SPIRITUALITÀ ED ESOTERISMO   |   Tempo di Lettura: 10 min

Programmazione prenatale: perché ci incarniamo?

Programmazione prenatale: perché ci incarniamo?

Davvero programmiamo la nostra esperienza di vita prima di nascere? Scoprilo leggendo l'anteprima del libro di Robert Schwartz.

Programmazione prenatale

Forse l’idea della programmazione prenatale vi sembrerà assurda, soprattutto se a essere programmate sono esperienze dolorose. Conosco bene questo modo di pensare. Per la maggior parte di noi, questa idea rappresenta un modo radicalmente nuovo di considerare il mondo e la nostra vita. Più le prove che viviamo sono traumatiche, più essa potrebbe sembrare difficile da accettare. Io sono riuscito a capire, accettare e alla fine abbracciare questa idea solo lentamente e per gradi, soprattutto quando riguardava le circostanze più dolorose della vita. A ogni stadio ho avuto la sensazione di guarire vecchie ferite. La rabbia e il risentimento sono evaporati, per lasciare spazio a sentimenti di pace e gioia. Ho trovato nella vita una bellezza che prima mi sfuggiva.

Il mio intento nello scrivere questo libro non è convincervi dell’esistenza della programmazione prenatale, bensì offrire, con spirito di servizio, un’idea che per me si è rivelata profondamente utile. Tutto quello che vi chiedo è di prendere in considerazione questa possibilità. Per trarne beneficio, non occorre che vi convinciate di questa idea; dovete solo chiedervi: «E se fosse vero? Se davvero ho programmato questa esperienza prima di nascere? Perché potrei averlo fatto?». Il semplice porvi queste domande darà un senso nuovo alle prove della vostra vita e vi farà iniziare un viaggio alla scoperta di voi stessi. Questo viaggio non richiede particolari fedi spirituali o metafisiche: è sufficiente essere interessati all’evoluzione e alla saggezza personali.

In queste pagine leggerete le storie di dieci persone coraggiose. Verrete a conoscere cosa e perché queste persone hanno programmato prima di nascere. La comprensione della programmazione prenatale può essere paragonata all’osservazione di una scultura.

Se volete davvero apprezzare una scultura, non la guarderete da un solo punto di vista: piuttosto, le camminerete intorno, vi fermerete in vari punti per guardarla da prospettive diverse e osserverete le sfumature che non avevate visto prima. Ciascuna storia costituisce una di queste prospettive. Guardando la programmazione prenatale da dieci punti di vista, arriverete a una comprensione più completa e profonda di quella possibile tramite uno o due punti di vista, o una discussione meramente teorica. 

Vi consiglio caldamente di leggere con il cuore queste storie. Il cuore possiede una conoscenza più elevata e una saggezza maggiore della mente. L’analisi intellettuale vi porterà solo fino a un certo punto. Queste storie vanno sentite. Quando voi, in quanto anime eterne, avete programmato la vostra attuale vita, non vi preoccupavate di ciò che la mente avrebbe potuto conoscere; quello che desideravate erano i sentimenti provocati dalla vita nella dimensione fisica. Le prove della vita sono un mezzo particolarmente potente per creare sentimenti, i quali, a loro volta, sono essenziali per l’auto-conoscenza dell’anima. Questi sentimenti non possono essere davvero compresi dalla mente: di fatto, la mente è una barriera. Da molti punti di vista, la vita è un viaggio dalla mente al cuore. Programmiamo le prove della vita per facilitare questo viaggio e aprire il cuore, perché in tal modo potremo meglio capire e valutare queste prove.

L’empatia è una chiave che apre la porta del cuore e rende possibile la comprensione di queste storie e del loro significato spirituale. Così come i protagonisti di questo libro hanno avuto bisogno di coraggio per programmare queste prove e poi condividerle con voi, voi avrete bisogno di coraggio per provare empatia. Io credo che l’empatia guarisca. Se cercate la guarigione, forse un po’ di coraggio potrebbe essere ben ricompensato.

Questo capitolo vi fornisce le informazioni di cui avete bisogno per capire gli aspetti metafisici di ciascuna storia. Se non avete familiarità con la metafisica, alcune di queste idee potrebbero sembrarvi insolite, come è stato per me. Vi chiedo di essere pazienti. Esse vi sembreranno più valide e significative quando le vedrete applicate nelle storie e soprattutto quando le applicherete alle prove della vostra vita. Questo capitolo vi fornirà anche una descrizione degli elementi comuni presenti nei programmi di vita degli intervistati. In tal modo, disporrete di una cornice concettuale in cui inquadrare ciascuna storia.

 

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Perché ci incarniamo

La programmazione che facciamo prima di nascere è estesa e dettagliata. Essa include la selezione delle prove della vita, ma va ben al di là di essa. Noi scegliamo i nostri genitori (ed essi scelgono noi), dove e quando incarnarci, le scuole che frequenteremo, le case in cui vivremo, la gente che incontreremo e le relazioni che stringeremo. Se qualche volta avete avuto la sensazione di conoscere già una persona appena incontrata, forse eravate nel vero. Quella persona faceva probabilmente parte della vostra programmazione prenatale. Quando un luogo, un nome, un’immagine o una frase vi sembrano stranamente familiari la prima volta che li vedete o sentite, si tratta spesso di un vago ricordo di ciò che fu discusso prima dell’incarnazione. In molte sessioni di programmazione, usiamo il nome e prendiamo l’aspetto fisico che avremo dopo la nascita. Tali pratiche ci aiutano a riconoscerci l’un l’altro a livello fisico. La sensazione di déjà vu viene spesso, giustamente, riferita a qualcosa successo in una vita passata, ma molte volte si tratta invece di ricordi delle programmazioni prenatali.

Quando entriamo nella dimensione terrestre, dimentichiamo le nostre origini nello spirito. Prima di incarnarci, sappiamo che subiremo questa amnesia auto-indotta. La frase “dietro il velo” si riferisce a questo stato di oblio. In quanto anime divine, cerchiamo di dimenticare la nostra vera identità, perché il ricordo ci darebbe una conoscenza più profonda di noi. Al fine di ottenere questa consapevolezza più profonda, abbandoniamo la dimensione non-fisica - un luogo di gioia, pace e amore - perché non vi sperimentiamo alcun contrasto con noi stessi. Senza contrasto, non possiamo conoscere noi stessi fino in fondo.

Provate a immaginare un mondo in cui esista solo luce. Se non avete mai conosciuto il buio, come potrete comprendere e apprezzare la luce? È il contrasto tra luce e buio a generare una comprensione più ricca e, infine, un ricordo. Il livello fisico ci fornisce questo contrasto perché fa parte di una dualità: sopra e sotto, caldo e freddo, buono e cattivo. Il dolore, nella dualità, ci permette di conoscere meglio la gioia. Il caos della Terra aumenta il nostro apprezzamento della pace. L’odio che potremmo incontrare rende più profonda la nostra comprensione dell’amore. Se non abbiamo mai fatto esperienza di questi aspetti dell’umanità, come potremo conoscere la nostra natura divina?

Immaginate di venire da un luogo in cui risuoni la musica più bella che sia mai stata composta. Questa musica è estasiarne, meravigliosa. L’avete udita per tutta la vostra vita. Essa non è mai stata assente, né è mai stata presente un’altra musica. Un giorno vi rendete conto che, poiché avete sempre udito questa musica, in realtà non l’avete mai udita davvero. Ovvero, non l’avete mai conosciuta realmente, perché non avete mai conosciuto altro. Decidete, quindi, di conoscere davvero la musica. Come potreste fare?

Un modo è andare in un luogo dove non esiste la musica della Casa. Forse lì esiste un’altra musica, che contiene note o passaggi stridenti. Questo contrasto susciterà in voi un maggiore apprezzamento della musica che avete sempre sentito a Casa.

Un altro modo è andare in un luogo dove la musica della Casa non esiste, e quindi ricrearla a memoria. L’esperienza del comporre quelle splendide melodie vi donerà una comprensione più profonda della loro bellezza.

 

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La terza possibilità

Esiste una terza possibilità, molto più impegnativa, ma capace di dare i migliori risultati. Comprendete che una conoscenza davvero profonda si può acquisire andando in un luogo in cui la musica della Casa non esiste, e quindi ricreandola, ma solo dopo averla dimenticata. L’esperienza del ricordare e quindi comporre le straordinarie sinfonie della Casa produrrebbe la conoscenza più ricca, piena e profonda della loro intrinseca grandezza.

E quindi vi mettete coraggiosamente in viaggio verso quel mondo che costituisce la terza opzione. Lì udite una musica che voi, non avendone memoria, ritenete l’unica mai udita. Alcuni canti sono gradevoli, ma molti sembrano semplice cacofonia. Queste note stonate provocano in voi un desiderio e una decisione: ricreare la musica originale.

Ben presto cominciate a scrivere le vostre composizioni. All’inizio siete distratti dalla musica assordante del nuovo mondo, ma col tempo, man mano che vi allontanate dalla cacofonia esteriore e ascoltate le melodie del cuore, le vostre creazioni musicali si fanno più belle. Alla fine componete un capolavoro e, quando è finito, vi ricordate qualcosa: il capolavoro che avete scritto è la stessa musica che veniva suonata a Casa. E questo ricordo ne provoca un altro: voi siete quella musica. Non era qualcosa che udivate al di fuori di voi stessi: piuttosto, essa era voi, e voi eravate essa. E creando voi stessi in un luogo nuovo, arrivate a conoscere davvero chi siete, in un modo che non sarebbe stato possibile se non aveste mai lasciato la Casa.

Questa è l’esperienza che l’anima desidera. Un’anima è una scintilla del Divino; una personalità - un essere umano - è una porzione dell’energia di un’anima in un corpo fisico. La personalità è composta di tratti temporanei, che esistono solo durante la vita fisica, e di un nucleo immortale che si riunisce all’anima dopo la morte. L’anima è vasta e va molto oltre la personalità, ma quest’ultima è essenziale e l’anima l’adora.

Un dato importante è che la personalità è dotata di libero arbitrio. È dunque possibile resistere o accettare le prove della vita. La Terra è un palco sul quale la personalità realizza o devia dal copione scritto prima della nascita. Noi scegliamo come reagire, se con rabbia e amarezza o con amore e compassione. Quando riconosciamo che abbiamo programmato le prove della nostra vita, la scelta diventa chiara e molto più facile.

Mentre siamo nel corpo fisico, la nostra anima comunica con noi attraverso i sentimenti. Sentimenti come gioia, pace ed entusiasmo indicano che stiamo agendo e pensando in modo coerente con la nostra vera natura di anime amorevoli; sentimenti come paura e dubbio fanno ritenere di no. Il nostro corpo è un ricevitore (e un trasmettitore) di energia straordinariamente sensibile: attraverso i sentimenti ci dice se c’è corrispondenza o meno tra ciò che realmente siamo e il modo in cui stiamo esprimendo noi stessi.

 

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Data di Pubblicazione: 30 agosto 2021

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