L'interrogatorio di Michele Emiliano a Franco Berrino
L'interrogatorio di Michele Emiliano a Franco Berrino
Sulla Carne
Giudice
Allora, abbiamo parlato del latte, parliamo adesso della carne. «Ridurre il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate»: questa è una buona norma alimentare o è una sciocchezza?
Berrino
Sissignore, è una buona norma.
Giudice
Perché?
Berrino
Perché tutti gli studi sono concordi nel mostrare che chi ha un’alimentazione ricca di carni rosse, soprattutto di carni conservate, che comprendono anche...
Giudice
Le carni conservate non sono solo quelle in scatola, ma sono anche il salame, il prosciutto...
Berrino
Esattamente. I Wurstel...
Giudice
... la mortadella. Sono buonissimi, però...
Berrino
E' vero.
Giudice
Il costo psicologico di fare a meno di questi alimenti quanto è dannoso per la salute?
Berrino
Non è dannoso se lo sostituiamo con degli alimenti ancora più buoni.
Giudice
Però questo non spiega ancora la soluzione del problema. Quali sarebbero questi alimenti... Cosa c’è di più buono della mortadella, per esempio?
Berrino
Secondo me, le orecchiette con le rape sono più buone della mortadella.
Giudice (rivolgendosi al pubblico)
M’ha fregato!
Giudice
Diciamo che su questa affermazione non posso assolutamente smentirLa per motivi che loro (il pubblico) conoscono, Lei forse no, ma... c’è una ragione, vabbè, ne parleremo dopo. Le devo fare però un’altra domanda: molti omogeneizzati per neonati, per bambini vengono addirittura pubblicizzati perché contengono prosciutto, per esempio, o altri tipi di carne conservata e vitello, agnello... queste sono carni conservate come le altre che abbiamo elencato.
Berrino
Ebbene sì.
Giudice
E come spieghiamo il fatto che persino in un alimento così curato, così delicato, così osservato, c’è questo fraintendimento e ancora si somministrano ai bambini carni conservate? Cioè, intendiamoci, il quantitativo, quindi, dell’alimento conservato ha la sua importanza, cioè dipende anche dal quantitativo che si consuma di questi alimenti?
Berrino
Certo, certo, dipende molto dalla quantità.
Giudice
Può spiegarlo più chiaramente?
Berrino
Noi medici prescriviamo spesso - addirittura ai divezzi, quando i bambini hanno sei mesi, si dice di mangiare 50 grammi di carne al giorno - e siccome i bambini non hanno i denti, allora si danno loro gli omogeneizzati, perché non c’è bisogno di masticarli. E questo noi medici lo prescriviamo perché lo troviamo scritto sui libri di pediatria. Sui libri di pediatria c’è scritto quanto ferro c’è, lo diamo per prevenire l’anemia, l’anemia da mancanza di ferro. C’è scritto quanto ferro c’è in un bambino alla nascita, quanto ferro c’è a un anno... Si sa che il ferro delle pappe di cereali che si usavano una volta per svezzare, pare che venga poco assorbito, e allora per sopperire a questo fabbisogno di ferro bisogna dare ai bambini 50 grammi di carne al giorno. Però la cosa mi aveva colpito. Quando studiavo medicina, mi ero convinto che dovevo dare la carne ai bambini, perché c’era scritto sui libri di pediatria. Poi quando ho visto il mio nipotino al quale la mamma dava o, meglio frullava bistecche di filetto perché mangiasse questa roba, e lui non ne voleva sapere, mi sono detto: «Ma se il Padreterno voleva che mangiasse carne, gli avrebbe fatto crescere i denti».
Giudice
Lo faceva tigrotto...
Berrino
E allora sono andato a studiare qual era l’origine di questa affermazione così perentoria che compare tutt’ora su molti libri di pediatria, anche se adesso tendono a scrivere: «30 grammi di carne al giorno sono sufficienti». Gli studi erano stati fatti negli anni ’40, ed erano fatti bene, solo che non avevano tenuto conto, quando avevano misurato questo ferro alla nascita e a un anno di vita, che i bambini presi in esame non avevano mangiato carne. E allora da dove veniva questo ferro? Evidentemente la capacità dell’intestino dei bambini di assorbire il ferro dal latte, dalle pappe di cereali, dalle pappe di verdura è diversa da quella degli adulti sui quali sono fatti gli studi.
Giudice
Lei vuol dire che i bambini hanno una capacità di estrarre il ferro dagli alimenti che è superiore a quella di un adulto, e quindi i dosaggi vanno rimeditati e ponderati alla luce di questa constatazione.
Berrino
Gli studi erano finanziati dall’industria della carne e dall’industria degli omogeneizzati.
Giudice
Sempre conflitti di interesse... Mi perdoni, ma Lei sta lanciando queste accuse all’industria della carne, ma in realtà poi il ferro della carne mica fa male. O fa male?
Berrino
Fa male!
Giudice
Fa male?
Berrino
Il ferro della carne fa male.
Giudice
E che cosa combina?
Berrino (rivolgendosi al pubblico)
Allora, sentite, la raccomandazione...
Giudice
Guardi, Lei deve parlare con me, mica con tutti loro!
Berrino
Mi rivolgevo alla giuria popolare.
Giudice
No, no, no, no... Assumo tutti i poteri in questo momento.
Berrino
Senta, signor giudice, Lei ha letto prima quell’affermazione, «Ridurre il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate»: è un’affermazione tratta da questo enorme lavoro di revisione scientifica della letteratura che è stato promosso dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, e il motivo per cui viene data questa raccomandazione è perché chi mangia carni rosse frequentemente si ammala di più di tumori dell’intestino, e anche di tumori dello stomaco...
Giudice
E il responsabile è il ferro?
Berrino
Ci sono probabilmente più responsabili, ma il sospettato principale è il ferro della carne, che è molto ossidante e quindi favorisce la formazione di sostanze cancerogene nell’intestino. Si chiamano «enne nitroso composti». Il ferro della carne si chiama ferro «eme». E per questo che non ci sono delle raccomandazioni sulle carni bianche, che sono molto meno ricche di ferro e gli studi non hanno mai mostrato un rischio - per i tumori - da parte delle carni bianche. Anch’esse hanno delle controindicazioni perché...
Questo testo è estratto dal libro Processo alla Carne
Data di Pubblicazione: 3 ottobre 2017