SAGGI E RACCONTI

Psichedelia, Computer e Matematica Visiva

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La Mente Evolutiva - Anteprima del libro di Sheldrake, Abraham e Kenna

Estratto del libro "La Mente Evolutiva" di Sheldrake, Abraham e Kenna

Abraham vende la droga ai matematici

Ralph: Un giorno me ne stavo seduto nel mio ufficio con Nina, la mia segretaria, quando sentimmo bussare alla porta. Nina ci presentò: «Questo è un amico di un mio amico, vuole intervistarti». Ero molto occupato con il telefono e con la posta, perciò lo feci entrare e risposi alle sue domande senza pensarci. Dopo più o meno un mese, quando arrivò un fotografo, mi resi conto di aver concesso un’intervista per la rivista «GQ». Chiamai i miei figli e chiesi loro cosa fosse «GQ» - dato che vivono a Hollywood e sono esperti di queste cose.

Quando la rivista arrivò finalmente in edicola ero a Firenze, in Italia. Ero orgoglioso del fatto che nonostante il mio abbigliamento fossi stato il primo nel nostro circolo di familiari e amici a essere fotografato da «GQ». Ma aprendo la prima pagina della rivista rimasi sconvolto nel vedere la mia fotografa che occupava gran parte della prima pagina nel sommario con questo titolo: “Abraham vende la droga ai matematici”. C’erano anche altre cose offensive in quell’intervista che, per quanto ricordo, era in gran parte stata inventata. Al mio ritorno in California non ne parlai con nessuno e fui molto contento che nessuno ne parlasse. Nessuno se n’era accorto. Ci furono una o due telefonate, e pensai che nessuno, dopotutto, leggesse «GQ». Se anche guardano le figure, non avevano notato la mia. Ero al sicuro, anche se avevo rischiato grosso.

All’improvviso la mia pace fu interrotta da un centinaio telefonate in un solo giorno, in cui mi si chiedeva cosa pensassi dell’articolo su di me sul «San Francisco Examiner», o sul «San Jose Mercury News». Tutte le braci del fuoco lasciate da «GQ» si erano riaccese nella penna di una giornalista. Una donna che scrive una rubrica sui computer per il «San Francisco Examiner» aveva ricevuto con la posta una copia dell’articolo uscito su «GQ», in cui Timothy Leary veniva citato con la frase: «I giapponesi vanno a Burma per il tek, e vanno in California per novità e creatività. Tutti sanno che la California ha questa risorsa grazie alle sostanze psichedeliche». Poi l’articolo indicava me come il fornitore per il rinascimento scientifico negli anni ’60.

La giornalista non credeva alle affermazioni di Timothy Leary e degli altri nell’articolo di «GQ», su come la rivoluzione informatica e le innovazioni nella computer grafica in California fossero state costruite sopra un fondamento psichedelico. Si mise al lavoro per dimostrare che questa storia era un falso. Andò al Siggraph, il più grande raduno di grafici informatici professionisti nel mondo, in cui ogni anno si incontrano circa 30.000 persone che sono coinvolte in maniera vitale nella rivoluzione informatica. Pensava che avrebbe messo a tacere quest’eresia conducendo un semplice sondaggio a campione, cominciando le sue interviste all’aeroporto, appena messo piede fuori dall’aereo. Alla fine, quando tornò alla sua scrivania a San Francisco, aveva parlato con 180 importanti professionisti nel campo della computer grafica, e alla domanda “Assume sostanze psichedeliche, ed è importante questo nel suo lavoro?” avevano risposto tutti: “Sì”. Il suo articolo, che alla fine venne pubblicato su svariati giornali, sfortunatamente, o generosamente, si ricordò di me.

Poco dopo questo secondo incidente, mi trovavo a Hollyhock, l’Esalen del lontano Nord, sull’Isola di Cortes nella Columbia Britannica, con Rupert e altri amici. Ebbi una sorta di crollo psicotico quella notte. Non riuscivo a dormire ed ero consumato da una fantasia paranoide che riguardava questa esposizione al pubblico e quello che avrebbe significato per la mia futura carriera - la polizia fuori dalla mia porta, cose del genere. Sapevo che le mie paure erano esplose più del necessario, ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. La persona che conoscevo meglio laggiù era Rupert. Era molto occupato a discutere con vari amici, ma alla fine presi Rupert da parte e gli confidai le mie paure. La sua risposta, nell’arco di un paio di giorni, fu di ripetere la storia a tutti lì in Canada, dicendomi che essere così esposto era un bene. Provai a pensare in modo positivo a questo episodio, ma quando tornai a casa ero ancora nervoso, e rifiutai interviste dalla televisione, dalle Nazioni Unite, e da altre persone che chiamarono per verificare la veridicità di questa storia. Non fui all’altezza della situazione, e dunque oggi ho deciso, a grande richiesta, di dire la verità.

Cominciò tutto nel 1967, quando ero professore di matematica a Princeton, e uno dei miei studenti mi introdusse all’LSD. Ciò portò al mio trasferimento in California un anno dopo, e all’incontro all’Università di Santa Cruz con un dottorando in chimica che stava facendo la tesi sulla sintesi di dmt (dimetiltriptamina). Insieme fumammo una grossa bottiglia di dmt nel 1969, e da ciò scaturì una sorta di intenzione segreta, che deviò la mia carriera verso la ricerca delle connessioni tra la matematica e l’esperienza del logos, o quel che Terence chiama “l’altro trascendente”. Uno spazio iperdimensionale pieno di significato, saggezza e bellezza, che sembra più reale della realtà ordinaria, e al quale siamo tornati molte volte nel corso degli anni, per studio e per piacere. Nel corso dei vent’anni successivi esplorai molte volte la connessione tra la matematica e il logos.

Nell’epoca in cui la comunità scientifica scopriva la teoria del Caos, e cominciava la rivoluzione del caos nel 1978, cominciai una specie di apprendistato con un neurofisiologo e tentai di costruire modelli del cervello tramite gli argomenti basilari della teoria del caos. Costruii una macchina a fluidi vibranti per visualizzare vibrazioni in materiali trasparenti, perché avevo l’impressione, sulla base dell’esperienza diretta, che la metafora induista delle vibrazioni potesse avere valore e importanza. Sentivo che attraverso l’osservazione effettiva delle vibrazioni altrimenti invisibili in materiali trasparenti, rendendole visibili, avremmo potuto imparare di più su coscienza, comunicazione, risonanza, e sull’emergenza di forma e schemi nel mondo fisico, biologico, sociale e intellettuale. Mi ispiravo a Hans Jenny, uno scienziato dilettante in Svizzera, seguace di Rudolf Steiner, che aveva costruito un ingegnoso strumento per visualizzare schemi all’interno di fluidi trasparenti.

La grafica computerizzata

In quel periodo scoprimmo la grafica computerizzata a Santa Cruz, quando arrivarono sul mercato i primi terminali a un prezzo accessibile. Cominciai un progetto sull’insegnamento della matematica con la computer grafica, e provai infine a simulare i modelli matematici per la neurofisiologia e per i fluidi vibranti, con programmi informatici su display grafici. In questo modo si sviluppò una nuova classe di modelli matematici chiamati CD, Cellular Dynamata. I cd sono un oggetto matematico particolarmente appropriato per creare modelli e tentare di comprendere il cervello, la mente, o l’esperienza visionaria. Nello stesso periodo altri matematici, alcuni dei quali potrebbero aver ricevuto negli anni ’60 qualche regalo da parte mia, cominciarono i loro esperimenti con la computer grafica e cominciarono a fare film.

Alla fine a Santa Cruz fummo in grado di costruire macchine che potevano simulare questi modelli matematici che chiamo CD a una velocità ragionevole, dapprima lentamente, poi sempre più veloce. E nel 1989 ebbi una fantastica esperienza al Goddard Space Flight Center della NASA, nel Maryland, in cui mi fu dato accesso a quello che, all’epoca, era il supercomputer più veloce al mondo, l’mpp, Massively Parallel Processor. Il mio modello CD per la corteccia visiva era stato programmato in questa macchina dall’unica persona in grado di programmarla, ed ero stato invitato a venire a vedere il risultato. Guardare lo schermo a colori di questo supercomputer era come osservare il futuro attraverso una finestra, e tutto guardando una bellissima rappresentazione di una visione da dmt mentre non solo si stava svolgendo su di uno schermo ma a una velocità cento volte maggiore di un’esperienza umana. Controllando il processo tramite delle manopole, che potevo girare dal terminale, registrammo immediatamente un video della durata di 10 minuti. Riassumendo, nella mia storia c’è, prima di tutto, un’evoluzione ventennale dalla mia prima visione con la dmt nel 1969 alla mia esperienza della visione con il Massively Parallel Processor. In seguito a quest’evoluzione ventennale e alla registrazione del video, vennero la storia con «GQ>> e le interviste al Siggraph nel «San Francisco Examiner» che posero essenzialmente la domanda: “Le sostanze psichedeliche hanno avuto un’influenza nell’evoluzione di scienza, matematica, rivoluzione informatica, computer grafica e così via?”.

Nel 1990 un altro evento seguì la pubblicazione di un articolo accademico sull’«International Journal of Bifurcation and Chaos», quando comparve un interessante articolo nei Monthly Notices dell’American Mathematical Society, la più grande associazione di ricercatori matematici al mondo. L’articolo ridefiniva completamente la matematica, lasciando cadere numeri e spazi geometrici come reliquie della storia, e adottando una nuova definizione di matematica come lo studio dei pattern spazio/tempo. La matematica era stata rifondata: questa rinascita fu allo stesso tempo il risultato della rivoluzione informatica e della rivoluzione psichedelica che ebbero luogo contemporaneamente, in concomitanza e in cooperazione, negli anni ’60.

Ridefìnendo questo materiale come mezzo artistico, tenni un concerto suonato in tempo reale con un vero supercomputer, nell’ottobre del 1992, nella Cattedrale di Saint John the Divine, la più grande cattedrale gotica del mondo, a New York.

Veniamo ora al nostro argomento

Veniamo ora al nostro argomento. Voglio fare un paio di domande, e leggere qui un paio di estratti da alcuni dei miei libri preferiti. Credo che si debba accettare la matematica o nella sua nuova definizione, o in quella vecchia. Nella cosmologia rinascimentale di John Dee, la matematica è vista come il terapeuta di coppia di Padre Cielo e Madre Terra, o una sorta di medium elastico, intellettuale, spirituale, che connette i regni celesti e Gaia stessa. Questo pone la matematica allo stesso livello del logos, o dello Spirito Santo. Prendiamo in considerazione questo fatto come fosse un’ipotesi. Abbiamo visto la matematica come il linguaggio del pattern spazio/ tempo, ora lasciate che vi chieda questo, Terence e Rupert: fino a che punto la visione psichedelica del logos potrebbe essere esternalizzata, che sia tramite descrizione verbale, simulazioni computerizzate, o disegni di artisti visionari ispirati? D’altro canto, in quali modi la visione matematica potrebbe essere al servizio dello spirito ed estendere la mente? C’è un ruolo, in altre parole, per questo genere di cose nei nostri interessi principali? Per darvi un aiuto nella risposta lasciate che legga un paio di passaggi dai vostri scritti.

Per prima cosa, da il nutrimento degli Dèiu, di Terence:

Il revival arcaico è un appello a recuperare il nostro diritto di nascita, per quanto a disagio ciò possa metterci. È un appello a rendersi conto che la vita vissuta nell’assenza dell’esperienza psichedelica, sulla quale lo sciamanismo primordiale è basato, è una vita banalizzata, una vita negata! Una vita asservita all’ego e alla sua paura della dispersione nella misteriosa matrice del sentimento che è tutto intorno a noi. È nel revival arcaico che risiede effettivamente la nostra trascendenza del dilemma storico. C’è qualcosa di più. È ormai chiaro che i nuovi sviluppi in molte aree, incluse le interfacce mente-macchina, la farmacologia del genere sintetico, e le tecniche di visualizzazione, recupero e archiviazione di dati stanno venendo a congiungersi nel potenziale per un’auto-immaginazione della nostra cultura realmente demonica, o angelica.

Questo testo è estratto dal libro "La Mente Evolutiva".

Data di Pubblicazione: 29 settembre 2017

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