SAGGI E RACCONTI   |   Tempo di Lettura: 7 min

I Capitoli 4 e 5 del Libro - Il Mondo dall'Altra Parte

Il Mondo dall'Altra Parte - Anteprima del libro di Fosco Del Nero e Michela Salotti

La specchiera

C’era un lato della soffitta che praticamente era un cumulo di mobilia varia, tanto che, essendo quello il lato meno accessibile della grande stanza, oltre che probabilmente quello più impolverato, Lorenzo lo aveva lasciato per ultimo.

Una sera, però, anche se sarebbe meglio dire una notte, data l’ora tarda che si era fatta e dato che i suoi genitori erano già a letto da un pezzo, il ragazzo si sentì attirato proprio da quel lato della soffitta, e in particolare si mise in testa di penetrare la difesa di alcune librerie e credenze fino a portarsi in quello che la luce della candela gli suggeriva essere uno spazio vuoto vicino al muro.

Per far ciò, egli dovette spostare alcuni vecchi mobili a rischio di soffocamento da polvere, e poi effettivamente si trovò in una sorta di isola tra alte pareti di legno. Lì, accostato al muro, vide un complemento di arredo assai più minuto, poco più alto dei suoi centosessantacinque centimetri, al quale erano appoggiati di lato quelli che sembravano due quadri.

Il vecchio e consunto lenzuolo, una volta sollevato, rivelò una specchiera dall’apparenza decisamente antica.

Incuriosito da quella sorta di enclave, il giovane lavorò per far spazio tra i mobili e portare al centro della stanza sia i quadri che la specchiera. Se per i primi fu facile, per la seconda dovette lavorare molto di gomito... e anche di ginocchio e di spalle, considerata la difficile posizione di partenza, nonché l’orario notturno che gli imponeva, pena la sospensione dell’accesso alla soffitta, di non fare troppo rumore.

Dopo quindici minuti buoni e la tentazione di rimandare tutto al giorno dopo, Lorenzo ebbe successo, e si dedicò come prima cosa ai due quadri.

Il primo, una volta spacchettato, si rivelò essere una scena boschiva, in cui alcune donne, che avevano tutta l’aria di essere delle streghe, venivano sorprese in mezzo a un bosco da alcuni cavalieri dalla spada sguainata.

Il secondo, invece, era più astratto, e raffigurava la scultura di un busto umano poggiato sul davanzale della finestra di una stanza assai spoglia ma in cui facevano bella mostra di sé alcuni elementi piuttosto surreali, come surreale era l’intero dipinto.

Con una sensazione di nulla di fatto, il ragazzo si dedicò infine alla specchiera, che era tanto antica quanto bella. Lui non era certamente un antiquario, ma quell’oggetto aveva tutta l’aria di aver vissuto almeno un secolo... o comunque certamente molto più di lui.

Larga circa un metro e mezzo, era alta pressappoco un metro e ottanta, e la sua altezza era dovuta a uno specchio ad arco cinto da bellissimi fregi color oro. Lo specchio stesso sembrava avere dei riflessi dorati, ma forse era la fiamma notturna che ingannava la vista.

Sul davanti la specchiera aveva un tavolino non troppo grande e un cassetto dalla maniglia assai elegante. Tutto era in legno decorato e colorato, con i colori dorati che sembravano essersi mantenuti piuttosto bene considerata l’apparente età del mobile.

Ex alia parte mundus”: così recitava la scritta incisa nell’interno del cassetto della specchiera. Latino, dunque, il che corroborava la sua ipotesi di antichità... anche se non era sicuro della traduzione della frase: “mondo”, “parte” e qualcos’altro.

Il giovane prese uno sgabello, lo sistemò davanti alla specchiera e mirò la sua immagine, che praticamente non aveva sfondo considerando la poca luce, la distanza della parete di dietro e l’imperante nero che faceva esso stesso da fondale, lasciando il riflesso della sua immagine come sospeso... nel tempo, si sorprese a pensare Lorenzo.

Il quale forse si stava facendo prendere dal fascino di quell’oggetto, oltre che dalla stanchezza.

In effetti era piuttosto stanco, per cui stabilì all’istante di rimandare l’indagine al giorno dopo e si apprestò a lasciare la soffitta.

Anche se il suo proposito fu scosso dall’aver visto nello specchio ciò che sembrava un movimento strano, un riflesso non corrispondente ai suoi movimenti. Ma decise subito che si trattava di stanchezza, aiutato in questo anche da un forte sbadiglio.

La ragazza con l'abito azzurro

L’indomani sera il ragazzo era nuovamente in soffitta, e questo a dispetto del fatto che il martedì era uno dei due giorni settimanali dedicati alle partite di calcetto con gli amici, cosa che sua madre non mancò di rimarcare.

Lorenzo usò come scusa il fatto di essersi mezzo girato la caviglia sinistra la settimana prima, e tra calcetto e soffitta scelse con decisione la seconda.

Tanto più che aveva da studiare quella bellissima specchiera che aveva trovato la notte precedente e che non aveva trascurato di osservare con la luce del sole subito dopo pranzo... prima che sua madre gli ricordasse che rispetto alla soffitta avevano la precedenza i compiti e la commissione a casa di nonna Elvira. Se pure aveva saltato il calcetto, dunque, non avrebbe comunque potuto dedicarsi appieno alla sua scoperta e anzi, tra una cosa e l’altra, anche quel giorno ebbe a disposizione solamente il dopocena, visto che alla fine si era trattenuto da sua nonna, che non vedeva da un mese intero.

Il dopocena, però, non glielo toglieva nessuno, e alle dieci in punto il ragazzo era in soffitta a studiare quella specchiera antica, che voleva analizzare ben bene prima di parlarne a suo padre per capire come aveva fatto ad arrivare fino a casa loro.

Purtroppo, però, era buio già da un pezzo, e le candele aggiuntive che si era portato appresso non erano che un misero sostituto della luce piena. Doveva decidersi a procurarsi una lampada portatile potente... magari una di quelle che andavano a ricarica solare, così non avrebbe avuto problemi di batterie e di consumi.

Comunque, le cinque candele, che aveva disposto a cerchio intorno a sé, bastavano per dare un’occhiata più attenta e meno frettolosa ai fregi che ornavano lo specchio in tutto il suo arco, nonché nelle gambe di sostegno.

Persino l’interno del cassetto, oltre alla scritta in latino, aveva degli ornamenti sotto forma di incisioni nel legno, che peraltro era molto ben tenuto nonostante l’aria vetusta.

Dopo una mezz’ora abbondante di osservazione dei dettagli, alla ricerca, oltre che di bellezza, anche di qualcosa che potesse essere utile a identificare la specchiera, che fosse l’anno di produzione, chi l’aveva fabbricata, la città di provenienza o qualsiasi altra informazione utile, il ragazzo, un po’ stanco nei muscoli e negli occhi, si sedette dritto sullo sgabello, proprio di fronte allo specchio, e, nel riposarsi, si dedicò per alcuni secondi alla contemplazione della sua figura.

Come la notte prima, anche stavolta ebbe la sensazione che nell’immagine riflessa vi fossero dei baluginii dorati, che la rendevano quasi surreale. Anche lo sfondo nero del buio della soffitta contribuiva certamente al senso di mistero.

A un certo punto il mistero si tramutò in miraggio o in qualcosa di molto vicino ad esso: i baluginii dorati aumentarono di numero, presero a scintillare come delle piccole stelle, e alla fine gli consegnarono un’immagine molto diversa: dall’altra parte dello specchio non c’era più lui, ma una ragazza vestita con un abito azzurro d’altri tempi.

Il cuore di Lorenzo perse un battito, e lui l’equilibrio, cadendo in terra per lo stupore e lo spavento.

Rialzatosi di lato, ancora incredulo, si accostò con prudenza alla specchiera per avere una conferma... che però non ebbe: ora lo specchio gli restituiva l’immagine di un quindicenne dai capelli scuri e dagli occhi sgranati per quel misto di paura e meraviglia.

Decise che per quella sera ne aveva avuto abbastanza: prese le candele e scese giù, col cuore che ancora batteva in modo anomalo.

-    Beh, già tornato giù quest’oggi? - gli chiese suo padre, il tono lievemente ironico.

-    Meglio, vuol dire che si sta stufando - aggiunse sua madre dalla cucina. - Alla fine che pensava di trovare in soffitta, una bacchetta magica?

Lorenzo non rispose e andò dritto in camera sua, le gambe tremanti e il cuore ancora accelerato.

Questo testo è estratto dal libro "Il Mondo dall'Altra Parte".

Data di Pubblicazione: 2 ottobre 2017

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