SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 9 min

Pensieri ed Emozioni Influenzano la Nostra Biologia - Scopri Come!

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Anteprima del libro "Biologia Quantica" di Simona Grossi

Pensieri, emozioni e credenze influenzano la nostra biologia e il nostro ambiente.

Tra i principali fattori epigenetici non ci sono solo elementi materiali, come proteine, enzimi o altre molecole che interagiscono con il DNA e ne modificano per esempio la conformazione spaziale, ma anche pensieri, parole, emozioni, sentimenti, credenze, che, come vedremo, influenzano la nostra biologia e, in maniera ancora più sorprendente, il mondo che ci circonda.

La neuroscienza, ovvero quella parte della ricerca che si occupa di indagare le relazioni tra la nostra sfera psico-emotiva, il sistema nervoso ed il sistema ormonale, ha messo in evidenza negli ultimi decenni che esiste una precisa correlazione tra le emozioni che proviamo e la produzione di specifiche molecole biologiche: neurotrasmettitori, ormoni ed altri mediatori chimici della comunicazione intra-cellulare e inter-cellulare. Così, per esempio, la serotonina è considerata l’ormone del buonumore, adrenalina e noradrenalina sono prodotte quando siamo stressati o impauriti da qualcosa o da qualcuno, la secrezione di cortisolo a livello delle ghiandole surrenali aumenta in caso di uno stress prolungato, e così via.

Analogamente, ciò che crediamo essere vero diventa vero per noi e plasma non solo la nostra realtà ma anche ciò che si manifesta nel corpo. L’effetto placebo è uno degli esempi più conosciuti sul potere curativo della credenza, sul quale sono stati condotti diversi studi. In un classico esperimento si mettono a confronto le reazioni di due gruppi di persone con la stessa patologia. Ad un gruppo viene somministrato un farmaco, mentre all’altro gruppo una soluzione acquosa. Ad ognuno dei partecipanti viene però detto di avere ricevuto il medesimo farmaco. Facendo uno scan elettromagnetico del cervello, emerge che le onde cerebrali dei due gruppi di persone cambiano allo stesso modo, cioè in entrambi i casi il cervello risponde come se i pazienti avessero ricevuto la medicina. Attenzione però, perché accade anche il contrario. Se abbiamo la convinzione che qualcosa ci faccia male è molto probabile che sarà proprio quello che sperimenteremo! Come vedremo, infatti, il nostro subconscio non distingue ciò che consideriamo positivo da ciò che pensiamo essere negativo, ma applica, esegue senza giudicare.

Un effetto diretto delle emozioni sul DNA è stato osservato in un esperimento condotto presso l’Istituto di HeartMath negli Stati Uniti. Un campione di DNA umano viene messo in una provetta da laboratorio e diventa l’oggetto dell’attenzione di un gruppo di persone capaci di concentrarsi su diversi tipi di sentimenti per un determinato periodo di tempo. Sorprendentemente, ciò che emerge è che esse sono in grado di modificare la forma della molecola di DNA. Tuttavia, il genere di modificazione non è sempre lo stesso ma cambia in base al tipo di emozione provata dai partecipanti. Emozioni generalmente considerate “negative”, come rabbia o rancore, inducono la doppia elica del DNA ad avvolgersi in modo più stretto. Sentimenti di amore e apprezzamento, invece, provocano un maggiore rilassamento nell’avvolgimento della molecola di DNA. In assenza dell’uno o dell’altro tipo di emozioni non si verifica alcun cambiamento conformazionale del DNA. Le nostre emozioni (così come pensieri, credenze e parole) sembrano quindi essere in grado di comunicare con il DNA delle nostre cellule!

Comunicazione con il DNA a distanza

Questo genere di comunicazione non rimane confinato entro i limiti del nostro corpo ma sembra estendersi anche al di fuori di noi. Confrontando per esempio l’encefalogramma di persone in un profondo stato meditativo, si osserva che il pattern della parte destra e sinistra del cervello diventa identico e, cosa ancora più sorprendente, gli emisferi sinistri di diversi individui funzionano in modo sincrono. Studi sulle guarigioni a distanza hanno mostrato che c’è una chiara sincronizzazione tra il cervello dell’operatore e quello della persona che riceve, anche quando si trovano a centinaia di kilometri di distanza. Altre ricerche sull’effetto del suono, della ripetizione di mantra, dell’intenzione vanno nella stessa direzione: ciò che accade nel nostro mondo interiore è capace di cambiare la chimica e la fisiologia del nostro corpo e di interagire con il mondo che ci circonda. Per incredibile che possa sembrare, questo pare estendersi fino a coinvolgere eventi che accadono a livello planetario. Come ho accennato poco sopra, ne parlava già Cari Gustav Jung riferendosi a quello che definisce inconscio collettivo, che scaturisce dall’interazione fra il pensiero delle menti umane, creando una rete invisibile che collega l’intera umanità ed è in grado di reagire a tutto ciò che succede nell’universo. Vediamo alcuni esempi di accadimenti di questo tipo.

Un gruppo di ingegneri e scienziati dell’Istituto di HeartMath ha costruito un rilevatore di campo magnetico per monitorare il campo magnetico della terra, le pulsazioni e le risonanze associate alle eccitazioni della ionosfera. I loro studi indicano che esiste una chiara interazione tra i campi generati dai sistemi viventi ed il campo magnetico terrestre. Per esempio, la terra e la ionosfera generano frequenze simili a quelle del cervello e del cuore dell’uomo, l’organo, quest’ultimo, con il più forte campo elettromagnetico nel corpo umano. Hanno anche scoperto che le onde cerebrali di un gruppo di persone possono sincronizzarsi con il ritmo delle onde elettromagnetiche generate nella ionosfera della terra. Ancora più sorprendente è il fatto che il campo magnetico terrestre è a sua volta influenzato o modulato dalle emozioni umane: quando un gruppo di persone risponde ad un evento con lo stesso tipo di sentimento, la reazione collettiva è in grado di influenzare l’attività del campo magnetico terrestre.

Esperimenti simili sono stati condotti come parte del progetto PEAR (Princeton Engineering Anomalies Research) presso l’università di Princeton, negli USA, iniziato negli anni ottanta per indagare gli effetti della psiche umana su generatori elettronici di eventi casuali. All’inizio i ricercatori chiedono a persone incontrate per strada di concentrarsi su uno di questi generatori di eventi. Successivamente si rivolgono a gruppi di meditazione, ottenendo risultati simili: la sequenza di numeri prodotta dall’apparecchio non è più casuale e il grafico che ne risulta è molto diverso da quello che ci si aspetterebbe di vedere in assenza di un’interferenza esterna. Nel corso di anni di ricerca e di ripetizione di esperimenti dello stesso tipo, gli studiosi ottengono risultati statisticamente significativi che suggeriscono l’esistenza di una relazione tra le intenzioni dei partecipanti e la deviazione delle sequenze numeriche dall’atteso risultato casuale.

Progetto di Coscienza Globale

Da questo iniziale progetto ne nasce uno più vasto, il Global Consciousness Project (cioè “Progetto Coscienza Globale”, abbreviato GCP), che coinvolge diversi istituti di ricerca accomunati dallo scopo di indagare se le menti individuali degli esseri umani sono inconsciamente collegate a formare una “mente collettiva” e se hanno un impatto su ciò che succede a livello planetario. I ricercatori distribuiscono nel mondo centinaia di generatori di numeri casuali che producono in maniera continua e del tutto casuale i numeri 0 e 1, formulando previsioni sulle sequenze in uscita. Dopo un numero sufficientemente alto di rilevamenti e coerentemente con ciò che ci si aspetta statisticamente, i risultati si avvicinano alla probabilità del 50%, poiché 0 e 1 hanno la stessa probabilità di comparire. Tuttavia, non è quello che si osserva quando i dati sono monitorati contemporaneamente al verificarsi di insoliti eventi di portata mondiale, come terremoti, maremoti, incidenti aerei, grandi incendi o anche grandi eventi positivi. In concomitanza di tali avvenimenti le risposte dei dispositivi si allontanano in modo significativo dal risultato atteso, evidenziando dei picchi anomali nei grafici di distribuzione dei dati. La variazione del segnale è proporzionale alla distanza dall’evento, cioè è tanto più intensa quanto più il generatore è posto nelle vicinanze del luogo in cui l’evento si verifica.

Quelli descritti sono solo alcuni esempi di esperimenti che si stanno conducendo in tutto il mondo, che ho citato per ribadire ancora una volta che la scienza sta dimostrando ciò che antiche tradizioni ci dicono da tempo: parole, pensieri, emozioni, sentimenti sono in grado di plasmare la nostra realtà.

Durante un seminario al quale ho partecipato, Gregg Braden, scienziato innovativo e studioso pluridisciplinare, ha raccontato che durante un suo viaggio in Tibet chiese ad un monaco: “Qual è la forza che ci connette all’universo?”. Il monaco rispose: “La compassione”. Alla stessa domanda, una donna anziana di 120 anni rispose: “L’amore e la compassione”.

Parafrasando le parole che Bruce Lipton, biologo e ricercatore, ha pronunciato ad un congresso sulle scoperte della “nuova scienza”, che potremmo anche definire “scienza d’avanguardia”: “Se applichiamo ciò che Einstein ha compreso al campo che generiamo con i nostri pensieri, possiamo vedere che c’è una connessione in cui i nostri pensieri danno forma alle particelle che sono il mondo in cui viviamo. Improvvisamente vediamo che non siamo piccole parti disconnesse che si muovono sul pianeta. Siamo delle piccole antenne che danno forma al campo e la forma che generiamo si manifesta come le esperienze di vita che abbiamo.”

Questo testo è estratto dal libro "Biologia Quantica".

Data di Pubblicazione: 1 marzo 2018

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