Per prima cosa non metterti a dieta
Per prima cosa... Non metterti a dieta
Quando il peso diventa un problema e siamo convinti di dover fare qualcosa di concreto per invertire la rotta e dare il via al dimagrimento, evitiamo di partire col piede sbagliato e cadere nella trappola più pericolosa: la dieta. Sembra un paradosso ma è proprio così, se pensiamo di perdere i chili in eccesso con una semplice riduzione di calorie non ne verremo mai a capo.
Vediamo perché si tratta di un passo falso e cosa fare di diverso.
Prima il piacere
Quando in noi scatta il diktat DEVI DIMAGRIRE e il controllo del peso diventa un chiodo fisso, il cervello cade in preda a questa ossessione e nello stesso tempo, per reazione, nasce un irresistibile desiderio di trasgredire: e così si continua a mangiare!
Viceversa, prima che ci mettessimo in mente questa idea della dieta, al cibo non pensavamo più di tanto, come è naturale che sia, e tutto finiva lì...
Quindi iniziamo bene - cioè senza imporci restrizioni alimentari -e dimagrire diventerà più facile del previsto.
"Quando la vitalità si esprime attraverso una fame inestinguibile, non bisogna punirla con la dieta, ma provare a offrirle altri spazi."
Niente è peggio che fissarsi sull'alimentazione! Pensi, parli e vivi solo per il cibo: lo misuri, lo calcoli, ti informi su tutti i suoi aspetti, lo tieni sotto controllo, ma te lo sogni anche di notte. Il cibo diventa motivo di gioia o di tristezza, da nutrimento si trasforma in oggetto del desiderio, affascinante e proibito, amato e odiato. Il peso diventa rapidamente il solo parametro dell'umore: hai perso un chilo? Sei felice. Hai messo su due etti? Precipiti nella disperazione.
Giuliana, 40 anni, mi racconta:
Tutti i giorni nella testa avevo come un tarlo, un pensiero fisso, insistente, soprattutto al mattino: "Oggi voglio mangiare solo cibi ipocalorici". Più questo pensiero si faceva spazio dentro di me e più scattava un impulso che mi portava a divorare qualcosa che non avrei dovuto, senza neanche avere fame. E lo trovavo piacevole, stimolante.
"La tua anima vuole trasgredire, non vuole essere messa a dieta, cioè in gabbia, non vuole sentirsi dire cosa è giusto o sbagliato e cosa deve fare."
Insomma, più pensiamo al cibo che vogliamo evitare, più il solo fatto di averci pensato ci porta automaticamente a desiderarlo ancora di più, aumentando il rischio di trasgredire. Quando ci diciamo "oggi devo evitare certi cibi", queste stesse parole ci invogliano a mangiarli.
Giuliana lo ha imparato sulla sua pelle.
Ogni volta che mi veniva l'idea di dimagrire, mi dicevo: "Non ci devo pensare, non devo ragionare, non devo fare nessun progetto". Più raggiungevo uno stato di estraneità senza pensieri, più l'ansia diminuiva e le abbuffate di alimenti golosi e inutili si riducevano. Ha ragione lei, caro Morelli, non è il corpo che ingrassa, che ha voglia di mangiare: la rovina è la nostra mente.
Giuliana ha fatto, senza saperlo, quello che consiglia una recente ricerca anglosassone: astrarsi e non pensare al cibo. Lo stato di estraneità dal pensiero, dai ragionamenti, le ha fatto comprendere di essere un'altra donna, non la solita che già conosceva. È bastato evitare qualsiasi dieta e cambiare l'atteggiamento mentale, cioè uscire dal mondo dei pensieri, per accorgersi che per realizzarsi il suo femminile non aveva bisogno di abbuffarsi di cibo.
Qual è dunque il segreto per perdere peso senza sacrifici? Azzerare la mente.
Secondo la stessa ricerca inglese, coloro che si fissano sull'idea di perdere peso finiscono per ingrassare sempre di più.
Quindi la scelta di un'alimentazione diversa, "speciale" ha senso solo nel caso si associ a un significativo cambiamento di mentalità. In questo caso, se lo si ritiene necessario, si può scegliere un regime alimentare di "accompagnamento", attento a correggere gli eccessi e a bilanciare gli squilibri. Invece, se deve ridursi a un mero calcolo di calorie sommato a una serie di doveri, allora è del tutto controproducente, ed è assolutamente meglio evitarlo!
Mettersi a dieta è come dichiarare guerra ai propri impulsi. Ma è evidente che una guerra del genere è senza fine: la voglia che oggi hai sconfitto, se nel frattempo non ti soddisfi diversa-mente, domani tornerà intatta, perché è pur sempre una parte di te che sta reclamando spazio!
E non puoi negarla all'infinito, prima o poi ti capiterà di cedere. E a pagare il prezzo sarà inevitabilmente la tua psiche: se l'ennesima dieta non funziona, se dopo aver perso un paio di chili sgarri e li riprendi, logica vuole che la colpa sia tua, perché non ce l'hai fatta!
"Il "dovere" è il nemico di chi vuole dimagrire."
Questo atteggiamento distrugge l'autostima e genera uno sconforto profondo, che è la migliore premessa per un'abbuffata consolatoria. Ecco affacciarsi un pericoloso circolo vizioso: la vita della persona "a dieta" è come un serpente che si morde la coda.
Il corpo si "difende" dalla dieta
"Le diete non funzionano perché ì divieti "risucchiano l'energia vitale e l'inconscio è costretto a ribellarsi"
E poi c'è un'altra considerazione da fare. Chi è reduce da numerosi tentativi di dieta sa perfettamente che nel tempo diventa sempre più difficile dimagrire: un regime calorico che funzionava qualche anno fa ora non dà più risultati, e bisogna adottare soluzioni ogni volta più drastiche. Ma sono proprio le diete ad avere insegnato al nostro corpo ad accumulare grasso! Quando il cibo scarseggia, infatti, l'organismo degli animali si specializza sempre meglio nello stoccare il cibo, nel crearsi riserve, e il corpo diventa come un magazzino. Una dieta che dura a lungo, quindi, sviluppa all'estremo questa capacità dell'organismo, che pertanto impara a bruciare le calorie in modo sempre più lento. Questo spiega perché la stessa quantità di cibo che una volta bastava per calare di peso, oggi ci fa ingrassare. Sentite cosa mi scrive una lettrice a proposito di questo problema:
Mi chiamo Giada, ho 24 anni e frequento l'università. In lotta con il peso da sempre, spinta anche dai miei famigliari, volevo perdere almeno 15 chili e così mi sono rivolta a una specialista e ho iniziato a seguire una dieta. È stata un'esperienza dolorosa e fallimentare. Il regime alimentare era davvero ristretto e letteralmente ''morivo di fame". Mi sono impegnata, ho veramente cercato di seguire indicazioni e consigli, organizzavo i pasti alla perfezione, che fossi a casa o fuori, senza sgarrare, senza concedermi mai nulla. Il risultato? Ho perso quattro chili nei primi due mesi e nei quattro mesi successivi neanche un grammo: ferma, bloccata, il mio peso e l'ago della bilancia, nonostante il ferreo impegno, non si muovevano. La dietologa dubitava di me e delle mie parole: penso credesse che mangiavo di nascosto. E penso che lo credessero anche i miei famigliari. Ero sempre più nervosa, depressa e sfiduciata: praticamente non mangiavo, ma rimanevo sempre uguale. Così ho abbandonato questo progetto, perché non sarei mai riuscita a ottenere risultati. Ma io non sto bene nei miei panni e mi chiedo continuamente quando e come scatterà in me la molla che mi farà sentire che la dieta la sto facendo per me, e non per gli altri.
Cara Giada, quando dici che stai entrando in depressione perché il tuo peso non è diminuito neanche di un grammo, significa che la tua mente è completamente prigioniera della dieta, e che con il pensiero sei sempre lì a controllare i tuoi chili. Ma impostando le cose in questo modo, si finisce per esistere solo in funzione di quello che si mangia: è come se la nostra vita diventasse, di fatto, un conteggio di calorie, e basta! Questo modo di essere rende tristi e infelici e, come tu sai, quando si è scontenti il metabolismo rallenta, la fame aumenta e, inevitabilmente, si ingrassa.
L'altro nemico è l'ostinazione. Cosa significa? Significa che si arriva a imporsi di mangiare solo certi cibi, sempre quelli, provando e riprovando, sforzandosi di rispettare i rigidi paletti tipici della dieta. Ma i tentativi falliti ti fanno ingrassare di più!
Non serve mettersi alla prova e tanto meno è utile sentirsi sconfitti e intristiti se non si è riusciti a perdere quei 4-5 chili in più. Prima di decidere di dimagrire, bisogna guardare la propria vita e farsi questa domanda: nel corso della giornata, c'è almeno una cosa che mi piace fare? Un'attività che mi diverte, che mi appassiona? Ci sono degli interessi ai quali non rinuncerei per nessun motivo al mondo?
Se la risposta è sì, e per tutti nell'arco della giornata ci sono cose piacevoli anche se non le si "vede", allora... abbiamo molte chance di perdere tutti i chili in più. Come? Trasferendo la passione, il piacere, la voglia di vivere anche nel nostro stare a tavola.
"L'atteggiamento corretto non è pensare a mangiare di meno, ma essere incantati dalla vita, lasciarsi prendere dalla voglia e dal desiderio di fare cose piacevoli."
Questo testo è tratto dal libro "Pensa Magro".
Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017