme ai miei amici, lo andavo a trovare quando giocavo con loro nel cortile di una vecchia casa colonica dove una anziana donna che abitava lì, che dicevano “leggesse” i fondi del caffè, ci accudiva e ci accoglie va con la sua deliziosa cioccolata calda.

Gli chiedevo il permesso di salire sul suo tronco, mi sembrava davvero di dovermi arrampicare e aggrappare alle sue gambe storte — come facevo quando andavo a trovare mia nonna che mi prendeva sulle sue gambe stanche e barcollanti — per accoccolarmi sul ramo più alto e godermi da quella altezza una differente visione della campagna circostante.

Sentivo che mi accoglieva volentieri tra le sue foglie, mi donava sempre un abbraccio affettuoso e rassicurante. Mi inebriavo per ore col profumo dei suoi frutti, che ancor oggi mi trasporta a quell'età infantile e a quei momenti innocenti, rimanendo appollaiato come un uccello in cerca di riposo dopo un lungo volo o immaginandomi a volte come un indiano inseguito da un branco di lupi feroci in cerca di rifugio.

Scendevo sempre dai suoi rami con un senso accresciuto di protezione e nutrimento.

 

spiriti-natura-luciano-silva-libro

 

L'albero amico

Ogni volta che salivo, era come ritornare a casa. Avere un albero come amico, costantemente e necessariamente connesso con l’alto e il basso, con il qui e l’ora, ci permette di riconnetterci con l’anima della Natura e di conseguenza con la nostra anima.

Tutti gli alberi hanno un loro spirito, un odore, un carattere, appartengono a una famiglia o a una specie, ma sono anche connessi con i fratelli alberi che si muovono assieme a a loro aprendo porte e portali verso altri mondi.

Nelle tradizioni native americane si racconta di sciamani che sceglievano un albero come dimora dopo la morte fisica. Nei miei viaggi nell’Italia Centrale ho incontrato antiche querce, la cui corteccia mi ricordava il volto rugoso degli anziani, delle persone sagge.

Le querce hanno sempre qualcosa da dirci, oppure ci congedano con un silenzioso saluto se le nostre domande sono inutili o superflue. Uno dei doni più grandi ed evidenti che ci regalano gli alberi è il silenzio.

Fermarsi e appoggiarsi con la schiena a un albero e fondere il nostro corpo con il suo, sentire il nostro sangue scorrere nelle vene assieme alla sua linfa vitale, sentire sulla nostra pelle ciò che sente lui sulla sua corteccia, vedere i nostri piedi come le sue radici, le nostre mani come i suoi rami, ci costringe a fermarci, a fare silenzio e a riconnetterci con ciò che è essenziale.

Nel giardino di una nuova casa in mezzo a un bosco nella quale mi sono recentemente trasferito, ho trovato una famiglia di querce che mi hanno chiesto subito di costruire sotto la loro chioma un altare per i miei antenati con delle pietre che casualmente erano già lì sparse in giro, forse attendendomi.

 

spiriti-natura-libro-luciano-silva

 

Legami con Madre Terra

Molti popoli indigeni raccontano che il popolo delle pietre rappresenta gli antenati, dato che ha vissuto sulla terra molto più a lungo di noi. Ho riconosciuto in loro i miei genitori, nonni, zii e anche qualche parente che non ho mai conosciuto.

In quel periodo, grazie ad uno dei tanti fenomeni di sincronicità a cui ho assistito, venni a conoscenza di uno zio di cui ignoravo l’esistenza in quanto abortito dalla mia nonna materna, circostanza che in passato veniva rigorosamente nascosta per evitare il senso di vergogna e il dolore che l’accompagnavano.

Anche lui emerse tra quelle pietre reclamando il posto che gli spettava nella Rete della Vita, benché la sua anima non fosse riuscita a intraprendere la sua avventura in forma umana. Le pietre si mossero da sole, mi sentivo guidato e del tutto incapace di qualsiasi forma di intervento, come se ciascuna sapesse già quale fosse il proprio posto all’interno della famiglia.

E così l’altare dei miei antenati si costruì da solo, sotto i rami di questa famiglia di altissime querce. Ritrovai in quel giardino anche le mie amate betulle, il loro cambio di pelle mi ha sempre ricordato la necessità di trasmutarsi e rinnovarsi incessantemente, un po’ come fanno anche i serpenti. Proprio un serpente, che vive nascosto sotto ad alcune pietre, ogni tanto mi dona la sua pelle nel periodo della muta.

Amo il tronco sottile delle betulle, le foglie triangolari piccole e leggere, la loro capacità di adattarsi alle circostanze avverse e di ripopolare zone colpite da gravi eventi atmosferici. Per me la betulla è uno spirito solare che alimenta l'energia, la crescita, la passione.

Mi riporta alla direzione nord e alle sue proprietà, mi riconnette all’anima celtica che da queste parti ha lasciato un’impronta, forse anche nel mio sangue, quando i druidi usavano la sua corteccia per accendere il fuoco.

Per gli sciamani del Nord, la betulla è l’albero sacro per eccellenza, la pianta cosmica, “la guardiana della porta”, la chiave che apre al neofita la via del cielo.

 

libro-spiriti-natura-luciano-silva

 

Il Richiamo del Picchio

Ad un certo punto, dopo essere rimasto un anno chiuso in casa a causa della pandemia, cominciai a sentirmi disconnesso dal mio mondo. Mi mancavano i rapporti sociali che sono la nostra linfa vitale, gli scambi di idee ed esperienze con gli altri che ci permettono di non fossilizzarci nei percorsi ripetitivi dovuti ai nostri radicati condizionamenti.

Noi ci autoregoliamo anche attraverso gli altri, per questo cominciai a preoccuparmi per gli effetti destabilizzanti sull’equilibrio delle persone e sul tessuto sociale prodotti dalla mancanza di contatto sociale. Cercai conforto nella natura, mettendomi alla ricerca di qualcosa o qualcuno che potesse aiutarmi a riconnettermi.

Conoscevo, perché ne avevo già fatto esperienza, il potere degli alberi e decisi perciò di andare in un bosco per cercare qualcuno o qualcosa che mi accogliesse e mi aiutasse ad uscire da quello stato confusionale e dissociato.

Entrando nel bosco feci la seguente preghiera: “Per favore, datemi un segnale che mi indichi come superare questo mio disagio”. Quando chiediamo col cuore, con sincerità e attenzione, l’universo risponde sempre, i nostri spiriti guida sono sempre disposti a darci una mano.

Nel bosco si intravedevano già i primi segnali dell’inizio della primavera; a un certo punto, non so perché, mi fermai a un incrocio dove il sentiero si biforcava in due direzioni, destra e sinistra. Ascoltai i miei piedi per capire dove volessero portarmi e scelsero il sentiero di destra.

La terra è percorsa da linee energetiche, note in molte tradizioni, che molti popoli indigeni utilizzano come un navigatore quando devono spostarsi in un territorio sconosciuto e non hanno alcun punto di riferimento. Così si  muovono gli indigeni nella foresta amazzonica o nel deserto.

Data di Pubblicazione: 13 novembre 2023

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...