SALUTE E BENESSERE   |   Tempo di Lettura: 9 min

Pet Therapy: Guarire con Amore

Pet Therapy: Guarire con Amore - Speciale

Come funziona la Pet Therapy? Quali sono gli animali più adatti? Scopri tutti i benefici della Pet Therapy, il co-trattamento che ci aiuta a stare bene con l'amore degli animali.

Pet Therapy: L'amore che fa guarire

Tutti noi amanti degli animali sappiamo quanto stare con loro ci faccia bene. Basta qualche carezza al nostro gatto che lo stress della giornata scivola via, come la mano sul suo pelo morbido. E' sufficiente giocare col nostro cane che la mente si libera dai pensieri negativi, travolta dal suo amore disinteressato. Non è dunque una sorpresa che anche la medicina abbia iniziato a sfruttare i grandi benefici portati dal contatto con gli animali, creando un vero e proprio trattamento chiamato pet therapy.

Sebbene molto usato, questo nome è però improprio. Ad oggi, secondo la norma ufficiale del Ministero della Salute varata nel 2014, in Italia è definito con la sigla IAA, ovvero Interventi Assistiti con gli Animali. Chiariti i termini, passiamo ai fatti.

La pet therapy cos'è? Il termine deriva dall’unione delle parole inglesi “pet”, ovvero animale domestico, e “therapy”, trattamento. Si tratta di una co-terapia, ovvero un trattamento che accompagna e rafforza le cure principali e tradizionali. Nonostante sia evidente quanto antico e importante sia il legame uomo-animale, fu ufficialmente "inventata" come terapia nel primi anni '50 dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson

All'epoca, il dottore aveva in cura un bambino affetto da autismo che, nonostante avesse già affrontato diversi tipi di trattamenti, non aveva mostrato alcun tipo di miglioramento. In particolare, Levinson non era riuscito a sviluppare alcun legame relazionale col bambino, data la sua condizione di chiusura.

Il caso volle che un giorno Jingles, il suo cane, fosse rimasto a riposare in sala d'attesa, mentre il piccolo paziente aspettava lì insieme ai suoi genitori. Incuriosito fin da subito, si dimostrò molto affettuoso col bambino, per nulla intimorito dall'atteggiamento canino. Anzi, da quel momento in poi, lui stesso iniziò a desiderare di tornare all'ambulatorio solo per giocare con Jingles. L'amore incondizionato del cane aveva aperto uno spiraglio sull'inaccessibile mondo del piccolo.

Questa scoperta non solo diede la possibilità a Levinson di instaurare un nuovo rapporto col suo paziente attraverso il suo cane, ma anche di identificare gli effetti della relazione animale-uomo sul benessere psicologico e fisico in diversi tipi di casi, tanto da sviluppare un vero e proprio trattamento: la pet therapy.

 

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I Benefici della Pet Therapy

Gli effetti benefici del rapporto con gli animali sono evidenti. Cani, gatti e gli altri amici a quattro zampe sono un vero toccasana per lo spirito. Dispensano il loro amore con entusiasmo, senza risparmiarsi. Sono altruisti e spontanei, donandoci così buon umore ed energia positiva. Non giudicano né discriminano. Queste e molte altre virtù li rendono dei fondamentali supporti per migliorare le condizioni fisiche e psicologiche delle persone.

Molti studi dimostrano come gli animali aiutino a superare lo stress e ad alleviare i sintomi d'ansia e depressione. Ad esempio, quando siamo sottopressione, il loro contatto aumenta i livelli di dopamina ed endorfine (gli ormoni del piacere e dell'energia), mentre abbassa i livelli di cortisolo (l'ormone dello stress), il numero di battiti cardiaci e la pressione, diminuendo così la sensazione di disagio. Insomma, stiamo decisamente meglio con loro al nostro fianco.

Durante la pet therapy, l'animale si pone quindi come una sorta di ponte verso l'altro, incoraggiando così la comunicazione e il rapporto sociale e innescando tutta la serie di meccanismi positivi sopra citati. 

Primi beneficiari del grande potere terapeutico della pet therapy sono gli anziani, i bambini, alcune tipologie di malati, le persone con disabilità o disturbi psichiatrici. Quali sono i benefici di questo co-terapia, ad esempio, per i bambini?

Innanzitutto, la presenza dell'animale invoglia ad aprirsi verso una situazione di gioco, espansione ed esplorazione, stimolando la creatività. Inoltre, prendersi cura di una creatura, rende i bambini più responsabili, sicuri di sé e meno aggressivi. Questo implica un'influenza positiva anche nel loro sviluppo e nelle relazioni sociali sia con i coetanei che con gli adulti, aumentando la loro empatia. Persino nel campo educativo si riscontra un miglioramento riguardo alcune problematiche nella sfera dell'apprendimento, come ad esempio per il deficit di attenzione

Fin dalla sua origine, la pet therapy si è dimostrata molto efficace nell'aiutare i bambini (e gli adulti) con autismo, incoraggiandoli ad uscire dalla loro "bolla" di isolamento. L'animale, col suo comportamento disinteressato e senza alcuna aspettativa, incentiva la manifestazione dei loro talenti inespressi, li rende più disponibili alla comunicazione e riduce lo stress e i loro comportamenti stereotipati, ovvero tutte quelle azione ripetute continuamente ma senza alcuno scopo . 

 

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Come funziona la Pet Therapy

Prima di tutto, ricordiamo sempre che la pet therapy è una co-terapia e non può sostituirsi alla cura tradizionale, come quella psicoterapica o farmacologica, ma va usata come prezioso supporto.

Secondo le Linee Guida Nazionali, va praticata da un’équipe multidisciplinare costituita da: uno o più psicologi, un educatore cinofilo, un educatore professionista, un veterinario e dei supervisori. Durante la seduta, infatti, è fondamentale che siano sempre presenti almeno due operatori per controllare che tutto proceda bene. Ricordiamo sempre che la pet therapy non è come convivere con un animale domestico, ma ha regole e disposizioni che ne fanno un'autentico trattamento.

Non ci sono vincoli per chiunque voglia partecipare col proprio animale a questi Interventi Assistiti con gli Animali, l'importante è specializzarsi adeguatamente. Spesso e volentieri si intraprende questo percorso con molta leggerezza, senza riflettere che durante la pet therapy si mettono in gioco (e a rischio) l'utente e l'animale. Pensiamo a quale stress sarebbe sottoposto un cane che non è abituato ai bambini molto iperattivi, se dall'oggi al domani lo mettessimo in contatto con loro. Non sarebbe un bene né per il nostro animale né per i bambini. Bisogna avere tanto rispetto degli utenti quanto degli animali che si prestano. Teniamo presente sempre che gli animali non sono giocattoli né peluche.

Quindi, sono da evitare tutte quelle associazioni che sponsorizzano un corso pet therapy breve da qualche weekend, mentre sono consigliati i percorsi pluriennali per una formazione ottimale, come ad esempio Master di primo e secondo livello in Attività e Terapia Assistita con gli Animali in alcune università d'Italia tipo Roma e Milano.

 

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Gli animali adatti per la Pet Therapy

Con la parola "pet" intendiamo gli animali domestici sia di piccola taglia, come cani, gatti e conigli, che di grande, come cavalli e asini. Alle sedute di pet therapy, non possono partecipare però qualsiasi tipo di animale, ma solo quelli certificati, cioè solo quelli che sono stati ritenuti idonei in base al loro comportamento, attitudini e stato di salute. Inoltre, per la riuscita della terapia è fondamentale la relazione tra animale e padrone. Se non c'è un legame solido tra i due, neppure l'équipe medica o l'utente potranno interfacciarsi positivamente con l'animale. 

Come detto in precedenza, gli animali ottimi per la pet therapy sono vari. Ci soffermiamo sui tre più utilizzati:

Il Cane

I cani solitamente sono la prima scelta della pet therapy. Giocosi e affettuosi, mettono subito a proprio agio l'utente. Sono consigliati a qualsiasi tipologia di pazienti, soprattutto però agli anziani affetti da Alzheimer e ai bambini/ragazzi con autismo. 

Il cane è un animale molto empatico ed espansivo. Percependo e rispondendo in modo proattivo a chi gli sta intorno, riesce a mettere a suo agio l'utente, senza essere né invadente né insistente

Il Gatto

Al contrario dell'immaginario collettivo, che li vede indipendenti e poco affettuosi, i gatti sono invece di grande aiuto nel campo della pet therapy.  Come per il cane, sono consigliati a tutti i tipi di utenti , in particolare adolescenti con autismo, disabilità, anziani affetti da Alzheimer e anche pazienti oncologici e vittime di traumi, che hanno bisogno di supporto psicologico.

Essendo animali molto istintivi, creano un legame immediato, aumentando il buonumore con le loro fusa e riducendo lo stress e gli stati d'ansia.

Tuttavia, non tutte le razze feline sono adatte alla pet therapy. Sono da evitare quindi quelle che tendono ad essere troppo vivaci o aggressive. Sono consigliate invece quelle più tranquille e affettuose, come il Ragdoll, il Maine Coon, il Siamese e il Certosino.

 

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L'Asino

Intelligente e sensibile, l'asino si presta benissimo alla pet therapy, tanto da aver coniato un termine a sé stante chiamato onoterapia. Questo docile animale si fa cavalcare, spazzolare e accarezzare con grande pazienza e affetto. Ciò lo rende l'animale ideale per trattare l'autismo.

Ad esempio, proprio grazie al suo comportamento pacifico, è capace di contenere l'aggressività dei bambini senza reagire, ma ammortizzando lo sfogo. Inoltre, si sa che a volta un asino possa intestardirsi, ma persino questo suo atteggiamento torna utile per la pet therapy, in quanto dà l'opportunità al bambino di incanalare e affrontare la propria frustrazione, senza trasformarla in aggressività. Tentando di capire i motivi per cui l'asino si è bloccato, il bambino stimola la propria empatia e le proprie capacità relazionali, traducendole in un comportamento proattivo. Un importante chiave tra pet therapy e autismo.

Nonostante da secoli ci accompagnino nella nostra vita, ancora una volta gli animali ci insegnano che l'amore puro e disinteressato è la migliore delle medicine.

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onoterapia

Data di Pubblicazione: 8 luglio 2021

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