SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 9 min

Non ti Fermare, Raggiungi il Tuo Obiettivo - Anteprima del libro di Sanjeev Kumar Tiwari

Può essere d'aiuto contro i problemi quotidiani

Piccoli incidenti che cambiano la vita

A volte, i piccoli incidenti di vita, insegnano molto più di quanto cento libri (non) siano capaci di fare. Questi piccoli avvenimenti ci segnano talmente in profondità, da cambiare le nostre vite e la nostra persona. Esistono molte testimonianze di grandi persone, in tutto il mondo, che dimostrano come anche il più piccolo degli incidenti, abbia cambiato la loro vita e il loro atteggiamento verso di essa.

Permettetemi di raccontarvi la storia di Tulsidas, un grande poeta indiano, che tradusse il 'Ramayana' nella sua lingua, Awadhi, conservando tutto il fascino dell'opera originale. La storia risale al tempo in cui Tulsidas era un ragazzo. Sposò presto una giovane e bella ragazza, il cui fascino, lo rese schiavo. Tulsidas era profondamente innamorato della sua nuova sposa. Non poteva vivere nemmeno un istante lontano da lei. Ne è da esempio l'episodio in cui lei si dovette assentare per qualche giorno. Tulsidas però si ammalò non appena lei partì, costringendola così a fare immediatamente ritorno. Una volta dovette andare a trovare, da sola, i suoi genitori. Tulsidas, che non riusciva a sopportare tale lontananza, decise di dirigersi a tutti i costi, a casa dei suoceri.

Quando Tulsidas raggiunse la riva del fiume, era già buio pesto. Naturalmente, il barcaiolo si rifiutò di traghettare i passeggeri anche per il quadruplo o quintuplo del costo normale. Tulsidas, imperterrito, sfidò coraggiosamente il maltempo, nuotando a tarda notte nel fiume in piena. Mentre impiegava tutte le sue ultime forze nel tentativo di restare a galla, qualcosa lo colpì - un oggetto stava galleggiando lungo il fiume. Si aggrappò saldamento ad esso. Questo gli permise di attraversare il fiume con più facilità, ma infine scoprì che l'oggetto in realtà era un cadavere.

Quando finalmente riuscì a raggiungere l'abitazione, tutti quanti stavano già dormendo. Vergognandosi di aver fatto irruzione dai parenti, nel bel mezzo della notte, decise di arrampicarsi sul muro della casa, servendosi di un pitone che aveva però, scambiato per una corda. Quando la moglie si svegliò, vide che Tulsidas era insanguinato e pallido. Fu allora che lo rimproverò per la sua cieca infatuazione; gli fece notare che se avesse impiegato anche solo un poco di tale devozione verso Dio, si sarebbe già assicurato la sua salvezza. Questo fu il campanello per il risveglio spirituale di Tulsidas, il quale si trasformò all'istante in un devoto seguace di Dio. Cadde ai piedi della moglie e disse, "Tu mi hai mostrato la via. Non sei solo mia moglie, ma anche il mio guru". Egli si congedò dalla moglie, pronto per non fare mai più ritorno.

Una volta, Maharishi Dayanand Saraswati,fondatore di Arya Samaj, sedeva, meditando silenziosamente, sulla riva del sacro fiume Ganga. Aveva scelto un luogo tranquillo e solitario in modo da non essere disturbato. Tuttavia, la sua concentrazione fu interrotta dal rumore di singhiozzi. Angustiato, aprì gli occhi e notò una figura femminile scendere i gradini del fiume con in grembo un piccolo bambino senza vita. Con grande orrore vide la donna abbandonare il bambino alla corrente del fiume e quando fu sul punto di tornare, crollò in un pianto disperato. Swami Dayanand Saraswati comprese immediatamente lo stato di povertà della donna e la tragedia che l'aveva colpita. Si era trovato di fronte alla misera e sofferenza dei poveri e degli oppressi. Decise allora, e in quel luogo, che avrebbe portato la religione alle masse e li avrebbe aiutati attraverso essa.

Ora, lasciate che vi racconti la mia esperienza.

Comportamneto con i miei genitori

Da ragazzo nei confronti dei miei genitori, ero davvero disobbediente e indisciplinato. Facevo tutto quello che ritenevo fosse giusto fare senza prestare la minima attenzione alle loro parole. La mia famiglia cercava spesso di correggermi con consigli e prediche, ma era come suonare musica a una persona sorda. Ogni loro tentativo di educarmi fallì, e alla fine si dovettero arrendere lasciandomi fare ciò che desideravo. Un giorno, stavo andando a Calcutta in treno. Alla stazione di Belur una donna salì sul vagone e si sedette nel posto di fronte al mio; teneva in grembo una piccola creatura di circa 10-12 giorni.

Non riuscivo a smettere di fissare il bambino, quando in un lampo, mi balenò in testa il pensiero che anche io, un tempo, ero stato così piccolo. Era così indifeso! Anche io sono stato così debole. Quanta cura e amore, avranno dovuto avere i miei genitori, per farmi diventare la persona che sono oggi. Quanto dolore mia madre avrà dovuto subire per trasformarmi dal piccolo bambino indifeso di ieri, all'uomo adulto che sono oggi.

Quanta pena ho procurato ai miei genitori con la mia disobbedienza? Oh! Quale peccato ho commesso nel non prestare loro ascolto? Le lacrime scorrevano lungo le mie guance e continuando a osservare il bambino, ricordavo mia madre. Non avevo più voglia di andare a Calcutta, il mio unico desiderio era andare da mia madre e piangere per ore sul suo grembo. Scesi dal treno e tornai a casa. Mi sentivo una persona nuova, cambiata. Ciò che i miei genitori non erano riusciti ad insegnarmi per anni, me lo aveva trasmesso quel bambino in pochi secondi. Avvertii come se lo spesso velo nero di ignoranza che copriva i miei occhi, fosse improvvisamente stato sollevato. Corsi da mia madre e le dissi:, "Mamma perdonami per tutto il dolore che ti ho procurato. Oggi ho compreso i sacrifici di una madre. D'ora in poi non sarò più disubbidiente". Fu un momento di felicità indescrivibile, ma anche un episodio cruciale di svolta nella mia vita.

Un giorno Swami Vivenkananada stava tornando da un tempio quando un branco di scimmie incominciò ad inseguirlo. Per salvarsi, in un primo momento, incominciò a correre, ma le scimmie correvano molto più velocemente di lui e con fare sempre più aggressivo. In quel momento un vecchio monaco che stava assistendo alla scena, gli urlò: "Smetti di correre. Affronta i bruti!". Swami, avendo udito le parole del monaco, si voltò per affrontare le scimmie. Non appena le fronteggiò, queste smisero di infastidirlo e scapparono via.

La lezione di Swami

Swami trasse una grande lezione da questo, apparentemente semplice, incidente. Comprese l'importanza di non fuggire di fronte alle difficoltà e al pericolo, ma piuttosto, di affrontarle con coraggio. In età avanzata Swami menzionò l'incidente durante un raduno a New York. Egli disse: "Questa è una lezione vitale - affrontare il terribile, affrontarlo con coraggio. Come le scimmie, le difficoltà della vita rimangono indietro quando cessiamo di fuggire dinanzi a loro. Se mai riuscissimo a conquistare la libertà, deve accadere conquistando la natura, mai scappando. I codardi non ottengono mai la vittoria. Noi dobbiamo affrontare la paura, i problemi e l'ignoranza e guai aspettarsi che queste scompaiano prima di noi". Questo particolare episodio nella vita di Swami e la lezione che se ne può trarre, hanno avuto un profondo impatto sulla mia vita. Ogni qual volta che qualsiasi problema mi si presenta, mi ricordo di questo episodio e affronto il problema con coraggio e con la grazia di Dio il problema si risolve abbastanza facilmente.

Alcuni dei miei studenti avevano paura di parlare in pubblico. Temevano che i nervi e l'ansia, potessero prendere il sopravvento e ammutolirli improvvisamente dinanzi alle persone. Dissi loro che, finché non avrebbero affrontato gli spettatori e parlato davanti a loro, non sarebbero mai riusciti a superare questo problema. Per far fronte a qualsiasi avversità, bisogna affrontarla. Più si scappa dal problema, più questo ci raggiunge e ci abbatte. Probabilmente al primo tentativo non si riuscirà nell'intento con il massimo del risultato, ma sicuramente otterrete maggior confidenza per la volta successiva, in cui vi troverete ad affrontare lo stesso ostacolo. Gradualmente la paura scomparirà completamente facendovi diventare un ottimo relatore. In realtà, io stesso ho dovuto affrontare un problema simile durante i miei giorni di scuola. Volevo sempre scappare da dibattiti e situazioni in cui era necessario parlare davanti ad un pubblico di persone. Il risultato fu che al tempo non acquisii mai il coraggio per affrontare tale difficoltà. Fu solo al college che, grazie alle "Opere complete di Swami Vivenkananada", imparai la preziosa lezione che un problema può essere superato solo affrontandolo con coraggio, senza mai fuggire da esso. Dapprima iniziai a parlare di fronte ai miei genitori, successivamente davanti ad amici, poi di fronte ai miei insegnanti e infine ad un pubblico generale. Devo ammettere che all'inizio non ero particolarmente abile, ma poco a poco ho acquisito fiducia. Oggi ai seminari o conferenze, parlo serenamente di fronte a delegati provenienti da diverse parti del mondo.

Una volta un ladro entrò nella capanna di un santo di nome Pavhari Baba per derubarlo dei suoi pochi averi. Come il ladro si accingeva a lasciare il posto con gli oggetti rubati, il santo si svegliò.

Il ladro si spaventò a tal punto da correre via gettando 0 terra tutti gli oggetti che aveva preso. Pavhari Baba raccolse prontamente le cose e seguì il ladro. Dopo un lungo inseguimento, finalmente riuscì a catturarlo, pregandolo di accettare la merce. "Tutti questi oggetti sono tuoi, mio Dio" disse Baba al ladro, che lo fissò incredulo. Il ladro rimase attonito. Bada si era appena rivolto a lui come ad un Dio e ora voleva cedergli ciò che possedeva. Si rese conto di quale crimine aveva commesso e di quanto crudele fosse stato. Il ladro abbandonò il suo lato malvagio scegliendo di impegnarsi nella ricerca della ricchezza spirituale. Pochi anni dopo ottenne l'illuminazione spirituale e divenne un grande santo.

Questo testo è estratto dal libro "Non ti Fermare, Raggiungi il Tuo Obiettivo".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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