ARTICOLI VARI   |   Tempo di Lettura: 10 min

Pestilenze: ieri, oggi e domani

Cosa ci Insegnano le Pestilenze - Franco Canestrari - Speciale

Scopri l'illuminante punto di vista dello psicoterapeuta Gioacchino Pagliaro sulle pestilenze, leggendo il nuovo libro a cura di Franco Canestrari e Nerio Cariaggi.

Pestilenze: ieri, oggi e domani

"Scienza, epidemia e salute" di Gioacchino Pagliaro

Le metafore, i modi di dire, gli aneddoti, le storie, le favole presentano sempre grandi insegnamenti per tutti, a volte sono immediati, a volte richiedono una piccola riflessione.

In ogni caso l’insegnamento arriva.

Per i temi che tratterò in questo capitolo, ritengo molto utile la fiaba "I vestiti nuovi dell’imperatore" di Andersen.

Nella sostanza un imperatore si fece raggirare da dei truffatori i quali gli fecero credere di essere dei sarti talmente abili da creare abiti che solo le persone intelligenti e capaci potevano vedere in tutta la loro bellezza e splendore. I truffatori finsero di tessere degli abiti inesistenti che mostrarono all’imperatore e alla sua corte.

Questi ovviamente, per non passare per degli stupidi e degli incapaci, si spesero in commenti di ammirazione per dei vestiti che non c’erano ma di cui elogiavano le forme, la leggerezza e i colori.

L'imperatore decise allora di vedere quanti tra il suo popolo fossero intelligenti e organizzò una sfilata in pompa magna, in cui alcuni dignitari tenevano il lungo strascico.

Ovviamente tra la folla si era sparsa la voce che solo le persone intelligenti avrebbero potuto vedere quegli abili raffinati, quindi tutti i sudditi si precipitarono, soprattutto per rendersi conto di quanti tra i loro conoscenti fossero stupidi.

Inutile dire che, pur non vedendo nulla, tutti si affannarono a fare complimenti e a restare ammirati per tanta eleganza. Tutto questo fino a quando un bambino gridò: "L'imperatore non ha nulla addosso!".

Frase che a quel punto fu ripetuta da tutti i popolani.

L’imperatore ignorò le grida, perché considerava i popolani esseri incolti e continuò la sua parata ancora più orgoglioso e tracotante.

Per ora lascio ai lettori la libertà di cercare i collegamenti con l’attuale momento di crisi epidemica e di manipolazione dell’informazione.

Ne riparleremo in conclusione.

 

cosa-ci-insegnano-pestilenze-canestrari-cariaggi-pagliaro-libro

 

Due parole sulla scienza

Come ha scritto Sermonti, il Novecento è stato il secolo della scienza e, ahinoi, è passato senza che arrivassimo a capire che cosa sia.

Nell’accezione più rigorosa la scienza è il complesso organico delle conoscenze che si possiedono intorno a uno o più ordini di fenomeni naturali. Ma è anche l’insieme delle conoscenze che permettono di strutturare nuove teorie.

La scienza è pertanto l’insieme delle discipline basate sull’osservazione, il calcolo, la verificabilità, che studiano l’universo, la terra e gli esseri viventi, per comprenderne il funzionamento e migliorare la loro vita. Nella scienza si utilizza il linguaggio formalizzato per descrivere l’insieme delle conoscenze che consentono di comprendere la realtà.

A partire da Galileo Galilei la scienza, intesa come acquisizione di conoscenze verificabili, è libera di discutere al suo interno gli esiti dei suoi studi, liberandoli da ogni principio di autorità, da ogni forma di autoritarismo e da ogni dogma.

La scienza opera per favorire l’evoluzione dell’uomo e per questo, per sua natura, è democratica.

Si sbaglia di grosso chi crede di onorarla e di tutelarne un'indiscutibile credibilità, reclamando la nota quanto insensata affermazione che la scienza non è democratica.

Nella scienza ci sono modelli dominanti e modelli marginali e ognuno di questi, come è giusto, è più o meno soggetto a continue pressioni o critiche.

 

cosa-ci-insegnano-pestilenze-canestrari-cariaggi-libro

 

Le piaghe della scienza

La purezza incontaminata della scienza resta purtroppo inviolata solo nei testi fondamentali dei suoi padri fondatori.

Alla luce delle dichiarazioni e delle denunce di autorevoli scienziati non si può negare l’ingerenza nel mondo scientifico di interessi e poteri che nulla hanno a che fare con essa.

I finanziamenti che pilotano i risultati, la manipolazione dei dati, le collusioni con i poteri forti di quanti pensano solo al profitto e non a produrre benessere, sono le piaghe della scienza.

Piaghe che poi portano alcuni studiosi, più impegnati nei salotti delle televisioni che nei loro laboratori o ambulatori, a utilizzare questi studi manipolati per affermare che la scienza sostiene ciò che loro affermano.

Ciò detto è però molto limitativo ed erroneo confondere gli interessi di chi, dentro e fuori la scienza, opera per il proprio tornaconto con il lavoro accurato, meticoloso e continuamente controllato della stragrande maggioranza degli scienziati, che opera all’insegna della verifica continua, del dubbio e della ricerca rigorosa.

Da molti secoli la storia ci dimostra che la migliore delle istituzioni ha sempre in sé il germe che la può danneggiare, esattamente come il più curato giardino ha sempre qualche ciuffo d’erbaccia, che non per questo gli fa perdere la bellezza o addirittura l’importanza.

Oltre alla pseudoscienza e agli interessi di potere esiste un’altra piaga, spesso non disgiunta dalle altre: lo scientismo.

Lo scientismo, o per meglio dire, il fenomeno del fondamentalismo totalitario scientista a cui assistiamo oggi, è la visione dogmatica e innaturale della scienza che non ammette la discussione, l'intuizione creativa e la transitorietà della conoscenza prodotta.

Lo scientismo non è la giusta e sana difesa del metodo scientifico, ma diviene la nuova religione del dogma.

Come ha mirabilmente spiegato Thomas Kuhn, il cambio di paradigma implica necessariamente del tempo e delle precise fasi di reazione prima che il paradigma dominante lasci il posto ad uno nuovo, ma un conto è la discussione scientifica serrata e rigorosa e un conto sono i furori, gli anatemi, le delegittimazioni del dogmatismo, tipici dello scientismo fondamentalista.

Comportamenti, questi, di cui è zeppa la storia stessa di grandi scienziati, che hanno dovuto subire perfino ingiurie pesantissime.

Anche in questo caso però il fondamentalismo scientista occupa per fortuna un piccolo spazio nella comunità scientifica, che al suo contrario è invece protesa verso quella curiosità e creatività che accompagna lo scienziato nell’applicazione oculata del metodo scientifico.

La storia e l’evoluzione della scienza dimostrano in modo ineccepibile che senza le grandi intuizioni degli scienziati, scomunicati dagli scientisti, la scienza non avrebbe avuto modo di progredire e di evolvere. Chi ha il coraggio di guardare le cose che altri volutamente ignorano, o di spingersi verso ambiti di ricerca che possono minacciare il paradigma dominante, nella migliore delle ipotesi è guardato con sufficienza e deriso, nella peggiore viene tacciato di ascientificità, dileggiato e marginalizzato.

Il problema non è la scienza ma, come sempre, di pochi uomini che operano nella scienza.

 

cosa-ci-insegnano-pestilenze-libro-canestrari-cariaggi

 

La scienza opera per migliorare la vita

La scienza è quindi un sapiente mix di rigore e di verifica continua, ma anche di curiosità conoscitiva, di intuizione e di creatività.

La scienza implica la capacità di scoprire nuove certezze, accettandone la loro temporaneità.

La scienza è l’evoluzione della conoscenza a favore dello sviluppo dell’uomo e del pianeta.

Oggi più che mai abbiamo bisogno della scienza per affrontare i problemi in modo olistico, non più approssimativo e non più basato su soluzioni pilotate dagli interessi, capaci solo di produrre problemi ancora più gravi di quelli che bisognava risolvere.

Dobbiamo percorrere una nuova strada.

In questi ultimi decenni i problemi strutturali dei sistemi produttivi, economici, culturali e sociali, con le relative criticità ambientali che hanno generato nel mondo, sono la dimostrazione concreta che molte scelte non hanno funzionato, ma che soprattutto sono state male applicate.

La scienza sa cosa fare e ha gli strumenti per operare a favore della natura, del pianeta e dell’universo.

La scienza può aiutare il sistema produttivo e l’economia a riconciliarsi con il pianeta.

La scienza può aiutarci a riconciliarci con la natura e insegnarci ad amarla.

La scienza può aiutare l’uomo a ritrovare se stesso.

Per fare questo ha bisogno di incontrare la sua coscienza, di calarsi in essa e di riscoprire l’unità della conoscenza, per superare la frammentazione del sapere e le rigide divisioni disciplinari.

Tutti i fenomeni, ogni realtà, l’umanità, gli esseri viventi e l’intero pianeta appartengono a qualcosa di più vasto. Tutti i processi ed entità sono interconnessi e interdipendenti, nulla è separato.

È ora di creare una nuova visione della vita, della salute, della malattia, della cura.

La scienza e le antiche medicine occidentali e orientali ce lo ricordano, però dobbiamo anche risvegliare le menti e aprire i cuori per comprendere questa inseparabilità.

Molti scienziati lo hanno già scritto a chiare lettere.

Riferendosi all’intera umanità, ecco le parole di Bohm: "Per quanto sembri inconcepibile alla ragione comune, voi e tutti gli altri esseri coscienti in quanto tali, siete un tutt'uno".

Ma è altrettanto importante capire che non siamo padroni del pianeta ma suoi ospiti e forse nemmeno i più importanti, visto che il pianeta può vivere senza di noi ma noi non possiamo vivere senza di lui.

 

libro-cosa-ci-insegnano-pestilenze-canestrari-cariaggi

 

Il nemico invisibile: le epidemie

Gestire un’epidemia non è una cosa semplice per nessuno, nemmeno nei casi in cui ci si può trovare pronti. Se poi coglie anche di sorpresa e con una struttura sanitaria che paga il prezzo di continui tagli dei servizi, la vicenda è ancora più complicata.

Quindi serve a poco fare polemiche, mentre invece è necessario individuare gli errori che non bisognerà più fare in futuro.

L'esperienza insegna che per riconoscerli bisogna analizzare con coraggio il contesto sanitario passato e presente. Negli anni passati abbiamo vissuto decenni di tagli alla sanità e l’introduzione di modelli sanitari di tipo aziendalistico, basati sul risparmio a scapito della qualità delle risposte di cura; oggi le comunicazioni ridondanti, confuse e contraddittorie rivolte alla popolazione durante l’epidemia, e le restrizioni esagerate, hanno contribuito ad aggravare pesantemente questa triste vicenda, che ha procurato tanto dolore e sofferenza in chi ha perso un proprio caro senza nemmeno poterlo vedere o salutare, o in chi, con turni massacranti, ha fatto di tutto per curare o per salvare la vita agli ammalati.

Chiarito ciò questo articolo intende offrire un'occasione di riflessione per aiutare il cittadino e le istituzioni a liberarsi da alcune distorsioni interpretative e rappresentazionali che guidano l’economia, le norme, le relazioni tra gli esseri umani, e il rapporto tra gli esseri umani, l’ambiente e la natura.

Data di Pubblicazione: 19 maggio 2022

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi!

Procedendo con l'invio dei dati:

Lascia un commento su questo articolo

Caricamento in Corso...