SELF-HELP E PSICOLOGIA   |   Tempo di Lettura: 7 min

Il Potere della Voce - Anteprima del libro di Renee Grant Williams

Il Potere della Voce - Renee Grant Williams - Speciale

La voce conta più di mille discorsi

La voce conta più di mille discorsi

Vi siete mai chiesti come sarebbe poter avvicinare le grandi icone della cultura pop? A me, personalmente, non dispiacerebbe affatto uscire dal cinema e poter chiamare il regista di turno per condividere con lui le mie preziosissime opinioni non richieste. L'arte di cui facciamo esperienza, infatti, ci coinvolge talmente tanto da spingerci a considerarne gli autori come nostri amici intimi.

Ma sia per me che per voi è impossibile arrivare a quelle persone. Accesso negato. Provateci pure a raggiungere un attore come Robert De Niro al telefono per dirgli quanto avete trovato brutto il suo ultimo film. Anche ammesso che riusciate a farvelo passare, quanto pensate che ci impieghi a metter giù, una volta capito che dall'altra parte della cornetta c'è soltanto una comunissima persona qualunque?

Gente di quel calibro non vuole ricevere chiamate da tipi come noi. Si circonda di strati e strati di materiale isolante. Sviluppa un raffinatissimo istinto di autoconservazione e sa bene come dileguarsi in un lampo. E questo rende la storia che sto per raccontarvi ancora più particolare.

A un certo punto degli anni '80, negli ambienti di Hollywood, è iniziata a circolare una voce riguardo una donna dall identità nascosta che diceva di chiamarsi «Miranda».

Questa donna era riuscita ad arrivare ad alcuni degli uomini più in vista del momento, compresi Robert De Niro, Quincy Jones, Sting, Richard Gere, Warren Beatty, Bob Dylan... e persino, tenetevi forte. Buck Henry!

Era una perfetta sconosciuta per quegli uomini potenti che raggiungeva al telefono, ma che si rifiutava categoricamente di incontrare; eppure tutti prendevano le sue chiamate, restavano incollati alla cornetta per ore e riattaccavano con la speranza che lei li richiamasse presto. Secondo un articolo di Bryan Borrough pubblicato da «Vanity Fair» nel dicembre 1999, Billy Joel le avrebbe chiesto un'opinione su alcuni pezzi nuovi registrandoglieli direttamente nella segreteria telefonica. Si vociferava addirittura che le avesse regalato un Rolex tempestato di diamanti. Alcuni sono anche arrivati a farle proposte di matrimonio. La cosa è andata avanti per quindici anni.

Viene spontaneo pensare che quelle chiamate avessero un che di erotico. E invece no, dai vari racconti non emerge nulla del genere. Miranda viene descritta come una donna piena di charme, arguta e, al massimo, un po' provocante. Lei si definiva come un'ereditiera magra, bionda e giovane, e tutti le credevano. Riponevano in lei la loro fiducia, tanto da rivelarle cose parecchio riservate. Ne erano tutti ammaliati.

Poi un bel giorno le telefonate si interruppero. Tra l'imbarazzo di molti, venne in seguito svelato che Miranda era in realtà un'assistente sociale di Baton Rouge, sovrappeso, con un'utilitaria rossa, un cane corgi e un neo enorme sulla guancia destra.

Non sapremo mai cosa abbia spinto questa donna a diventare Miranda, ma la cosa che davvero mi affascina della sua storia è il modo in cui sia riuscita a farsi accettare da quelle persone, a farsi considerare degna del loro tempo.

Pensateci. Non avevano la più pallida idea di che aspetto avesse. Era solo una voce al telefono. Quella voce, però, è riuscita a catturare su di sé un'attenzione totale. E questo è ciò che mi interessa.

«Dress code» per la voce

Tre sono i modi attraverso i quali ci facciamo conoscere dalle persone che incontriamo nella nostra vita: (a) l'aspetto esteriore; (b) quello che diciamo; e (c) come lo diciamo.

Molti sono i libri in commercio che sottolineano l'importanza di scegliere il vestito adatto per raggiungere il successo. Interi scaffali pieni di best-seller ci vengono in soccorso con la cosa giusta da dire al momento giusto. Ma quando ci rivolgiamo ai nostri colleghi, ai nostri figli o al gatto o magari ai nostri figli che stanno per chiudere il gatto nel frullatore - allora è probabile che sia il modo in cui diciamo qualcosa a contare davvero. Passiamo anni e anni sui libri per studiare che cosa dire, ma il tempo che dedichiamo a come dirlo è poco se non pari a zero. E questo è preoccupan te, se si pensa che il modo in cui diciamo qualcosa agisce per un terzo sull'impressione che facciamo.

Praticamente tutti gli incontri che si fanno nel corso della vita dipendono dalla capacità di catturare e mantenere l'attenzione degli altri. Certo, magari tempestare di telefonate le star di Hollywood non sarà il vostro obiettivo, ma Miranda non si è forse semplicemente limitata a estremizzare ciò che tutti noi speriamo di ottenere ogni volta che parliamo? Quando lo facciamo, vogliamo che la gente ascolti cosa abbiamo da dire, fino alla fine, che lo memorizzi e che, magari, lo metta pure in pratica.

La voce che ci rappresenta deve sostenerci per tutto l'arco della giornata, a partire dal modo in cui diciamo «Buongiorno!», ordiniamo la colazione, o inveiamo contro gli altri automobilisti; mentre siamo al lavoro, al telefono; incontriamo clienti, dipendenti e fornitori; negoziamo contratti; parliamo col capo; e ordiniamo il pranzo.

E pensate poi a quei lavori o a quegli hobby in cui l'utilizzo della voce gioca un ruolo centrale, come nel caso di insegnanti e receptionist, commercianti, istruttori e allenatori, controllori o venditori telefonici. O in quelle situazioni in cui farsi capire assume un'importanza fondamentale: «Una flebo con 15 cc di...»; o in borsa: «Vendere (cough, cough), ho detto, VENDERE, Vendere, vendere...»; o persino al vostro ristorante preferito: «Porca miseria! Avevo detto NIENTE cipolla! Non DOPPIA cipolla!»? Che siate al lavoro, al bancone a ordinare un hamburger, o in sala operatoria ad asportare una cistifellea, c'è sempre il rischio di lasciare un grande margine di confusione se la voce non vi accompagna adeguatamente.

Il potere più grande che abbiamo per arricchire la nostra vita è la capacità di comunicare, di dare voce alle nostre intenzioni. Oprah Winfrey non sbagliava quando diceva che «chi è in grado di comunicare con gli altri ha in mano il potere». Se andiamo ad analizzare le persone che fanno parte della nostra vita, noteremo subito che quelle che comunicano al meglio sono anche quelle di maggior successo. Sui libri di scuola abbiamo appreso che la storia è stata fatta da grandi comunicatori. Tornando a Oprah Winfrey, è evidente che siano state proprio le sue capacità comunicative a farla arrivare dove è arrivata. È il modo in cui parliamo che determina com'è (o non è) la nostra vita.

Dai cantanti si può imparare molto. Madonna attira su di sé tutti i riflettori al centro del palco; voi, mettiamo, dovete saggio in segreteria memorabile e fruttuoso e, infine, come usare la voce per ottenere il massimo (riducendo al minimo le controversie) dai vostri incontri lavorativi o personali.

Nella quarta parte, invece, troverete consigli su come mantenere il vostro apparato fonatorio sano e resiliente. Se vi prenderete cura della vostra voce, questa vi accompagnerà al meglio e per un lungo periodo di tempo. Alcune tattiche di sopravvivenza possono addirittura mettervi in salvo da quei classici sprechi di tempo e di denaro che si verificano ogni anno a causa di cortocircuiti vocali e conseguenti visite mediche.

Questo testo è estratto dal libro "Il Potere della Voce".

Data di Pubblicazione: 26 settembre 2017

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