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L'Origine della Teoria

Multiriflessologia Facciale Dien Chan - Anteprima del libro di Bùi Quôc Châu

La teoria della similitudine

Il professor Bùi Quòc Chàu dà vita alla teoria della similitudine di forma nei primi anni Ottanta. Scrive il suo primo libro, Dièn Chàn Dièu Khièn Lièu Phàp (Edizioni Minh Hai), nel 1984-1986 e il secondo, Tuyèn Tàp Dò Hình Dièn Chàn Dièu Khièn Lièu Phàp (Edizioni Long An), nel 1990-1992. Entrambi i testi sono stati pubblicati per la prima volta in Europa in lingua francese a partire dal 2009.

La teoria della similitudine di forma trova la sua origine in una frase dell'IChing, il Libro dei Mutamenti, che dice: “Il simile attrae il simile. Le cose simili si attraggono, le parole che hanno una pronuncia simile sono in corrispondenza tra loro”.

Il professor Bùi Quòc Chàu mette in pratica questa saggezza avvalendosi dell’esperienza di medico e agopuntore e con grande maestria di osservazione si lascia ispirare dalla cultura popolare del suo paese di origine, il Vietnam, dai numerosi proverbi e frasi della tradizione orientale, dalle cure naturali e ricette vietnamite. Per esempio, tradizionalmente in Vietnam quando una persona ha mal di stomaco, le viene suggerito di mangiare stomaco di mucca farcito con i grani di pepe; quando una persona soffre di mal di cuore, le viene suggerito di mangiare il cuore di bovino farcito alla Thàn sa.

Infine, come abbiamo già detto, uno degli elementi sul quale il professor Bùi ha iniziato a elaborare la sua teoria è il linguaggio che esprime nelle sue espressioni le connessioni tra “l’uno e il tutto”.

La sperimentazione con l’agopuntura e l’utilizzo di altri originali strumenti - descritti nella terza parte di questo manuale - lo hanno condotto a trovare schemi di riflesso sul viso e nelle diverse parti del corpo, come le mani, le braccia, i piedi, le dita dei piedi, le ginocchia, i glutei, le cosce. Il riscontro degli effetti positivi, volti al raggiungimento o al mantenimento di un equilibrio dell’organismo nella sua interezza e delle sue singole parti, ha portato, infine, alla realizzazione del metodo Dien Chan.

Quest’ultimo dal 1982 è stato messo a disposizione di chiunque volesse apprenderlo e a sua volta applicarlo su di sé o sugli altri.

La teoria e i principi della similitudine di forma

Nella lingua vietnamita, la radice linguistica di alcune parole suggerisce le relazioni tra i diversi organi e parti del corpo: per esempio, song mui (la curvatura del naso) e song lung (la colonna vertebrale), co hong (la gola) e co tay (il polso).

Il professor Bùi Quòc Chàu ha rilevato questo aspetto linguistico e lo ha messo in pratica sperimentando che, per esempio, la stimolazione sulla curvatura del naso agisce di riflesso sulla colonna vertebrale e quella sui polsi agisce di riflesso sulla gola.

È da queste osservazioni sull’interazione delle parti dell’organismo tra loro e della natura umana con l’ambiente che il professore vietnamita ha elaborato la nuova teoria della similitudine di forma. Questa si basa sui principi della riflessologia e dell’analogia tra i componenti corporei.

Da un punto di vista anatomico, molte parti del corpo hanno una forma simile: i reni somigliano alle orecchie, il seno somiglia alla pancia di una donna incinta ecc. (principio di similitudine). Inoltre, esiste una relazione tra il sistema muscolo-scheletrico e gli organi interni del corpo umano, e tale relazione è riflessa sul viso o su altre parti dell’organismo (principio riflessologico): per esempio, stimolando un determinato punto del viso contemporaneamente si agisce sulla zona malata a esso connessa, favorendone la guarigione.

Viso e corpo sono come un computer in cui la pressione di alcuni “tasti” - punti riflessi - genera stimoli che, una volta partiti, hanno effetti curativi sulla parte sofferente. In questo senso il Dien Chan applica i principi della cibernetica e, proprio per questo, il nome per esteso del metodo è Dien Chàn Dièu Khièn Lièu Phàp, ovvero “Dien Chan - Terapia cibernetica”.

L’Uno nel Tutto, il Tutto nell’Uno

Nella teoria della similitudine di forma ritroviamo il principio filosofico orientale “l’Uno nel Tutto, il Tutto nell’Uno”, quale espressione dell’interconnessione tra tutte le cose, per cui è possibile osservare, per esempio, che la mano e le sue dita sono una proiezione dell intero corpo umano in miniatura: cosi la mano chiusa richiama la testa.

E la mano, infatti, una parte del corpo in cui i principi teorici trovano la loro dimostrazione e il loro riscontro, poiché la stimolazione delle dita, del dorso della mano o del polso attivano comandi di stimolo-reazione in un’altra parte riflessa dell’organismo, come la testa e il collo.

Questa stimolazione proveniente dall'esterno proietta impulsi benefici agli organi interni, in virtù della stretta connessione e similitudine che li rende dipendenti gli uni dagli altri e perciò influenzabili reciprocamente.

L’applicazione del metodo del professore vietnamita sulla mano, così come su altre parti del corpo (viso, piedi, braccia ecc.), con l’ausilio della moxibustione con sigari di artemisia, di un cercapunti o degli strumenti originali Dien Chan(di cui parleremo nella terza parte di questo libro), ci permette di rilevare gli effetti curativi del trattamento direttamente su noi stessi.

In sintesi, la teoria della similitudine di forma si fonda su due concetti fondamentali: somiglianza, che innesca la connessione, e riflesso. In particolare:

  • Il corpo umano è caratterizzato da una rete di connessioni analogiche che si rivelano se determinate zone del sistema muscolo-scheletrico vengono adeguatamente stimolate seguendo la “mappa” dei punti o delle zone (lo vedremo in seguito) da trattare costruita e sperimentata dal professore vietnamita. Per esempio, la curva del naso assomiglia alla colonna vertebrale, il pugno della mano con il pollice teso richiama il cuore, il polso assomiglia alla nuca. Pertanto, stimolando la curva del naso si possono ottenere risultati sulla colonna vertebrale, stimolando il polso o la mano si possono trattare problemi cardiaci o disarmonie alla testa.
  • In questa relazione naturale gli elementi corporei possono aiutarsi e quindi avviare il processo di guarigione o possono neutralizzarsi, come per esempio la stimolazione e il trattamento dei punti sul viso 106 e 8 (i cosiddetti punti vivi che tratteremo ampiamente più avanti), che hanno la medesima funzione, possono produrre lo stesso effetto, e creare una sinergia, oppure possono bloccarsi a vicenda.

Grazie a questa teoria e alla sua pratica, quindi, possiamo guarire stimolando le parti del corpo che hanno la stessa natura e somiglianza con l’organo interessato dalla patologia.

Questo testo è estratto dal libro "Multiriflessologia Facciale Dien Chan".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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