ALIMENTAZIONE

Proprietà e benefici terapeutici delle spezie mediorientali

Le Mille Virtù delle Spezie Mediorientali - Christine Ferrari - Speciale

Impara a utilizzare le spezie per ricette della tradizione araba per la tua salute e l'alimentazione, leggendo l'anteprima del nuovo libro di Christine Ferrari.

Proprietà e benefici terapeutici delle spezie mediorientali

Breve storia della medicina araba

Chi desidera avvicinarsi alle virtù terapeutiche delle erbe aromatiche dovrebbe innanzitutto conoscere la storia della medicina tradizionale orientale secondo la quale non vi è distinzione tra la medicina degli organi e dell’anima.

L’oggetto del trattamento è sempre l’uomo nella sua pienezza, il modo in cui è connesso al mondo e le consuetudini da cui dipende. A tal proposito, anche l’astrologia gioca un ruolo importante.

La medicina araba classica ha beneficiato delle conoscenze degli antichi accogliendo anche molti impulsi dall’India e prendendo a prestito elementi della medicina cinese.

Nord Africa, Europa meridionale, il Vicino Oriente e parte dell’Asia rappresentano la principale regione nella quale si sono prodotti i suoi più importanti sviluppi. Gli esperimenti eseguiti con le piante raccolte si sono arricchiti con esperienze e conoscenze personali ed elementi religiosi. La creatività più fervida ha prodotto delle miscele preziose.

 

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Regole antiche, ma estremamente e moderne, per vivere sani

A partire dall'VIII secolo le disposizioni mediche vennero influenzate dai sostenitori dell’islam, in larga parte medici, che consideravano religione e scienza medica come due entità inscindibili.

Già nel IX secolo comparvero manuali di dietetica e cucina. I medici arabi scrissero numerosi testi sulla salute le cui traduzioni vennero lette in tutto il mondo, ma ad aggiudicarsi la massima popolarità fu la "Medicina del profeta", scritta solo secoli dopo la morte di Maometto, una raccolta di regole sul viver sano che in parte ha rilevanza anche ai giorni nostri.

"Nel trattamento del malato è necessario considerare età, stile di vita, stagione e professione", questa affermazione non è tratta da un volantino del servizio sanitario nazionale bensì dalla "Medicina del profeta".

Vi troviamo inoltre scritto: "Ogni qualvolta un trattamento è possibile con medicinali semplici e facili è fatto assoluto divieto di utilizzarne altri". Non ci potrebbe essere un approccio più attuale!

Furono inoltre proprio gli Arabi a iniziare la ristrutturazione del sistema farmaceutico e ospedaliero riscuotendo, insieme ad altri, riconoscimenti in territorio europeo.

Il naturalista tedesco Alexander von Humboldt scrisse a tal proposito nel XIX secolo: "Grazie alla loro formazione scientifica, dobbiamo agli Arabi la dottrina della farmacologia, così come è una loro invenzione l’arte chimica della farmacia. Anche le prime indicazioni autorevoli sulle preparazioni dei medicinali vengono dagli Arabi".

 

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La conoscenza alla base della prevenzione

Ad oggi l’igiene, la branca della medicina che mira a mantenere lo stato di salute degli individui, si fonda sulla profilassi. A tal proposito dice la "Medicina del profeta": “Il corpo è come un terreno: se curato, è rigoglioso. Ma se viene trascurato, va in rovina”.

Curare significa per esempio:

  • non fare il bagno a stomaco pieno;
  • non sedersi a tavola se si è adirati;
  • non assumere medicinali se si è in salute.

Lo studioso arabo Avicenna (980-1037) aveva indicato gli otto pilastri per una vita sana:

  1. benessere psichico;
  2. nutrizione corretta;
  3. buona igiene personale;
  4. costituzione fisica sana;
  5. qualità buona dell’aria respirata;
  6. uso di abbigliamento non tossico;
  7. regolare esercizio fisico;
  8. regolare stimolazione mentale ed equilibrio tra sonno e veglia.

Attraverso questi consigli la medicina orientale tradizionale giunge fino ai giorni nostri toccando molti altri aspetti importanti: nutrizione sana, digiuno, tecniche di massaggio, una spiccata cultura del bagno e dei profumi.

Si tratta dell’esistenza di flussi energetici e vibrazioni, che collocano l’uomo nell’universo, e alla quale oggi riconosciamo nuovamente una grande importanza.

Poiché in Oriente la medicina naturale viene impiegata con successo da generazioni e i medici non sempre ci sono o sono accessibili a tutti, essa fiorisce ancora oggi nei colori più superbi. Le piante sono disponibili e possono essere utilizzate.

Per questo le spezie sono sempre più popolari e vengono apprezzate per il loro impiego pratico. Anche a questo fa da sfondo la tradizione: “Fino a quando il malato può essere trattato con l'alimentazione, non è necessario ricorrere a farmaci”, così la "Medicina del profeta".

 

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La salute risiede nell’intestino

L‘intestino è, oggi come ieri, essenziale per la nostra salute e non a caso l’arte culinaria viene considerata parte della medicina. Sono infatti molte le ricette nelle quali le spezie aiutano a stimolare la digestione.

Ma poiché la condizione di salute di un individuo è determinata anche da uno stato interiore positivo, cioè da un’anima sana, mangiare e bere non sono mai stati solo un semplice nutrimento. La socialità svolge in tutto questo un ruolo importante, lo stare insieme e il comunicare rende felici.

Il poeta arabo Abu Nuwas (756-814) scrisse a tal proposito: “Una distinta compagnia di tre, in più il padrone di casa e il giullare. Arrivi a sei e ti sembra di essere al mercato”. Da qui il detto: “Sotto i cinque è un mortorio, oltre è un bazar”.

I medici islamici disapprovano da sempre le abbuffate. Sono convinti che l’uomo si riempia fino a scoppiare, per questo la loro regola generale è di mangiare e bere solo per un terzo perché lo stomaco mezzo vuoto lascia spazio alla riflessione.

Tutti i saperi e i suggerimenti intelligenti della medicina araba si inseriscono perfettamente nel nostro presente. La farmacia delle spezie dell'Oriente non ha data di scadenza.

 

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La medicina orientale a base di spezie è per tutti

Se siete già stati in Oriente avrete di certo visitato i variopinti suk, i mercati pittoreschi che si distinguono per le loro montagne di spezie impilate a regola d’arte e che luccicano nei magnifici colori del sole, dall’oro della curcuma al rosso scuro dello zafferano.

Le spezie aromatiche sono l’emblema della magia del Levante, del favoloso mondo di "Le mille e una notte" e ci avvolgono in una fiabesca nuvola di profumi che risale a tempi remoti.

Cosa si intende con il termine spezie?

Le spezie non sono presenti solo tra il Tigri e l'Eufrate. Si possono trovare in tutto il mondo e sono piante apprezzate e ricercate per il loro particolare gusto e gli effetti curativi che hanno su corpo, anima e spirito. Assumono un ruolo importante in tutte le culture, anche in Europa, e se vi state chiedendo quale sia la differenza con le erbe aromatiche, ecco subito a voi la risposta!

Esse vengono definite in modo diverso ma non c'è una distinzione botanica e se volessimo assegnarle a una categoria le erbe aromatiche rappresentano una sottospecie delle spezie.

Per non perderci nel labirinto delle definizioni, continueremo a parlare solo di spezie intendendo delle piante, fresche o essiccate, ricche di sostanze preziose per l’individuo indipendentemente dal loro tipo di utilizzo: rimedi per alleviare disturbi di salute, ingredienti da cucinare e assaporare e, ultimo ma non per questo meno importante, cosmetici per la cura del corpo.

Volgiamo però prima uno sguardo al passato, o dovremmo forse dire, al lontano passato, perché le spezie esistono dall’inizio dell'umanità. È risaputo che quando una cosa piace, la notizia si diffonde e un numero sempre maggiore di persone la desiderano.

 

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Se poi fa anche bene o allevia persino dei disturbi di salute, tanto meglio. La fitoterapia è quindi la più antica forma di terapia del mondo, non importa che sia ayurveda indiano, medicina tradizionale cinese, praticata nell’antichità o in Persia, da sempre le sostanze vegetali sono utilizzate per rafforzare corpo e anima, alleviare determinati disturbi e contrastare le malattie.

La navigazione marittima diede inizio al grande scambio attraverso regioni e culture. Le prelibatezze locali si spostarono nel mondo e per la loro esclusività acquisirono velocemente popolarità valendo quanto l’oro.

Poiché solo una cerchia ristretta di persone poteva permettersi queste piante che provenivano da molto lontano, iniziarono ben presto a circolare le leggende più insolite relativamente a gusto, efficacia e utilizzo.

Nella mitologia greca Zeus dormiva su un letto di zafferano, da qui il carattere divino conferito alla spezia. Nelle piante risiedevano però anche le divinità che scacciavano gli spiriti maligni e attiravano quelli buoni. Alcune conferivano virtù magiche, altre ricompensavano con l’amore.

Indipendentemente da ciò che venisse attribuito loro, erano in ogni caso molto ambite. Oggi pare impensabile che nelle zone di piantagione delle spezie più richieste vennero persino combattute delle guerre contro i proprietari terrieri che si arricchivano con la vendita delle piante.

In Europa le spezie divennero popolari nel Medioevo attraverso la medicina monastica. Santa Ildegarda da Bingen (1098-1179) annotò nelle sue opere le conoscenze di quel tempo sulla fitoterapia la cui valenza si è protratta fino a oggi.

Ai di fuori dei monasteri il sapere terapeutico fu preso in consegna da contadini, streghe e guaritori, dopodiché si diffuse progressivamente raggiungendo presto tutta la popolazione.

Fu padre Sebastian Kneipp (1821-1897) a consacrare definitivamente l’uso della medicina naturale per la cura della salute nella vita di tutti i giorni.

 

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L'aumento del consenso nei confronti della chimica e la crociata della scienza farmaceutica, tuttavia, hanno ridotto progressivamente l'influenza della fitoterapia nel mondo occidentale. Il secolo scorso è stato caratterizzato da periodi nei quali diventò totalmente fuorimoda, si compravano cibi precotti e la salute in pillole.

La società era sempre più frenetica e mancava il tempo per la cura di sé. Quando ci si ammalava, il corpo non aveva tempo da perdere e per guarire in fretta si ricorreva a delle armi miracolose prodotte in laboratorio.

Questa tendenza sarebbe però stata insostenibile nel lungo periodo e da qualche decennio l’uomo è ritornato a nutrire un profondo interesse verso il potere curativo della natura. Le persone hanno recuperato l’amore per la cucina che è diventata sempre più raffinata.

L’erboristeria è di nuovo in voga e fa tendenza sfoggiare portaspezie e orti di erbe aromatiche e medicinali. Si è riscoperta la versatilità delle spezie. Esse rendono le nostre pietanze più interessanti e sempre diverse, assortiscono il nostro armadietto dei medicinali e aiutano a eliminare subito il mal di stomaco, in poche parole, trasmettono delle sensazioni piacevoli.

In Oriente questo “tira e molla” non si è verificato perché qui non si è mai smesso di essere fedeli alla tradizione e all'uso delle spezie come rimedi a fini curativi. Ogni famiglia continua a custodire le proprie ricette tradizionali. Gli europei che con un volo si ritrovano catapultati in pochissime ore nella famosa piazza Djemaa el Fna a Marrakech spesso provano un disorientamento temporale e culturale.

Improvvisamente sperimentano che per alleviare con successo un malessere è sufficiente bere un tè alla menta, masticare dei semi di cumino oppure sgranocchiare un pezzetto di zenzero sulle strade accidentate dell'Atlante.

Questo popolo non nutre alcun dubbio sull’efficacia delle piante: esse migliorano la digestione, l’umore e la resistenza fisica. Se credete a queste promesse di guarigione potrete considerare il portaspezie in cucina al pari di una piccola farmacia.

L'esperienza genera curiosità e molti visitatori sono attratti dall’offerta presente sulle bancarelle dei mercati. La barriera linguistica e la mancanza di tempo, tuttavia, consentono solo un’occhiata superficiale, ma per osservare il dietro le quinte dell’erboristeria in questa parte del mondo è necessario avere un po’ di pazienza, empatia e i giusti contatti.

Data di Pubblicazione: 27 luglio 2022

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