SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 6 min

L'origine dei Cinque Esercizi Tibetani

I Cinque Esercizi Tibetani - Christopher Kilham - Speciale

Che cosa sono i Cinque Tibetani? Come Christopher Kilham ne è venuto a conoscenza? Scoprilo, leggendo l'anteprima del suo classico inestimabile in questo ambito.

L'origine dei Cinque Esercizi Tibetani

Prime esperienze con i Cinque Tibetani

Nel 1976 fui invitato all’Institute of Mentalphysics, un centro che organizza ritiri spirituali a Joshua Tree, in California, per tenere una serie di seminari sulla salute. Esteso su una superficie di circa tre chilometri quadrati in pieno deserto, l’istituto offre splendidi panorami delle montagne di San Gorgonio e San Jacinto.

Il centro dista pochi chilometri dall'ingresso del Joshua Tree National Monument, una meta ambita per free climbers e amanti dell'avventura da ogni parte del mondo. Joshua Tree è un luogo di sorprendente bellezza: la natura è rigogliosa, le formazioni di rocce sono spettacolari e vi si avverte una forte energia spirituale.

La gente vi si reca per recuperare le forze, per ringiovanire lo spirito, approfondire la propria ricerca interiore e contemplare la maestà della natura. È la cornice perfetta per l'Institute of Mentalphysics.

L'istituto fu fondato negli anni ’30, a Los Angeles, da Edwin Dingle, un geografo che, grazie a una serie di circostanze particolari, aveva passato nove mesi in Tibet, vivendo e studiando sotto la direzione di un famoso lama.

Durante questa esperienza aveva appreso alcuni esercizi e tecniche di respirazione yoga che sarebbero diventati il nucleo fondamentale della sua pratica spirituale. I metodi che imparò, e successivamente cominciò a insegnare a Los Angeles, divennero molto popolari, al punto che Dingle decise di commissionare al grande architetto Frank Lloyd Wright il progetto per un edificio che ospitasse l'istituto.

Durante gli ultimi decenni, il centro è diventato la meta di migliaia di praticanti da tutto il mondo.

 

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I cinque rituali di ringiovanimento

Quando mi recai a Joshua Tree, il numero degli allievi era relativamente basso rispetto alle origini e il centro ospitava soltanto pochi interni. Tra di essi vi era Rochelle, una donna di circa settant'anni: un carattere vibrante e una lunga storia di esperienze con guru, saggi, maestri spirituali e santoni di ogni tipo.

Alla sua età Rochelle era diventata una miscela perfetta di curiosità, intelligenza, ottimismo e scetticismo, condita con un'apertura mentale intatta verso qualsiasi nuova esperienza. Rochelle era passata attraverso tutte le "mode spirituali" del suo tempo, aveva avvicinato diverse dottrine e ne dimostrava una profonda conoscenza.

Venuta a sapere del mio interesse per lo yoga, mi diede un piccolo libro molto interessante: si intitolava "The Five Rites of Rejuvenation" ("I cinque rituali di ringiovanimento"), era stato pubblicato nel 1939 ed era stato scritto da un tale Peter Kelder.

L'autore raccontava, in maniera appassionante, come aveva scoperto cinque esercizi yoga che gli erano stati insegnati da un ex ufficiale dell’esercito inglese, il quale, a sua volta, li aveva imparati da un lama tibetano in un monastero dell’Himalaya.

Secondo Kelder, questi esercizi avevano il potere di rinforzare il fisico, ricostituire l'energia, rigenerare il corpo e la mente e rallentare il processo di invecchiamento.

 

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I Cinque Tibetani

Praticavo lo yoga già da sei anni e pertanto avevo esperienza di numerose tecniche, tuttavia, sollecitato dalle lodi che Kelder tesseva degli esercizi, decisi di inserirli nella mia routine quotidiana.

Mi piaceva il modo in cui erano stati scoperti e tramandati a un ristretto numero di occidentali dall'uomo che li aveva appresi sull’Himalaya, e mi piaceva la loro struttura. Apparentemente erano simili ad altri esercizi yoga che praticavo da tempo, in realtà erano profondamente diversi e non si sovrapponevano a nessun altra parte del mio programma.

Mi colpì particolarmente il fatto che i Cinque Rituali di Ringiovanimento erano simili alle tecniche di yoga tibetano che venivano insegnate all’Institute of Mentalphysics più di ogni altro esercizio che avessi mai appreso. Gli esercizi dell’istituto sembravano collegati allo stesso ambiente, naturale e monastico, nel quale i Cinque Riti erano nati, in effetti erano anch'essi tibetani.

Non mi piaceva il nome "Cinque Riti di Ringiovanimento", sembrava il titolo di un romanzo d'avventure e comunque aveva un sapore troppo ottocentesco, così cominciai a chiamare quegli esercizi i "Cinque Tibetani".

Dopo averli praticati per circa due anni, mi convinsi che si trattava di qualcosa di eccezionale. Occupavano solo pochi minuti della mia routine quotidiana di esercizi yoga, che era lunga alcune ore, tuttavia erano fonte per me di grande beneficio.

Se rappresentassero anche il segreto dell’eterna giovinezza, com'era scritto nel libro di Peter Kelder, restava ancora da stabilire: quando avrò ottant'anni, scriverò il seguito di questo libro e ve lo farò sapere. Al di là di questo, sono convinto che contribuiscano a rinvigorire la forza fisica e quella mentale.

Stimolano il sistema energetico corpo/mente e permettono di ottenere un equilibrio come nessuno degli altri esercizi yoga di mia conoscenza.

 

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Il cammino dello yoga

Cominciai nel 1978 a insegnare i Cinque Tibetani nei miei corsi di yoga: da allora, ho trasmesso le mie esperienze a parecchie centinaia di persone. Nel 1985 ho inserito gli esercizi nel mio libro sulla terapia e l'alimentazione yoga: "Take Charge of Your Health" ("Prenditi cura della tua salute"), inserendoli tra le pratiche di ringiovanimento.

Ho inserito i Cinque Tibetani anche nel mio libro successivo: "Inner Power: Secrets from Tibet and the Orient" ("La forza interiore: segreti dal Tibet e dall'Oriente", 1988). In questo libro, infine, mi sono proposto di offrire un’interpretazionepersonale delle pratiche yoga, basandomi sui Cinque Tibetani.

Le pratiche esposte sono inserite in un discorso più generale sul sistema energetico dell'essere umano, sui chakra e sulla meditazione kundalini.

Può darsi che non riuscirò mai ad appurare se i Cinque Tibetani siano in effetti di origine tibetana; forse provengono dal Nepal o dall'India settentrionale. Non posso affermarlo con certezza e in fondo non m'interessa più di tanto.

La tradizione vuole che siano stati perfezionati da alcuni lama tibetani. Non so altro circa la loro origine. Di certo il nome Cinque Tibetani ha avuto maggiore diffusione rispetto a quello di Cinque Riti di Ringiovanimento, e in molti libri pubblicati di recente, non soltanto in inglese, questi esercizi sono sempre chiamati i Cinque Tibetani (un nome, tra l’altro, che suona molto meglio di "Cinque Katmandu" o "Cinque Uttar Pradesh").

La mia opinione è che molto probabilmente questi esercizi siano di origine tibetana. La questione fondamentale riguardo questi esercizi, tuttavia, non riguarda la loro origine: il fatto è che con i Cinque Tibetani abbiamo a disposizione una serie di esercizi yoga molto semplici che si riveleranno di immenso valore per tutti coloro che saranno disposti a dedicarvi non più di dieci minuti delle loro giornate piene di impegni.

 

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Data di Pubblicazione: 25 luglio 2023

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