SELF-HELP E PSICOLOGIA

Iniziare un Percorso di Crescita in Modo Realistico e Sostenibile

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Quante e quali sono le credenze che ci impediscono di scorgere la vera felicità? Scoprilo, leggendo l'anteprima del libro "Forse sei già Felice e non lo sai".

Iniziare un Percorso di Crescita in Modo Realistico e Sostenibile

La vita è un viaggio...

... E, di base, nemmeno troppo semplice.

Ci sono momenti buoni, per carità, ma anche un sacco di problemi, di difficoltà da superare lungo la strada: guerre, pandemie e calamità naturali, persone care che muoiono, persone che ci mettono i bastoni fra le ruote incasinandoci i piani o che vogliono usarci per i loro scopi.

Un viaggio bello intricato, insomma, durante il quale tuttavia possiamo fare la nostra parte non solo stringendo i denti, ma anche divertendoci un po’ fra un temporale e l’altro, per cercare di ottenere dei risultati che rendano questo percorso a ostacoli qualcosa di significativo per noi e per gli altri.

Che sia chiaro: non potrebbe essere altrimenti, è il modo in cui funzioniamo.

La dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere e al meccanismo della ricompensa, è anche una delle sostanze chimiche di cui cerchiamo continuamente di strafarci (quella su cui puntano social network e corsi motivazionali di bassa lega), ha bisogno, sempre, di un antagonista.

Di dolore, appunto.

 

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Lo dice la scienza: se non c’e sofferenza, non ci evolviamo, con buona pace dei predicatori del pensiero positivo e di quelli che ci esortano a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.

Non potremmo farlo nemmeno volendo.

Anzi, la nostra sofferenza e la costante insoddisfazione per lo status quo sono lo sprone per farci evolvere in una progressiva versione migliore di noi stessi.

Lo dice anche l'Architetto di Matrix, in effetti: le versioni di realtà simulate in cui tutti sono felici e hanno vite meravigliose semplicemente non funzionano mai. Se Steve Jobs non si fosse rotto le palle di andare in giro con un walkman pesante mezzo chilo, insomma, non avrebbe inventato l’iPod prima e l’iPhone poi.

Senza un divorzio pesantissimo alle spalle, non mi sarei impegnato per diventare un padre (almeno un po’) migliore.

Senza la sofferenza per un lavoro insoddisfacente, non mi sarei spinto fino a qui.

Il che, a questo punto, mi porta a due domande: cosa posso fare per voi, in questo divertente viaggio attraverso mille e più peripezie? E chi sono io, che in questo viaggio vi accompagno?

Parto dunque da questi quesiti e dalle loro implicazioni.

 

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Iniziare un percorso di crescita personale

Posso spiegarvi, in modo semplice e pratico, come funzionano alcune dinamiche che stanno alla base delle nostre azioni quotidiane e come farle funzionare meglio.

Posso descrivervi come stanno davvero le cose rispetto ad alcuni insegnamenti tipici del mondo della crescita personale, e questo dopo aver bazzicato quel mondo per oltre vent’anni e aver deciso da un po’ di tempo di affidarmi alla psicologia (seria, quella che si studia a scuola, intendo, non quella che si propina a volte sui social o nei suddetti corsi motivazionali di bassa lega) e alla scienza.

Posso spiegarvi come affrontare alcuni personaggi (li vedremo insieme in seguito) e alcune idee paradigmatiche che incontrerete lungo la strada o che magari avete già incontrato, con cui dovete - e dobbiamo - confrontarci tutti i giorni e verso cui è opportuno prendere le adeguate contromisure, se vogliamo davvero crescere a livello sia personale sia professionale, in modo realistico, sostenibile e responsabile.

E infine posso, più di qualsiasi altra cosa, spiegarvi come funzionano le parole e cosa potete farci davvero, ricordandovi fin da subito che le parole dovete controllarle voi e che, se ne siete vittime, allora state sprecando un sacco di tempo.

 

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Il potere delle parole per modificare le credenze

Soprattutto, le parole che non vi aspettate: ad esempio, se in testa avete le parole “volere è potere”, la vostra vita è destinata a essere davvero molto impegnativa e ricchissima di delusioni e sensi di colpa, come vi spiegherò bene più avanti.

Se in testa avete le parole “al cuor non si comanda”, sarete sempre vittime delle vostre emozioni e non avrete modo di gestire quelle che vi distraggono dal raggiungimento dei vostri traguardi.

E se in testa avete le parole secondo cui “basta pensare positivo e avere l’atteggiamento giusto”, be’, un enorme e inevitabile capitombolo è alle porte.

E qui siete a un primo bivio: se, quando inizierete a leggere questo libro, avvertirete una punta di fastidio, andrete avanti con la lettura oppure no?

In ogni caso, il leggero fastidio che potrete avvertire si chiama “dissonanza cognitiva”, fenomeno per cui il cervello va in allarme quando si trova di fronte a qualcosa che non conosce e potrebbe mettere in crisi il suo sistema di credenze e abitudini.

Credenze e abitudini che non è detto siano sane, quindi ben venga questa piccola scossa, se poi si risolve in un allargamento del proprio punto di vista.

Che fate dunque? Continuate o mollate? Volete fare un passo avanti e sentire un'altra campana, magari meno comoda e seducente ma che suona note schiette e sincere, oppure preferite arrendervi e restare della vostra idea?

E venendo al secondo quesito: chi sono io?

Sono un tizio che ha studiato un po’ di cose, le ha messe in pratica, ha ottenuto delusioni e risultati, e desidera continuare a condividere quello che ha scoperto, senza la pretesa di avere la verità assoluta in tasca, ma con il cuore di chi vuole dare il suo contributo.

Cosa che ho fatto, peraltro, negli ultimi vent’anni, iniziando con corsi motivazionali ispirati alle cialtronerie d’oltreoceano, a base di Pensiero positivo, PNL, pensiero quantico, legge dell’attrazione e ogni altro espediente utile a riempire le tasche di chi vaneggia a scapito di tanti poveri cristi in cerca di risposte e di quella vita felice che, ahimé, non potranno mai avere.

Perché non c'è.

 

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Una ricerca in continua evoluzione

Vedremo meglio più avanti cosa intendo con questa frase così forte: per ora sappiate solo che un motivo, basato sulla scienza, per fare un’affermazione del genere, ce l’ho.

Ho scritto molti libri e alcuni li ho fatti (e li sto facendo) ritirare dal commercio, perché non corrispondono più ai miei valori ma soprattutto perché lì affermo concetti che, in seguito, ricerca dopo ricerca, ho scoperto non corrispondere esattamente al vero.

Ho realizzato un sacco di corsi e non ho mai smesso di trasformarli, di adeguarli, di renderli il più possibile al passo con i tempi, per la stessa ragione. I miei “speech”, oggi, sono profondamente diversi da quelli che tenevo dieci anni fa, ed è bene che sia così.

Altri corsi, invece, li ho proprio cancellati di netto. Ho il privilegio, infine, di essere circondato da molte persone che mi stimano e apprezzano il mio lavoro. Funziono bene con chi è disposto a farsi il mazzo, a sapere che non è sempre una festa e che nessun pasto è gratis.

Se fate parte di questa categoria di persone, se siete fra quelli disposti ad accettare il fatto che il pensiero positivo è una mezza bufala, che “volere” è solo qualche volta “potere” e che, per quanto siate abili a comunicare, troverete sempre una valanga di idioti con i quali le vostre abilità non serviranno a niente, allora siete nel posto giusto, pronti per iniziare questo nuovo viaggio in mia compagnia.

Se, invece, preferite continuare ad aspettare i risultati della legge dell’attrazione, compratevi una calamita e lasciatemi perdere.

Non sono per tutti e nemmeno lo voglio essere, perché sono convinto che la verità non sia per tutti e che, in questo viaggio, non tutti possano farcela.

 

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Il cambiamento personale da un punto di vista inaspettato

Dai, diciamocelo: non è vero che tutti possono farcela.

Non è vero che siamo tutti eccezionali. Non è vero che chiunque può ottenere quello che vuole. Basta togliersi le fette di salame o di tofu affumicato dagli occhi, e guardarsi intorno. Dal profondo del cuore, penso che sia ora di smetterla con questa roba.

Dopo la pubblicazione di "Basta Dirlo", ho pensato a lungo a come impostare questo nuovo lavoro, per renderlo degno di essere scritto e di essere letto.

Alla fine ho deciso di vestire i panni del mentore, un ruolo che in molti mi riconoscono, e di dedicare le pagine che seguono a una serie di istruzioni terribilmente severe e incredibilmente pratiche, per permettervi di compiere questo viaggio nel modo più lieve possibile, inciampando un po’ di meno, evitando qualche ostacolo, gestendone altri.

Ho pensato che, dopo aver scritto tanto di parole, fosse giunto il momento di affrontare la questione del cambiamento personale anche dal punto di vista delle strategie cognitivo-comportamentali che possono rendere la nostra vita molto più semplice oppure ritorcersi contro di noi.

Anche il campo delle strategie cognitivo-comportamentali è purtroppo ancora zeppo di teorie campate per aria, di idee balzane che non hanno alcun valore dal punto di vista pratico e di presunte strategie di successo che si rivelano sempre foriere di incredibili delusioni e frustrazioni (no, non basterà rifarvi il letto per avere successo e neanche contare fino a cinque per cambiare la vostra vita).

Così, ho pensato di fare un po’ di chiarezza e di sgombrare il campo da luoghi comuni e inesattezze. Del resto, il mio motto è “la conoscenza rende liberi” e mi piace incarnarlo anche così.

In questo percorso, quindi, i viaggiatori siete voi e io sono quello che vi dice come funzionano alcune cose.

Vi racconterò la verità assoluta che vi cambierà la vita per sempre? No, perché non c’è.

La scienza sconfessa se stessa anno dopo anno, sennò non sarebbe scienza: per essere “scientifica”, una teoria dev'essere falsificabile (ovvero, deve poter essere messa in discussione), perché le verità assolute e immodificabili non esistono.

Siamo in cammino, tutti e costantemente.

Quindi, chissà quanto c’è ancora da scoprire, per me e per voi. E chissà se fra qualche anno dovrò di nuovo fare i conti con qualcosa che ho detto e di cui, poi, si è scoperto altro. Se capiterà, ve lo farò sapere. Per il momento, iniziamo questo viaggio insieme e vediamo cosa succede.

 

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Regole per una crescita personale realistica

Chi conosce le regole del gioco vince? No, non sempre.

Chi conosce le regole del gioco conosce le regole del gioco, e basta.

Per avere maggiori probabilità di successo, serve altro, oltre a naturalmente un pizzico di fortuna. Certo, conoscere le regole è importante, e questo comporta innanzitutto prendere atto che noi abbiamo sempre e comunque in testa “regole mentali”, acquisite con l’esperienza o attraverso le “agenzie sociali” (famiglia, scuola, ambiente di lavoro, ecc.), sulla base delle quali orientiamo le nostre decisioni e, in definitiva, viviamo la nostra vita.

Si tratta però di regole che non necessariamente sono giuste, anche se magari prodotte e divulgate in buona fede. E mettere a punto strumenti e tecniche necessari a gestire noi stessi e la realtà che ci circonda avendo in testa idee sbagliate è l’equivalente di pretendere di ottenere un risultato corretto da un software difettoso, oltre al fatto che può rivelarsi anche molto pericoloso.

Mentre sto scrivendo, nel mondo sono in corso numerosi conflitti, tra cui quello scoppiato in Ucraina, e la parola “nucleare” è rimbalzata a destra e a sinistra sui giornali di tutto il mondo.

Nessuno lo aveva previsto (nessuno aveva previsto nemmeno il Covid-19, a dirla tutta, con buona pace di tutti coloro che a fine anno, immancabili, si prodigano in previsioni che di fatto non si realizzano mai).

Fra qualche anno, se saremo ancora qui a raccontarcela, succederà come succede sempre quando si verificano eventi che non ti aspetti e poi passano: scatta il “senno di poi”, ovvero quell’analisi tanto tediosa quanto inutile su quello che avremmo dovuto capire e su quello che avremmo potuto fare.

Si chiama pensiero controfattuale, ed è uno sport nazionale (internazionale, temo). Ne volete un esempio? Andate in un bar qualsiasi il lunedi mattina e ascoltate: “Se Tizio avesse fatto uscire prima Caio...”, “Se Sempronio avesse parato quel rigore...”, “Se avessimo segnato almeno un gol all’andata...”.

Il pensiero controfattuale è uno dei flagelli dell’umanità, un tipo di vizio mentale che comporta un inutile spreco di tempo ed energia, perché ci spinge a guardarci indietro, anziché a guardare avanti.

 

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Vivere un presente e un futuro in linea con le nostre aspettative

Certo, osservare il passato è importante, perché conoscere la nostra storia (a volte) ci permette di imparare dai nostri errori. Ma solo con i “se” e con i “ma” non si va molto lontano. E questa, visto che abbiamo parlato di regole del gioco, è appunto una regola: una di quelle che può aiutarci a superare meglio i momenti di difficoltà e a vivere un presente e un futuro, se non proprio rosei, almeno decorosi e sufficientemente in linea con le nostre aspettative.

Smettere di utilizzare il “senno di poi” e iniziare a usare il “senno di prima” è una provocazione linguistica che ha lo scopo di farvi ragionare sul fatto che, con le regole giuste in testa e alcune capacità che si possono sviluppare, probabilmente prenderemmo qualche decisione sbagliata in meno.

Lo so, in un mondo in cui stuoli di guru del self-help ci promettono che con il giusto atteggiamento mentale e applicando la legge dell’attrazione è possibile ottenere dalla vita tutto ciò che si vuole, parlare solo di vivere un presente e un futuro sufficientemente in linea con le nostre aspettative e di prendere qualche decisione sbagliata in meno può sembrare strano nonché pessimistico (oltre che decisamente poco commerciale, ma mi fido del vostro buon senso).

Ma non è nulla di tutto ciò: è, semplicemente, un discorso realistico e, soprattutto, un discorso onesto, ispirato all’idea delle cose così come stanno.

Chiunque sostenga il contrario, mente: la legge dell’attrazione funziona soltanto se sei una calamita e vuoi attirare chiodi di ferro, il pensiero positivo produce più danni che benefici e, nel profluvio di libri sul self-help e sul pensiero quantico, non c’è mai stato al mondo un numero così alto di infelici, depressi e asociali.

Chiunque sostenga il contrario, ripeto, mente: i dati sono dati, e non si discutono (porterò alla vostra attenzione una nutrita serie di ricerche in tal senso, per chi desidera approfondire).

Scoprire di avere... La felicità in tasca

Poi, e lo so per esperienza, ci sarà sempre qualcuno che sosterrà che non è vero quello che dico, che la legge dell’attrazione funziona se la sai far funzionare e che evidentemente io non ne sono capace (tenevo corsi sulle molecole di acqua di Masaru Emoto quando ancora si facevano corsi di formazione con i lucidi, baby).

Pazienza, non posso convincere tutti, e comunque nemmeno lo vorrei anche se potessi. Per questo, prima di tutto serve conoscere le regole giuste.

Certo, non saranno la soluzione a tutti i vostri problemi (anche perché, appunto, tale soluzione assoluta non c'è), ma renderanno la vostra vita almeno un po’ più semplice. L’idea di base è che se avete un’idea sbagliata di cosa sia la felicità, rischiate di averla sotto gli occhi e di non riconoscerla, perché siete convinti che sia altro.

Se, come vedremo, ad esempio siete stati convinti che “volere è potere”, magari siete infelici e vi colpevolizzate perché non avete ottenuto una cosa che tanto avreste “voluto”. Scoprire che quella cosa, invece, non l’avreste “potuta” ottenere comunque, a prescindere dal vostro “volere” (capirete che non si può avere proprio tutto), vi rilasserà e vi farà stare meglio (e questo vale per mille altre idee che ci hanno messo in testa).

Insomma, leggere questo libro è un po’ come scoprire di avere... La felicità in tasca (per quel che “felicita” significa e che vedremo più avanti).

Data di Pubblicazione: 7 novembre 2022

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