La Via Diretta - Una Guida per il Praticante - Parte 2 - Anteprima del libro di Greg Goode
La mente
Descartes entra in un bar. Il barista gli chiede: “Posso portarle un Martini?” Descartes dice: “Non penso...” e così scompare nel nulla.
Di solito si pensa che la mente di una persona sia tutto ciò che non costituisce il suo corpo.
Scopriremo che la mente non è nient’altro che consapevolezza, proprio come abbiamo scoperto che il corpo e il mondo non sono nient’altro che consapevolezza. In realtà, grazie alle realizzazioni che abbiamo fatto fino a qui, sarà molto più facile fare questa scoperta riguardo alla mente.
È importante perché sembra reale. Sembra che mi appartenga. O sembra che sia me. Sembra trovarsi dove hanno luogo la percezione e la sensibilità. Sembra totalmente separata dalle altre menti. E sembra deperibile e transitoria.
C’è anche un paradosso riguardo alla mente che la fa sembrare qualcosa di impossibile da trascendere. Alcuni insegnamenti, che passano sotto il nome di “non-dualità”, in realtà lasciano il praticante al livello della mente sottile [termine del Buddhismo che indica un livello superiore di percezione mentale, N.d.R.]. Affermano di arrivare alla consapevolezza testimone o alla pura coscienza, ma si spingono solo fino a un certo stato mentale o psicologico. Tale stato spesso è piuttosto piacevole. Approdare a uno stato mentale piacevole di solito è un grosso miglioramento della vita rispetto a prima. Ho sentito persone dire,
“Posso entrare nella coscienza pura ogni volta che voglio.” “Sono stato nella consapevolezza testimone per un mese intero!”
Ma nota che queste affermazioni suonano come descrizioni di qualcuno che si trova in un certo stato d’animo. E uno stato d’animo che compare, può anche svanire. Questi casi in cui ci si “trova dentro” a qualcosa, sono esempi di una condizione fenomenica e quindi temporanea e transitoria. Se puoi “entrare” in qualcosa, allora puoi anche “uscirne”.
Perché indagare la mente?
Stiamo indagando la mente per non fare questo errore. Non vogliamo confonderci, scambiando un mero oggetto, come la mente sottile, per la chiarezza dalla quale scaturiscono tutti gli oggetti. Non vogliamo annunciare di essere “arrivati” alla consapevolezza testimone, solo per farci buttare fuori e tornare a uno stato ordinario al primo sollecito di un esattore delle tasse o quando riceviamo delle cattive notizie dal nostro medico.
Superare la mente
In linea di principio, è facile. Si tratta di vedere che quello che credevamo fosse il soggetto e la nostra natura (la mente) in realtà è un oggetto che si manifesta. In verità, noi siamo ciò a cui la mente appare. E lo stesso genere di realizzazione che abbiamo già fatto riguardo al mondo e al corpo.
Tuttavia, quando si tratta di prendere in considerazione qualcosa, la mente può risultare più sfuggente del mondo o del corpo. Da dove si comincia? Cosa si fa? Sembra che non sia possibile girarle attorno per osservarla. La mente sembra sviluppare il pensiero. Sembra ciò che sta “osservando” tutto, anche la nostra indagine sulla consapevolezza. Dietro alla mente sembra esserci dell’altro, del materiale nascosto. Questa eventualità in effetti fa sembrare la mente ancora più reale e misteriosa. Ci porta a un paradosso apparentemente enigmatico. Proprio come un occhio non può vedere se stesso, né un coltello può tagliarsi, sembra che la mente non possa conoscersi completamente, perché la parte di essa che osserva e quindi conosce rimane inosservata, inaccessibile alla conoscenza di se stessa. Così sembra che la struttura della mente ci abbia chiusi al proprio interno. Ci sembra di non poter mai trascendere la mente, anche se gli insegnamenti non-duali dicono che dobbiamo farlo per trovare la libertà.
A quanto sembra, siamo bloccati!
Ma in realtà è tutto molto più semplice di così.
Intuizioni non-duali
La scoperta ironica e meravigliosamente semplice che faremo ci libererà totalmente dalle convinzioni e supposizioni dualistiche. Vedremo che, nell’esperienza diretta, in ciò che chiamiamo “mente” non c’è niente di oggettivo, nascosto o separato. La nostra sola esperienza diretta della “mente” è consapevolezza.
Ma non sappiamo già che “la mente non è nient’altro che un insieme di pensieri”? Non conosciamo già frasi come “mostrami la tua mente” (pur essendo sicuri che è impossibile), che al massimo rappresentano intuizioni in grado di innescare l’intensa realizzazione del fatto che la mente semplicemente non si trova da nessuna parte? Ma potremmo anche averle lette e non esserne stati colpiti o trasformati. Queste profonde intuizioni sono diventate soltanto un’altra serie di credenze o perfino degli slogan non-duali da stadio!
E quindi? Che cosa facciamo se queste frasi non compiono la magia? Se queste intuizioni non-duali non danno uno scossone liberatorio al nostro modo di pensare alla mente? Bene, in quel caso dovremmo dare un’occhiata più da vicino e vedere direttamente cosa sta accadendo. Scopriremo così “qual è la mia esperienza diretta della mente”.
Nel farlo, vedremo che la mente non è una cosa che esiste oggettivamente, dotata di una propria realtà indipendente e separata. Vedremo che la mente non compie alcuna attività di osservazione, pensiero o elaborazione. Scopriremo che non c’è niente di nascosto nella mente. Questa intuizione è simile a quella del fatto che nella nostra esperienza visiva non esistono colori a prescindere dall’esperienza stessa del colore. Vedremo che la mente, come il mondo e il corpo, non è nient’altro che consapevolezza.
Questo testo è estratto dal libro "La Via Diretta - Una Guida per il Praticante - Parte 2".
Data di Pubblicazione: 1 dicembre 2017