Bankster - Anteprima del libro di Joseph P. Farrell
Il denaro nei tempi moderni
«Poiché è impossibile comprendere la storia delXX secolo senza una qualche comprensione del ruolo del denaro negli affari interni degli Stati e in materia degli affari esteri — come pure del ruolo svolto da banchieri nella vita economica e politica di un Paese — dobbiamo gettare uno sguardo a ciascuno di questi quattro temi».
Carroll Quigley
Se, come l’epigrafe sopra citata suggerisce, è assolutamente “impossibile” arrivare, in tempi moderni, a una valutazione accurata delle politiche nazionali e internazionali di qualsiasi Stato senza una comprensione adeguata del ruolo che il denaro gioca in tali dinamiche, allo stesso modo è assolutamente impossibile capire la storia antica — o qualsiasi altro periodo storico - senza contemplare il ruolo rappresentato dal denaro e come esso sia stato manipolato in ambito sociale, politico scientifico.
Il denaro, almeno in tempi moderni, è però il risultato di un’operazione “alchemica”, di una sorta di “tecnologia finanziaria”: la trasmutazione, cioè, di qualcosa dal nulla. In questo caso l’operazione consiste nel trasformare quella che è una semplice annotazione su di un registro bancario - il “niente” - in una unità di scambio commerciale - il “qualcosa”. Analogamente, l’alchimia è la “scienza” che si dedicò alla trasmutazione dei metalli in oro, trasmutazione che implica un procedimento fisico e una tecnologia per compiere l’atto. Nel denominare entrambe queste operazioni come alchemiche è implicito il fatto che sotto le vesti di queste operazioni magiche di creazione di denaro dal nulla da parte delle banche si celi invece una sapienza antica di fisica occulta che, probabilmente, è stata profondamente fraintesa.
A ogni modo, sono questi i binari concettuali sulla quale si muoverà la nostra storia. Ma vi sono anche due binari storici ove collocarla.
Uno scenario ipotetico
Immaginiamo per un momento che sia esistita sulla Terra una civiltà molto avanzata tecnologicamente ed estremamente antica. Una civiltà che raggiunse l’apice della sua potenza in ambito sociale e scientifico e che poi, in un parossismo di follia e di avidità, fu causa della sua stessa distruzione a seguito di una Grande Guerra. Quando la sua inarrestabile distruzione raggiunse il punto di non ritorno e la sua scienza e tecnologia - la stessa scienza e tecnologia paradossalmente causa della sua rovina - non poterono più essere sostenute a causa degli enormi danni alle infrastrutture della civiltà ormai sull’orlo del collasso, entrambe le fazioni belligeranti si resero conto che tutto era perduto e ciascuna di esse fece il possibile per recuperarne e salvarne quanto più possibile. Codificarono i segreti di questa scienza e di questo sapere in un linguaggio simbolico intricatissimo, un linguaggio che sarebbe potuto essere decodi Beato solo successivamente in un futuro remoto, nel momento in cui una nuova civiltà, rinata dalle ceneri di quella distrutta, avesse raggiunto un simile e adeguato sviluppo scientifico, tecnologico e sociale. La strategia messa in atto per salvaguardare il loro sapere fu una tattica di sopravvivenza a lungo termine, dato che un eventuale recupero di questo sapere non poteva che avvenire nel corso di migliaia di anni. Le due fazioni in guerra fra loro furono pienamente consapevoli che il significato effettivo di questi simboli che stavano per lasciare ai posteri non sarebbe stato pienamente compreso che in un futuro remoto. Esse sapevano che, nel breve termine, tutto sarebbe andato perduto. Ciononostante attuarono questo piano ed entrambe le parti si attivarono immediatamente per creare delle fratellanze segrete che mantenessero intatto il significato di questi simboli, ne trasmettessero il segreto di generazione in generazione e — per quanto possibile — iniziassero l'opera della decodifica e ricreazione di quella stessa scienza e tecnologia che fu causa stessa della loro scomparsa.
È altresì naturale e ragionevole presumere che, parallelamente a questa attività, ciascuna delle due parti abbia stilato una sorta di inventario di ciò che le era rimasto di questo sapere scientifico e tecnologico, con lo scopo di ricostituire le basi di queste antiche tecnologie e potenzialmente riutilizzarle. È ragionevole supporre inoltre che i “vincitori” di questa guerra abbiano confiscato tutte le tecnologie della fazione “perdente”, abbiano distrutto od occultato tutto ciò di essa che non poteva essere riutilizzato e che abbia proibito ai vinti qualsiasi ulteriore sviluppo o diffusione di tali tecnologie.
Se tutto questo vi suona vagamente familiare e vi porta a pensare a ciò che fecero gli Alleati vincitori ai tedeschi vinti dopo le due guerre mondiali, beh, non avreste affatto torto.
Ma la guerra che stiamo considerando in questo nostro scenario immaginario fu molto più devastante nelle sue implicazioni. Stiamo infatti supponendo l’esistenza di una civiltà così avanzata scientificamente e tecnologicamente che, di fronte a essa, tutti i nostri moderni strumenti di distruzione sembrerebbero delle pistole ad acqua. Allo stesso modo, dobbiamo presumere che questa mitica civiltà fosse veramente “cosmica” nel suo carattere e che la guerra nella quale fu coinvolta fosse di natura interplanetaria, tale da far sembrare le nostre guerre mondiali delle cose da nulla in confronto. Analogamente, la strategia in atto di inventariare tutte le tecnologie perdute durante il conflitto, l’istituzione di un linguaggio simbolico segreto per preservarlo e la fondazione di fratellanze segrete per la loro custodia e conservazione, riecheggia da lontano ciò che fecero gli Alleati vincitori ai vinti tedeschi in tempi recenti. Abbiamo dunque innanzi a noi, perso nelle nebbie della preistoria e in innumerevoli miti ed epiche antiche, la presenza di una civiltà estremamente sofisticata che si distrusse eoni fa in una guerra interplanetaria, una guerra che sarebbe costata loro la perdita dello stesso sapere e della tecnologia che fu causa della loro stessa rovina e a cui dovevano ricchezza e potere. Dalle ceneri di quel cataclisma a oggi, i sopravvissuti si organizzarono per ritrovare e ricreare le basi di quella loro conoscenza perduta ove possibile e fu così che vennero istituite le società segrete e le scuole misteriche, e sorsero le prime civiltà eredi della grande civiltà perduta: le civiltà meso-potamiche di Sumer, Babilonia e Assiria da un lato, dell’Antico l’Egitto dall’altro. Alcuni elementi all’interno di quelle società rapidamente intrapresero il graduale consolidamento ed estensione del loro potere e, come risultato, furono in grado di conservare almeno una parte dell’eredità scientifica dei loro antenati tecnologicamente più avanzati.
Dunque, prima di procedere ulteriormente, cerchiamo di essere assolutamente chiari su quella che è la nostra tesi:
- la presenza sia in tempi antichi che in quelli moderni di una élite bancaria e finanziaria internazionale il cui potere deriva dalla comprensione di come funzioni davvero l’alta finanza, e la fisica, e dalla manipolazione e monopolizzazione di questo sapere;
- questa élite ha combattuto in tempi antichissimi e ora moderni delle guerre devastanti. Quella in tempi antichi fu una guerra di dimensioni interplanetarie e comportò la frammentazione e in certi casi la perdita di nozioni di fisica e di economia che un tempo furono componenti di un sistema unificato e integrato: una visione scientifica ed economica del mondo molto avanzata;
- il risultato di questa antica guerra cosmica fu la creazione di una nuova civiltà che ne divenne il retaggio e la creazione di organizzazioni segrete in tutto il mondo che questa élite utilizzò per celare e custodire i propri segreti e la propria conoscenza della scienza occulta e dell’alta finanza e delle loro relazioni con la fisica;
- una volta riaffermatasi nel mondo, questa élite ha impiegato ogni suo sforzo per recuperare quelle nozioni di fisica conosciute dai propri antenati e la propria eredità scientifica, impegnandosi contemporaneamente a bloccare tutti i tentativi da parte di coloro che nel corso dei millenni hanno cercato di recuperare questo sapere e farlo proliferare democraticamente tra le masse. Il motivo dei loro timori - dovesse questo sapere trapelare e diventare di dominio pubblico - è molto semplice: una volta nelle mani delle masse la loro egemonia come una élite globale verrebbe irrimediabilmente meno, se non addirittura annientata del tutto.
E in nessun’altra circostanza della storia il tentativo di bloccare lo sviluppo di tecnologie alternative che liberassero il mondo dal giogo di questa élite risulta più evidente che con la soppressione delle invenzioni di uno scienziato semisconosciuto - se non quasi dimenticato - e delle sue spettacolari invenzioni. Stiamo parlando del grande Nikola Tesla.
Tutte le strade portano a Tesla e Morgan
Basterebbe solo prendere in considerazione la curiosa e sospetta assenza del nome di Nikola Tesla nei libri di testo standard di fisica per apprezzare appieno come un determinato tipo di fisica sia stato deliberatamente e sistematicamente celato e occultato al grande pubblico. Dico curiosa e sospetta perché se è vero che quest’uomo fu uno scienziato sconosciuto, impegnato per la maggior parte della sua vita a lavorare su dei progetti segreti per il governo, è altrettanto vero che fu allo stesso tempo anche un personaggio ben noto al pubblico e piuttosto eccentrico, in quanto si dilettava a partecipare a grandi e costose feste e cene nei migliori ristoranti di New York e ha letteralmente elettrizzato l'immaginario collettivo dell’epoca, per non parlare delle sue frequentazioni nell’alta società e la sua amicizia con persone famose - non ultimo uno scrittore come Mark Twain. Tesla si esibiva in strepitose manifestazioni pubbliche delle sue invenzioni e la sua fama conquistò rapidamente tutto il mondo, soprattutto perché egli fu responsabile della diffusione dell’elettricità (assieme all’altrettanto famoso Thomas Edison, con cui era in competizione, e grazie al supporto del suo sostenitore finanziario, J.P. Morgan — una competizione che Tesla vinse facilmente e in modo decisivo).
Un uomo simile non poteva semplicemente essere denunciato, né messo in disparte. L’élite dovette quindi adottare misure più drastiche per liberarsi di lui e per portare all’oblio lui e il suo contributo scientifico al mondo.
Ma perché Tesla costituiva una tale minaccia per certi poteri?
Questo testo è estratto dal libro "Bankster".
Data di Pubblicazione: 1 dicembre 2017